Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Mediorientale

venerdì 5 marzo 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda
 

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: Israele, i vaccini e la disinformazione

domenica 21 febbraio 2021 Generico 0 commenti
Cari amici,

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video  "Israele i vaccini e la disinformazione"

Clicca qui per vedere il video

La musica di Dio: dialogo tra Riccardo Muti e Massimo Cacciari

sabato 20 febbraio 2021 Il Giornale 0 commenti

Risultato immagini per Le sette parole di Cristo

Il Giornale, 20 febbraio 2021

Non so se Riccardo Muti e Massimo Cacciari volessero parlare di Dio dialogando sul rapporto tra musica e immagine, a partire da Masaccio e da Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn. Ma Le sette parole di Cristo (Il Mulino) va molto oltre, e la presenza di Muti conduce alla fine a una domanda molto impegnativa: che cosa è la musica? Le sette ultime parole pronunciate da Cristo in croce si rispecchiano nella meravigliosa Crocifissione di Masaccio, con il suo accecante sfondo dorato, che Muti racconta di aver visto per la prima volta a Capodimonte restandone fulminato. Muti e Cacciari mostrano l'incontro tra Masaccio e Haydn, inevitabile perché entrambi hanno intrapreso un dialogo «umano divino». Che cosa vuol dire? Semplicemente, Haydn ha disegnato in musica le sette frasi che definiscono Cristo nella sua dolcezza, disperazione, divinità: ha disegnato Dio nella sua umanità, illustrando il rapporto, appunto, tra umano e divino. Lo stesso fa Masaccio: la tragica umanità del corpo sofferente, insieme alla compostezza ferita a morte della madre, alla stupefatto e fatale dolore di Giovanni, e alla passione sensuale della Maddalena che, quasi per pudore, non vediamo in viso ma solo nel manto vermiglio teso dalle braccia disperate, lanciate verso l'alto ad abbracciare il corpo di Gesù... E' una «somma» di colori che pensano tutto l'insieme della vicenda di Cristo, e il suo messaggio umano-divino. Come la musica di Haydn. Cacciari spiega che l'icona e il suono sono, in sostanza, una sola cosa, che un quadro si ascolta, e una musica si vede, che è il pensiero stesso a suonare e dipingere dall'inizio dell'avventura umana. [...]

Mediorientale

venerdì 19 febbraio 2021 Generico 0 commenti
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Mediorientale

venerdì 12 febbraio 2021 Generico 0 commenti
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Così zia Rirì ha raggiunto il suo Nedo

mercoledì 10 febbraio 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 10 febbraio 2021

La Rirì ci ha lasciato. Rina Fiano, madre di Enzo,  Andrea, Emanuele, i nostri cugini; la zia Rirì, mia, della Susanna e della Simona, sorella della nostra mamma Wanda Lattes Nirenstein. Ci ha lasciato per volare via insieme a Nedo, dopo che lui ci se n'era andato da appena due mesi. Era logico, era necessario. Come poteva consentire che andasse tanto lontano senza di lei, dopo 70 anni in cui l' ha accompagnato e anche guidato per mano sulla strada in cui ha potuto conoscere di nuovo l'amore e la vita dopo Auschwitz?   Quando nel 1948 si sposarono, lui era tornato vivo per miracolo dopo che la sua famiglia era stata sterminata, il bicchiere rituale rotto sotto la chuppà nel Tempio di Firenze aveva un contenuto così carico di significati che chiunque ne sarebbe stato atterrito. Non la bellissima sposa bruna, diciottenne.

