Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Questo regime va abbattuto

venerdì 9 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 09 dicembre 2022

Zelensky e il popolo iraniano uniti nella lotta. Non è un caso né una scoperta del “Time” che il popolo ucraino e le donne iraniane vengano accostati nella sua scelta di eccellenza per l’anno passato. E’ una vicinanza non solo nell’eroismo, nella lotta per la libertà, ma soprattutto nel disegnare i capisaldi di una nuova mappa strategica obbligatoria saldata nel concetto di libertà e di rispetto dei diritti umani, e questa è una buona notizia, ma anche in quella di un cambiamento strategico generale, una rivoluzione concettuale che deve spazzare via vecchi accordi e interessi, che comporta cambiamenti e sacrifici e anche un orizzonte comune per le democrazie, e per chi è loro amico. Se fino a ieri, come si è visto con la Germania o con forze varie anche nostrane verso Mosca, e verso l’Iran con gli Stati Uniti e di nuovo con compiacenti uomini di affari e lungimiranti politici, erano possibili tentennamenti, discorsi ambigui (del genere: “Putin ha torto marcio, ma perseguiremo la pace a ogni costo”; oppure nel caso dell’Iran: “Le donne iraniane sono eroiche, siamo con la loro riscossa femminista e libertaria, ma bisogna perseguire l’accordo nucleare col regime e puntare a un governo di moderati”) oggi questo non esiste più. E’una semplice vergogna, un’impossibilità politica e pratica credere nella trattativa diplomatica e in generale sul dialogo con le elite al potere in questi due Paesi divenuti esempi feroci e scriteriati nello schiacciare la libertà. Il Consiglio dell’Onu per i diritti umani, dopo aver ricevuto mandato nel maggio scorso per indagare in Ucraina, adesso finalmente e per la prima volta, ha visto 25 dei suoi 47 membri votare a favore, e 16 astenersi su una commissione d’indagine in Iran. I Paesi che dicono No a questa mozione, sono Cina, Cuba, Pakistan, Eritrea, Armenia e naturalmente Venezuela, con cui gli Ayatollah stanno trattando l’eventuale via di fuga. [...]

Le prime crepe di un regime impaurito (che cerca consensi dentro e fuori casa)

lunedì 5 dicembre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 05  dicembre 2022
 
Se fosse degna di fede, la notizia sarebbe molto importante, e in ogni caso divulgarla segna un cambio della scena, mostrando un regime impaurito, a caccia di consensi dentro e fuori i confini: il procuratore generale iraniano Mohamad Jafar Montazeri ha annunciato lo scioglimento della funesta “Polizia della morale” che dopo aver sequestrato il 16 settembre scorso Mahsa Amini perché non indossava il velo secondo le regole del regime degli Ayatollah, ne ha poi riconsegnato il corpo torturato e ormai senza vita alla sua disperata famiglia. Da quel momento una protesta guidata dalle donne, sempre più coraggiosa e determinata a liberare a ogni costo la sua gente, ha tenuto le piazze e le strade nonostante ormai si contino ormai quasi cinquecento morti fra i dimostranti. L’Iran non vuole più vedere donne, dissidenti, gay imprigionati e uccisi solo per ciò che sono. La resa sulla “Polizia della morale” però di fatto allarga semplicemente che il regime sia nei guai e non che cerchi soluzioni: alla notizia infatti si aggiungono molte “chiarificazioni” per cui il sistema giudiziario dichiara di non “perseguire dichiaratamente” il suo scioglimento, ma è la polizia stessa che “cerca una soluzione prudente” , mentre il presidente Raisi annuncia che “è allo studio” una legge per modificare l’uso obbligatorio del velo. Mahsi Alinejad una protagonista delle rivolta al femminile, di recente ricevuto all’Eliseo dal Presidente Macron, ha già detto che si tratta di “disinformazione, una tattica per fermare la rivolta”. [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: Terrorismo contro Israele

sabato 3 dicembre 2022 Generico 0 commenti
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il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Terrorismo contro Israele
 
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Il mondo scopre solo ora le atrocità degli ayatollah

domenica 27 novembre 2022 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 27 novembre 2022

