Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Alle radici dell'antisemitismo

venerdì 24 febbraio 2023 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 24 febbraio 2023
 
Coloro che in queste ore si dispiacciono per l’episodio di antisemitismo in cui a un bambino ebreo di Torino i compagni hanno detto che in altri tempi egli sarebbe stato bruciato, sono persone gentili: sono certo sostenitori della più affermata religione del nostro tempo, quella dei diritti umani; sono per l’uguaglianza, contro la discriminazione, condannano la miseria nel Terzo Mondo e per questo soprassiedono alla sua violazione dei diritti umani, che pure amano; ma difendono gli lgbtq, le donne, la libertà di opinione. Ma ecco: anche i genitori dei compagni di scuola per cui il bambino ebreo dovrebbe essere bruciato, sono in massima parte come loro: difensori dei diritti umani. Non hanno insegnato ai loro figli altro che diritti umani. Non sono bambini nazifascisti in pectore, ma spettorano un pregiudizio odioso senza problemi perché sono parte della cultura del nostro tempo, che ha allignato una crescita spropositata di antisemitismo. [...]

Un'altra strage a Nablus. Hamas: "Pazienza al limite"

giovedì 23 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 23 febbraio 2023

Israele si prepara alla vendetta che verrà, forse a un attacco di missili da Gaza, dopo che ieri in un micidiale scontro a fuoco a Nablus, nel territorio della Autorità palestinese, sono stati uccisi dieci palestinesi e un centinaio sono stati feriti: si seguita a non volerla chiamare Intifada, e a rifiutare l’idea che le grandi operazioni di operazioni dell’esercito siano una nuova operazione Muro di Difesa, che, durissima, dopo quei tre anni dal 2001 al 2003 che avevano lasciato sul terreno quasi duemila civili ebrei stroncò il terrorismo. Ma invece l’emergenza è evidente e la determinazione alta: a Nablus si è assistito a una operazione da parte dell’IDF, l’esercito israeliano, contro un nido di ricercati, leader della Jihad Islamica e dell’ormai famoso gruppo dell’West Bank e Gerusalemme detto“Fossa dei leoni”: quasi tutti loro i 31 morti ebrei e i 130 feriti degli attacchi a fuoco, col coltello o con le auto in corsa, dell’anno scorso, e i già 11 morti di quest’anno, fra cui quella dei due bambini Yakov Poleg di 6 anni e del suo fratello Shlomo di 8 il 10 febbraio. Lupi falsamente solitari, esaltati dall’epos collettivo dello shahid. I soldati israeliani, sempre secondo le fonti ufficiali, puntavano all’arresto della cellula di tre terroristi responsabili dell’assassinio del soldato Ido Baruch, ucciso l’11 ottobre sparandogli da un veicolo. Intorno al rifugio dei tre si è sviluppato un duro scontro a fuoco. Pochi giorni prima di Baruch anche una soldatessa di 18 anni era stata uccisa. [...]

Israele, l'ira dei 100mila sulla riforma Netanyahu. "Dialogo sulla giustizia"

martedì 14 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 14 febbraio 2023
 
Israele è spezzata in due, mentre nelle ore del grande sciopero contro la riforma giudiziaria due attacchi terroristici si aggiungono alla catena che in due settimane ha fatto dieci morti in cinque attacchi. Ieri su un autobus pieno un ragazzino di 13 anni ha preso a pugnalare gli astanti, per sbaglio una guardia ha ferito un ventenne ora in fin di vita. All’incrocio di Tapuah un’auto di nuovo si è lanciata sulla folla. È stato di emergenza: e il governo ha tentato l’unità quando ieri non si è tirato indietro di fronte al monito del Presidente della Repubblica Isaac Herzog è ha accettato la tregua e il dialogo proponendo un incontro immediato. Una lettera a Yair Lapid, capo dell’opposizione, e a Benny Gantz, ex ministro della Difesa, aspetta una risposta: “È giunta l’ora” -dice la lettera- “non lasciamo vincere gli estremisti, non abbiamo un altro Paese”.Israele in questi giorni è stato un ring di wrestling, una gara di condanne sommarie, una serqua di accuse di “fascista” e “traditore”. Ieri una grande marcia è arrivata fino alla Knesset.La tensione è tale che il presidente della Repubblica Isaac Herzog si è assunto, con un discorso alla nazione, il ruolo del pacere. Herzog, il volto pallido, molto diverso dal solito dell’ironico e educato figlio del fu presidente Chaim Herzog, si è rivolto alla nazione spaccata pregandola “dal profondo del cuore e fra le lacrime”, come la famiglia dei fratellini di sei e otto assassinati venerdì, di “non cadere nell’abisso nel fuoco della polarizzazione che ci consuma” ed ha spiegato: “La totalità delle parti della riforma nella sua forma corrente solleva profonde preoccupazioni su un suo potenziale impatto negativo sulla democrazia di Israele”. [...]

