Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Auto sulla folla: due morti. E' la nuova Intifada

sabato 11 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 11 febbraio 2023
 
Ogni volta è un nuovo sguardo nella perversione della natura umana, qualche giorno fa il terrorista ha aspettato per ammazzarle le persone che escono dalla preghiera e ne ha ucciso 7; il giorno dopo, il 29 gennaio un ragazzino di 13 anni ha sparato a sua volta su un padre e un figlio usciti dal tempio; ed oggi un cittadino arabo israeliano di 31 anni, Hossein Karake, padre di tre figli, si è annidato col motore acceso di fronte a una fermata dell’autobus nel quartiere dei Ramot, e quando la folla gli è sembrata abbastanza fitta, allora con una sgassata ha lanciato l’auto addosso a un bambino di 6 anni Israel Pelay e l’ha ucciso, a suo fratello di 8 anni, in fin di vita, a uno studente di 19 anni sposato da due mesi, morto, e a altri 5 rimasti feriti fra cui il padre dei bambini. Due poliziotti gli hanno imposto invano di uscire dall’auto e nello scontro l’hanno ucciso. Harake viveva a Issawiya 25mila abitanti, un sobborgo di Gerusalemme est, un mondo di circa 300mila persone per la maggioranza arabe; aveva quindi documenti e targa che gli consentivano libera circolazione come agli altri terroristi che hanno ammorbato la capitale in questi mesi. Ma vi abitano anche le decine di migliaia che lavorano nelle banche, negli ospedali, negli uffici, sugli autobus, nei super… Un puzzle impossibile che non consente una chiusura generica né un attacco di sicurezza, come invece il ministro alla sicurezza interna Itamar Ben Gvir è sembrato suggerire promettendo una nuova operazione “Muro di Difesa” come quello con cui Sharon mise fine alla seconda Intifada. [...]

Mediorientale

venerdì 10 febbraio 2023 Generico 0 commenti

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cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Israele offre aiuto a Turchia e Siria"

giovedì 9 febbraio 2023 Generico 1 commento
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il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Israele offre aiuto a Turchia e Siria
 
Clicca qui per vedere il video

Il mondo per Erdogan e Assad. I destini incrociati di due tiranni

mercoledì 8 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 08 febbraio 2023

É la migliore torre di Babele che si possa immaginare: c’è salvezza insieme all’odio, ci sono pietà e aiuto col calcolo. Non c’è niente che renda la condizione umana più palesemente fragile di un gigantesco terremoto, niente che metta più in ridicolo i conflitti umani delle braccia bianche di polvere che estraggono un bambino vivo da una pila di rovine sotto la quale forse si trova sua madre. Eppure in Medio Oriente mille conflitti guardano con sfacciataggine lo spettacolo delle decine di migliaia di morti,e sul palcoscenico della politica si seguita a giocare anche nelle ore più fatali. Con un impulso sincero il mondo intero si è precipitato a offrire il suo aiuto alla Turchia e alla Siria: ma in ogni offerta, in ogni intervento si intravede qualcosa non c’entra coi morti e feriti, un punto interrogativo sul futuro, una scommessa. Erdogan certamente è il personaggio più esposto, e quindi più attivo, cerca di restare il rais che tutto sa e tutto predispone: gli hanno telefonato tutti, perché giuoca bene il ruolo ambiguo di amico-nemico dell’Occidente, mentre per esempio a Assad hanno telefonato in pochi, perché la ferocia con cui ha decimato il suo popolo ora martirizzato ulteriormente,è proverbiale. [...]

Mediorientale

sabato 4 febbraio 2023 Generico 0 commenti

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Il ruolo di Teheran, vassallo dello Zar

martedì 31 gennaio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 31 gennaio 2023

