Mediorientale
venerdì 31 marzo 2023 Generico 0 commenti
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Biden rinvia l’incontro con Netanyahu
giovedì 30 marzo 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 30 marzo 2023
Il salto a piè pari del presidente degli Stati Uniti nelle acque agitate di Israele non era prevedibile in termini così draconiani: poco dopo che Netanyahu aveva annunciato, a seguito delle proteste di queste settimane, lo stop alla riforma del giudiziario e la decisione di immergersi in colloqui con l’opposizione, Joe Biden ha deciso di colpire duro. Netanyahu non sarà invitato molto presto alla Casa Bianca, ha detto (come invece si credeva) Israele deve abbandonare la riforma giudiziaria. E ha insistito nei particolari: ”Come molti sostenitori di Israele sono molto preoccupato …che lo capiscano bene: non possono continuare su questa strada. L’ho già detto chiaramente”. Netanyahu, però, aveva lasciato con un drammatico discorso la biasimata strada cui ha alluso il presidente e in seguito a questo il suo ambasciatore Tom Nides, in svariate interviste e ripetendo quanto il rapporto fra gli USA e Israele sia un rapporto “fra fratelli, un legame di famiglia”, aveva segnalato che quanto prima, “ penso dopo Pasqua”, l’invito sarebbe stato recapitato. Biden ha dunque smentito il suo ambasciatore, e ha segnalato, nonostante la mutata situazione politica rispetto ai giorni della rivolta, che è in atto una profonda crisi. Netanyahu ha tentato di parare il colpo riparlando con un sorriso degli “indistruttibili rapporti fra i due Paesi che niente potrà cambiare”, suggerendo che sempre ci sono differenze fra amici e che nulla muterà la natura di “vibrante democrazia di Israele”. Poi ha anche detto quello che doveva: "Israele è un paese sovrano che basa le sue scelte sulla volontà popolare e non sulle pressioni internazionali compresi i migliori amici”. Ci possono essere molte ragioni per cui Biden ha deciso di sferrare la bordata. L’importanza della esternazione riceve interpretazioni diverse. Da sinistra, la si vede come una disfatta generale della capacità diplomatica di Netanyahu nel campo internazionale che è sempre stato la sua grande specialità, e coll’ indispensabile alleato per la vita stessa del Paese. [...]
Tensione tra Usa e Israele
mercoledì 29 marzo 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 29 marzo 2023
Israele si lecca le ferite, ancora sofferente: gli aerei volano e gli ospedali funzionano, le strade, nonostante qualche manifestazione residua sono pulite; i piloti, finalmente tornano ai loro aerei. Ma l’agitazione è ancora grande, le accuse reciproche pesanti, e il sospetto sull’onesta delle due parti. Gli incaricati, politici e esperti, iniziano gli incontri a casa del Presidente della Repubblica Herzog, grande mediatore; solo alcuni leader, per esempio l’ex Primo Ministro Ehud Barak, proclamano rabbia e speranza che la protesta riprenda contro Netanyahu fino alla sua defenestrazione; anche i gruppi della destra estrema seguitano a protestare il loro diritto a far valere i risultati elettorali. Su questa difficile convalescenza pesa l’attenzione pesante e aggressiva della politica internazionale, il respiro sul collo dei media e delle istituzioni, sempre con l’indice alzato: Israele è una palestra di interessi internazionali infuocati su cui si sparano giudizi continui, più che su ogni altro Paese. Israele guarda soprattutto agli Stati Uniti: un rapporto indispensabile, USA e Israele. Odiati e amati insieme, ma sempre in discussione anche fra di loro. Difficile che un Ambasciatore usi un tono tanto appassionato come quello dell’inviato di Biden in Israele Tom Nides quando, invitato commentare lo stop alla riforma della giustizia si è emozionato: “Finalmente stanotte ho potuto prendere sonno”. [...]