Adesso finalmente ci si accorge che in Iran siede un governo oppressore, violento, che odia donne, dissidenti, persino i bambini uccisi in piazza a decine, che considera la sopravvivenza del regime più importante del suo popolo. Ma se è giunta, e menomale, l'attenzione internazionale, non è detto che questa attenzione morderà nel punto giusto. Chi in questi anni ha seguitato a denunciare, a occuparsi delle alterne vicende del regime, sa quanto dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista, esso consideri spregevole al confronto col suo orizzonte ideologico (l'avvento apocalittico del Mahdi e la dominazione del mondo) la libertà, la democrazia, l'occidente e tutto il suo mondo. La sua visione sociale interna e del ruolo imperialista dell'Islam sciita, salvo alleanze episodiche col mondo sunnita, mette a ferro e fuoco il mondo e tutta l'area, deve soggioga l'Occidente. Il suo primario odio antisemita ne ha fatto l'unico Paese che siede all'ONU e minaccia di genocidio sistematicamente e senza tregua un'altro Paese membro, Israele. L'ambizione imperialistica e nucleare è la polizza per poter gestire il dominio interno senza freni. [...]

Uomo d'acciaio Ben Gvir scelto da Netanyahu alla sicurezza

sabato 26 novembre 2022 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 26 novembre 2022
 
Sforzate la vostra immaginazione, prima di moraleggiare, prima che la virtù diventi una forma di cinismo e persino di disprezzo per la vita umana. Siete là che vi state scandalizzando perché Itamar Ben Gvir, uomo di destra, persino religioso, sarà (sempre che si riesca a formare il governo) ministro dell’Interno? Vediamo lo sfondo e la prospettiva. Sfondo: dall'inizio dell'anno Israele ha avuto 30 morti ammazzati dai terroristi, mentre sedevano al bar fucilati, mentre camminavano per la strada travolti, mentre portavano fuori i bambini accoltellati, mentre aspettavano l'autobus fatti a pezzi da una bomba. Il Paese è assediato da questa tabe, quest'anno è stato il peggiore dal 2015, il fantasma dell'Intifada aleggia. Essa fece duemila morti in due anni finché Sharon non stroncò le milizie armate di Arafat con l'operazione Muro di Difesa. Adesso Ben Gvir vuole essere un ministro energico, anche se ha dichiarato già di non aver nessuna intenzione di cambiare le leggi: nel suo programma chiede, a quel che si legge, più appoggio per le forze impegnate nella battaglia al terrorismo e un budget più largo per la polizia, un verifica delle regole di ingaggio in modo che sia chiaro quando si può reagire sparando (non violando il concetto di difesa e di reazione) e anche la possibilità di cominciare a stroncare la pandemia della violenza intra-araba, dove le "hamule" fanno a pezzi ogni giorno decine di persone implicate nei clan o innocenti. [...]

Mediorientale

venerdì 25 novembre 2022 Generico 0 commenti

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Lo 'sgarbo' americano al premier Netanyahu

mercoledì 16 novembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 16 novembre 2022

A volte l'eccesso di machiavellismo può diventare paradossale. Biden abbraccia la Cina incurante di Taiwan per isolare la Russia, si può capire. Ma, che allo scopo di mettere in difficoltà la formazione di un governo israeliano che potrebbe risultare poco gradito gli Stati Uniti perché di destra, si mobiliti l'FBI nei confronti per indagare il proprio migliore alleato, è un'intromissione smodata: se l'ipotesi fosse realistica, ha toni eccessivi. Ricorda un po’ la ministra francese che ha avvertito l'Italia di essere sotto tutela, ha solo recuperato l'unità nazionale italiana. Così è quando si minaccia la sovranità nazionale. Alla Knesset oggi, passando la torcia durante la cerimonia del giuramento dei parlamentari a Netanyahu, Lapid ha detto proprio così: "I soldati israeliani non saranno indagati dall'Fbi né da alcuna altra autorità di Paese stranieri, per quanto amici.Non abbandoneremo i soldati a inquirenti stranieri… Abbiamo inoltrato le nostre dure proteste".
 
