La primavera araba è un buco nero
martedì 25 ottobre 2011 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 25 ottobre 2011I risultati elettorali del primo Paese in cui si è votato liberamente fanno temere un futuro inquietante. I risultati della rivoluzione araba detta "primavera" saranno del tutto diversi dalle nostre aspettative
I risultati della rivoluzione araba detta “primavera” saranno del tutto diversi dalle nostre aspettative: certo il povero Muhammed Bouazizi che con tragica e spontanea mossa si immolò e dette fuoco ai regimi arabi corrotti non si sarebbe immaginato che le prime elezioni libere nel suo Paese, dove il numero di minigonne è il maggiore di quello di tutto il mondo arabo, sarebbero state vinte, come pare certo, dal partito islamico Ennahda, che si presenta come islamico moderato. Né l’inno alla non violenza che noi occidentali abbiamo cantato per l’insorgenza araba prevedeva nel suo immaginario un linciaggio feroce come quello di Gheddafi. Né si pensava che gli egiziani si sarebbero di nuovo attardati in un regime militare, con morti e violenze sulle donne. La rivoluzione araba è in fase di misteriosa transizione, ha la faccia di un’incertezza violenta e dello scontro millenario fra sunniti e sciiti, specie fra Arabia Saudita e Iran.
Abbiamo esclamato, noi occidentali, che si è aperto un mondo migliore. In realtà, con tutto il rispetto per l’aspirazione alla libertà che ha portato tanti giovani, tanti coraggiosi, a sfidare la morte contro orribili dittatori assassini come Gheddafi, se guardiamo negli occhi la realtà, è un buco nero. Abbiamo il dovere verso noi stessi e verso il mondo arabo di cercare di influenzarlo per quel che possiamo.
Sul terreno interno alle rivoluzioni, gli islamisti liberati dalla condanna al silenzio si presentano nelle più diverse varianti. Egitto, Tunisia, Libia, Siria, sono tutti luoghi in cui per lunghi anni si sono organizzati nella clandestinità e hanno raccolto larghi consensi nelle moschee. Alla lunga è possibile che, facendosi interlocutore a fronte di gruppi peggiori, Ennahda in Tunisia o la Fratellanza Musulmana in Egitto diventino interlocutori apparentemente praticabili nell’immediato, ma certo non amichevoli nel futuro.
A livello internazionale, la ricerca dei musulmani moderati è sempre stata popolare. Ma la Turchia, molto blandita, è ormai il migliore difensore dell’Iran e di Hamas, il peggior nemico di Israele, un Paese in lotta per l’egemonia e vedremo i risultati nel futuro. L’Arabia Saudita, disorientata dall’attacco che lambisce il suo territorio, investe molti soldi perché i “suoi” musulmani siano i vincitori. Ma i moderati sono davvero tali?
Se guardiamo al nostro investimento per esempio nel conflitto israelo-palestinese, non funziona: alla fine Hamas ha successi di popolo e Abu Mazen per emularlo rifiuta le trattative. È impressionante anche come Abu Mazen si sia entusiasmato per il ritorno dei prigionieri assassini terroristi scambiati con Gilad Shalit, e di come abbia già costruito loro, e quindi al terrorismo più accanito, un monumento ideologico (e anche economico: ha regalato a ciascuno 5000 dollari contro i 2000 elargiti da Hamas) che non potrà essere tanto facilmente rimosso. L’Arabia Saudita sarebbe gratificata dall’ascesa nelle rivoluzioni di un modello islamista che tiene a bada i salafiti e non rompe con gli americani, ma è un gioco scivoloso.
