Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Israele revoca l'obbligo delle mascherine all'aperto. Vaccini e ripresa: così il Paese ha sconfitto il Covid

lunedì 19 aprile 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 19 aprile 2021

Eccoci di nuovo esseri umani, una faccia, un nome, un sorriso, per la strada senza maschera. Non la chiamerò affettuosamente mascherina. E la fascia chiara che ha cancellato i lineamenti, il segnale di paura divenuto quotidiano e indispensabile: ha dato una mano di calce ai baci, al piacere dell'incontro, anche all'espressione della legittima frustrazione. Ha obliterato la bellezza persino dei bambini. Adesso in Israele per primi nel mondo torniamo a incontrarci, 5 milioni sono vaccinati, un milione guarito su 9 di popolazione complessiva. I tassi di contagio e il numero dei morti bassissimo. E una vittoria meravigliosa, ma non invidiateci: imitateci. Prima di tutto, abbiate fiducia nel vaccino, è talmente evidente che in un ambiente con l'immunità di gregge subito la pandemia si ritira, si restringe, consente di nuovo di andare a scuola e prendere gli autobus. Dunque: aprite il vaccino a tutti, sia pure gradualmente qui si è andati dai più vecchi e quindi più fragili fino ai 16enni, e adesso si studia seriamente la possibilità del vaccino ai bambini. Si parla del vaccino senza spaccare il capello sui brevi sintomi delle reazioni, senza agitarci, senza accusare di maligne sperimentazioni Pfizer o Moderna o AstraZeneca. Come in tutte le complicate vicende di Israele la gente è stata la protagonista del processo di guarigione, la sua forza e la sua disciplina, mentre Netanyahu dava il suo meglio capendo che qui si giocava una partita di cui i libri di storia dovranno raccontare. [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Yom HaAzmaut (il giorno dell'indipendenza di Israele) e la vittoria sul Covid19"

venerdì 16 aprile 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video "Yom HaAzmaut (il giorno dell'indipendenza di Israele) e la vittoria sul Covid19"

Clicca qui per vedere il video

Il Medio Oriente visto da Gerusalemme

venerdì 16 aprile 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda

L'Iran provoca e colpisce nave israeliana. Usa: pazienza

mercoledì 14 aprile 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 14 aprile 2021

Gerusalemme L'Iran ha ripreso ad arricchire l'uranio al 60 per cento: l'ha annunciato, e non è un caso che sia stato proprio lui a farlo, il capo negoziatore nucleare Abbas Araqchi, una sfida lanciata agli altri negoziatori. Il limite stabilito dal Jcpoa, il patto del 2015, è sotto il 5%. Le riserve di uranio sono state in buona parte arricchite al 20%, da cui è facile raggiungere, con centrifughe avanzate come quelle di Natanz, il 90% per la bomba atomica. II 60% è la risposta iraniana agli attacchi ben riuscito alla centrale di Natanz. Quello di lunedì fermerà per mesi le centrifughe. L'imbarazzo che il maggiore sito atomico sia stato danneggiato gravemente è rimasto per poche ore fonte di incertezza politica: far finta di niente o denunciare al mondo «un attacco terroristico», accusare il Mossad e giurare vendetta, come ha scelto di fare il regime? E un atteggiamento contraddittorio rispetto al tono accattivante con cui gli iraniani vorrebbero presentarsi a Vienna a riprendere il dialogo e convincere Biden. La sua scelta di ricostruire il patto è sostenuta con entusiasmo da tutti i vecchi funzionari di Obama. [...]

L'atomica iraniana va ko, Teheran contro Israele: "È un atto di terrorismo"

lunedì 12 aprile 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 12 aprile 2021

Un «incidente» a Natanz, centrale nucleare iraniana, sempre in primo piano, già investita nel luglio scorso da una misteriosa esplosione, ha fermato proprio il giorno dopo l'inaugurazione le nuove, bellissime, centrifughe di ultima generazione, proibite dall'accordo Jcpoa stretto nel 2015. Sabato scorso il presidente Rouhani aveva annunciato che l'Iran aveva iniziato a iniettare l'uranio in forma di gas hexafluoride nelle centrifughe di Natanz IR-6 e IR-5. Una tecnica molto avanzata e veloce, fuori delle norme, usando la quale (oltre forse ad altri sistemi) «in meno di quattro mesi» come aveva annunciato Behrouz Kamalvandi il portavoce della AEOI l'Organizzazione Atomica Iraniana qualche giorno prima «abbiamo prodotto 55 chili di uranio arricchito al 20 per cento, e in meno di otto mesi possiamo raggiungere i 120 chili». Passi evidenti sulla strada della bomba atomica nonostante una beffarda assicurazione che si tratta di strutture civili, minacce palesi proprio mentre il presidente Hassan Rouhani di ritorno dagli Usa, riferendosi al summit di Vienna si era vantato che «tutte le parti del patto nucleare hanno concluso che non c'è nessuna conclusione migliore del Jcpoa e che non c'è nessuna altra strada che la sua totale realizzazione». [...]

