Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "La democrazia israeliana è vitale"

sabato 21 gennaio 2023 Generico 1 commento
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Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: Le accuse preventive contro il nuovo governo Netanyahu

sabato 31 dicembre 2022 Generico 0 commenti
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Mediorientale

venerdì 30 dicembre 2022 Generico 0 commenti

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Il sesto Netanyahu zittisce fischi e contestazioni 'La democrazia è anche accettare la sconfitta

venerdì 30 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 30 dicembre 2022

Israele non dimenticherà in particolare due momenti della drammatica, contestata giornata dell’insediamento del sesto governo Netanyahu, il più stabile con 64 seggi su 120 da anni, ma il più ingiuriato con una fantasmagorica collezione di aggettivi su tutta la stampa mondiale da un’opposizione che era fino a ieri al governo avendo come unico slogan unificante “chiunque fuorché Bibi”. Ed ecco invece Bibi di nuovo con la solita cravatta e col 37esimo governo della storia d’Israele, con un discorso profetico, pieno di storico orgoglio sul successo del suo piccolo Paese che descrive i prossimi 25 anni: dopo i 75 che si festeggiano nel 2023 porteranno lo Stato degli Ebrei nel suo secondo secolo con un bagaglio di democrazia, di benessere, di tecnologia, in pace con la maggior parte del Mondo Arabo, ha detto. [...[

"Anti-arcobaleno, estremista, autoritario". Netanyahu smonta le polemiche e giura

giovedì 29 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 29 dicembre 2022

Il caos che ha preceduto sulla stampa e nell’opinione pubblica locale e internazionale la giornata odierna in cui il nuovo governo di Netanyahu deve presentarsi finalmente ai cittadini d’Israele e al mondo, è soprattutto la conseguenza furiosa della rabbia di poco meno della metà dei cittadini di Israele, quelli che non hanno votato i 64 seggi che votano oggi il nuovo governo. La maggioranza è larga e stabile, stupefacente la tenuta della leadership di Netanyahu che, nonostante i tanti tentativi di affiancarne il nome a invisi leader della destra nel mondo (da Orban a Bolsonaro, e altri definiti dittatori o quasi) non ha nel suo curriculum traccia di autoritarismo e di repressione della parte avversa: né un giornalista bloccato, né un politico tacitato, né un intellettuale contestato nel suo ruolo, né interventi oppressivi sull’economia o sui sindacati. Al contrario, la cultura liberal-democratica è straordinariamente fiorente ovunque, scuole e istituzioni pubbliche come gli ospedali, il cinema, la ricerca, l’high-tech, l’università, nonostante la costrizione di un quotidiano confronto con una realtà ostile. [...]

La forza delle donne oppresse dall'islam fanatico

martedì 27 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 27 dicembre 2022

 

I due grandi fenomeni storici che hanno fatto delle donne iraniane e afghane le eroine della libertà del nostro tempo sono sulle prime pagine e in assoluta evidenza in questo 2022 nella mente e nel cuore della nostra civiltà. Che giovani e anziane donne si espongano alla prigionia, e alla violenza fino alla morte per cambiare la loro condizione prendendo la testa della richiesta di cambiamento del regime, è una novità assoluta. Ieri, Vida Movahed conosciuta nel mondo per una foto del 2017 che la ritraeva col suo velo bianco usato a bandiera è stata arrestata, di nuovo in prigione per la terza terribile volta. In Afghanistan il fronte da ieri si allarga dalle mille proibizione fra cui quella alle ragazze di frequentare le scuole superiori, al bando delle donne delle ONG che soccorrono famiglie, donne e bambini (19 milioni di bisognosi, di cui 10 milioni di bambini). É magnifico che da parte della parte più oppressa, più disarmata, più in pericolo del mondo islamico si sollevi un grido tanto preciso: libertà e democrazia. Occorre ripeterlo: dalla parte più oppressa del mondo islamico. É questa indicazione geopolitica e sociale chiarissima, questa mappa religiosa l’indizio che deve guidare ogni sostegno alle donne in lotta, altrimenti non si fa nulla; è questo che manca nei commenti che sui giornali e sui teleschermi. Le donne in lotta offrono la loro vita in cambio dei quel bene che dalla fine della seconda guerra mondiale è diventato un dovere principale per la nostra civiltà, quella della libertà nel rispetto dei diritti umani di ognuno:ma loro, vanno oltre. [...]

