Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Patti di Abramo a rischio. E ora torna in gioco l'Iran

venerdì 22 gennaio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 22 gennaio 2021

Alla fine in Medio Oriente il nome del gioco per John Biden si scrive con la maiuscola: Iran. In movimento, c'è un grande, bellissimo nuovo gioco che si chiama «Patti di Abramo», ma ce riè uno vecchio e difficile che Biden ha promesso di affrontare di nuovo. Non è in ballo Israele, ma una collana di Paesi che rifiutano l'arma nucleare, i missili balistici, le molteplici attività belliche e terroristiche iraniani nella zona: Biden sa bene che alcuni Stati musulmani e in genere sunniti alleati degli Usa hanno costruito un inusitato, nuovissimo rapporto di pace con Israele, ma non soltanto. Sono grandi gruppi etnici come i curdi, masse di diseredati in Siria, in Libia, in Yemen. Dalla parte opposta, i palestinesi si aspettano una spinta fondamentale da Biden perchè la loro palla torni a correre sul campo, e l'Iran è loro amico. E un intero sistema di potere e di forza scardinato da Trump che chiede di essere reinstaurato, e sarebbe un disastro. Ma Biden non è Obama, anche se il suo primo scopo è negare vigorosamente le politiche di Trump. Chi è il nuovo presidente? Biden si definisce «un sionista», ha incontrato tutti i primi ministri Israeliani, a Bibi ha detto: «Non siamo d'accordo, ma ti voglio bene». [...]


Mediorientale

venerdì 15 gennaio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

aprendo questo link: https://www.radioradicale.it/scheda/626316/il-medio-oriente-visto-da-gerusalemme
potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda

La purga contro i conservatori

mercoledì 13 gennaio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 13 gennaio 2021

Ancora otto giorni, e Trump scenderà dal palco. Si parla anche di impeachment, e questo farebbe gongolare molti: Trump ha detto che ne risulterebbe una enorme frustrazione che creerebbe altre terribili tensioni. È vero. L'accanimento ha preso il posto della discussione, la colpevolizzazione si è ormai riversata sui 70 milioni che l'hanno votato in modo da rendere impossibile un futuro equilibrato per gli Stati Uniti. Questo, anche se si riconosce, come fa chi scrive, il gravissimo errore della chiamata di Trump alla folla. Ma Trump è stato posseduto dalla sua hybris che non gli consente di perdere. È evidente però nella furia dei commenti, nel disprezzo a 360 gradi, che il rischio nel ribadire l'indegnità di Trump condannando lui e i suoi uomini all'isolamento a vita sull'Isola del Diavolo, alla fine pretende la genuflessione pentita di una vasta parte di mondo, dell'universo conservatore. E mostra la prosopopea morale per cui chi non appartiene al credo progressista è abominevole. Questa messa al bando morale giunta a livelli incredibili nei posti di lavoro, nelle università, nella famiglie ha creato una barriera che ha causato la demenziale marcia su Capitol Hill. Una marcia anche criminale nel senso della violazione e della vandalizzazione di beni pubblici e dell'intenzione di questionare il verdetto morale delle urne. Ma non nel senso insurrezionale che gli si vuole attribuire, come ha spiegato l'avvocato Dershowitz, non una pianificata intenzione di fare a pezzi la democrazia, né un'espressione della natura diabolica e forse di un piano a lungo termine del presidente. L'intenzione che hanno attribuito a Trump e a quella folla è «insurrezione»: ma è difficile stabilire che cosa significhi, specie quando da maggio a settembre grandi folle di Black Lives Matter hanno stravolto il Paese con marce e proteste anche molto violente. Molti gli assalti alla polizia e la richiesta di eliminare la polizia del tutto. Era insurrezione? Probabilmente no. [...]

"Questo finale rovina tutta la storia di una presidenza diffamata per anni". Intervista a David Wurmser

venerdì 8 gennaio 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 08 gennaio 2021

Seduti uno di qua e uno di là dall'Oceano, da Washington e da Gerusalemme, contempliamo con la testa fra le mani, insieme a David Wurmser, il disastro di Capitol Hill, la parabola del presidente che ha trasformato la conclusione del suo mandato in un circo di leoni impazziti. David è uno dei migliori intellettuali conservatori degli Stati Uniti, è stato consigliere speciale al Dipartimento di Stato di John Bolton, e prima di Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti, membro dell'American Enterprise Institute.

Cos'è successo a Capitol Hill? «E successo un disastro. Tutta la storia della presidenza Trump sarà ricordata soprattutto per questa conclusione, e la sua memoria ne sarà interamente compromessa».

Le critiche a Trump erano già insistenti, asfissianti... «Di più, ed è stata proprio la persecuzione totalizzante del personaggio e dei suoi che ha portato al discorso scandaloso di due giorni fa. Trump è stato sempre un'antenna dello stato d'animo della sua folla, non di violenti, ma di cittadini su cui il fatto di non essere di sinistra è diventato un'accusa di essere una sorta di "nazisti". Una parola che non ammette replica, perché implica storicamente la sua totale indecenza. Trump e la sua gente in questi anni sono stati bombardati da accuse di ignominia: ci sono stati licenziamenti, fratture familiari, messe al bando di vecchi amici, odio, disgusto e shaming sui media, attacchi fisici al ristorante, per la strada ai trumpiani. La legittimazione appartiene a gruppi che per altro negli ultimi 8 mesi hanno distrutto migliaia di negozi, ferito cittadini, sparato ai poliziotti...». [...]

