Fiamma Nirenstein Blog

Strappo di Trump: «Gerusalemme capitale d'Israele»

giovedì 7 dicembre 2017 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 07 dicembre 2017

Trump ce l'ha fatta: non ha indicato né confini, non ha parlato di "tutta"Gerusalemme, e non l'ha divisa in occidentale e orientale, ha spiegato che il futuro è nelle mani delle due parti se vorranno creare due Stati per due popoli, ha reso più blanda la sua posizione firmando per il trasferimento dell'ambasciata ma spiegando che per costruirla ci vorrà del tempo. "E' nel  migliore interesse della pace" ha spiegato Trump,  pace in Medio Oriente, spiegando con coraggio che essa  deve svoltare di 360 gradi, che deve partire dalla verità esistente sul terreno e che i palestinesi non devono considerare aggressivo ciò che in ultima analisi  prepara loro un futuro di cui godranno a loro volta. Non sarà facile, ma le altre strade sono state un disastro: Trump ha detto senza lasciare spazio al narcisistico processo di pace inventato sui confini di una guerra di aggressione subita da Israele nel ‘67, e intitolato "fine dell'occupazione" di uno Stato mai esistito.

Gerusalemme è la capitale dello Stato d'Israele, ha detto, per 70 anni gli USA non l'hanno riconosciuto restando ancorati alla "internazionalizzazione" decretata dall'ONU nel 1947 nonostante tutti i presidenti americani, compreso Obama, l'avessero promesso. Ma la paura ha vinto, e anche adesso gli strepiti rischiano di coprire la semplice realtà da cui potrebbe finalmente disegnarsi una situazione di giustizia, che restituisca a Israele la sensazione di essere vista come quello Stato democratico e sempre minacciato che è, e ai palestinesi, la consapevolezza che non otterranno nulla se proseguono sulla strada del rifiuto, della criminalizzazione, della delegittimazione. Donald  Trump ha concluso ieri una delle tante torture che la comunità internazionale infligge a Israele: disconoscere la sua capitale ed il cuore pulsante del suo popolo da 3000 anni, dove opera il Primo Ministro e il Governo, dove tutte le delegazioni vengono se vogliono parlare di affari, di sicurezza, di agricoltura, di archeologia, di high-tech. Trump l'ha osservato con semplicità: ci sono appena stato.

Trump ha incitato a non cambiare lo status quo, a arrivare a una soluzione concordate secondo la volontà delle parti: anche questa una novità, dato che per esempio l'Europa, come faceva Obama, si pregia di disegnare i confini del futuro israeliano e palestinese. Ha messo da parte così il  divieto insensato che ha in tutti questi anni non solo bloccato il riconoscimento, ma che ha anche messo Israele nell'angolo dell'ONU dove l'hanno perseguitata risoluzioni a centinaia, fino all'avvento ragionevole e benefico di Nikky Haley; ha punito la farsa politica per cui l'Unesco ha decretato che gli ebrei sono un epifenomeno indegno di menzione storica, mentre l'Islam può rivendicare persino il Muro del Pianto.

Cambia qualcosa da domani? Proprio niente fuorché lo stato d'animo, Gerusalemme resta la solita capitale di un Stato democratico dove tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e si vive in pace nonostante il terrorismo. Ma il semplice cittadino sente un nuovo respiro, ha visto accettare la sua realtà quotidiana, adesso vive nella Capitale dove da 3000 anni il suo popolo ha deciso di tornare.

Scoppierà l'inferno adesso? Non è probabile. Gran parte del mondo sunnita condivide con Israele interessi strategici fondamentali, probabile che non vedremo re Salman d'Arabia o il generale al Sisi d'Egitto alla conferenza che Erdogan vuole organizzare la prossima settimana. E' anche difficile che i palestinesi, a parte la smania di Hamas, possano avviare una vera guerra. Certo domani, venerdì, sarà un giorno agitato alle Moschee. Il resto si vedrà. Forse ieri è stato il primo giorno di un vero processo di pace.

   

 Lascia il tuo commento

Massimo maggioni , Piombino Italia
 giovedì 7 dicembre 2017  23:11:25

Grande e coraggiosa scelta del Presidente americano che così iscrive il suo nome incancellabilmente nel libro della storia del secolo XXI. Forse comincia il processo tanto atteso che porterà infine alla pace, speriamo che altri seguano il suo esempio. Anche se mi aspetto soprattutto in Italia un oro di insulti contro Trump, purtroppo.



Baruch Triolo , Catania
 giovedì 7 dicembre 2017  18:55:30

Chiaro ed efficace così che sappiano la realtà 👏🏼👏🏼



Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.