Il Giornale
Lo scontro tra sunniti e sciiti
mercoledì 6 gennaio 2016 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 06 gennaio 2016Secondo Amnesty International, l'Iran solo nei primi sei mesi del 2015 ha eseguito le condanne a morte di 700 persone circa, circa tre esecuzioni al giorno, e circa 700 è il numero delle persone che, invece, in un anno, sono state messe a morte in Arabia Saudita. No, nessuno dei due dati rincuora, i numeri sono impressionanti. Ma non è banale metterli in luce in tempi in cui gli iraniani vengono sempre rappresentati con diplomatica grazia, e adesso che lo scontro sciita-sunnita è venuto alla luce drammaticamente quando i sauditi, provocatoriamente, hanno messo a morte il predicatore sciita attivista e forse terrorista Nimr al Nimr, e gli iraniani hanno reagito come tigri ferite.[...]
Terrorismo: in Israele un gravissimo salto di qualità
sabato 2 gennaio 2016 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 02 gennaio 2016Se l'aggressione che ha lasciato ieri sul terreno due morti e sette feriti è davvero un attacco terroristico, se sarà confermato che fra le cose dell'uomo che ha sparato con un'arma automatica sulla folla di un pub si è trovato un Corano, l'attacco terroristico cui è sottoposto Israele da cento giorni ha subito un enorme balzo in avanti. L'attacco dentro un locale si è avuto alle 15,30 di venerdì pomeriggio, quando i giovani si riuniscono prima della festa, durante un compleanno, nel cuore del cuore della città, al Dizengoff Center dove i ragazzi d'Israele vivono la propria voglia di essere normali dimostra. Esso dimostra un livello di organizzazione e di pianificazione che va oltre le decine di attacchi col coltello o con auto lanciate contro cittadini per la strada. La ripresa di una telecamera mostra l'attentatore dentro un negozio, finge di comprare una merce, torna indietro dal banco, mette lo zaino sul carrello, ne trae un'arma automatica e si lancia a sparare nella strada. La borsa abbandonata conteneva, almeno così riferiscono le cronache, un Corano. Il terrorista, mentre scriviamo, è ancora latitante.[...]
Ecco perché il Califfato ha paura di colpire Israele
mercoledì 30 dicembre 2015 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 30 dicembre 2015L'Isis non è invulnerabile, e questo messaggio non era affatto scontato per l'Occidente terrificato di fronte alla sua crudeltà ai limiti dell'impossibile. Adesso ci sono due eventi che lo testimoniano. Il primo è la riconquista di Ramadi da parte delle forze irachene. Fino ad ora solo i curdi Peshmerga erano riusciti a battere Daesh, ora dopo un anno terribile i militari sunniti della regione sono riusciti a stanare gli uomini di Al Baghdadi anche se con l'aiuto delle forze aeree americane. Inoltre, quanto valga la vittoria è difficile dirlo: ritirarsi non vuol dire essere eliminati. In secondo luogo, un coraggioso giornalista ed ex parlamentare tedesco, Jurgen Todenhofer, che ha passato dieci giorni dietro le linee dell'Isis ci fa sapere che lo Stato islamico ha una paura vera: l'esercito israeliano: "Esso sa che l'IDF è troppo forte per loro"[...]
Due modi diversi di affrontare il terrorismo
mercoledì 23 dicembre 2015 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 23 dicembre 2015Israele è un paradosso: una democrazia che sola nel cuore della zona più difficile del mondo combatte la bestialità del terrorismo come conducesse una partita di fioretto; è una difesa evidente per tutto il mondo occidentale e quest'ultimo usa contro di lui armi acuminate; un guerriero in battaglia che pure lascia spazio a continue domande. Si intrecciano sui media l'eliminazione mirata a Damasco (secondo fonti estere, come si dice) di Samir Kuntar e dall'altra parte la caccia ai terroristi israeliani che funestano con i loro delitti la coscienza dello Stato Ebraico.[...]
Se i morti di Israele non fanno notizia
lunedì 23 novembre 2015 Il Giornale 10 commenti
Il Giornale, 23 novembre 2015Non comprendere che il terrorismo che investe Israele è identico a quello che sta investendo il resto del mondo è molto pericoloso per l'Occidente, è una discriminazione, è distogliere gli occhi dal dolore, è negare la solidarietà che deve invece compattare tutta la guerra al terrore: se è vero che per affrontare lo scontro devi innanzitutto definirlo, il fraintendimento qui è corruttivo e letale. Ieri John Biden, il vece-presidente degli Stati Uniti, nel suo "weekly address" alla Casa Bianca sui temi del terrore, ha citato gli attacchi terroristi in corso definendoli "atroci" e ha menzionato Parigi, Beirut, l'Iraq, la Nigeria. Israele non compare nonostante ieri stesso abbia perduto una ragazza di 21 anni, Hadar Buchris e abbia subito altri attacchi, come ogni giorno.[...]