Più ancora, questo non si fa quando si inaugura una nuova fase politica, e quando, come è accaduto ieri, tre persone sono state uccise in un attentato terroristico, pane quotidiano per un Paese in continuo stato di difesa. I soldati sono figli di tutto il popolo, e rischiano la vita ogni giorno. L'FBI, ha comunicato il Ministero della Giustizia americano a quello israeliano, ha l'incarico di indagare la morte della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Ahleh, uccisa in uno scambio a fuoco a Jenin l'11 maggio durante un'operazione dell'esercito. L'FBI? Ma l'indagine era già stata compiuta in proprio dalla giustizia israeliana,accorta e severa, oltretutto con risultati trasparenti che ipotizzano la responsabilità involontaria dei soldati israeliani. [...]

L'elezione di Netanyahu al governo di Israele è una garanzia di libertà e non una minaccia

domenica 6 novembre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 06 novembre 2022
 
L'esaltazione della democrazia nella sua più plastica manifestazione, le elezioni, svanisce come il gatto di Alice quando a vincere le elezioni non è la sinistra. Gli elettori diventano allora, col nuovo potere, un pericolo pubblico, il doppio standard impazza. Adesso, le prime pagine dei giornaloni nel mondo, dopo le elezioni Israeliane sono entrate in una specie di lutto corale, dichiarando la morte della democrazia dello Stato d'Israele e prevedendone una svolta autoritaria, illiberale, xenofoba, islamomofoba. Fascista! "Una catastrofe" è quello che secondo il Financial Times può diventare la robusta vittoria di Benjamin Netanyahu del primo di novembre per cui in questi giorni si organizza un governo di 64 seggi su 120 grazie a una coalizione di centro destra, col Likud conservatore e liberale di Bibi (31 seggi al Likud) ai partiti religiosi che totalizzano 19 seggi, fino al famigerato Partito Sionista Religioso del terribile Itamar Ben Gvir, 14 seggi. Da Le Monde al Washington Post al Financial Times al New York Times, alla CNN e alla BBC, a Israele stanno crescendo le zanne che la trasformeranno in un'entità spregevole: Le Monde già invita le istituzioni internazionali e i singoli Paese a rivedere tutti i rapporti. Il Financial Times attribuisce a una "cinica manovra" il successo di Ben Gvir e del suo collega di partito Smotrich. Ma questa è la vittoria di Netanyahu. Ben Gvir dovrà rispondere alle norme per cui Netanyahu ha fatto in undici anni di Israele un paese liberale,sovrano, coi simboli ebraici (la lingua, lo Shabbat mentre per altro a migliaia aprono i negozi e si muovono i veicoli)le feste nazionali e religiose, ma amica degli LGTBQ e con la pace fra i suoi valori centrali. [...]

Mediorientale

sabato 5 novembre 2022 Generico 0 commenti

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Trionfo di Bibi. Con i rischi dell'alleato radicale Gvir

giovedì 3 novembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 03 novembre 2022

La vittoria dell'alleanza che riporterà Benjamin Netanyahu al governo diventa sempre più consistente via via che le schede vengono scrutinate, anche se mentre scriviamo mancano circa mezzo milione di voti dei soldati, delle case di riposo, dei lavoratori degli ospedali e delle carceri e altri angoli della società. Durante il composto discorso in cui Yair Lapid, il primo ministro uscente, chiedeva ai suoi di credere ancora, la marea di Bibi aumentava fino a 65 seggi per la sua coalizione, e diminuiva quella di Lapid fino a 55. Netanyahu ha tenuto un discorso conciliante, in cui ha chiesto al popolo di restare unito perché la sua intenzione è quella di prendere cura del benessere e della sicurezza di tutti. La campagna l'ha visto attivo come un ragazzino saltare nei paesini, nei kibbutz, fra i soldati,in campagna e nelle fabbriche, una scelta opposta a quella di Lapid, per la quale il capo di "C'è un futuro" ha condotto una campagna di principi liberali, di massimi sistemi, con la sicurezza e la sensazione di superiorità dell'elite intellettuale e politica cui appartiene. [...]
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