Cari bambini, lodate le truci divinità azteche

domenica 11 aprile 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 11 aprile 2021

Fra tante vicende che dipingono di colori violacei la nuova era americana del neorazzismo antibianco tanto auspicata dagli oppositori di Trump, quella più espressiva riguarda gli aztechi. No, non è marginale:possiamo benissimo immaginarlo in qualsiasi parte del mondo, in Israele con i caananiti o i samaritani, in Italia con gli Aquitani o i Reti. Succederà: "La bianchezza (traduco così il concetto di whiteness, nda) inquina l'aria, devasta le foreste, scioglie i ghiacci, diffonde e finanzia le guerre, appiattisce i dialetti, infesta la coscienza, uccide la gente...", lo ha scritto Damon Young, collaboratore del New York Times, e lo cita Victor Davis Hanson, lo storico conservatore, in una bellissimo saggio sul razzismo antibianco.

 Torniamo agli aztechi: una nuova proposta di curriculum scolastico per 10mila scuole californiane per la quale si vota proprio in questi giorni e che riguarda 6 milioni di studenti, in nome della decolonizzazione degli USA reintroduce il simbolismo azteco religioso nel nuovo programma (al voto in questi giorni) chiamato "Ethinic Studies Model Curriculum" e lo allarga dai campus americani alla scuola primaria e secondaria. Il curriculum si basa sulla "pedagogia degli oppressi" sviluppato dal teorico marxista Paolo Freire che sostiene che in primis gli studenti devono essere educati sull'oppressione  per ottenerne "comprensione critica", e di conseguenza essere in grado di rovesciare i loro oppressori, cioè i bianchi. Ormai è lectio comune, sostenuta da una quantità di fake news: per esempio l'assassino di massa del Colorado è stato subito unanimemente attribuito a un "fascista bianco" a un "suprematista" per poi scoprire che si trattava di un siriano musulmano. Ma ormai anche la nipote e consigliera di Kamala Harris, Meena Harris, aveva già twittato che "gli uomini bianchi violenti sono la maggiore minaccia per il nostro Paese".

Riporta sul "City Journal" Christopher Rufo che secondo il programma californiano dunque gli insegnanti devono, come compito primario, aiutare gli studenti a "sfidare credenze razziste, bigotte, discriminatorie imperialiste, coloniali". E chi le alberga? I bianchi, che tutti quanti, che lo sappiano o meno. La società americana è accusata tutta di essere razzista, partecipe di ogni forma di oppressione e di razzismo, consapevole e inconsapevole, oggi, ieri o in qualsiasi altro tempo: essa dunque richiede, subito, oggi, una disinfezione della storia, per cui i monumenti a George Washington e ad altri padri della patria devono essere rovesciati; si deve cancellare il linguaggio, e con esso il pensiero, dei maggiori scrittori bianchi, compreso Shakespeare, Dante Alighieri (una sentina di pregiudizi razziali!) o Hemingway. Questo vale per gli artisti: Michelangelo (come si permette di rappresentare David come un giovane atleta bianco?) o Edward Hopper, secondo Tolteka Cuathtin il co-chair del Ethnic Studies Model Curriculum californiano, ma anche secondo moli altri testi in voga sono basati su "paradigmi europei etnocentrici, suprematisti bianchi (razzisti, antineri, anti-indigeni) capitalisti (classisti) patriarcali (sessisti o misogini) terepatriarcali (omofobici) e antropocentrici". Il testodi Cuathtin parla di "furto della terra, istituzione di gerarchie bianche ed europee che hanno creato ricchezza eccessiva divenuta la base dell'economia capitalista". Da essa una "egemonia" che non si è mai interrotta fino al giorno d'oggi in cui le minoranze vengono assoggettate con "la socializzazione, l'addomesticamento e addirittura la "zombificazione".[...]

Yom HaShoah, il giorno del ricordo

venerdì 9 aprile 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 09 aprile 2021

La premessa indispensabile per poter dire never again, mai più, è capire che i sei milioni di uccisi fra cui mio nonno, sua moglie, cinque fratellini di mio padre in Polonia, due fratelli della mia nonna Lattes Volterra, tutta la famiglia di mio zio Nedo Fiano, sono stati assassinati per una sola ragione: perché erano ebrei. Alle dieci di ieri nelle scuole di Israele i bambini con la maglietta bianca si sono fermati al suono della sirena come le auto, i passanti, la gente al supermarket.