Tutti gli errori di Bibi, il ruolo dei religiosi
martedì 28 marzo 2023 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 28 marzo 2023
E’ stata una scelta difficile per Netanyahu decidere di annunciare quella che non è certo una vittoria. Bibi ha dovuto cedere. Ci ha messo ore prima di offrire il viso stanco alle telecamere, e la decisione di arrendersi all’usura delle manifestazioni a ferro e fuoco è stata annunciata solo dopo che il ministro Ben Gvir ha accettato di non far cadere il governo con un voto contrario. L’esempio che ha portato è stato quello delle due madri che rivendicano lo stesso bimbo di fronte a re Salomone, che offre di tagliarlo in due per contentare entrambi. È una provocazione che conduce la vera madre a rinunciare al figlio per lasciarlo intero. Così Netanyahu si è rivolto alla sua parte: è il momento di scegliere l’unità del popolo, sacrifichiamoci. Una mossa che se compiuta qualche settimana fa avrebbe evitato il surriscaldamento. E adesso che la riforma giudiziaria è stata fermata, anche gli scontri cesseranno? Ora che Benny Gantz e persino Yair Lapid, i capi dell’opposizione, hanno accettato di elaborare un nuovo testo con il governo, la politica e la società israeliana tireranno un respiro di sollievo? Difficile crederlo. [...]
Dure critiche alle riforme, Netanyahu licenzia Yoav Gallant
lunedì 27 marzo 2023 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 27 marzo 2023
Quando si tocca l’esercito, le cose si fanno drammatiche fino nel profondo dell’anima di ogni cittadino d’Israele: è qui che si gioca la vita del Paese assediato da molti nemici, qui che il Paese conosce il suo maggiore livello di emozione e di unità perché i figli di tutti i cittadini servono, vivono, muoiono insieme per trentadue mesi, qui i sentimenti più importanti hanno la loro sede per ogni famiglia. È con questa tensione che stanotte destra e sinistra di nuovo si sono scontrati in piazza, e Tel Aviv si è rovesciata urlando per le strade. Su questo rischia di spaccarsi il Likud il Partito di maggioranza di cui è leader Benjamin Netanyahu; ma proprio su questo Netanyahu era obbligato, per conservare il suo ruolo, a prendere la decisione che ha annunciato alle 8 di sera. È allora, quando ha annunciato che aveva deciso di escludere dal governo il Ministro della Difesa Yoav Gallant, che si è spalancata la notte più agitata negli uffici del governo, alla Knesset, nelle case e nelle caserme. Lo ha fatto dopo ore di riflessione: Gallant due giorni fa, mentre Bibi era a Londra, ha preso il palcoscenico per dichiarare che informazioni drammatiche sul pericolo per la sicurezza di Israele, molto aumentate dal rifiuto a servire dei piloti e di altre unità impegnate nella rivolta, suggerivano che si debba fermare del tutto la riforma della giustizia. Ma dichiarava tuttavia di crederci. Gallant e Netanyahu, molto amici da sempre, si erano incontrati prima della partenza di Bibi per Londra giovedì scorso. Il Primo Ministro gli aveva comunicato la sua intenzione di tenere un discorso a reti unificate con la sua forte richiesta di colloquio e concordia fra le parti e la determinazione di portare avanti una parte della sua riforma. [...]
Che cosa può fermare Putin? Intervista a David Wurmser
domenica 26 marzo 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 26 marzo 2023
La nuova puntata nucleare della guerra Russa è un bluff che l’Occidente deve immediatamente smascherare perché non diventi una minaccia definitiva alla nostra libertà e alla nostra stessa esistenza. Questa è l’opinione di David Wurmser, studioso di politica internazionale, americano, consigliere strategico dell’ex vicepresidente americano Dick Cheney, assistente speciale allo State Department di John Bolton, membro dell’American Enterprise Institute. La sua fama lo fece scegliere dopo l’attacco delle Twin Towers dal sottosegretario alla difesa Douglas Feith per analizzare a fondo l’epocale vicenda per il Pentagono. Il deposito di testate nucleari tattiche che Putin completerà in Bielorussia entro il primo di luglio, serve, prende in giro Mosca, “per addestrare i militari di Minsk come hanno fatto gli americani distribuendo le loro armi tattiche in alcuni Paesi”.