Uno sporco gioco ai danni dell'Occidente

martedì 13 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 13 dicembre 2022

Dispiace dirlo, ma c’è corruzione e corruzione. Chi riceveva soldi dall’URSS per tradire e vendere il proprio favore, senza volerlo giustificare, almeno poteva immaginarsi che il sole dell’avvenire un giorno avrebbe fatto risplendere il suo comportamento. Anche la corruzione proveniente dal Qatar può indossare una veste dialogante, terzomondista, filo-islamica… Maria Arena oltre ad aver tessuto per scopi evidenti le lodi del Qatar, per esempio si è lasciata andare a twittare militanti dichiarazioni di sostegno alla causa palestinese e di condanna a Israele. Ognuno sceglie le sue ragioni e le sue giustificazioni. Ma la verità è che il mare di denaro ricevuto dal Qatar fa parte di una marea fetida di corruzione che contribuisce a promuovere un grande giuoco strategico, dannoso per tutti, nemico dell’Occidente. Concettualmente è rappresentato plasticamente dall’equivoco al-Jazeera, una rete ricchissima di infiniti messaggi, immagini, voci, che dovrebbe in teoria contribuire alla conoscenza e all’informazione, e che invece produce confusione e incitamento, tanto che chiuderla fu una delle richieste dei Paesi che nel 2017 chiusero i rapporti con Doha perché fomentava il terrorismo e la confusione, dissero. [...]

Questo regime va abbattuto

venerdì 9 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 09 dicembre 2022

Zelensky e il popolo iraniano uniti nella lotta. Non è un caso né una scoperta del “Time” che il popolo ucraino e le donne iraniane vengano accostati nella sua scelta di eccellenza per l’anno passato. E’ una vicinanza non solo nell’eroismo, nella lotta per la libertà, ma soprattutto nel disegnare i capisaldi di una nuova mappa strategica obbligatoria saldata nel concetto di libertà e di rispetto dei diritti umani, e questa è una buona notizia, ma anche in quella di un cambiamento strategico generale, una rivoluzione concettuale che deve spazzare via vecchi accordi e interessi, che comporta cambiamenti e sacrifici e anche un orizzonte comune per le democrazie, e per chi è loro amico. Se fino a ieri, come si è visto con la Germania o con forze varie anche nostrane verso Mosca, e verso l’Iran con gli Stati Uniti e di nuovo con compiacenti uomini di affari e lungimiranti politici, erano possibili tentennamenti, discorsi ambigui (del genere: “Putin ha torto marcio, ma perseguiremo la pace a ogni costo”; oppure nel caso dell’Iran: “Le donne iraniane sono eroiche, siamo con la loro riscossa femminista e libertaria, ma bisogna perseguire l’accordo nucleare col regime e puntare a un governo di moderati”) oggi questo non esiste più. E’una semplice vergogna, un’impossibilità politica e pratica credere nella trattativa diplomatica e in generale sul dialogo con le elite al potere in questi due Paesi divenuti esempi feroci e scriteriati nello schiacciare la libertà. Il Consiglio dell’Onu per i diritti umani, dopo aver ricevuto mandato nel maggio scorso per indagare in Ucraina, adesso finalmente e per la prima volta, ha visto 25 dei suoi 47 membri votare a favore, e 16 astenersi su una commissione d’indagine in Iran. I Paesi che dicono No a questa mozione, sono Cina, Cuba, Pakistan, Eritrea, Armenia e naturalmente Venezuela, con cui gli Ayatollah stanno trattando l’eventuale via di fuga. [...]

Le prime crepe di un regime impaurito (che cerca consensi dentro e fuori casa)

lunedì 5 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 05  dicembre 2022
 
Se fosse degna di fede, la notizia sarebbe molto importante, e in ogni caso divulgarla segna un cambio della scena, mostrando un regime impaurito, a caccia di consensi dentro e fuori i confini: il procuratore generale iraniano Mohamad Jafar Montazeri ha annunciato lo scioglimento della funesta “Polizia della morale” che dopo aver sequestrato il 16 settembre scorso Mahsa Amini perché non indossava il velo secondo le regole del regime degli Ayatollah, ne ha poi riconsegnato il corpo torturato e ormai senza vita alla sua disperata famiglia. Da quel momento una protesta guidata dalle donne, sempre più coraggiosa e determinata a liberare a ogni costo la sua gente, ha tenuto le piazze e le strade nonostante ormai si contino ormai quasi cinquecento morti fra i dimostranti. L’Iran non vuole più vedere donne, dissidenti, gay imprigionati e uccisi solo per ciò che sono. La resa sulla “Polizia della morale” però di fatto allarga semplicemente che il regime sia nei guai e non che cerchi soluzioni: alla notizia infatti si aggiungono molte “chiarificazioni” per cui il sistema giudiziario dichiara di non “perseguire dichiaratamente” il suo scioglimento, ma è la polizia stessa che “cerca una soluzione prudente” , mentre il presidente Raisi annuncia che “è allo studio” una legge per modificare l’uso obbligatorio del velo. Mahsi Alinejad una protagonista delle rivolta al femminile, di recente ricevuto all’Eliseo dal Presidente Macron, ha già detto che si tratta di “disinformazione, una tattica per fermare la rivolta”. [...]
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