La guerra antisemita contro l'Occidente
7 ottobre 2023 Israele brucia
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein
martedì 20 giugno 2023
Generico 0 commenti

Il Giornale, 16 giugno 2023
Da tempo, specie dal ritiro dall’Afghanistan e dalla visita di Biden in Arabia Saudita, si poteva intuire quello che il New York Times (NYT) ha presentato come una rivelazione mercoledì: l’amministrazione Biden ha negoziato con Teheran in segreto un limite del programma nucleare compensato da un poderoso rilascio di fondi all’Iran e la restituzione di alcuni prigionieri americani. Lo scopo di quello che il NYT chiama “un cessate il fuoco politico” è impedire un’escalation nell’arricchimento dell’uranio ormai a livelli altissimi, e di contenerlo al 60 per cento, perché non raggiunga il livello della bomba, il 90 per cento. Gli USA, si sono affrettati a smentire le tre fonti, americana, israeliana e iraniana, della notizia. Biden sembra impressionato dalla abilità e dalla guasconeria con cui l’Iran sfida l’Occidente, si allea platealmente con il suo peggior nemico attuale, la Russia, gli fornisce una delle armi più di successo nel conflitto con l’Ucraina, i droni, che hanno seminato morte e distruzione. L’Iran con la salvaguardia russa continua nella sponsorizzazione della Siria di Assad (che è tornato nella Lega Araba) per mano dei suoi migliori “proxy” gli Hezbollah: è solo di ieri una delle tante incursioni aeree di Israele su svariati depositi iraniani di armi destinati ai suoi. E la distruzione di Israele e l’odio antiamericano, sono sempre spudoratamente sulla copertina degli ayatollah. L’Iran ha anche vantato l’inaugurazione di missili ipersonici, la sua capacità di raggiungere Israele e l’Occidente Khamenei ha annunciato mercoledì che è pronto a un accordo se si mantengono intatte le strutture nucleari. E di questo si tratta: solo di promesse degli ayatollah. Robert Malley l’ inviato speciale per l’Iran è sembrato molto ansioso di coronare col successo gli incontri con Amir Saeid Iravani, incaricato per l’Iran, e Ali Bagheri Kani, il negoziatore ufficiale. [...]
Il Giornale, 13 giugno 2023
Su un piccolo aereo al seguito del più grande cambiamento della politica italiana verso Israele, accompagnai Berlusconi nel suo viaggio verso la Knesset nel febbraio del 2010. Incontrammo le felicitazioni di Netanyahu e di Shimon Peres: non c’era differenza politica nel riconoscere che Berlusconi era un europeo diverso, appassionato del popolo ebraico, rivoluzionario rispetto alla politica europea, sospettosa, filoaraba. Ero allora Vicepresidente della Commissione Esteri, nella breve vacanza dal mio lavoro di giornalista in cui sono stata membro del Parlamento Italiano. Berlusconi cambiava la storia. L’intervento che preparò lo rilesse prima Giuliano Ferrara, inventore di una grande manifestazione di entusiasmo per Israele e di rifiuto del tentativo di infangarla quando si trattava di difendersi; e poi la rilessi anche io, e se racconto in prima persona è perché oggi purtroppo è il giorno adatto a commuoversi ricordando un attore così importante e discusso della politica italiana. Sugli ebrei e il loro Stato, dopo decenni di giravolte sospette da parte della Democrazia Cristiana andreottiana, e dopo gli atteggiamenti filopalestinesi da Guerra Fredda della sinistra italiana, compreso Bettino Craxi che fece pagare a Israele il suo distacco dalla sinistra italiana, Berlusconi fu illuminato dalla sua posizione di conservatore liberale e atlantista, di imprenditore vilipeso dal moralismo socialista europeo. [...]
martedì 13 giugno 2023
Generico 0 commenti
Nell'ambito di Libri al MAXXI Introduce Francesco Spano (Segretario generale Fondazione MAXXI).
Intervengono: Pierluigi Battista (giornalista e scrittore), Giorgio Montefoschi (Scrittore e critico letterario), Fiamma Nirenstien (giornalista e scrittrice).
Registrazione video del dibattito dal titolo "Libri al MAXXI - "Ucraina senza ebrei" di Vasilij Grossman", registrato a Roma martedì 13 giugno 2023 alle ore 18:21.
Dibattito organizzato da Adelphi Edizioni e Fondazione MAXXI.
Sono intervenuti: Francesco Spano (segretario generale Fondazione MAXXI), Pierluigi Battista (giornalista e scrittore), Giorgio Montefoschi (scrittore e critico letterario), Fiamma Nirenstein (giornalista, editorialista e scrittrice).
lunedì 12 giugno 2023
Generico 0 commenti
Registrazione video della conferenza stampa dal titolo "La dissidenza russa. Incontro con il Premio Nobel per la Pace 2022 Memorial" che si è tenuta a Roma lunedì 12 giugno 2023 alle 18:00.
Con Matteo Angioli (segretario generale del Comitato Mondiale per lo Stato di Diritto - Marco Pannella), Lavinia Mennuni (senatore, Fratelli d'Italia), Elena Zemkova (direttrice esecutiva di Memorial), Andrea Gullotta (presidente di Memorial Italia), Elena Kostioukovitch (scrittrice, agente letteraria e membro del Consiglio Direttivo di Memorial Italia), Fiamma Nirenstein (giornalista e scrittrice), Giovanni Terzi (giornalista e scrittore).