Abbiamo ripercorso verità insopportabili, infinite storie: come a Wansee fu sancito dai nazisti che era necessario uccidere i bambini perché da grandi non si vendicassero; come una bambina si arrampicava sul mucchio dei morti a Babi Yar e trovata la mamma l'abbracciava; come nella notte bulgara sotto zero due tedeschi urlano a una mamma coi bambini che hanno cinque minuti prima della deportazione; come nel ghetto di Lodz fu intimato alle famiglie di consegnare i loro bambini. E altre mille memorie, mille espressioni della fantasia antisemita su cui si pretende di dire «never again» senza neppure riconoscerla. La storia riporta connivenze pressocché onnipresenti con la Shoah; oggi l'Onu si diverte a condannare Israele (105 volte contro 0 per la Cina e 5 per l'Iran); l'America e l'Europa vantano la ripresa del dialogo con l'Iran per un patto che non sarà mai osservato, senza una parola perché quel Paese ha giurato di distruggere lo Stato degli ebrei; Biden riapre un portafoglio milionario ai palestinesi e non si vede cura che i soldi non vadano in odio e terrore. Nel mondo lievita l'antisemitismo, l'ultima psicosi parla di cospirazione ebraica come causa del Covid.[...]

Yom HaShoah

giovedì 8 aprile 2021 Il Giornale 0 commenti
Nel giorno della memoria della Shoah l'unica promessa che non accadrà "mai più" come ripetono in tanti, in tutto il mondo, mentre aumenta l'antisemitismo, si cerca un patto con l'Iran che promette di distruggere lo Stato Ebraico, Biden consegna di nuovo ai palestinesi 235 milioni di dollari che serviranno ad alimentare il solito terrorismo contro uomini donne e bambini ebrei, mentre imperversano negazionismo e revisionismo delle responsabilità (ancora i tedeschi non hanno riconosciuto che collaborarono in massa allo sterminio, e così i polacchi e altri volenterosi europei)...

In questo giorno la mia garanzia e la mia vendetta sono i bambini israeliani in massa a scuola con la camicia bianca che cantano e accendono candele. Siamo noi, qui, sull'attenti alle 10,00 al suono della sirena, fieri oggi, mentre pensiamo ai nostri cari uccisi, di aver combattuto meglio di tutto il mondo il Corona virus. Siamo noi, nello Stato di Israele. Unica promessa che "never again" non è una sciocchezza retorica.

Netanyahu più vicino al governo. Ma il processo lo preoccupa

martedì 6 aprile 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 06 aprile 20221


Gerusalemme Dopo una giornata di colloqui molto sofferti alla fine sarà difficile che il presidente di Israele Reuven Rivlin possa affidare a chiunque non sia Netanyahu la formazione di un nuovo governo. Perché a tarda serata Gideon Sa'ar, fondatore di «Nuova Speranza» e aspirante primo ministro, transfugo dal Likud che aveva giurato che mai e poi mai accetterà di sedere in un governo di cui sia il primo ministro Bibi, ha tuttavia rifiutato di dare il suo appoggio al principale oppositore di Netanyahu, Yair Lapid. Ma Bibi ha 30 seggi, e Lapid 17: i conti degli ultimi giorni davano al primo ministro uscente 52 seggi e a Lapid 45, una somma spuria di ispirazioni anti-Bibi, che se sommati ai 7 seggi di Sa'ar avrebbero portato a un pareggio che avrebbe aperto la strada dell'incarico. Invece, niente. Il mix di partiti di destra e di sinistra che si sono affannati per mettere insieme un patchwork per Lapid, scivolano su una buccia di banana.

Tanto poco è piaciuto a Rivlin la decisione di Sa'ar, che ha subito dichiarato con gesto davvero irrituale che non riteneva chiusa la decisione di «nuova speranza» e che pregava di fare ancora qualche telefonata prima di arrivare a quella conclusione. Ma per ora Netanyahu ha di nuovo un numero maggiore di seggi per formare una coalizione, sempre però troppo basso rispetto ai 61 seggi necessari nella Knesset di 120 deputati, dato che «Yemina», la «destra» di Bennet, per ora indica proprio Bennet come suo candidato. [...]

Il Medio Oriente visto da Gerusalemme

venerdì 26 marzo 2021 Generico 0 commenti
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