Fiamma Nirenstein Blog

Il Giornale

Vergogna, a Rio vince l'odio per gli ebrei

sabato 13 agosto 2016 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 13 agosto 2016

Ma come mai il mondo non si alza tutto in piedi gridando, questo mondo anti razzista, anti apartheid, in piena festa globalista alle Olimpiadi.. perché è così strabico da riuscire (a ragione) a cacciare un'atleta dopato che rompe il codice d'onore dello sport, e non manda via a calci quelli che ne infrangono la regola fondamentale di parità etnica e religiosa discriminando gli israeliani come lebbrosi, rifiutandosi di toccarli, di condividere con loro uno spazio, di competere?[...]

Ma la democrazia non può essere «à la carte»

domenica 7 agosto 2016 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 07 agosto 2016


E' un'idea commendevole quella di Hamza Piccardo, ex capo dell'UCOII, ovvero la maggiore organizzazione islamica italiana, quella di dare al suo mondo "una rappresentanza democratica che possa interagire con le Istituzioni, i media e l'insieme della società civile". Comprensibile poi che l'idea, come lui dice, sia quella di "votare un'Assemblea costituente islamica on-line": certo, on-line. Quella cosa che democratica sembra, ma democratica non è. Il modello Cinque Stelle ha dato i suoi frutti nell'addensare in diretta lo scontento e la distanza culturale da una classe dirigente confusa e a volte spaurita, e questo può portare ottimi frutti politici, lo si è visto. Una " constituency " sparpagliata e diversificata, un computer unico.[...]

«Come osate indagare mio figlio» Erdogan dichiara guerra all'Italia. Di fronte a questo despota l'Europa ha solo da perdere

mercoledì 3 agosto 2016 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 03 agosto 2016

Quanta profonda rabbia mista ad astuta strategia. Il furioso anatema lanciato da Erdogan contro l'Unione Europea, contro Federica Mogherini, e contro l'Italia, è tipico del presidente turco Tayyp Erdogan adesso esacerbato dal golpe: da una parte rivela una natura incontinente abituata a punire, a eliminare, a rinchiudere: un despota. Ma in realtà i sultani sulla cui memoria Erdogan si misura erano più misurati nel gestire il potere che gli era attribuito dal ruolo. Ha fatto bene Renzi a rispondergli seccamente sul figlio indagato per riciclaggio a Bologna: Erdogan immagina che avere buoni rapporti con un Paese significhi poterlo svillaneggiare, accusare di lesa maestà e ottenere quindi che si pieghi all'intimidazione e alla minaccia. La mafia non c'entra nulla, è solo un'allusione anti-italiana volgare: la minaccia è per noi quella di una crisi con la Turchia che porta il colore dell'invasione di profughi. La sua aggressività non comporta una crisi diplomatica, ma epocale, fatale. Erdogan è arrabbiato? Sì, ma non è solo preda del suo caratteraccio: nell'attacco alla UE si legge bene il calcolo e la delusione storica.[...]

L'estremismo islamico è una patologia

domenica 24 luglio 2016 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 24 luglio 2016

Non è davvero un motivo di sollievo, come invece molti sembrano credere, che una delle molle della ferocia del terrorista di Monaco sia stata la depressione. Si sente argomentare in tv, alla radio, sui social media che se si trattava un depresso sociale, la cui ansia e tristezza era legata alla condizione di un ragazzo di origine iraniana bistrattato dai compagni, oggetto di bullismo e di disprezzo, allora i motivi del suo gesto sono tutti personali, non risiedono nel generale movimento di odio antioccidentale di origine islamica, non fanno parte della ferocia taglia teste che ha il suo centro nell'Isis e che si sta diramando nelle nostre città. Ma le cose sono molto più complicate: la depressione clinica di un terrorista è probabilmente, in forme varie, quasi sempre presente. Secondo il nostro punto di vista, è un pazzo. Non lo dico certo da esperta di psicologia, non lo sono, ma alla luce di un po’ di buon senso: il terrorista depresso è probabilmente un fenomeno generalizzato. E' inutile pensare che ci siano in giro solo dei poveri ragazzi sconvolti, che se trattati meglio non si daranno da fare con pistole e machete. Non diminuirà il terrore se ci porremo a salvaguardare l'onore dei nostri compagni di strada e dall'altra a mobilitare i presidi psicologici. [...]

Dalla Russia all'Egitto e Israele. Tutti i nemici giurati del Sultano

venerdì 22 luglio 2016 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 22 luglio 2016

E' quasi rassicurante che il presidente turco Tayyp Erdogan abbia dichiarato in un'intervista che ritiene che "potenze straniere possono essere coinvolte nel fallito colpo di Stato" nel suo Paese: Erdogan ha sempre trovato molti capri espiatori per i suoi guai, per la mancanza di quel consenso totalitario che desidera, per un'economia che si inceppa, per i rapporti internazionali stupefatti dalla sua smania di essere il nuovo sultano. Ai tempi della rivolta di Gezi Park, a turno sono stati accusati la CIA, l'Europa gelosa dei suoi successi, la Lufthansa preoccupata per il suo progetto di un immenso aeroporto, la "congiura telecinetica" (sic), e, molto, la lobby ebraica, la sua preferita. [...]