Teheran si riprende le piazze, proteste fallite, ma gli hacker interrompono il discorso di Raisi

domenica 12 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 12 febbraio 2023

 
Che cosa conferisce all’Iran tanta spudoratezza da festeggiare il 44esimo anniversario della rivoluzione in piazza con festoni, parata di armi e guardie, sfide urlate all’America e a Israele mentre mezzo mondo biasima i suoi delitti contro le donne e tutto il suo popolo? L’Iran che vuole la libertà dal regime degli Ayatollah si batte disperatamente da cinque mesi, ma Ibrahim Raisi ieri ha reso piazza Azadi a Teheran il paradossale palcoscenico di un trionfo della rivoluzione clericale del ‘79, con grandi ritratti degli ayatollah Khamenei e Khomeini. E così, mentre la folla urlava “morte all’America” e “morte a Israele”,  la vibrante disperata protesta in cui almeno 530 persone fra cui 73 bambini sono stati uccisi, in cui circa 20mila persone, specie le donne, sono finite in galera fra botte e stupri, in cui 100 ribelli fra cui molti giovanissimi sono stati condannati a morte perché manifestavano per la libertà, è diventata nelle sue parole una congiura. La gente, ha detto Raisi, famoso per la facilità lungo tutta la carriera,nel condannare a morte decine di migliaia di oppositori, sa benissimo che è gli scontri sono opera di agenti stranieri sobillatori; altrimenti la folla sarebbe entusiasta del regime. Il sobillatore propugna la peggiore specie della volgarità umana, l’omosessualità, ha detto, una bestemmia per chi ha negli occhi l’immagine dei corpi dei giovani appesi alle gru. Ha indicato a chi cerca dopo 5 mesi di rivolta cerca remissione: “Venite e sarete accolti”. Ma non gli è andata benissimo: per 44 secondi il gruppo di hacker “Edalate Ali”, o “Giustizia di Alì”, è entrato con un video sulla sua diretta chiedendo di partecipare alla protesta di massa la prossima settimana e di ritirare i soldi dalle banche. Alcune testimonianze parlano di grida di protesta anche dalla folla irreggimentata. [...]

Auto sulla folla: due morti. E' la nuova Intifada

sabato 11 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 11 febbraio 2023
 
Ogni volta è un nuovo sguardo nella perversione della natura umana, qualche giorno fa il terrorista ha aspettato per ammazzarle le persone che escono dalla preghiera e ne ha ucciso 7; il giorno dopo, il 29 gennaio un ragazzino di 13 anni ha sparato a sua volta su un padre e un figlio usciti dal tempio; ed oggi un cittadino arabo israeliano di 31 anni, Hossein Karake, padre di tre figli, si è annidato col motore acceso di fronte a una fermata dell’autobus nel quartiere dei Ramot, e quando la folla gli è sembrata abbastanza fitta, allora con una sgassata ha lanciato l’auto addosso a un bambino di 6 anni Israel Pelay e l’ha ucciso, a suo fratello di 8 anni, in fin di vita, a uno studente di 19 anni sposato da due mesi, morto, e a altri 5 rimasti feriti fra cui il padre dei bambini. Due poliziotti gli hanno imposto invano di uscire dall’auto e nello scontro l’hanno ucciso. Harake viveva a Issawiya 25mila abitanti, un sobborgo di Gerusalemme est, un mondo di circa 300mila persone per la maggioranza arabe; aveva quindi documenti e targa che gli consentivano libera circolazione come agli altri terroristi che hanno ammorbato la capitale in questi mesi. Ma vi abitano anche le decine di migliaia che lavorano nelle banche, negli ospedali, negli uffici, sugli autobus, nei super… Un puzzle impossibile che non consente una chiusura generica né un attacco di sicurezza, come invece il ministro alla sicurezza interna Itamar Ben Gvir è sembrato suggerire promettendo una nuova operazione “Muro di Difesa” come quello con cui Sharon mise fine alla seconda Intifada. [...]

