La guerra antisemita contro l'Occidente
7 ottobre 2023 Israele brucia
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein
Il Giornale, 04 marzo 2020
(Gerusalemme)
Alle ore tarde di ieri sera con ancora circa 300mila voti da contare o
da rivedere, la vittoria di Netanyahu è diventata sempre più solida, 36
seggi contro i 32 di Benny Gantz. I voti della sua coalizione
ondeggiano fra i 59 e, più realisticamente, i 60 mandati, mentre Gantz è
a 54. I giochi sono cominciati, il numero magico è 61, la paura di
tornare ai seggi si è un po’ calmata ma persiste. Ma anche gli ottimisti
dicono che, per Bibi, la differenza fra avere 59 e avere 60 seggi di
partenza, è significativa: in Israele non è apprezzato l'uso di passare
da un Partito all'altro magari per appoggiare un governo apparentemente
contrario o molto diverso dalla tua ispirazione politica d'origine.
Parliamo di un costume comune in Italia. [...]
Il Giornale, 03 marzo 2020
(Gerusalemme) Cresce il Likud a 36 seggi da 32, Gantz resta a 33. La coalizione di destra arriva a 60 seggi, Gantz arriva allo stesso numero per un eventuale coalizione, molto spuria, con Lieberman e il partito arabo, in maniera quindi molto più contraddittoria e difficile, Lui, sempre lui, solo lui, nonostante un guerra che lo ha fatto sanguinare, che lo ha inseguito sul terreno giudiziario, politico, familiare, personale.
Un attacco spietato che ha danneggiato anche i suoi nemici: a forza di puntare i riflettori sul PM dalla voce bassa, il passato nella migliore unità antiterrorista, l'economista che ha riportato il Paese alla crescita, lo stratega che l'ha mantenuto in pace nonostante i missili di Hamas e ha fatto crescere il consenso internazionale, Gantz ha dimenticato di disegnare un'alternativa politica. Può darsi che questo risultato liberi il Paese dall'incubo "quarte elezioni". Gantz non è fiorito come leader, l'odio per Netanyahu è stato protagonista e ha perso, ha preso in una rete Gantz e i suoi uomini. [...]
Il Giornale, 02 marzo 2020
Quello che veramente tutti gli israeliani sperano per le prossime elezioni, è che sia l'ultima volta per un bel pezzo. E' infatti la terza volta che il dilemma Netanyahu attanaglia la vita politica e che gli israeliani sono costretti, in pochi mesi, ad andare alle urne: sono soldi, stress, accuse, scontri mortali, maldicenze e attacchi che spaccano il Paese e la sua tradizionale unità. Dopo undici anni da Primo Ministro, Bibi soffre un assedio che ha determinato una campagna elettorale poco sostanziale: sia il Likud di Netanyahu che "Blu e Bianco" di Benny Gantz piuttosto che impegnarsi sui temi strategici sono stati tutti presi da un tema solo: "Solo Bibi" oppure "Tutto fuorché Bibi".
Questo ha spinto a calunnie, uso smodato di registrazioni telefoniche, continue accuse di indegnità e corruzione e di riferimenti al processo cui Netanyahu sarò sottoposto il 17 marzo; e ce n'è anche per Gantz, sospetti di corruzione e sesso improprio compresi. Il Paese è spaccato a metà, anche se nelle ultime ore il partito di Netanyahu ha guadagnato un seggio per raggiungere il numero magico di 61, quello con cui si forma la coalizione. [...]
giovedì 27 febbraio 2020
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martedì 25 febbraio 2020
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Cari amici,
oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video "Il discorso del Papa contro il piano di Donald Trump"
Clicca qui per vedere il video
Il Giornale, 24 febbraio 2020
L'ultima citazione nel discorso del Papa di Bari, è bella per chi la legge da Gerusalemme, perché qui la si vede in opera ogni giorno: "Ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni". E' quello che accade: Gerusalemme, capitale d'Israele, tutti i giorni è più bella, più aperta, più libera per chi visita dal Santo Sepolcro alla Spianata delle Moschee, dal Quartiere Tedesco ai "mall" pieni di arabi e di israeliani mescolati nei caffè e negli acquisti; a chi si trova a dover visitare un malato negli ospedali e incontra pazienti di tutte le lingue e le religioni curati da dottori e infermieri arabi e israeliani tutti disposti a dare la vita per qualsiasi bambino; a chi va a incontri importanti nelle fabbriche dell'high tech o negli uffici del governo e della Knesset, dove deputati di tutte le etnie e religioni insieme aspettano ansiosamente le elezioni più ansiogene e incerte mai viste qui. [...]
mercoledì 19 febbraio 2020
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Formiche.net, 19 febbraio 2020
L’antisemitismo diventa
pericoloso, quando viene assunto come principio organizzativo della
società, quando, come col nazismo e anche col comunismo, è diventato
utile al sistema di pensiero che l’ha dominata, quando ha messo insieme
una quantità di tessere del mosaico culturale e sociale utilizzabili per
rendere solido e dare basi teoriche a un sistema, una strada politica
vincente.
