Fiamma Nirenstein Blog

Abu Mazen predica la distruzione di America e Israele

martedì 16 gennaio 2018 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 16 gennaio 2018

Pare che subito dopo il discorso della distruzione tenuto domenica sera al Comitato Centrale Palestinese Abu Mazen abbia detto ai suoi, alla Mukata, "Potrebbe essere l'ultima volta che mi vedete qui". Tristezza, sconfitta, abbandono. E' il tredicesimo anno, compiuto proprio ieri, di una presidenza senza successi, di cui mai si sono rinnovate le votazioni dal 2005, quando fu eletto all'indomani dell'Intifada. Domenica ha festeggiato il compleanno maledicendo Trump al culmine di un lungo e stravagante discorso: "Yihareb beitak" ovvero  che "venga distrutta la tua casa". Un linguaggio da suk, adattato al tono da Götterdämmerung: le deiezioni sono state tante da far pensare a uno sbotto di età avanzata.

Quella di Abu Mazen è di 82 anni, e in molti si sono chiesti, dopo il discorso di domenica, se non sarebbe il tempo di pensare alla pensione. Il discorso dettato dalla frustrazione, dal fallimento, tuttavia ripete i leitmotiv della politica di Abu Mazen: il rifiuto, il negazionismo, il diniego della legittimità della presenza ebraica.

Quindi, quando ha detto che potrebbe cancellare l'accordo di Oslo, anzi, che le novità di Trump ne segnavano il fallimento, di fatto non ha detto niente di nuovo: l'accordo di Oslo è morto da anni sul rifiuto palestinese di riconoscere il diritto del popolo ebraico alle sue radici storiche, e quindi sulla speranza di buttarlo in mare, come diceva Gamal Nasser. Più di ogni esclamazione su Gerusalemme, sul rifiuto del contatto con gli americani, sul rifiuto di tornare a parlare di pace con Israele ciò che fa più impressione è la lezione di storia che Abu Mazen ha voluto propinare: "Si è voluto portare qui gli ebrei dall'Europa (ovvero, con la Shoah, vista come una specie di fiction colonialista ndr) per proteggere gli interessi europei nella regione. Chiesero all'Olanda (!) che aveva la flotta più grande di trasportare gli ebrei…  È un progetto colonialista che non ha nessuna connessione coll'ebraismo".

Dopo questo Abu Mazen ha di nuovo chiesto all'Inghilterra di scusarsi per la dichiarazione Balfour, che riconosceva il diritto degli ebrei a "un focolare nazionale in Palestina": Abu Mazen sembra ignorare che la dichiarazione Balfour fa parte di un progetto anticolonialista, di smantellamento della presenza turca e europea in Medio Oriente mentre si disegnavano confini dell'autodeterminazione.

Abu Mazen recupera una posizione tipica della sua generazione: gli ebrei sono intrusi, il sionismo un movimento coloniale in cui l'ebraismo non c'entra, pompato dall'avvento Shoah, sempre, secondo lui, esagerato nel significato per fini politici. La sua tesi di laurea fu su questo. Anche la sua memoria delle trattative con Olmert, il cui scoglio fu il "diritto al ritorno", ha spostato il contenzioso sul Giordano.  Abu Mazen ha riproposto cioè la cancellazione dello Stato Ebraico, ha imputato a Trump di volergli sottrarre Gerusalemme, e ha annunciato che respinge ogni progetto, ogni contatto con la Casa Bianca, ora e per sempre, ribadendo con furia anche il rifiuto a incontrare l'ambasciatore David Friedman "né qui, né a Amman, né a Washington". Tutti all'inferno: un grido di  disperazione nel vedersi all'improvviso abbandonato sulla questione di Gerusalemme mentre il vecchio mallevadore, Obama, preferiva i palestinesi agli Israeliani; nell'assistere alla inutilità della predilezione Europea; nel rendersi conto che i grandi Paesi sunniti, soprattutto l'Arabia Saudita e l'Egitto, sono molto più interessati a avere un buon rapporto con gli Stati Uniti che con i Palestinesi.

Invece di 125 milioni di dollari Trump sta decidendo di mandare all'UNRWA, l'Agenzia per i cosiddetti profughi palestinesi soltanto 60 milioni; sta diventando reale la minaccia di tagliare per intero i 300 milioni all'Autorità. La vittoria anti-Trump ottenuta dai palestinesi al Consiglio di Sicurezza ha ottenuto meno voti del previsto.

La linea di rifiuto porta i Palestinesi nelle braccia di Hamas, che a loro volta puntano su Hezbollah e gli iraniani, con la simpatia di Erdogan. Abu Mazen non ha tuttavia chiuso tutte le porte: con la sua solita tecnica, ha solo minacciato rotture, ha lasciato in piedi la collaborazione dei servizi di sicurezza e gli accordi del passato, ha ripetuto la parola "pace". Non si sa mai. L'America è sempre l'America.         

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E A Green , Gerusalemme Israele
 sabato 27 gennaio 2018  20:57:14

What Abbas really said in Brussels last week to Mogherini has not gotten enough attention:“We are keen on continuing the way of negotiations,” Abbas said. “We are determined to reunite our people and our land.”The above is what Mahmoud Abbas told Federica Mogherini, High Commissioner for Foreign Affairs of the European Union on Monday this week [1-22-2018] in Brussels.This phrase "to reunite our people and our land" seems to be a euphemism for the Arabs' taking all of the State of Israel including the land that Israel held between 1948 and 1967. In other words, it is a masked refusal to accept Israel in any borders. Now, Abbas and the PLO as a whole and Hamas and the other Palestinian Arab terrorist and political groups believe that all of the Land of Israel belongs to them as well as to Islam. To confirm that consider the word "reunite." If something has to be reunited, that means it was once united but is no longer. They know that they already control part of "palestine" [= the Land of Israel roughly speaking]. And what they don't control must be reunited with what they already control, Abbas implies.And reuniting "our people" means bringing the dispersed Palestinian Arabs living in Jordan, Lebanon, Syria, and elsewhere with the status of refugees, back together in one state comprising the whole land of Israel, probably to be ruled by the Fatah and other factions that run the zones of Judea-Samaria now under PA/PLO rule.See at link:http://ziontruth.blogspot.co.il/2018/01/mahmoud-abbas-tells-european-union-that.html



Maria Venera , Italia
 martedì 16 gennaio 2018  23:37:18

Abu Mazen, il terrorista compagno di Arafat, non cambierà mai, per fortuna è cambiato il Presidente americano!W. Israele sempreda una cristiana che ama Israele



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