L’Iran, sostenitore di Assad, non è credibile nel sostegno delle rivoluzioni anche per la terribile repressione contro i propri dissidenti ed è a rischio nell’area mediorentale perché l’alleato siriano assediato gli mette in crisi anche il rapporto con gli Hezbollah in Libano. In Libia ha sostenuto Gheddafi per contrastare gli Usa, in Tunisia non ha influenza, e soprattutto i rapporti con gli Usa sono al punto più pericoloso a causa del complotto contro l’ambasciata saudita a Washington e dopo che le indagini sul nome di Gholam Shakuri, un alto ufficiale delle forze Quds, ne hanno fatto un sospetto in prima linea. Qualche consolazione l’Iran l’ha ottenuto da un’alleanza inedita con l’Egitto in concorrenza con i sauditi. Ma il suo scontro duro per l’egemonia è appena cominciato.
Una cosa è certa: la gratitudine verso il mondo occidentale, piani Marshall o meno, svanirà presto. I bisogni di questi Paesi, sempre ricchi di ogni bene solo per le loro elite corrotte, resteranno inesausti, nessun ritiro dall’Irak cancellerà l’antagonismo di un mondo che si sente ferito e incompatibile col nostro sui diritti umani, la condizione delle donne, l’antisemitismo, il cristianesimo. L’impero ottomano fu distrutto da noi occidentali, i mujahidin hanno cacciato i sovietici con l’aiuto americano, l’Irak e la Libia hanno messo fine con lo stesso aiuto alle loro dittature. Questo non ha cambiato la percezione dell’Occidente.
mercoledì 26 ottobre 2011 10:21:28
Condivido le sue fondate preoccupazioni. Ma se vediamo tutto bianco o tutto nero, non cadiamo per caso, per reazione e per "contagio", in rischiose semplificazioni ? Del resto, purtroppo, anche da noi non è raggiuto ancora un soddisfacente grado di libertà e di rispetto per il dissenso e per la diversità in generale ... Intolleranze di varia matrice, come lei sa meglio di me, condizionano il confronto sulle questioni più importanti nel nostro paese e non solo...
Percy D'Elia , Roma
martedì 25 ottobre 2011 18:54:19
Gentile On.le Nirenstein,ma quale primavera araba???Il mondo intero ancora non riesce a rendersi conto che morto un Gheddafi, ci sono altri 2000 a prendere il suo posto, questo per tutti i paesi arabi, dove il popolo sta morendo di fame, e non ce la fa più con la corruzione dei propri governanti.Mi chiedo un cosa semplicissima, ma è mai possibile che le grandi potenze del globonon si siano resi conto che questa situazione dura da tantissimo tempo, e che un'azione immediata dovrebbe essere presa almeno per tutelare l'unico paese democratico della zona. Israele.Se non si svegliano saranno dolori per tutti.Cordialmente.Percy D'Elia
Daniele , Vendone
martedì 25 ottobre 2011 17:43:53
questa volta sono completamente d'accordo con lei.
michele lascaro , matera
martedì 25 ottobre 2011 12:19:28
Il trio Sarkozy-Obama-Cameron ha fatto un bel regalo ai poveri cittadini arabi, per un po' di petrolio. Ha tolto loro quel minimo di libertà e "laicità" di cui godevano. L'introduzione della sharia sarà la loro e, che Dio non voglia, anche la nostra tomba se l'Occidente non si sveglierà. Sono pessimista.
maria angela gobbi , Colico (Lc)-Italia
martedì 25 ottobre 2011 11:42:16
Buongiorno-per prima cosa però mi chiedo a cosa servano questi commenti che nessuno vede...Comunque:io credo-essendo Cristiana- fermamente nella Provvidenza, e vedo,guardando indietro la storia umana,che Tutto il male-orrendo,innegabile-alla fine porta all'umanità frutti di Bene...tutto concorre a rendere l'umanità UNA... e così spero che queste tempeste nel mondo musulmano, se anche dapprima sembrino a favore dei violenti integralisti,alla fine si risolvano invece nel loro tracollo.Potrebbe darsi che i giovani,decisi ormai a lavorare per il PROPRIO futuro,cessino di dedicarsi al terrorismo verso l'occidente,per occuparsi invece,ognuno del proprio paese.E così sia.E viva sempre Israele.