Per
questo l’antisemitismo di oggi, oltre ad avere avuto una immensa
crescita, è diventato sempre più importante: la sua continua erosione
del popolo ebraico, e quindi del sionismo, della sua autodifesa, del
suo modo di gestire il proprio Paese, di pensare il mondo, di fare la
sua politica, si sono sempre più intersecate con forme fondamentali
dell’attuale sistema di potere. [...]
venerdì 14 febbraio 2020
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Cari amici,cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
Sono
stati discussi i seguenti argomenti: Abu Mazen, Africa, Algeria,
Antisemitismo, Arabi, Arabia Saudita, Assad, Attivismo, Beirut, Brasile,
Chernobyl, Cina, Colombia, Democrazia, Diritti Umani, Discriminazione,
Ebraismo, Ebrei, Economia, Egitto, Epidemie, Esercito, Esteri, Etiopia,
Gantz, Gerusalemme, Ginevra, Giordania, Giovani, Golfo Persico, Guerra, Immigrazione,
Impresa, Informazione, Investimenti, Iran, Islam, Israele, Istituzioni,
Kuwait, Lavoro, Lega Araba, Liberalismo, Licenziamento, Malattia,
Manifestazioni, Marocco, Mass Media, Medio Oriente, Musica, Netanyahu,
Olocausto, Oman, Ong, Onu, Palestina, Palestinesi, Pensioni, Politica,
Qatar, Razzismo, Ricerca, Servizi Segreti, Storia, Sudan, Tecnologia,
Territorio, Totalitarismo, Trump, Tunisia, Turchia, Unesco, Unhcr,
Unione Europea, Urss, Usa, Yemen.
domenica 9 febbraio 2020
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Cari amici, desidero condividere questo importante messaggio del mio
amico giornalista e scrittore Stefano Piazza che stimo per il suo lavoro
e ammiro per il suo coraggio. Sono preoccupata per lui, penso che
dovrebbe avere una scorta, e sono anche scandalizzata che ancora nella
civile Svizzera non si sia provveduto.Non mi permetto di criticare la
giustizia del Canton Ticino, ma davvero qui la sensazione, di fronte
alle parole di minaccia così chiare, è che il politically correct abbia
vinto su tutta la linea.
Cara Fiamma, ti ringrazio per la tua
vicinanza in questo momento che per me è piuttosto complicato. Quanto
accaduto qualche giorno fa con l’assoluzione dell’estremista islamico
che mi aveva minacciato di morte, credo sia una ferita difficilmente
rimarginabile non solo per me ma anche per la mia famiglia che a causa
delle minacce che ho ricevuto e che ricevo ancora oggi, ha perso un po’
di quella tranquillità che ci eravamo costruiti negli anni. Ho sempre
detestato chi ottiene notorietà raccontando delle minacce o degli
insulti che riceve e non mi sono mai piaciuti coloro che lo fanno. Per
questo ho reso noto soltanto un episodio denunciando alla magistratura
chi mi scrisse:
“Buongiorno Signor Piazza. Con attenzione ho
seguito i vostri articoli soprattutto quello di oggi sul 11 settembre.
So che lei con il suo lavoro contro “l’islamismo” non farà molta strada
ne la condurrà alla vittoria, anzi perderà. Per questo un messaggio da
parte di un musulmano: ci conosca e parla con noi ma non ci combatta,
altrimenti può fare la fine dei dipendenti di Charlie Hebdo (giustamente
puniti con la morte)”. [...]
Il Giornale, 07 febbraio 2020
(Gerusalemme)
Da ieri, con un precedente pesante nel giorno avanti, in Israele ci si
barcamena sull'orlo dello scontro duro. Che Abu Mazen si figurasse che
ieri a Gerusalemme ci sarebbero stati tre attacchi terroristici di
concerto con tutte le sue proteste, è realistico. Che sappia ora cosa
farsene, meno. È cominciato alle due di notte, quando un giovane
palestinese ha travolto con l'auto un gruppo di reclute di ritorno dal
Muro del Pianto dopo il tradizionale giuramento. Quattordici sono stati
feriti, uno è ancora in condizioni molto critiche, nove sono già a casa.
Dopo una caccia di alcune ore, il terrorista è stato catturato. Più
avanti, verso mezzogiorno è stata la volta di un attacco con la pistola
in Città Vecchia, un poliziotto ferito e il terrorista (proveniente da
Haifa) ucciso; e infine un altro attacco a fuoco a nordvest di
Gerusalemme, dove un soldato è stato ferito da un'arma da fuoco, e il
terrorista è fuggito. [...]