L’Iran adesso promette vendetta, mentre a poche ore dall’attacco a Isfahan altri due obiettivi sono stati colpiti: due convogli di camion carichi di armi iraniane per gli Hezbollah al confine fra la Siria e l’Iraq sono stati distrutti. Lo schiaffo è potente. Probabilmente si prepara una risposta. Ma gli ayatollah non potranno uscire dai binari senza il permesso del loro alleato, Putin, che ormai è anche il loro boss. Chiunque ha attaccato le strutture che producono armi, velivoli, uranio arricchito per l’Iran ha collocato la questione delle armi iraniane in un punto centrale dello scenario mondiale. Se si dovesse aprire un fronte diretto della guerra anche in Medio Oriente, si disegnerebbe come la scena di una guerra mondiale guerreggiata dalle due parti oggi in conflitto sulla scacchiera internazionale, quella della Russia con l’Iran e quella Occidentale. È stata un’operazione grandiosa l’attacco di droni, probabilmente lanciati da una cellula nella zona e attribuito a Israele, alla struttura militare nella città di Isfahan, nel cuore dell’Iran, un centro grande e difeso. I droni suicidi “quadcopter” sono piovuti diritti contro la struttura che produce, sembra, i missili ipersonici che possono arrivare fino a Gerusalemme, o a Kiev!
Oggi Zelensky deve sentirsi finalmente spalleggiato sul serio e Putin è probabilmente inchiodato al telefono con gli ayatollah o con il primo ministro iraniano Raisi che lo tempestano di domande sul prossimo passo. [...]

L'odio antisemita alla radice del male

domenica 29 gennaio 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 29 gennaio 2023
 
Il titolo degli attacchi terroristici compiuti ieri e venerdì a Gerusalemme, il primo nel Giorno della Memoria della Shoah alla Sinagoga di Ateret Avraham, il secondo con l’arma impugnata da un bambino da tredici anni nella zona “Città di David” è: odio ideologico, incitamento antisemita. A Ramallah, a Shkem, a Jenin e anche a est Gerusalemme si sono distribuite caramelle di gioia. Hamas, la Jihad Islamica, anche Fatah, hanno cercato di travestire gli attacchi da vendetta politica, ma non funziona. É un retaggio onnipresente contro la presenza ebraica in Israele; è un anno passato con 2200 attacchi, e 29 morti, seguiti da manifestazioni di gioia. Le operazioni di polizia e anche la conferma elettorale della destra per migliorare la difesa dei cittadini con più determinazione, vengono coi decenni di missili da Gaza,coi coltelli, i mitra, le auto lanciate sui passanti, le urla di morte agli ebrei, mentre l’aiuto internazionale, specie dall’Iran, si allargava da Gaza fino all’Autonomia Palestinese. [...]

Per ricordare davvero occorre guardare ciò che è inguardabile

venerdì 27 gennaio 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 27 gennaio 2023
 
È difficile ricordare la Shoah, e infatti nella mia famiglia c’è voluto tempo, anni, anche se ne era stata colpita sia dalla parte materna, con espulsioni, fughe, due morti a Mauthausen, e da quella paterna, con lo sterminio quasi completo della famiglia del mio babbo Alberto (Aaron) Nirenstein. Lui si salvò con una avventurosa fuga da Baranov in Israele, Palestina mandataria, nel ‘36, e con lui due sorelle, Miriam e Ada. Del nucleo stretto, quattro sorelline e il suo adorato fratello Moshe furono sterminati a Sobibor col padre Joseph e sua moglie, e tutti gli zii e cugini. Ma quando mio padre decise coi suoi libri di condividere il fardello che rese per sempre il suo linguaggio  diretto,  nemico delle sciocchezze, quando espose i punti esclamativi e interrogativi che ne avevano fatto una persona brusca, allora la sua storia della Shoah, più che “memoria” divenne imperativo a combattere sempre, perché il rischio non si è concluso. Dice Elie Wiesel: “Ci avesse detto qualcuno, quando fummo liberati, che saremmo di nuovo stati obbligati a combattere l’antisemitismo, non avremmo avuto la forza di alzare gli occhi dalle rovine. Pensammo che se solo avessimo raccontato, il mondo sarebbe cambiato.  Bene, l’abbiamo fatto, e il mondo è rimasto lo stesso”. Gli appelli alla memoria di questi giorni, mentre il mio computer seguita a essere bombardato di episodi di antisemitismo, ormai legalizzato e anche bene accetto quando si presenta come critica allo Stato d’Israele, travestito da battaglia per i diritti umani, sono in gran parte acqua su una ferita suppurata. [...]