È la giustificazione speciosa di un prossimo gesto di aggressione mondiale, l’annuncio dell’approssimarsi del pericolo nucleare?
“Prima di tutto, è un gesto che esprime la difficoltà estrema in cui Putin si trova dopo avere di fatto fallito nel suo disegno di conquista, e di fronte alla forte e presente minaccia Ucraina di avanzare verso una possibile vittoria”
La ritiene un’ipotesi realistica?
“Dipende interamente dalla quantità e dalla qualità delle armi che l’Occidente è in grado di fornire a Zelensky. I Mig29 provenienti dalla Slovacchia sono un ottimo segnale di avanzamento per l’Ucraina, che sente la fiducia crescere. Le sue richieste sono state spesso deluse o hanno trovato risposte inferiori alle necessità. Forse adesso la mossa di Putin può fornire, a chi non aveva capito quanto sia indispensabile mettere l’Ucraina in grado di combattere, una buona ragione” [...]
La mano tesa di Netanyahu: "Niente fratture"
venerdì 24 marzo 2023 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 24 marzo 2023
Benjamin Netanyahu, dopo che è passata la legge che lo difende dalla possibilità per cui se avesse trattato della legge sulla Giustizia avrebbe potuto essere destituito perché la Corte Suprema glielo aveva proibito, ha ripreso il palcoscenico. È rientrato sulla scena con un breve discorso di richiesta d’ordine: ho promesso di essere il Primo Ministro di tutti i cittadini, e manterrò ha detto. E dopo aver riaffermato la fede di tutto il Paese, a destra e a sinistra,nella democrazia (“qui non ci sono né traditori né fascisti”) ha da una parte difeso la sostanza della proposta di legge, che ha dichiarato identica quanto a composizione del Giudiziario agli USA, alla Nuova Zelanda, al Canada, ovvero con una composizione mista in cui “giudice non elegge giudice” ma il sistema è misto con la politica: qui non ci sono né traditori, dice, né fascisti. Siamo tutti appassionati della nostra democrazia e di Israele. [...]
La guerra travestita da pacifismo
mercoledì 22 marzo 2023 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 22 marzo 2023
Nella storia comunista la parola “pace” ha a che fare con l’idea di un nuovo ordine internazionale, in cui ciò che è desiderabile è parte di una strategia di dominio. Di questo si è avuto una prova sfolgorante con la visita e i colloqui fra Xi Jinping e Putin, dove è stato messo in vetrina il pretestuoso progetto di pace fra Russia e Ucraina per segnalare che il padrone di casa tradizionale del pianeta, gli USA, stanno declinando e che i suoi nemici si sono alleati per batterlo. Ha ragione Nikki Haley, l’ex ambasciatrice all’ONU, quando su Wall Street Journal spiega che se la Russia vince, anche il suo migliore amico che l’ha sostenuto dall’inizio (non parliamo dei conflitti antichi fra Mao e Stalin) vince la guerra del secolo, quella per superare gli USA militarmente, economicamente e culturalmente. I due insieme promettono questo, altro che piano di pace. Forse Zelensky dimostra preoccupazione e non credulità quando dice (se è vero) che “il fatto che la Cina ha cominciato a parlar dell’Ucraina è molto buono”. Ma si può scommettere, e il leader Ucraino non può non sospettarlo, che nelle riunioni di questi giorni si è parlato molto di armi cinesi alla Russia, di quanto serva a un’effettiva vittoria, semmai manchi il successo sul terreno; ed è certo molto utile per Putin la proposta della Cina di rimuovere ogni sanzione, perché, dice Xi, ripropone la mentalità della guerra fredda… Putin al suo “caro amico”, come i due si sono chiamati, ha certo lasciato la porta aperta, nei cortesi colloqui, all’idea della sua pace,e non stupirebbe sapere che hanno parlato anche della “pace” prevista per Taiwan da Xi. [...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Israele, un Paese diviso"
venerdì 17 marzo 2023 Generico 2 commenti
Cari amici,
il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: "Israele, un Paese diviso"
Clicca qui per vedere il video
Mediorientale
venerdì 17 marzo 2023 Generico 0 commenti
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