L'accusa-vergogna di Amnesty contro Israele
Il Giornale, 02 febbraio 2022
Quando Salman Rushdie, con quei 600mila dollari di taglia che gli pendevano sul capo, condannato a morte con una fatwa, affermò nel 2010 che Amnesty International era stata travolta da "un'autentica bancarotta morale", si riferiva alla sua resa all'Islam violento, ai suoi regimi e gang, alla paura, al suo sentimento antioccidentale, antiamericano, anti-israeliano. Questo viene oggi una volta di più sancito dal rapporto con cui questa organizzazione criminalizza lo Stato di Israele, e non solo la sua politica, ma l'esistenza stessa. Amnesty dichiara lo Stato Ebraico illegittimo in quanto coloniale e razzista. Non fondato per una scelta di autodeterminazione di una popolazione che torna a casa, non una decisione indispensabile alla sopravvivenza, non una scelta difesa con le unghie e con i denti contro un terrorismo sanguinario e eserciti in movimenti.
Il rapporto di 211 pagine, stilato dalla sezione inglese, è una vergogna per l'organizzazione di cui invece si ricordano le battaglia per i dissidenti comunisti o contro l'apartheid (quello vero, del Sud Africa). Poi l'organizzazione è stata travolta dalla politica: lacune sistematiche nel denunciare abusi di diritti umani in Siria, in Iran, in Turchia, per avventarsi sugli USA o sui Paesi europei; uno sguardo ideologico che confonde l'aggredito con l'aggressore; il terrorismo di Hamas giustificato; sguardo sull'immigrazione che criminalizza solo i Paesi di approdo. E un tripudio di odio contro lo Stato ebraico. Il rapporto è un viaggio,, come ha scritto Dan Diker, in 211 pagine di "realtà alternativa", il remake di un film del 1975 quando l'ONU votò "sionismo uguale razzismo", e poi ha cancellato il voto; o la conferenza di Durban nel 2001; o quando il giudice Richard Goldstone stilò nel 2009 un suo rapporto che disegnava Israele come un criminale di guerra, e poi nel 2011 pentito lo ritirò. [...]
SAVE THE DATE "La Memoria come strumento di lotta" evento Zoom organizzato dall'Associazione Italia Israele di Torino e Informazione Corretta

Cari Amici,
Giorno della memoria. Antisemitismo, oggi ricordare non basta più
Il Giornale, 27 gennaio 2022
Buona Giornata della Memoria: Never Again, mai più, mentre il rapporto sull'antisemitismo pubblicato dall'Agenzia Ebraica e dall'Organizzazione Sionista Mondiale ci informa che l'anno passato è stato il più antisemita degli ultimi dieci. Certo, questo non ci potrà distrarre dal concentrarci con dolore, con amore, con devozione dal destino dei nostri cari uccisi, torturati, deportati. Ma tutti ripetiamo, in loro ricordo: mai più antisemitismo. E invece, le violenze fisiche contro gli ebrei occupano un terzo degli incidenti: almeno dieci al giorno, e il resto è danni, desecrazioni, vandalismo, minacce, stelle di David strappate dal collo, kippà che volano… Secondo l'Anti-Defamation League, la tempesta online è senza precedenti: solo "Hitler was right" è stato postato 17mila volte in una settimana in maggio. Le promesse di sterminio del popolo ebraico, sono pane quotidiano; una collaboratrice della CNN ha twittato che "il mondo d'oggi ha bisogno di Hitler", e in molti le fanno eco nelle manifestazioni di odio per Israele che senza eccezioni, si avventano contro i maledetti ebrei. Altro che Never Again. Templi, istituzioni, ristoranti, negozi, vengono attaccati. Un terzo di questi incidenti avviene in Europa, e il resto in America e nel mondo: è un accerchiamento di destra, di sinistra, e islamico, e, quel che è peggio, ha una eco conformista nell'informazione e nelle istituzioni, fa centro su Israele e acchiappa in una rete d'odio tutto il mondo ebraico.
