Cari bambini, lodate le truci divinità azteche
domenica 11 aprile 2021 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 11 aprile 2021
Fra tante vicende che dipingono di colori violacei la nuova era americana del neorazzismo antibianco tanto auspicata dagli oppositori di Trump, quella più espressiva riguarda gli aztechi. No, non è marginale:possiamo benissimo immaginarlo in qualsiasi parte del mondo, in Israele con i caananiti o i samaritani, in Italia con gli Aquitani o i Reti. Succederà: "La bianchezza (traduco così il concetto di whiteness, nda) inquina l'aria, devasta le foreste, scioglie i ghiacci, diffonde e finanzia le guerre, appiattisce i dialetti, infesta la coscienza, uccide la gente...", lo ha scritto Damon Young, collaboratore del New York Times, e lo cita Victor Davis Hanson, lo storico conservatore, in una bellissimo saggio sul razzismo antibianco.
Torniamo agli aztechi: una nuova proposta di curriculum scolastico per 10mila scuole californiane per la quale si vota proprio in questi giorni e che riguarda 6 milioni di studenti, in nome della decolonizzazione degli USA reintroduce il simbolismo azteco religioso nel nuovo programma (al voto in questi giorni) chiamato "Ethinic Studies Model Curriculum" e lo allarga dai campus americani alla scuola primaria e secondaria. Il curriculum si basa sulla "pedagogia degli oppressi" sviluppato dal teorico marxista Paolo Freire che sostiene che in primis gli studenti devono essere educati sull'oppressione per ottenerne "comprensione critica", e di conseguenza essere in grado di rovesciare i loro oppressori, cioè i bianchi. Ormai è lectio comune, sostenuta da una quantità di fake news: per esempio l'assassino di massa del Colorado è stato subito unanimemente attribuito a un "fascista bianco" a un "suprematista" per poi scoprire che si trattava di un siriano musulmano. Ma ormai anche la nipote e consigliera di Kamala Harris, Meena Harris, aveva già twittato che "gli uomini bianchi violenti sono la maggiore minaccia per il nostro Paese".
Cuauhtin spiega dunque, riguardo agli aztechi, che i cristiani hanno compiuto un teocidio, rimpiazzando gli dei indigeni col loro credo. La conseguenza, per lui, è che occorre oggi una resistenza di "controgenocidio" e "controegemonia" che spazzi via il cristianesimo (e immagino anche l'ebraismo) e rimetta in sella qualche dio spaventoso che appare con fauci aperte e denti acuminati sulle piramide si Teotihuacan, e a cui il nuovo curriculum suggerisce che non si dedichi solo la memoria storica, ma si canti e si preghi, coi bambini in fila che lo lodano. Un programma di canzoni indigene include "in Lak Ech affermazione" in cui si chiede al Dio Tetzkalipoka, che veniva onorato con sacrifici umani, di fare dell'orante un coraggioso guerriero. Agli altri dei si chiede uno spirito rivoluzionario e alla fine si impetra "liberazione, trasformazione, decolonizzazione".
A New York una scuola privata di Manhattan di elevato livello, la Grace Church School, va dall'asilo d'infanzia alla 12esima classe, dà agli studenti 12 pagine di guida sul linguaggio: vi si sostituiscono le parole madre, padre, genitori con "i grandi", "i compagni", "la famiglia" i guardiani". Anche i riferimenti a una casa fissa di abitazione sono cancellati. Invece di chiedere a una persona "di dove sei" o "che cosa fai" si deve chiedere "quale è la tua l’origine culturale o etnica" e "di dove sono i tuoi progenitori".
La conseguenza di questa situazione è la paura: nei campus chi non condorda con la revisione culturale razziale è sospettato di "suprematismo bianco" solo per il colore della sua pelle, con marginalizzazione e "shaming" nelle scuole, e nella cultura,con sospetti e espulsioni dal lavoro. Così anche per chi non si confà alle ideologie woke su donne, lgtb, neri, ecologia, paesi terzi. Anche Netflix, come tutta Hollywood, non produce più un film in cui non si snocciolino tutti i credo anticapitalista, anticoloniali, prodonna, eccetera eccetera... Con la conseguenza di una noia infinita. Molti scrittori e intellettuali quasi senza accorgersene percorrono la stessa strada.
Un articolo di Bari Weiss (espulsa dal New York Times) racconta un dialogo esitante e segreto di un gruppo di genitori allarmati, emarginati: "Se si sapesse che ci siamo riuniti a parlare" -dicono dalla loro riunione clandestina a Los Angeles- "potremmo riceverne serie ripercussioni". Si tratta di gente molto benestante che manda i figli in scuole milionarie. Ma qui ormai oltre alla ripetizione quotidiana di teorie anticapitaliste che rendono i figli straniti e fissati, risuona il discorso incessante sull'America come Paese cattivo, da cancellare, da ricostruire da zero. I genitori alla riunione si ripetevano che la scuola ti può espellere per qualsiasi ragione e se vieni definito "razzista" sei peggio di un assassino, e non verrai mai più accettato: "Vedo cosa sta accadendo ai miei bambini" -dice un genitore- "sono educati nel risentimento e nella paura".
La cultura del vittimismo, sta diventando distruttiva e dilagante: "A scuola un bambino nero multimilionario ha detto al mio che si sente ‘inherently oppressed’ intrinsecamente oppresso. Allora mio figlio gli ha chiesto perchè, e lui gli ha detto "per via del colore della mia pelle". Questo mi ha fatto impazzire". Nel cambio dei curriculum, persino "Piccole donne" e "La lettera scarlatta" sono stati eliminati. I teorici della svolta americana, come Ibram Kendli, autore di "Come essere antirazzista" sostengono che il centro del razzismo è la negazione. Più sei razzista, più neghi di esserlo. Così, si forgiano nuove norme per cui nelle scuole americane se sei bianco e maschio non puoi mai parlare per primo anche se sai la risposta, e il ragazzo, raccontano i genitori, torna spesso a casa facendo un mea culpa per il razzismo di cui nè lui nè la sua famiglia si sono mai macchiate. I piccoli si adeguano a questa nuova realtà cambiando persino la musica preferita (in America è Beyonce) che viene decisa dall'insegnante. Si formano gruppi di "solidarietà razziale" da cui vengono espulsi i bianchi, i maschi o chi non mostra "solidarietà e compassione razziale e non possa partecipare dello sconforto, confusione, difficoltà che spesso accompagno il risveglio razziale".
Il problema razzista oscura l'uso della violenza da parte di Black Lives Matter stessa, o di Antifa, impedisce di giudicare le persone come individui e non come una razza o un genere. La scala di valori di una società liberale è stata rovesciata al punto della più assoluta confusione, il giudizio contro chi viene a priori considerato parte della agenda "suprematista" è sempre incredibilmente più aggressivo. Quando 30mila soldati sono stati dispiegati vicino a Capitol Hill dopo il disastroso attacco che ha segnato Trump per sempre, nessuno ha detto una parola; ma, dice Davis Hanson, quando Trump minacciò di mandare le truppe federali a fermare le rivolte che avevano spazzato il paese con incendi, rapine, vandalismi, 280 ex generali ammiragli e ufficiali della sicurezza hanno firmato una lettera per cui la sua minaccia era considerata dittatoriale. E' interessante che la nuova ondata razziale è guidata da elite bianche, ricche, spesso intellettuali... È sempre stato così, anche quando ero una ragazza degli anni ‘70.
domenica 11 aprile 2021 15:02:08
grande articolo.grazie....