Io ero minuscola, bionda, con un vestitino celeste col nido di vespa, la nonna vicino. Lei mi chiamava, e così ha seguitato tutta la vita, palla d'oro. Mia madre era una gloriosa partigiana giornalista, la Rirì più femminile,  una "donna di valore","eshet chail" come la chiama la tradizione, più segreta, portata a scavare nei sentimenti, eppure grande. La sua dolcezza, il sorriso incantevole, i modi femminili ed eleganti non toglievano nulla alla sua autonomia di giudizio, al coraggio, alla determinazione che ha comunicato a Nedo, e che ha donato a chiunque l'abbia incontrata. Ho visto da vicino, tutta la sua vita, fino alle visite alla casa di riposo subito prima del Covid, o i soventi soggiorni a casa sua e di Nedo,  come la sua scelta, il suo ritmo quotidiano, contenesse tutto  ciò  che ha consentito al Popolo Ebraico di rialzarsi e vivere dopo la Shoah: l'orgoglio della sua cultura, la leadership nella comunità ebraica all'ADEI, l'Associazione delle donne ebree, l'impegno prioritario nell'aiutare Nedo a organizzare la sua missione, la sua compartecipazione alla trasmissione della memoria, la passione per Israele... E la casa, la cucina, la confidenza, il sorriso, l'eleganza, la partigianeria nei confronti dei propri cari, la pazienza infinita. Era coraggiosa nel pensare: non si tirava indietro da un consiglio spinoso, né da una critica, ma si inorgogliva di ogni successo di chi amava, pronta alla lode e all'incoraggiamento. Sono doti speciali.[...]

Steven Spielberg insignito del Premio Genesis per il 2021. Nirenstein: "Ho votato per lui anche perché è un eroe della Memoria"

mercoledì 10 febbraio 2021 Generico 0 commenti
 (ANSA) - TEL AVIV, 10 FEB - Il regista, produttore e
filantropo americano Steven Spielberg è stato insignito del
Premio Genesis per il 2021. Lo ha annunciato la Fondazione del
Premio - definito dai media il Nobel ebraico - sottolineando
nella motivazione "l'eminente impegno del regista per i valori
ebraici, il suo straordinario contributo al cinema e alla
filantropia e la sua dedizione nel preservare la memoria della
Shoah e impedire futuri genocidi".

   Per la prima volta nella sua storia, il Premio - del valore
di 1 milione di dollari, donati da tutti i precedenti vincitori
a cause filantropiche per le quali si sono impegnate - ha avuto
una doppia indicazione. Quella vincolante - ha spiegato la
Fondazione - espressa dalla giuria ufficiale e quella composta
dai voti di circa 200mila ebrei in sei continenti che hanno
votato il vincitore del 2021. Oltre a milioni di altri
intervenuti sui social network espressi: la maggior parte - ha
continuato - ha votato per il regista Usa.

   "Il Genesis - ha detto Stan Polovets, co-fondatore e
presidente della Fondazione - celebra il talento unico di
Spielberg, la sua dedizione nel rendere il mondo un posto
migliore e il suo ineguagliabile contributo nello spiegare gli
orrori dell'Olocausto alle generazioni del dopoguerra. Siamo
lieti di accoglierlo nella prestigiosa famiglia dei vincitori
del Genesis che include luminari come la giudice suprema Usa
Ruth Bader Ginsburg, Natan Sharansky e Michael Bloomberg".

La giornalista italiana Fiamma Nirenstein, che fa parte della
giuria del Premio, ha definito la designazione "un'ottima scelta
e particolarmente appropriata. Ho votato per lui anche perché è
un eroe della Memoria, specie in un momento, segnato da
un'ondata di antisemitismo risorgente, in cui molte ricerche
indicano che i giovani ignorano cosa sia stata la Shoah. La sua
Fondazione sull'Olocausto che, in larga parte a spese proprie,
ha intervistato e serbato i ricordi di gran parte dei
sopravvissuti è una cosa straordinaria. Un patrimonio
dell'umanità. E' - ha concluso - un personaggio universale che
unisce e non divide". (ANSA).