Il terrorismo dei coltelli gemello diverso dell'Isis
venerdì 20 novembre 2015 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 20 novembre 2015Ieri Israele ha avuto altri 4 uccisi per terrore. Uno stillicidio, un'ondata di terrorismo parallelo a quello di Parigi prosegue la continua tortura che nelle ultime settimane ha fatto 18 morti, 350 feriti e 1500 episodi di terrore nella strade di Gerusalemme e in tutta Israele fra accoltellamenti, spari, esplosioni, uso delle auto per travolgere i passanti. Oggi si aggiungono alla lista altre quattro persone, due pugnalate all'ingresso di una sinagoga nello scenario metropolitano di Tel Aviv, l'altro nel Gush Etzion, uno di 25 anni e uno di 50, 10 i feriti.[...]
È il modello di Israele: una vita sotto assedio
domenica 15 novembre 2015 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 15 novembre 2015Battere il terrorismo è un sentimento, una decisione profonda, una fede nella propria battaglia e nel proprio diritto alla vita. E' anche la determinazione a battersi non violando, ma anzi difendendo i propri valori; è alzarsi la mattina sapendo che bisogna anche saper convivere con l'orribile bestia onorando la propria vita quotidiana. Una volta, durante la Seconda Intifada col solito gruppo di donne facevamo ginnastica nella palestra dell'Ymca quando è arrivata la notizia di un autobus saltato per aria all'angolo. In tuta e snickers, siamo tutte uscite di corsa fino all'angolo dove l'autobus era esploso. Abbiamo visto sgomberare i corpi senza vita. Dentro, ancora seduto, la testa reclinata, lo zaino in grembo, si intravedeva un corpo di una persona. Non ci lasciarono passare la transenna; dopo un poco siamo tornate in gruppo alla palestra, e abbiamo ripreso la lezione col cuore pesante quanto si può.[...]
L’antisemitismo che l’Europa non vede
sabato 14 novembre 2015 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 14 novembre 2015Se le indagini confermeranno che l'attacco di Milano è un attacco antisemita il pubblico purtroppo non ne riceverà nessuna sorpresa. E' ormai abituato. L'Europa è percorsa da un fetente vento antisemita di ritorno. A me che, piccolissima, veniva descritta la passata persecuzione della mia famiglia come una parentesi definitivamente conclusa con la vittoria del bene, questo sembra un paradossale incubo. Ma tant'è: e occorre aver coraggio e soffermarsi sulla forma che prende oggi l'antisemitismo se vogliamo perlomeno affrontarlo, anche se è difficile battere una così radicata malattia. L'episodio di Milano ha il sapore della mimesi criminale: sembra la copia degli attacchi coi coltelli alla gente di Gerusalemme delle ultime settimane. Ovvero, l'identificazione del giovane haredi di Milano (religioso, evidentemente ebreo nell'abbigliamento) con un odiato israeliano, se l'attacco è antisemita, è fuori di dubbio.[...]
Goebbels? Un dilettante
venerdì 6 novembre 2015 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 06 novembre 2015Joseph Goebels sarebbe invidioso dell'uscita del capo della delegazione palestinese all'ONU Riyad Mansour che ha scritto al presidente del Consiglio di sicurezza inglese Matthew Rycroft per affermare che organi dei terroristi uccisi in questo periodo sono stati asportati dagli israeliani. Un vero è proprio "blood libel", una teoria del sangue simile a quella per cui gli ebrei uccidono i bambini e ne prendono il sangue per mescolarlo alle loro azzime.
Quelle etichette sui prodotti sono un marchio anti-Israele
giovedì 5 novembre 2015 Il Giornale 14 commenti
Il Giornale, 05 novembre 2015E' davvero sconcertante pensare che in questi giorni l'Unione Europea, mentre il Medio Oriente è percorso da ondate continue di barbarie che si infrangono solo contro i confini dell'unico Stato che rispetta i diritti umani dell'area, sia tutta intenta, con lavorio incessante su e giù per i corridoi, a preparare le "linee guida" per etichettare, sugli scaffali dei negozi, i prodotti di Israele provenienti dai Territori oltre la Linea Verde. Le direttive dovrebbero essere applicate dal primo di gennaio, e una lista di norme dirà ai vari Stati come applicare la loro "stella gialla", che sarà tale anche se certo avrà un'apparenza diversa, su frutta, verdura, prodotti tecnologici provenienti dalla Giudea e dalla Samaria. Perché l'UE si sta affrettando verso questo passo? E' una specie di sindrome, di ossessione che possiede l'Unione, e che è difficile davvero collegare a un virtuoso disegno di pace.[...]