Politici, attori, musicisti, pop star non si peritano di usare accuse infamanti e aderiscono al BDS; le manifestazioni usano senza che le autorità intervengano più (a Londra, a Berlino, a Bruxelles) repellenti pupazzi con nasi ad uncino, sacchi di dollari, mitra dell'esercito. I gilet gialli chiamano per strada sporco ebreo Alain Finkielkraut. Ed ecco, con gesto di incredibile persecuzione la commissione per i diritti umani dell'ONU mette in piedi ad hoc, con un budget miliardario e 29 nuovi assunti, una commissione permanente solo "per sorvegliare le eventuali sospette violazioni dei diritti umani da parte di Israele"... non per la Siria, non per l'Iran, non per la Cina. È proprio il doppio standard il segnale più atroce di antisemitismo, e il mondo annuisce. "Human rights", non diritto alla difesa, quando ti cascano in testa 4500 missili, senza ragione. [...]
L’aggressione Di Livorno? Colpa Dell’antisemitismo Genocida. L’allarme Di Nirenstein
L'Argomento.com, 26 gennaio 2022
Fa rabbrividire la concomitanza delle celebrazioni della Giornata della Memoria con l’aggressione antisemita ad un bambino di Livorno. Lo scorso anno c’è stato il record decennale degli episodi di antisemitismo, dice a L’Argomento Fiamma Nirenstein, giornalista di lungo corso, scrittrice, già parlamentare e membro del Jerusalem Center for Public Affairs (Jcpa). Ovvero dieci al giorno, “un numero per alcuni versi anche inferiore alla realtà, visto che molti non li denunciano”.
Antisemitismo genocida
E osserva: “C’è un antisemitismo dilagante e terrificante che soprattutto ha un carattere genocida, non è un antisemitismo da barzellette ma drammatico, perché mette nel mirino hitlerianamente il cuore stesso del popolo ebraico, che è lo Stato di Israele, delegittimandone l’esistenza. Non è un caso che questi ultimi moti arrivino dopo la reazione israeliana a Gaza, dove Israele era stato aggredito da Hamas con 4500 missili senza alcuna ragione. Non è un caso che le folle scese nelle piazze francesi, inglesi, spagnole e belghe urlavano che Hitler aveva ragione”.
La nazificazione di Israele
Nirenstein sottolinea che negli Stati Uniti il fenomeno è purtroppo molto presente: una collaboratrice della Cnn è stata allontanta dall’emittente perché seguitava a scrivere sui suoi social frasi inneggianti al ritorno di Hitler. Questi fatti non sono imputabili, secondo Nirenstein, ai deliri dell’estrema destra, ma sono tesi ripetute da folle che si ritengono difensori dei diritti umani: “La nazificazione di Israele è echeggiata anche da una serie di istituzioni, come il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu quando ha istituito pochi giorni fa una commissione permamente con il compito di verificare le eventuali violazioni dei diritti umani da parte di Israele, e non quelle di Cina, Siria e Iran. [...]
SAVE THE DATE Making "Never Again" Mean Something
On Wednesday, January 26 at 1pm ET, please join former U.S. federal prosecutor Henry Kopel and former Italian Parliament member and author Fiamma Nirenstein for a timely discussion about the role of the media in genocide, terrorism, and rising antisemitism. The afternoon will include a Q&A session that will offer an opportunity for you to converse with the speakers.
Please click here to register to reserve your space on Wednesday, January 26 at 1pm ET. PRE-REGISTRATION IS REQUIRED.
This CAMERA webinar is co-sponsored by the Foundation for Genocide Education and the Jerusalem Center for Public Affairs.
"LA SHOAH, EVENTO UNICO NELLA STORIA" - INTERVISTA A FIAMMA NIRENSTEIN
Shalom.it, 23 gennaio 2022
L’iniziativa del Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” per il 27 gennaio, il Festival delle Memorie, ha riportato alle cronache un pericoloso fenomeno: quello di mettere sullo stesso piano la Shoah e gli altri genocidi. Per capire come si arrivi alla banalizzazione e la negazione dell’unicità della Shoah, Shalom ha intervistato Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice italiana che dal 2013 vive a Gerusalemme, dopo aver fatto l’Alyah.
