Nirenstein: "Ecco come Israele ha vinto la sfida della vaccinazione di massa" - Libera TV
giovedì 4 febbraio 2021 Generico 0 commenti
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VIDEO Gli Accordi di Abramo: una speranza per il futuro
martedì 2 febbraio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,
cliccando qui potrete rivedere il video dell'incontro Gli Accordi di Abramo: una speranza per il futuro, evento organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi
GLI ACCORDI DI ABRAMO: UNA SPERANZA PER IL FUTURO - iscrizioni al convegno online del 1° febbraio 2021 ore 17:00
lunedì 1 febbraio 2021 Generico 0 commenti
Perché noi ebrei non vogliamo essere vittime
mercoledì 27 gennaio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 27 gennaio 2021
Quando Elie Wiesel scrisse le sue prime memorie di Buchenwald, le scrisse in Yiddish nel 1954 su una nave che lo portava dall'Europa al Brasile. Più avanti, riscrivendole in francese, Wiesel scelse un tono molto più pacato ancorché disperato, abbandonando la parte più rabbiosa, che vuole ricordare ma anche vendicarsi. Una scelta più volte elaborata dai sopravvissuti alla «morte assoluta», ma poi smussata nella scelta di una memoria collettiva tendente al perdono, decisamente orientata al recupero della vita e dell'ottimismo per il popolo ebraico. Ogni memoria della Shoah porta con sé mille punti di domanda, e tutti conturbanti e anche imbarazzanti. Quanto più le memorie sono realistiche, vive, disegnate, quanto più ci folgora l'inafferrabilità del significato a meno di accettare inutili semplificazioni retoriche. Inutili, perché, come si vede per esempio nel recente blood libel sulle accuse agli ebrei per il Covid (lo hanno diffuso o non hanno permesso ai palestinesi di vaccinarsi, roba da Der Stürmer, con tanto di vignette), non servono a evitare che l'Idra dell'antisemitismo seguiti a dimenare la sua rivoltante testa. Noi, figli e nipoti di sopravvissuti (mio zio Nedo Fiano alla cui eroica determinazione alla memoria va tutto il mio amore, e mio padre Alberto Nirenstein, storico della Shoah, che ha scelto di testimoniare per gli assassinati coi suoi libri senza un attimo di tregua), restiamo soli ogni giorno di più. Loro porgevano come un fiore rosso la loro vita, noi dobbiamo inventarci come non farlo appassire. Mi dispiace proporre qui, ma lo faccio per capire bene, il discorso di Himmler pronunciato davanti ai Reichsleiter e ai Gauleiter a Poisen, il 6 ottobre 1943, citato da Annette Wieviorka ne L'era del testimone: «Vi prego di ascoltare e di non far parola... ci si pose la domanda che ne facciamo delle donne e dei bambini? Anche in questo caso mi decisi per una soluzione chiara. Non ritenni giusto sterminare gli uomini - diciamo uccidere e farli uccidere - e lasciar crescere i bambini che potranno vendicarsi dei nostri figli e nipoti. Così si dovette prendere la difficile decisione di far scomparire questo popolo dalla terra... la questione ebraica sarà regolata entro la fine di quest'anno... in un lontano futuro potremo porci il problema se dire qualcosa di tutto ciò al popolo tedesco... assumiamo la responsabilità portando questo segreto con noi nella tomba». Nella decisione quintessenziale che rappresenta tutta la Shoah, quella di ammazzare tutti i bambini ebrei, è inclusa, esplicita, la decisione di cancellare la memoria. «In un lontano futuro vedremo... porteremo questo segreto nella tomba». [...]
Ritorno alla libertà. Lo stress post traumatico dopo la guerra al Covid
sabato 23 gennaio 2021 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 23 gennaio 2021
Il Covid lascerà il suo segna post traumatico ovunque, in ogni angolo di mondo: dove io mi trovo ci siamo quasi. Mentre scrivo sento un piccolo dolore al braccio sinistro perché solo sabato sera ho ricevuto la seconda iniezione del vaccino Pfizer. Desidero questo dolore, lo percepisco con soddisfazione, è il segno della libertà, anelo alla mia «patente verde» per potere viaggiare, venire in Italia, tornare a essere libera... Ma sarò un'altra persona in un'altra società: il post trauma porta con sé conseguenze politico-culturali e mutazioni sociali. La perdita della libertà di andare e fare quel che si vuole, e quindi l'ubbidienza alle regole, l'obbligo a una vita in spazi chiusi, il senso di vertigine davanti a metropoli con le piazze e le strade vuote, saranno a lungo con noi. Sarà con noi il dolore, sconosciuto nella nostra epoca se non nelle società in guerra come Israele, della morte collettiva, a centinaia, a migliaia: d'un tratto, per la prima volta dalla guerra, amici o persone conosciute se ne sono andate tutte insieme, soffrendo. La sofferenza e la scomparsa di vecchi genitori fino a ieri protettivi, la novità assoluta della solitudine nel momento della morte, non sono più un film, né lo è la perdita del lavoro, del tuo negozio, del tuo ufficio, della scuola dei ragazzi. Sarà con noi ciò che rende la guerra così temibile: non sai che cosa ti può accadere fra un minuto, o domani, o mai. Un attimo dopo il tampone negativo, puoi già essere di nuovo infettato.[...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: Joe Biden presidente visto da Israele
sabato 23 gennaio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video "Joe Biden presidente visto da Israele"
Clicca qui per vedere il video
Mediorientale
venerdì 22 gennaio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,Cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
Patti di Abramo a rischio. E ora torna in gioco l'Iran
venerdì 22 gennaio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 22 gennaio 2021
Alla
fine in Medio Oriente il nome del gioco per John Biden si scrive con la
maiuscola: Iran. In movimento, c'è un grande, bellissimo nuovo gioco
che si chiama «Patti di Abramo», ma ce riè uno vecchio e difficile che
Biden ha promesso di affrontare di nuovo. Non è in ballo Israele, ma una
collana di Paesi che rifiutano l'arma nucleare, i missili balistici, le
molteplici attività belliche e terroristiche iraniani nella zona: Biden
sa bene che alcuni Stati musulmani e in genere sunniti alleati degli
Usa hanno costruito un inusitato, nuovissimo rapporto di pace con
Israele, ma non soltanto. Sono grandi gruppi etnici come i curdi, masse
di diseredati in Siria, in Libia, in Yemen. Dalla parte opposta, i
palestinesi si aspettano una spinta fondamentale da Biden perchè la loro
palla torni a correre sul campo, e l'Iran è loro amico. E un intero
sistema di potere e di forza scardinato da Trump che chiede di essere
reinstaurato, e sarebbe un disastro. Ma Biden non è Obama, anche se il
suo primo scopo è negare vigorosamente le politiche di Trump. Chi è il
nuovo presidente? Biden si definisce «un sionista», ha incontrato tutti i
primi ministri Israeliani, a Bibi ha detto: «Non siamo d'accordo, ma ti
voglio bene». [...]
Mediorientale
venerdì 15 gennaio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,aprendo questo link: https://www.radioradicale.it/scheda/626316/il-medio-oriente-visto-da-gerusalemme
potrete
riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana
Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
La purga contro i conservatori
mercoledì 13 gennaio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 13 gennaio 2021