L'Iran minaccia vendetta per il generale Soleimani. Trump pronto alla guerra

sabato 2 gennaio 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 02 gennaio 2021

La tradizionale festa di capodanno al «Mar a Lago club», in Florida, si è svolta senza Donald Trump. Col suo stile da D'Artagnan che non chiede il permesso a nessuno, un giorno prima del previsto il Presidente che lascia la Casa Bianca il 20 di questo mese per passarla a Joe Biden, ha abbandonato gli amici e se ne è tornato a Washington. Nessuno sa perché, ma quando si parla di Trump si parla sempre di svolte fatali, di gesti super grandiosi e, naturalmente, super discutibili, specie ora che Biden poi se li dovrebbe buscare. La chiacchiera del villaggio internazionale è molto drammatica e riguarda una possibile guerra con l'Iran. Domani, 3 gennaio, ricorre l'anniversario dell'eliminazione di Qassem Soleimani: il generale, rappresentato su tutti i muri di Teheran e ovunque allignino i suoi ammiratori, da Hamas a Gaza, al Libano degli hezbollah, allo Yemen dei Houty, all'Irak delle varie milizie sciite, è una delle proclamazioni continue, da un anno, della volontà di una vendetta terribile che deve investire gli Stati Uniti e Israele. Il rumore di questa intenzione è diventato un tuono col trascorrere degli ultimi giorni: Nasrallah ha tenuto un discorso furioso, Hamas ha voluto dimostrare con un drill militare senza precedenti e con un bombardamento a Sderot di essere pronto alla guerra. Infine ieri Teheran ha ribadito i propositi di vendetta per l'uccisione di Soleimani: i suoi killer «non saranno al sicuro sulla Terra», ha assicurato il capo dell'autorità giudiziaria della Repubblica islamica, Ebrahim Raisi, sottolineando che neanche il presidente Trump, che ordinò l'attacco con un drone, è «immune dalla giustizia». [...]

Mediorientale

venerdì 1 gennaio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

aprendo questo link: https://www.radioradicale.it/scheda/625394/il-medio-oriente-visto-da-gerusalemme
potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda.

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Speranza e sollievo: il vaccino in Israele"

mercoledì 30 dicembre 2020 Generico 0 commenti
Cari amici,

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video  "Speranza e sollievo: il vaccino in Israele"

Apri questo link per vedere il video:

http://www.informazionecorretta.com/video/fiamma301220.mp4

Quell'ago gelido che ci ridà la libertà

lunedì 28 dicembre 2020 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 28 dicembre 2020

E’ come entrare in un mondo diverso quando l'ago finalmente inietta veloce, una saetta, quella fialetta trasparente: quanto è benedetta, quanto è gelata, e quanta sete ne ha il mondo. L'ingresso della piccola clinica di zona gestita da una delle compagnie di assicurazione medica semipubbliche in cui è suddivisa la sanità israeliana, sabato sera era pieno di gente come me, over 60, più qualche giovane speranzoso. Molti con l'appuntamento, molti con la speranza di chiudere subito, adesso questo maledetto capitolo del Covid. Quasi tutta Israele desidera sperimentare subito il miracolo della scienza, e da ieri la richiesta ha creato una folla fitta sulle porte dei centri della distribuzione, nonostante la data e gli orari vengano distribuiti per telefono: ma se si libera un posto, la parola d'ordine è vaccinare il più possibile. Fare entrare quanti lo desiderano, se si può. E già si vaccinano quasi 200mila persone al giorno, 300 mila circa sono già state vaccinate. Netanyahu, molto fiero, ha detto che se l'obiettivo di 150mila al giorno viene raggiunto in 30 giorni sarebbero 4 milioni e mezzo le persone vaccinate, tutte quelle a rischio e gli anziani, (ieri si sono intraprese le case di riposo). [...]

Incontro in ricordo di Nedo Fiano z.l.

venerdì 25 dicembre 2020 Generico 0 commenti
 

Naufraga l'alleanza Netanyahu-Gantz, Israele alle quarte elezioni in due anni

mercoledì 23 dicembre 2020 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 23 dicembre 2020

(Gerusalemme) Gira a velocità supersonica il palcoscenico rotante israeliano. Tutti i cittadini sopra i 60 anni sono attaccati ai telefoni e ai computer per fissare il loro turno per ricevere il vaccino, ormai in distribuzione frenetica. Le star, dopo Netanyahu e il presidente Reuven Rivlin, fanno a gara per vaccinarsi in diretta. Però, intanto, il ministro della Sanità Yuli Edelstein annuncia un indispensabile lockdown: i contagiati di ieri sono 3.594, un numero altissimo per Israele. E mentre le maschere del sorriso di speranza e della disperazione occhieggiano surrealistiche l'una all'altra, un terzo e un quarto panorama confondono le idee: è partito dall'aereoporto Ben Gurion a Tel Aviv un volo speciale El Al per il Marocco portando dal re dignitari israeliani insieme a una delegazione americana capeggiata da Jared Kushner, il grande tessitore della pace mediorientale e genero di Trump. È un volo pieno di speranza per chiudere gli accordi di pace con Israele: entusiasti i marocchini di qui e gli ebrei di là, stavolta la pace è con un grande Paese musulmano che conta millenni di rapporti alterni col popolo ebraico, e che finalmente abbraccia lo Stato Ebraico. Ma ecco lo scenario che su tutti è il più paradossale: ieri notte a mezzanotte è scaduto il termine per cui, privo di un voto di un bilancio approvato, il Parlamento deve necessariamente dissolversi. E così, fra contrazioni e sussulti, mentre fino all'ultimo Netnayahu e Gantz hanno cercato di evitare la valanga, si disfa la precaria alleanza Likud-Bianco e Blu tra Bibi Netayahu e di Benny Gantz, svanisce l'ipotesi della rotazione su cui la coppia si era costruita e Israele va alle elezioni per la quarta volta in due anni, il 23 marzo. [...]
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