Con il paraocchi contro Israele

lunedì 8 febbraio 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 08 febbraio 2021


E’ un brutto segno dei tempi che l'Icc, la Corte penale internazionale, che avrebbe moltissimo lavoro da fare con i siriani, iraniani e chiunque compia veri, sistematici crimini di guerra, abbia invece impiegato tre dei suoi giudici per riconsegnare, dopo una valutazione professionale, nelle poco amichevoli mani della signora Fatou Ben Souda capo pubblico ministero, la giurisdizione territoriale della Corte nei confronti di Israele, palestinesi, Gaza. Cosa vuol dire questo? Che se la signora deciderà di servirsi della decisione, qualsiasi israeliano membro del governo, del sistema giudiziario, dell'esercito, qualsiasi soldato che abbia partecipato alle guerre di Gaza potrà essere arrestato e inquisito, per esempio in Italia, e portato in processo come criminale di guerra. Anche chi vive nei Territori, persino nella zona C che secondo gli accordi di Oslo è riconosciuta come totalmente nella giurisdizione israeliana sarà un sospetto criminale, e così in tutti i territori che la maggioranza dei giuristi ormai definisce, in base alle risoluzioni dell'Onu, territori disputati, potranno essere processati come Saddam Hussein, come i responsabili dei grandi criminali della Cambogia, del Rwanda, del Darfur. Se la Ben Souda, che fra l'altro sta per andare in pensione, accetta il verdetto farà la gioia dei palestinesi e non solo: gioiranno gli iraniani, i turchi, gli Hezbollah, tutte le organizzazioni terroriste del mondo devote alla guerra a Israele; si sentiranno rattristati e infastiditi i Paesi Arabi che hanno appena siglato la pace di Abramo; e soprattutto avrà una bella spinta in avanti il movimento di boicottaggio Bds e tutte le ideologie di destra e di sinistra antisemite, che ultimamente vanno forte. Netanyahu ha semplicemente spiegato che Israele non si arrenderà e che «quando si decide di attaccare Israele per falsi crimini di guerra, questo è puro antisemitismo». [...]

Israele si avvicina all'immunità di gregge col record di immunizzati (e di lockdown)

venerdì 5 febbraio 2021 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 05 febbraio 2021

Israele non è soltanto il Paese che ha il maggiore numero di vaccinati al mondo e quello ha avuto il maggior numero di lockdown (tre): non sono due dati in contraddizione. E anche il Paese che ha avuto il coraggio e la severità di smontare qualsiasi pensiero ottimista, che ha intrapreso la battaglia contro il Covid come uno scontro fatale, per la vita: uno di quelli cui Israele è stato abituato sin dalla sua nascita. La crisi è costata 4.864 morti, tanti per un Paese di 9 milioni di persone, e 72mila infettati. I malati gravi sono circa 300, in diminuzione da quando le vaccinazione sono schizzate in alto, ma sempre troppi e le critiche al governo non mancano. Fa parte della vicenda del coronavirus: una pioggia di accuse alla classe dirigente. Ma non c'è dubbio: è stato a causa della durezza con cui il virus è stato affrontato da un Paese, da un popolo, da un primo ministro, Netanyahu, avvezzi a difendersi da pericoli mortali che Israele è diventato il numero uno nel mondo della lotta contro il Covid; è per questo che i miei amici dall'Italia chiedono se per caso c'è una norma per cui si possa venire a vaccinarsi a Gerusalemme o a Tel Aviv.

Due giorni fa in Israele quasi 2 milioni di persone hanno ricevuto ambedue i vaccini, e più di 3 milioni la prima iniezione. Il 77% dei cittadini sopra i 50 anni sono vaccinati, e agli altri 400mila che restano in questa fascia d'età, il premier ha rivolto una supplica perché concludano il percorso: «La mutazione aleggia sul mondo intero - ha detto Bibi - la situazione è grave. in Israele l'80% dei nuovi casi sono dovuti alla variante inglese. Israele riesce a far fronte solo a causa della vastità delle sue vaccinazioni, ma dobbiamo andare avanti parecchio e veloce». E, spiega, fra le persone sopra i 50 anni c'è stata una discesa degli infettati del 26%, mentre il Covid oggi si manifesta di più fra i giovani. [...]

Mediorientale

venerdì 5 febbraio 2021 Generico 0 commenti
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