Video conferenza "Il ricordo della Shoah nel comune impegno morale contro l'antisemitismo"

giovedì 26 gennaio 2023 Generico 0 commenti

 

Il Centro per gli Studi Europei Contro l'Antisemitismo (CESCA)

il Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA)

la invitano ad una tavola rotonda

in occasione della

Giornata internazionale della Memoria

Il ricordo della Shoah nel comune impegno morale contro l'antisemitismo


 

Video conferenza

Giovedì 26 gennaio, ore 18 (Roma),

7 p.m. (Israel), 12 noon (New York), 9 a.m. (California)

Webinar link: https://us02web.zoom.us/j/81261677110

 

 

Dario Nardella, Sindaco di Firenze

Fleur Hassan-Nahoum, Vice Sindaco di Gerusalemme

 

 

Presiede: Ambasciatore Giulio Terzi di Sant'Agata, Presidente Commissione Politiche dell'Unione Europea del Senato

Dan Diker, Presidente Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA)

Marco Carrai, Console Onorario d'Israele, Copresidente Centro per gli Studi Europei Contro l'Antisemitismo (CESCA)

Fiamma Nirenstein, Direttore Program on Antisemitism and Israel-Europe, Jerusalem Center for Public Affairs e Copresidente Centro per gli Studi Europei Contro l'Antisemitismo (CESCA)

Ambasciatore Francesco Maria Talò, Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio

 

Franco Modigliani, fondatore de “La voce delle regioni”

 

La memoria nelle fedi religiose

Reverend Canon Brian Cox, Presidente Institute for Faith-Based Diplomacy

Rabbi Abraham Cooper, Decano e Direttore Global Social Action Agenda for the Simon Wiesenthal Center

Pastore Dumansani, Fondatore Institute for Black Solidarity with Israel

Ahmed Obaid al-Mansouri, già membro del Federal National Council (Emirati Arabi Uniti), Fondatore Crossroads of Civilizations Museum, Fondatore del primo Memorial Permanente dedicato all'Olocausto nel modo arabo e mussulmano e fuori di Israele

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente Pontificia Accademia della Vita


 

In questa occasione verrà inaugurato il Centro per gli Studi Europei Contro l'Antisemitismo (CESCA)

Webinar link: https://us02web.zoom.us/j/81261677110

 

La tavola rotonda si svolge in italiano ed inglese. E' prevista la traduzione simultanea dall'inglese

 

cescasegreteria@gmail.com

 

Riforma della giustizia, Netanyahu nel mirino. Resiste all'attacco della sinistra ma molla Deri

lunedì 23 gennaio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 23 gennaio 2023

La piazza di Israele secondo la corrente narrativa di giornali anche importanti come il New York Times e in Italia come La Stampa di Torino o fogli ideologici come il Manifesto, protesta contro il pericolo che Israele correrebbe di abbandonare la strada della democrazia, di diventare preda di una banda di pregiudicati irresponsabili che la vogliono trasformare da un Paese multiculturale, democratico e stabile nonostante il pericolo continuo in un odioso bandito globale.  Ma questa versione dei fatti  è contraddetta da se stessa e da tutti i media israeliani e internazionali che la sostengono:  quando mai un governo tende all’autocrazia dopo una vittoria elettorale molto decisa, con dubbi sul ruolo democratico delle dimostrazioni e della libertà di espressione consentirebbe senza remora alcuna, per giorni e giorni, il ripetersi ossessivo di slogan guidati, di dotte dissertazioni di intellettuali, di cipigliose affermazioni di ufficiali ancora in carica contro il governo appena eletto? Quando mai, a memoria d’uomo, un giornalista, e ce ne sono qui a migliaia, è stato interdetto dalla sua diatriba quotidiana contro Netanyahu? Non se ne conosce il nome. È tuttavia qui è in corso una vera, non disputabile, contestazione di piazza contro i volti di questo nuovo governo, 64 seggi su 120, e contro le proposte di legge avanzate, specie quella relativa alla riforma della Corte Suprema. I motivi sono antichi, ripetuti negli anni, e in niente simili all’ispirazione di un putsch. Il giudice Aharon Barak ne promosse negli anni ‘90 una riforma che ne ha fatto l’arbitro indisputabile della vita di Israele, ed oggi fra gli altri si è levato per denunciare la presunta “catena velenosa” che porterà alla caduta dello Stato di Diritto. Ed è logico: è la sua stessa creatura che viene messa in discussione, e gli duole. [...]

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