Quei senatori di sinistra a convegno con Hamas
sabato 29 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 29 ottobre 2022
Sembra uno scherzo di cattivo gusto quel volantino a colori tenui stampato ad Assago che annuncia per oggi un'iniziativa dal titolo "Gerusalemme è nostra" e poi mette in fila per primo, insieme alle foto di svariati attivisti palestinesi alcuni dei quali legati all'associazione terrorista Hamas, Tino Magri, senatore della repubblica. E' stato eletto nelle liste di Bonelli e Fratoianni, e se non bastassero Verdi e Sinistra Italiana, è prevista anche la presenza di Alessandro Di Battista, insieme a quella di "numerosi ospiti da Gerusalemme". Tutti convinti, con Muhammad Hannoun, amico organico di Hamas, che organizza la conferenza e che ha ottimi legami con l'Italia ospitato come fu alla Camera da Fratoianni e da Laura Boldrini, che Israele sia un odioso stato colonialista, razzista, forse anche di apartheid, determinato ad opprimere i poveri palestinesi abitanti originari di uno Stato che gli è stato rubato. Ha detto bene Marco Carrai, console onorario di Israele a Firenze, qui non si tratta dell'insindacabilità del giudizio di un membro del parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ma del riconoscimento istituzionale di una conferenza che invita Hamas, un'organizzazione terrorista anche secondo la Corte di Giustizia Europea. [...]
Per un femminismo conservatore
lunedì 24 ottobre 2022 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 24 ottobre 2022
Se una donna di destra sia veramente una donna, se possa essere considerata femminista, se possa rappresentare un progresso per tutta quanta la condizione femminile se, come Giorgia Meloni, siede sullo scranno del primo ministro, e, di conseguenza, se questo produrrà un cambiamento positivo di mentalità, di ruolo, di struttura... è un dibattito vecchio ma di scarso senso comune come spesso i dibattiti ideologici. E' chiaro che avere una donna come primo cittadino, come è stato con Indira Ghandi, con Golda Meir, con Margaret Thatcher, persino con la giocosa Sanna Marin, suscita ammirazione, emulazione, apre la mente, cambia i costumi. Induce cioè a considerare come un'indicazione di comportamento sociale quella semplice identificazione di ruoli che, detta dalla Meloni, ha creato uno strano scandalo: "Sono una donna, sono una madre". Libera scelta, giusto? Ma già in "L'origine della famiglia", dopo la rivoluzione socialista ripresa da tante voci fra cui per esempio quella di Inessa Armand, nell'Unione Sovietica, nello schiacciamento sociale e teorico delle masse di donne inquadrate nel regime e nei suoi derivati internazionali, si spiega con determinazione che la liberazione femminile è inscindibilmente connesse al cambiamento radicale, socialista, del sistema economico. [...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "L'asse Russia-Iran"
venerdì 21 ottobre 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: L'asse Russia-Iran
Clicca qui per vedere il video
Mediorientale
venerdì 21 ottobre 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
Nemici ovunque Israele non sta alla finestra
mercoledì 19 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 19 ottobre 2022
Non c'è nessun dubbio, a giudicare dalle notizie delle ultime settimane che Israele collabori con l'Ucraina di Zelensky aggredita dalla Russia a controbattere il pericolo dei droni. Fu già Israele il primo Paese a organizzare un efficiente ospedale da campo, e a fornire dal 27 di luglio elmetti, giubbotti, maschere antigas... Avvenne sempre in sordina nonostante le proteste di Zelensky, perché Israele ha la Russia seduta sul confine siriano con gli iraniani e gli hezbollah. Ma adesso il rapporto mostra di più i caratteri di un'alleanza strategica, perché in questione con la Russia è il peggiore di tutti i nemici di Israele, ovvero l'Iran. Sono gli ayatollah a fornire alla Russia i droni assassini che appaiono all'improvviso e uccidono i civili nelle città ucraine, come è avvenuto lunedì scorso quando diciannove persone sono state uccise e cento ferite. [...]