Mediorientale

venerdì 10 febbraio 2023 Generico 0 commenti

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cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Israele offre aiuto a Turchia e Siria"

giovedì 9 febbraio 2023 Generico 1 commento
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il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Israele offre aiuto a Turchia e Siria
 
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Il mondo per Erdogan e Assad. I destini incrociati di due tiranni

mercoledì 8 febbraio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 08 febbraio 2023

É la migliore torre di Babele che si possa immaginare: c’è salvezza insieme all’odio, ci sono pietà e aiuto col calcolo. Non c’è niente che renda la condizione umana più palesemente fragile di un gigantesco terremoto, niente che metta più in ridicolo i conflitti umani delle braccia bianche di polvere che estraggono un bambino vivo da una pila di rovine sotto la quale forse si trova sua madre. Eppure in Medio Oriente mille conflitti guardano con sfacciataggine lo spettacolo delle decine di migliaia di morti,e sul palcoscenico della politica si seguita a giocare anche nelle ore più fatali. Con un impulso sincero il mondo intero si è precipitato a offrire il suo aiuto alla Turchia e alla Siria: ma in ogni offerta, in ogni intervento si intravede qualcosa non c’entra coi morti e feriti, un punto interrogativo sul futuro, una scommessa. Erdogan certamente è il personaggio più esposto, e quindi più attivo, cerca di restare il rais che tutto sa e tutto predispone: gli hanno telefonato tutti, perché giuoca bene il ruolo ambiguo di amico-nemico dell’Occidente, mentre per esempio a Assad hanno telefonato in pochi, perché la ferocia con cui ha decimato il suo popolo ora martirizzato ulteriormente,è proverbiale. [...]

Mediorientale

sabato 4 febbraio 2023 Generico 0 commenti

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Il ruolo di Teheran, vassallo dello Zar

martedì 31 gennaio 2023 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 31 gennaio 2023

L’Iran adesso promette vendetta, mentre a poche ore dall’attacco a Isfahan altri due obiettivi sono stati colpiti: due convogli di camion carichi di armi iraniane per gli Hezbollah al confine fra la Siria e l’Iraq sono stati distrutti. Lo schiaffo è potente. Probabilmente si prepara una risposta. Ma gli ayatollah non potranno uscire dai binari senza il permesso del loro alleato, Putin, che ormai è anche il loro boss. Chiunque ha attaccato le strutture che producono armi, velivoli, uranio arricchito per l’Iran ha collocato la questione delle armi iraniane in un punto centrale dello scenario mondiale. Se si dovesse aprire un fronte diretto della guerra anche in Medio Oriente, si disegnerebbe come la scena di una guerra mondiale guerreggiata dalle due parti oggi in conflitto sulla scacchiera internazionale, quella della Russia con l’Iran e quella Occidentale. È stata un’operazione grandiosa l’attacco di droni, probabilmente lanciati da una cellula nella zona e attribuito a Israele, alla struttura militare nella città di Isfahan, nel cuore dell’Iran, un centro grande e difeso. I droni suicidi “quadcopter” sono piovuti diritti contro la struttura che produce, sembra, i missili ipersonici che possono arrivare fino a Gerusalemme, o a Kiev!
Oggi Zelensky deve sentirsi finalmente spalleggiato sul serio e Putin è probabilmente inchiodato al telefono con gli ayatollah o con il primo ministro iraniano Raisi che lo tempestano di domande sul prossimo passo. [...]
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