Fiamma Nirenstein Blog

Il Giornale

Ahmadinejad come Osama attaccarlo non è più un tabù

venerdì 4 novembre 2011 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 4 novembre 2011

Non sarà la fine del mondo, forse sarà invece la fine di un incubo. Mentre in Israele si discute sulla possibilità di un attacco alle strutture nucleari iraniane va in scena la commedia della grande prudenza, del conformismo pacifista per cui la Nato, per esempio, si è affrettata a dire che lei non ci sta. Pure è evidente che ormai il pericolo iraniano è nel mirino di tutti: Obama altrimenti non si sarebbe mostrato con Sarkozy per dire che la minaccia iraniana è continua, e che insieme intendono imporgli una pressione «senza precedenti»; gli inglesi non avrebbero lasciato uscire la notizia che si stanno esaminando le postazioni migliori da cui dispiegare navi e sottomarini armati con missili Tomahawk; e soprattutto Israele non lascerebbe arrivare sulla stampa il suo dibattito su un eventuale intervento. Ma c’è una scadenza: martedì l’Aiea presenterà un rapporto, finalmente non drogato da El Baradei che è passato alla politica egiziana, e nero su bianco sarà chiaro a tutti che gli ayatollah sono quasi arrivati alla bomba atomica, massima scadenza il 2014, e che possiedono abbastanza materiale fissile per produrne una o due adesso. [...]

L’Unesco come Arafat: 
vuole cancellare Israele

martedì 1 novembre 2011 Il Giornale 9 commenti
Il Giornale, 1 novembre 2011

Scelta negazionista per spezzare i legami storici fra gli ebrei e la loro terra: un gesto simbolico gravissimo
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Bene allora è fatta: adesso quando si parlerà del patrocinio dell’Unesco, del suo bollo su un’iniziativa o una dichiarazione, sapremo che non parliamo di cultura, di scienza, di patrimonio culturale dell’umanità, ma di fiction, di Indiana Jones. Questo è il messaggio ricevuto ieri dal riconoscimento della «Palestina» come stato membro dell’Unesco. Ha ricevuto, dopo che la Lega araba aveva dichiarato di sponsorizzare completamente l’iniziativa, 107 voti su 173 paesi votanti, fra cui la Russia, il Brasile, la Cina, l’India, l’Austria, la Francia; 14 contro, fra cui gli Usa, il Canada, la Germania, l’Olanda, la Romania, la Lettonia; 52 astenuti, fra cui l’Italia e l’Inghilterra. [...]

UNESCO LIKE ARAFAT: IT WANTS TO ERASE ISRAEL

Il Giornale, November 1 2011

Denialist choice to sever the historical ties between the Jews and their land: a very dangerous symbolic gesture.

Well, it did it; now when we talk about Unesco’s patronage, of its seal on an initiative or on a declaration, we know that we’re not talking about culture, science, cultural heritage but about fiction, about Indiana Jones. This is the message conveyed yesterday by the recognition of «Palestine» as a Unesco member state. After the Arab League stated its full support to this initiative, 107 countries out of 173 voted for, among which Russia, Brasil, China, India, Austria France; 14 against among which the Usa, Canada, Germany, the Netherlands, Romania, Latvia; 52 abstained among which Italy and the U.K. [...]

La fabbrica delle bugie trasforma i killer in eroi

lunedì 31 ottobre 2011 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 31 ottobre 2011

Gli italiani che leggono parte della stampa italiana non sapranno mai come sono davvero andati gli scontri che hanno coinvolto Israele e Gaza nelle ultime ore. Quasi tutti i media hanno fatto lo stesso: accusare Israele come fosse un demone assetato di sangue. Si chiama “blood libel” vecchio stereotipo antisemita. [...]

Fa pena lo sceicco che offre un milione per un nuovo Shalit

domenica 30 ottobre 2011 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 30 ottobre 2011

Che pena quando a fronte di tante aspirazioni che noi pretendiamo si levino dal mon­do arabo con la loro primavera, di fatto ci si deve accorgere che quella più evidente, quella più pubblicizzata è sempre la stes­sa: far fuori qualche ebreo, ag­gredire Israele. È la migliore di tutte le pubblicità, venghino venghino signori e signore. [...]

Ma la storia di Ariel è solo da rivalutare

venerdì 28 ottobre 2011 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 28 ottobre 2011

Il migliore augurio che si può fare alla nuova biografia di Ariel Sharon, ad opera di uno dei suoi figli, Gilad, è che essa ristabilisca almeno una parte della verità su Sharon. Perchè questo significherebbe ristabilire la verità su Israele, la cui intera storia di difesa e di utopia Arik incarnava perfettamente, significherebbe togliergli quella cappa di delegittimazione che si è accanita in maniera parossistica sulla sua figura come sul suo Paese. [...]