Il Giornale, 06 giugno 2023
Quasi 80 bambine sono state avvelenate in due diverse scuole del Nord dell’Afghanistan, nel distretto di Sangcharak, 60 in una scuola e 17 nell’altra, e sono adesso ospedalizzate. Tutte dai 6 ai 12 anni. Stando ai precedenti, i talebani diranno, proprio come negli anni fra il 2012 e il 2016 in cui decine di bimbe furono avvelenate col gas a scuola, che le scolare sono preda di isterismo, episodi “psicogenici”, creati dal panico, dall’emulazione, o forse causati da qualche maniaco che non ha a che fare con la leadership. Il capo del dipartimento scolastico parla di “un forte risentimento” di qualche matto. Ma i talebani non perderanno tempo a fingere dispiacere. Le bambine non possono imparare, è proibito, non devono mettere il naso nella società, pena la vita. Qualcuno ricorda come spararono in testa alla scolara Malala Yousafzai. Da quando se ne sono andati gli americani è la prima riconquista vera del territorio, un attacco ideologico a quelle libertà che con chiacchiere inutili gli USA abbandonando il campo trattando con i talebani cercarono di mantenere almeno un poco. Ma ha vinto l’estremismo odiatore delle libertà. [...]
Il Giornale, 04 giugno 2023
I soldati israeliani e quelli egiziani sul confine del Sinai in genere si salutano scorgendosi da lontano la mattina quando affrontano i quaranta gradi della distesa gialla in cui devono guardare il confine. In genere, lo guardano dal traffico di droga, sorvegliano da armi e uomini dell’Isis, d traffici delle tribù beduine… ma i due eserciti non sono in guerra l’uno con l’altro da quarant’anni, e si sente se si va al confine. Gli israeliani passano agli egiziani qualche frutto, l’acqua è bene comune, e anche la noia gialla del deserto. Ma ieri mattina un soldato egiziano è piombato dentro le linee israeliane: subito ha ucciso due guardie, un ragazzo e una ragazza, e mentre i soldati israeliani gli davano la caccia è riuscito a ucciderne un altro prima di essere a sua volta raggiunto dai proiettili. I nomi noti degli uccisi, Lia Bin Nun di 19 anni, e Ohad Dahan di 20 anni sono stati resi noti dopo che le famiglie sono state avvertite. I soldati della brigata che sorveglia fra il monte Sagi e e il monte Harif nel deserto del Negev è fatto di soldati dediti, pazienti, guerrieri sempre in guardia contro trafficanti e i terroristi dell’ISIS. Israele li piange con le famiglie. [...]
venerdì 26 maggio 2023
Generico 0 commenti
Cari amici,
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
Il Giornale, 19 maggio 2023
L’Espresso è un giornale antico, importante, ci abbiamo lavorato e lo amiamo, giornalisti e lettori. Certo,ci sono tanti argomenti spinosi su cui si le opinioni si scontrano. Ma non si può lasciare che infiocchettata di retorica a basso prezzo su quelle pagine venga rovesciata, datata su web 10 maggio, un inno all’odio di Israele.Esso, in quei termini, è puro antisemitismo secondo la definizione dell’IHRA,International Holocaust Remembrance Alliance, il documento elaborato nel 2015 da 34 stati,che ne indica come elemento fondamentale la delegittimazione e la criminalizzazione di Israele; l’IHRA è stata poi adottata nel 2017 dall’Unione Europea e poi da numerosi Paesi e istituzioni. L’articolo, del cui autore non farò il nome perché non possa pavoneggiarsi, è drappeggiato nella veste dei diritti umani: è quella purtroppo usata più sovente per coprire terroristi, dittatori, regimi, e anche narrazioni fasulle e ipocrite come quella qui prescelta. Per cui, davvero mi angoscia pensare che la religione del nostro tempo, possa essere fatta a pezzi da chiacchiere come quelle del pezzo. Una per una le menzogne del pezzo sono tante, un libro. [...]
Il Giornale, 14 maggio 2023
Sono elezioni fatali quelle che coinvolgono 75 milioni di turchi oggi. Per loro e per il mondo. Ma può cambiare tutto e nulla se Erdogan come ripetono gli esperti, perderà le elezioni: perché la realtà non è solo nella cruda evidenza degli eventi, ma negli occhi e negli interessi di chi guarda. E così, se questo dittatore che fa di tutto per riportare il mondo al tempo dell’Impero Ottomano (per convinzione patriottica, per religione, per carattere sopraffattore, per grandi interessi) dovesse cadere oggi, forse gli Stati Uniti e l’Europa che l’hanno sostanziale nemico e, dall’altra parte, la Russia, l’Iran, le organizzazioni integraliste che lo hanno amico, cercheranno una strategia cauta, perché ormai la grande Turchia è legata da mille lacci. Intanto, tutto il mondo ripete che il suo antagonista Kemal Kilicdaroglu è un uomo grigio: proprio questo, però, forse libererà il mondo da un boss che si vede come il restauratore del sultanato. Le ragioni del rischio elettorale sono mille: l’ombra recente, immensa, dei 51mila morti del terremoto per la colpevole fragilità edilizia e i cattivi soccorsi; e negli anni lo stile di dittatore onnipotente. Nel 2010 e nel 2017 ha espanso il potere esecutivo della presidenza a spese del giudiziario e del parlamento; sempre di più, ha represso la stampa e ogni critica; l’inflazione ha creato un effetto che aveva già prodotto rivolte soffocate nella violenza (a Gezi Park nel 2013; poi la caccia ai “cospiratori” di Fetullah Gulen nel 2016). L’uomo ha creato una dura testuggine di potere anche all’estero. Le varianti sono il suo rapporto con la Nato, con l’Europa, con gli USA, con la Russia, con stati e organizzazioni terroriste come Hamas o la siriana Hayat Tehrir al Shams. [...]