Mettere i genocidi in un unico calderone è una novità?
Non è affatto una novità, è una questione che ritorna molto spesso, nell'ambito dell'attacco alla memoria dell'Olocausto. Ma non vorrei essere fraintesa: i genocidi sono molti, ricorrenti, terribili, accomunati da un elemento essenziale, la sofferenza inenarrabile delle vittime. Dovere comune è quello di essere in perenne allarme e in difesa militante dei diritti dei perseguitati. Pensi che dal 1952 al 2001 si contano 37 genocidi: per ognuno di questi, siamo chiamati a difendere le vittime e a riconoscere il fatto che ognuno va bloccato e punito.
Ma questo non significa affatto confondere un genocidio con l'altro, perderne d'occhio le peculiarità è un errore fondamentale. E qui viene il punto della sua domanda: la memoria della Shoah è sotto attacco da parecchi anni, da destra, da sinistra e da parte del mondo islamico. In parte, l'attacco si basa sulla negazione della sua unicità, che si sfrangia nella banalizzazione fino al suo stupefacente rovesciamento, ovvero fino alla "nazificazione di Israele" come la chiamò Robert Wistrich, ormai purtroppo molto comune.
Ma innanzitutto, vediamo: perché la Shoah è un evento unico nella storia dell’umanità?
Intanto, è evidente a ogni persona di buon senso, è controintuitivo dire che non sia stato un evento unico nella storia dell'umanità. Prendiamo in considerazione alcuni elementi: intanto, il numero gigantesco delle vittime; poi il fatto che il Reich si fosse prefisso di eliminare tutti gli ebrei dal mondo intero, ovunque si trovassero, senza confini territoriali. Per Hitler si trattava di cercare, trovare, uccidere tutti li ebrei, di toglierli dal mondo intero, ovunque. Anche i più crudeli stermini come quello degli Armeni si fermano a determinati confini, per esempio gli Armeni di Gerusalemme non furono presi di mira, gli Khmer Rouge avevano i confini della Cambogia, la Serbia quelli dei bordi territoriali del suo conflitto. Hitler, che deportò gli ebrei ovunque, progettò con Haj Amin al Husseini persino lo sterminio degli ebrei in Medio Oriente. Ancora: lo sterminio degli ebrei era prioritario, il numero uno fra gli scopi del nazismo, anche quando la guerra era ormai persa le ultime deportazioni su ferrovia vennero prima del rifornimento o il rimpatrio dell'esercito in rotta. Inoltre: l'ossessione prioritaria dell'antisemitismo omicida nel pensiero hitleriano è stata tale per cui invece di utilizzare al lavoro gli ebrei deportati nell'impresa bellica, divorante, dell'imperialismo nazista, si preferiva ammazzarli… e si potrebbero aggiungere altri elementi di unicità ancora.
Tuttavia, restiamo sempre in ginocchio, davanti alla sofferenza di chi ha sofferto genocidi... ma deve essere chiarito che naturalmente i palestinesi non c'entrano nulla con tutto ciò, lo stesso loro numero (secondo loro stessi) che si è moltiplicato insieme a tutti i criteri di misurazione del loro livello di vita, ci raccontano una vicenda reale che è l'esatto contrario della loro narrativa di apartheid, razzismo, persecuzioni... insomma il punto di arrivo di tutto il criterio della banalizzazione della storia ebraica per cui alla fine si fa degli ebrei, anzi, di Israele, un novello perpetratore di genocidio. Ridicolo, e molto fuorviante. Il titolo del conflitto è sin dall'inizio quello del diritto all'autodifesa di un popolo attaccato, quello ebraico. Fin dal primissimo inizio della vicenda attuale, anni 20, in cui il colonialismo non c'entra niente.
Cosa significa togliere il carattere dell’unicità alla Shoah?
Significa anche riconoscere il significato morale della incredibile resilienza ebraica nell' opporsi alla propria obliterazione, a quella delle idee, della cultura dell'amore per la vita che caratterizza l'ebraismo. Hitler, ma in generale l'antisemitismo, non odia soltanto gli ebrei uno per uno. Odia il fatto che esista da tre millenni una testimonianza ebraica di fedeltà a un principio morale astratto e che ha ispirato tutta la storia del mondo che si è evoluto verso la democrazia. In questo consiste il genocidio, lo sterminio unico: nella determinazione a cancellare dal pianeta una delle sue anime morali fondamentali, contraria a tutte le dittature e alle prepotenze. [...]