Se il terremoto riavvicina Turchia e Israele

giovedì 27 ottobre 2011 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 27 ottobre 2011

Il terremoto che domenica scorsa si è abbattuto sulla Turchia è un disastro che fa male al cuore. Adesso, molti gruppi internazionali sono alle prese con il salvataggio e soprattutto con il ricovero e il primo soccorso degli sfollati. Fra loro, a segnale che il destino è il fautore del mondo, e non la politica anche dei più astuti, scorgiamo con stupore alcuni soccorritori con una bandiera (ideale) ornata da una stella di Davide. Israele è là ad aiutare la Turchia, che sotto la presidenza di Erdogan non ha fatto che attaccarla in maniera brutale fino all'odio dichiarato e sconnesso, rompendo una vecchia alleanza, considerando Hamas uno dei suoi migliori amici. [...]

La primavera araba è un buco nero

martedì 25 ottobre 2011 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 25 ottobre 2011

I risultati elettorali del primo Paese in cui si è votato liberamente fanno temere un futuro inquietante. I risultati della rivoluzione araba detta "primavera" saranno del tutto diversi dalle nostre aspettative

I risultati della rivoluzione araba detta “primavera” saranno del tutto diversi dalle nostre aspettative: certo il povero Muhammed Bouazizi che con tragica e spontanea mossa si immolò e dette fuoco ai regimi arabi corrotti non si sarebbe immaginato che le prime elezioni libere nel suo Paese, dove il numero di minigonne è il maggiore di quello di tutto il mondo arabo, sarebbero state vinte, come pare certo, dal partito islamico Ennahda, che si presenta come islamico moderato. Né l’inno alla non violenza che noi occidentali abbiamo cantato per l’insorgenza araba prevedeva nel suo immaginario un linciaggio feroce come quello di Gheddafi. Né si pensava che gli egiziani si sarebbero di nuovo attardati in un regime militare, con morti e violenze sulle donne. La rivoluzione araba è in fase di misteriosa transizione, ha la faccia di un’incertezza violenta e dello scontro millenario fra sunniti e sciiti, specie fra Arabia Saudita e Iran. [...]

Israele si sveglia all’alba per l’abbraccio a Shalit

mercoledì 19 ottobre 2011 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 19 ottobre 2011

Bandiere, fiori, canzoni. E festeggiano anche le famiglie delle vittime. Mentre a Gaza la folla inneggia ai terroristi: "Vogliamo un altro Gilad"

Israele ha messo la sveglia alle 5 di mattina per non perdere un attimo del ritorno di Gilad Shalit. Del corpo vivo di Gilad. Voleva, tutto quanto, assistere alla realizzazione della grande promessa di Israele, che dice: «Madre che temi per il tuo figliolo soldato, e qui una guerra può sempre accadere, non sarai abbandonata in nessun caso, nemmeno nella situazione più estrema». Voleva vedere la tradizione ebraica farsi politica con tutta la sua concezione utopistica, quella per cui ogni uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, vale tutto, e in ogni circostanza. E questo in particolare dopo che a mucchi, a schiere che restavano senza nome, gli ebrei sono stati sbriciolati dalle persecuzioni e dalla Shoah. [..]

«Tutti vittime per Shalit», Israele si ribella allo scambio

sabato 15 ottobre 2011 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 15 ottobre 2011

Dunque Gilad Shalit tornerà martedì, e lo farà attraverso il Cairo cui verrà consegnato in un gioco opportunistico che riflette il distacco di Hamas dalla sua sede di Damasco ormai in fiamme, e quella del governo militare egiziano nel caos alla ricerca di consenso internazionale. Israele vibra nell’attesa, alla contentezza corrispondono anche indignazione, paura, disperazione: il figlio superstite della famiglia Schijveshuurder, Shvuel (un 27enne che nel 2001 ha avuto il padre, la madre e tre fratelli uccisi con altre 12 persone nella Pizzeria Sbarro di Gerusalemme) che da allora dà segni di squilibrio, ha vandalizzato il monumento a Yitzhak Rabin a Tel Aviv. Ron Kerman, padre di Tal, una ragazzina uccisa sull’autobus numero 27 a Haifa nel 2003 ha attaccato Noam Shalit: «Per salvare tuo figlio hai vittimizzato tutta Israele». Si preparano anche manifestazioni organizzate e ci si rivolge al Bagaz, l’Alta Corte, per fermare lo scambio. [...]

Cristiani cacciati dal Medio Oriente: Europa e Usa scelgono di lasciar fare

venerdì 14 ottobre 2011 Il Giornale 9 commenti
Il Giornale, 14 ottobre 2011

Si disegna all’orizzonte il tramonto della bimillenaria presenza cristiana in Medio Oriente, così come il 1948 segnò la cacciata degli ebrei da tutti i Paesi arabi. La Chiesa, l’Europa, chi se non noi, sodali e fratelli nella civiltà giudaico cristiana, dovremmo avere il buon senso di difenderla, di porre condizioni d’acciaio alle famose primavere arabe: se volete fiorire, non lo farete col nostro aiuto se continuate a perseguitare e uccidere i cristiani. Perché questa è una tendenza per niente episodica ma strutturale, che ha già cambiato la faccia dei Paesi arabi. [...]
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