Guerra Hamas-Israele. Su Tel Aviv pioggia di razzi. Iran e Turchia soffiano sul fuoco
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Il Giornale, 12 maggio 2021
Gerusalemme L'Egitto spinge Israele per un cessate il fuoco, il Qatar si dà da fare con Hamas. Ma ancora non ci siamo. Israele deve ricostituire la deterrenza per cui Hamas capisca che non può dominare la popolazione israeliana rinchiudendola in casa nel terrore dei missili. E Hamas, si sente troppo grande per smettere, e dei morti gli è sempre importato poco: è evidente dall'andamento degli scontri in Medio Oriente che uno spirito messianico, un'eccitazione simile a quella dell'Intifada possiede in queste ore Hamas, il grande difensore, oggi, della Moschea di Al Aqsa nel giorno di īd al-fiṭr e che essa ha definitivamente spodestato Abu Mazen nella leadership del mondo palestinese.
Più di 400 missili sono stati lanciati da Gaza contro Israele, gli obiettivi colpiti sono decine e il sistema antimissile ne ha fermati solo alcuni, vari edifici sono stati centrati e due donne sono state uccise nelle macerie a Ashkelon, i feriti sono decine, una famiglia con cinque figli ha il padre in condizioni drammatiche e i bambini in ospedale, le sirene suonano di continuo senza tregua al sud e la gente è costretta a restare chiusa in casa e a breve distanza dai rifugi, mentre lunedì anche Gerusalemme, la capitale, ha subito la stessa sorte.
Erdogan, l'Iran, sanno bene che è un terreno fertile, e non scabro come nel passato. La scelta dei giorni conclusivi di Ramadan gestita insieme alle grandi provocazioni (fra cui un ebreo religioso aggredito, il video diffuso fra incitamenti e sghignazzi attraverso TikTok) che hanno portato la Polizia israeliana a bloccare, forse con un errore di valutazione, la porta di Shkem, è coincisa, e certo è stata coordinata, con la crescita verticale dell'incitamento proveniente dall'Iran per bocca addirittura di Khamenei in preparazione del Giorno di Quds (Gerusalemme), mentre Erdogan dando di assassino a Israele si ingaggiava nella medesima gara.
Hamas ha certamente sentito il vento in poppa della spinta congiunta di due grandi poteri, l'uno sciita e l'altro sunnita, che in questo periodo sono al centro di una ridefinizione di rapporti dovuta alla presidenza Biden. La Turchia, mentre aggredisce con mille spade Israele, cerca un inusitato contatto con i sauditi, i sauditi si avvicinano (con una vista al generale anti Assad Ali mamlouk) alla Siria filorussa.
Ed è il caso qui di ricordare che non servono nemmeno all'Unione Europea, che dimenticando il buon senso e l'approfondimento della realtà, ripete la solita musica anti-israeliana mentre si svolge una guerra totalmente scelta e condotta dalla parte descritta invece come la vittima della situazione, i palestinesi. Un bambino un po’ capriccioso di cui Israele avrebbe sempre la responsabilità.
mercoledì 12 maggio 2021 14:49:34
Letto.Al solito una imbelle e ipocrita Unione Europea.Shalomggc