La strada verso la dittatura è aperta. Ora si rischia un islam senza limiti

domenica 17 luglio 2016 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 17 luglio 2016

Erdogan per ora ha battuto il colpo di stato militare, una rivoluzione alla rovescia in cui il popolo ha salvato il suo autocrate islamista. Non a caso il 50 per cento dei turchi gli ha conferito per 15 anni la vittoria: è l'anima nazionalista-religiosa che ha sempre combattuto la modernizzazione laica di Kemal Ataturk. Erdogan continua a trasmettere l'idea che le cose ancora non sono risolte e chiede alla gente di seguitare a uscire, mentre nel cielo di piazza Taksim ruggiscono ancora alcuni F16. Ma ormai non pare ci siano dubbi sul fatto che oggi sia lui a cantare vittoria.[...]

Ma il terrorismo si sconfigge, non è un destino ineluttabile

sabato 16 luglio 2016 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 16 luglio 2016

Fra le immagini spaventose che tutti gli schermi del mondo ci hanno mostrato da Nizza fra i corpi insanguinati e ricoperti alla meglio, i barellieri che corrono, la gente che scappa in un buio che ormai li accompagnerà per tutta la vita, una colpisce particolarmente, perchè è l'autoritratto dell'Europa: una madre appoggiata a un muretto, immobile, stupita di essere viva, lei e il suo bambino terrorizzato, fermo anche lui, riverso sull'unica fonte della sua sicurezza, il calore della mamma. Quella mamma è il Vecchio Continente, una madre stupefatta, in preda a un incubo da cui non sa uscire, consapevole di dover proteggere i suoi figli, ma impietrita di fronte a questa necessità. Il terrorismo non è però il destino dell'Europa, è un evento catastrofico da affrontare, da cui difendersi, da definire con precisione, piantandola finalmente con le stupide diatribe sulla sua componente religiosa. Fanno perdere tempo e protesto vivamente se si dice che chi pensa che la componete religiosa sia evidente sia islamofobico. E' una stupidaggine.[...]

Israele non è un ponte verso Hamas

lunedì 11 luglio 2016 Il Giornale 7 commenti
Il Giornale, 11 luglio 2016

Tutti hanno diritto di visitare Gaza, ma non si può chiedere a Israele di prendersi la responsabilità di introdurvi una delegazione parlamentare italiana o di qualsiasi altro Paese in visita: Gaza è dominata da Hamas, un'organizzazione terrorista molto attiva contro cittadini, donne, bambini israeliani; che domina con prepotenza islamista estrema la sua popolazione; che per prendere il potere compì una strage di palestinesi senza precedenti anche buttando i nemici di Fatah (la fazione di Abu Mazen) dai tetti dei palazzi; che ha organizzato e rivendicato migliaia di attacchi terroristici e di rapimenti; che perseguita i cristiani; sotto il cui dominio è stato anche ucciso il giovane Vittorio Arrigoni, un nostro connazionale, per motivi misteriosi; che ha un'attivissima pena di morte; che è dotato di uno statuto in cui si promette lo sterminio di tutti gli ebrei; che ospita a Gaza salafiti da tutto il mondo e anche l'ISIS. Al Movimento Cinque Stelle non importa? Vuole portare i sentimenti della sua simpatia perché pensa che due Stati per due popoli sia una formula cui aderirebbero volentieri?[...]

Così quarant'anni fa lo Stato di Israele nacque la seconda volta

sabato 2 luglio 2016 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 02 luglio 2016

Solo una spinta imprescindibile, una necessità morale dettata dalla storia, poteva ispirare quaranta anni fa, il quattro di luglio, un'azione come quella che Israele osò condurre a 3500 chilometri di distanza dai propri confini, a Entebbe, in Uganda, per salvare i 106 ostaggi imprigionati nel terminal dell'aeroporto da un commando palestinese-tedesco. Forse si tratta del gesto più impossibile che sia invece mai stato realizzato da un Paese per affermare un principio salvando più di cento vite umane. Il commando di soldati israeliani che colpi l'operazione contava cento ragazzi divisi in squadre, di cui la prima all'assalto era guidata da Jonathan Netanyahu, il fratello dell'attuale Primo Ministro. “Yoni” fu l'unico soldato ucciso durante l'Operazione Entebbe, chiamata poi operazione Jonathan. L'obiettivo: piombare di sorpresa al salvataggio degli ebrei prigionieri del commando terrorista, scardinando per sempre la norma per cui gli ebrei sono facile preda della follia antisemita che sotto forme diverse si accanisce su di loro nel corso della storia senza che nessuno reagisca.[...]

Ben venga l'accordo con Israele

giovedì 30 giugno 2016 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 30 giugno 2016

Non ci poteva essere niente di più sensato e inevitabile, specie dopo il terribile attentato di martedì dell'accordo fra Israele e Turchia che è stato sancito ieri dal Gabinetto di sicurezza. Eppure il documento è stato segnato da una discussione furiosa ed emotiva, come avviene da queste parti dove democrazia significa spesso dissenso furioso. Mentre le televisioni mostrano le immagini dell'aeroporto Ataturk e studiano i fatti con lo sguardo fraterno di chi sa tutto di queste situazioni, gli esperti si avventurano non solo nel definire i terroristi (qui ritenuti di Daesh) ma anche nel vagliare le tecniche con cui si può difendere anche il ventre più molle delle democrazia, l'aeroporto.[...]
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