Il Medio Oriente visto da Gerusalemme
L'Internazionale del complottismo
Il Giornale, 10 gennaio 2022
I movimenti No-Vax contengono un elemento esplosivo di portata internazionale, perché popolano le più svariate parti del mondo e sono formati da persone normali pronte a immaginare che il mondo sia diviso in due parti, una che intenzionalmente è devota a compiere azioni malvagie, perchè inferiscono sulla loro salute, violano la libertà a proprio vantaggio, approfittano del loro potere. Una posizione che, stimolata da un feroce incitamento continuo sui promotori della politica pro vaccini, possiede gli elementi per spingere alla violenza, persino al terrorismo, mentre crea dei propri "martiri". Invece, affrontare il Covid richiede soprattutto una quieta dose di buon senso, ignota ai No-Vax che si ergono a pilastri di una logica ripetitiva fino alla nausea: ma come, non era il vaccino la soluzione di tutti i mali? Invece, non vedi quanti infettati? Allora il vaccino non è buono? Ammetti, chi ha interesse a mentire? E il green pass dovrebbe salvarci? Tutte scuse, pure fake.[...]
Le femministe e i loro silenzi indecenti
Il Giornale, 09 gennaio 2021
É più che fastidioso l'imbarazzo con cui si discute dell'aggressione sessuale, disgustosa e feroce di cui sono state oggetto cinque ragazze, di cui due di diciassette anni. Le abbiamo viste terrorizzate, piangenti, da una folla di mani e di urla minacciose che le sospingevano nei tempi e nel ruolo della donna delle caverne, aggredita e vilipesa solo perché osa, la notte di Capodanno, affacciarsi al mondo del 2022. Si percepisce nella cautela dei politici, dei movimenti femministi, della magistratura, qualcosa che somiglia alla paura. Non si vorrà mica dire, sembra suggerire la cautela, poichè quei violenti aggressori urlanti almeno in parte, secondo i video e i testimoni, parlano arabo, che si è islamofobici? Che non si tiene in adeguata considerazione che la violenza contro le donne è una malattia universale, che il maschilismo sessuomane e aggressivo è proprio anche della nostra storia? No, non è affatto così. [...]
Il lato oscuro dell'eredità di Desmond Tutu
Desmond Tutu è stato sepolto ieri con tutti gli onori, ed è giusto: perché il vescovo sudafricano è stato un grande combattente della battaglia contro l'apartheid in Sud Africa, e ha contribuito a distruggere l'obbrobrio razzista, la peggiore delle violazioni dei diritti umani. Ma dobbiamo essere giusti, ed evitare, specie in tempi di antisemitismo crescente, di costruire falsi santini. Qualcosa si è confuso nella psiche del vescovo rivoluzionario, se il suo messaggio dalla sacrosanta crociata contro il razzismo si è avventurato in una autentica guerra contro il Popolo ebraico, la sua religione, il suo Stato.
Purtroppo restano nella sua biografia le frequenti affermazioni contro la "lobby" ebraica definita "troppo potente” e "terrificante", gli stereotipi che usava per gli ebrei sul "denaro", il "potere", "l'arroganza", l'idea nazifascista che siano gli ebrei "la causa di molti problemi nel mondo". Tutu era appassionatamente filopalestinese, e questo è legittimo: ma sostanziava la sua passione con una quantità di stereotipi menzogneri, paragonando gli ebrei ai nazisti, e trasferendo su di loro il concetto di Shoah. Diceva che gli ebrei si attribuisco il monopolio dell'Olocausto, e che il mondo non vuole perdonare i nazisti, mentre perdona Israele per l'Olocausto che opera sui palestinesi; ha persino detto che "le camere a gas" erano comunque "una morte più pulita" di quella inflitta dall'apartheid di Israele sui palestinesi. [...]