The Italian right turns against anti-Semitism
martedì 18 ottobre 2022 English 0 commenti
Chi insulta la memoria
lunedì 17 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 17 ottobre 2022
"Tragica buia insanabile". Dice bene Giorgia Meloni, fu veramente questo la giornata del 16 ottobre 1943 quando "la furia nazifascista", come recita il testo di cordoglio da lei stilato,intraprese la "vile e disumana deportazione di ebrei romani … strappati dalla vita, donne, uomini e bambini casa per casa". Meloni aggiunge che questa memoria "di tutti gli italiani" deve servire per continuare a combattere in ogni sua forma l'antisemitismo. Il messaggio di Meloni viene di concerto con un insieme compatto di messaggi proveniente da tutte le parti politiche, in cui si ricorda l'orrore di quelle 1259 creature senza colpa, trascinati via da casa all'alba, mezzi spogliati, terrorizzati, fra cui 207 bambini: tutti, mandati a morire ad Auschwitz dopo un gesto che, pur nella selva oscura della Shoah, resta un abisso inguardabile. Non è strano che si usino parole forti ricordandolo. Qui, tuttavia, dato anche che un linguaggio altrettanto incandescente viene usato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, e che interviene con intensità anche Silvio Berlusconi ("una barbarie che non possiamo dimenticare") e Matteo Salvini ("L'antisemitismo non deve esser mai sottovalutato o peggio tollerato") si disegna, comunque la si voglia valutare, una presa di posizione che indica una strada di lotta all'antisemitismo. Per FdI significa affrontare un compito educativo, specie fra i ragazzi, gli studenti e i giovani dei quartieri in cui esiste un'ignoranza eccitata di fronte alla parola "ebreo". [...]
Mediorientale
sabato 15 ottobre 2022 Generico 0 commenti
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Pace tra Israele e Libano, polemica su gas e confini
mercoledì 12 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 12 ottobre 2022
"Storico": è l'aggettivo preferito quando si parla, dell'accordo fra Israele e Libano, paesi in guerra, sul confine marittimo e i giacimenti di gas. Israele ama la pace, da Begin a Rabin chi ne ha forgiato una ne ha fatto il brillante della sua vicenda storico-politica. Così vorrebbe fare Yair Lapid, il Primo ministro d'Israele. Ma questo, è un accordo su cui già le opinioni sono diversissime. Per esempio l'ex ambasciatore americano in Israele padre degli accordi di Abramo, David Friedman, ha twittato incredulo: "Abbiamo speso anni cercando di mettere d'accordo il Libano e Israele sulle disputati giacimenti marini. Ci siamo andati vicini col 55-60 per cento per il Libano, e il 45-50 per Israele. Nessuno immaginava il 100 per cento al Libano e niente a Israele. Vorrei capire come ci siamo arrivati". Friedman però non sa i particolari dell'accordo, e nessuno li conosce ancora. Yair Lapid, il Primo ministro ad interim, a pochi giorni dalle elezioni che saranno il primo di novembre, afferma che "abbiamo realizzato una conquista storica che rafforza la sicurezza di Israele, porterà miliardi all'economia e darà stabilità al confine settentrionale". [...]
Iran, lo sciopero del petrolio. Il Paese si ribella al regime
martedì 11 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 11 ottobre 2022
Finalmente la rivolta iraniana splende anche nel resto del mondo da quando i media hanno dovuto accorgersene a forza. Anche gli odiatori di Trump si sono resi conto che la sua dichiarazione di sostegno alle ragazze e ai ragazzi che hanno invaso le strade con un coraggio da leone, dato il sanguinoso fallimento di tutte le altre rivoluzioni, svergognano il pallido atteggiamento del presidente Biden, e anche quello europeo. La stampa internazionale si è svegliata l'evento l'8 di ottobre dopo un mese circa di scontri, quando il telegiornale di stato della tv iraniana è stato interrotto in diretta e, ad opera degli hacker rivoluzionari, è comparsa agli occhi dei telespettatori l'immagine avvolta nelle fiamme dell'inferno del leader supremo Khamenei, e delle ragazze ultime vittime della prepotenza del regime. È stato come un momento di estasi rivoluzionaria: la spirale di una possibile rivincita si protendeva palesemente in alto, fino a lambire quello che dal 1979 è un potere armato che coniuga la frenesia religiosa che tortura donne e cittadini, con l'imperialismo nazionalista terrorista. Arrivare fino al tg di Stato è un segnale forte, ed è ormai parte di un insieme che permette di dire che questa protesta è diversa da quelle sconfitte nel sangue nel 2009, nel 2019, 2020. [...]