Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Eliminato a Teheran un leader dei pasdaran. Accuse contro Israele

martedì 24 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 24 maggio 2022

In pieno giorno, in un bel quartiere di Teheran, sotto la sua casa dove era appena tornato dalla Siria: insomma, la coppia che  gli ha sparato dentro la sua auto da una motocicletta per poi svanire nell'ombra doveva essere molto sicura del fatto suo; molto, per così dire, professionale. Adesso, fra le accuse di terrorismo  seguite da minacce, il presidente iraniano Raisi naturalmente fa capire che la vendetta prenderà di mira Israele, alquanto sospettato di aver giustiziato il comandante delle guardie della rivoluzione Hassan Sayyad Khodayari con una operazione del Mossad. Non sarebbe la prima volta che ha luogo un'eliminazione mirata contro il regime iraniano che dichiaratamente mira alla distruzione d'Israele, e specialmente contro la potente organizzazione che è la colonna del regime: tutti ricordano quella spettacolare di  Mohseh Fakhrizadeh sull'autostrada nel novembre 2020 un anno dopo quella storica di Qasem Suleimani in Iraq, di cui invece si è vantato il presidente americano Trump. Questa aveva l'ambizione, in parte riuscita, di frenare le forze iraniane belligeranti in tutto il Medio Oriente. Suleimani ne era l'architetto. Fakhrizadeh invece era lo stratega e il tecnico della costruzione della bomba atomica, che l'Iran ha sempre visto come la sua arma finale per consentirgli la distruzione di Israele, obiettivo centrale per il dominio del mondo in nome dell'Islam sciita, e un modo per tenere a bada gli USA. [...]

Cento Wanda Lattes: "La lezione di Mamma, donna del secolo"

martedì 24 maggio 2022 Generico 0 commenti

Corriere Fiorentino, 24 maggio 2022

Avrebbe compiuto oggi cento anni la nostra mamma Wanda Lattes, che invece ci ha lasciato quattro anni fa il 2 di giugno. E quanto le sarebbe piaciuto: anzi, la sua invincibile vitalità, se la natura glielo avesse permesso avrebbe ancora sfavillato fino a chissà quando, arricchendosi di idee e di avventure. Come piaceva a lei. La mamma ha fatto suo il secolo passato, lo ha  abbracciato e fatto suo in ogni piega; tutte le battaglie che questo secolo ci ha proposto con l'emancipazione delle donne, la cultura di genere in drammatico cambiamento, le guerre, le persecuzioni antisemite l'hanno vista in prima fila.

All'inizio del secolo scorso, Wanda e la sua sorella Rirì, sono due graziose figlie della borghesia ebraica beneducata nel buon gusto della nonna Rosina Volterra, figlia di una grande famiglia di antiquari, e nella rettitudine del Nonno Pinetto, funzionario di banca, ex volontario della guerra '15-'18, amico di Edoardo Spadaro e di Vamba. La mamma si è subito divincolata dal ruolo, e ha imparato la prima lezione, che poi ha insegnato ai suoi colleghi nella professione e ai suoi cari nella famiglia: studiare, lavorare, immergersi nella vita autonoma. Sarà così che quando, altra svolta del secolo, il fascismo con le leggi razziali fulmina la vita della famiglia e deporta ad Auschwitz due zii Volterra, mentre caccia dalle scuole le sorelle e dal lavoro la famiglia, la mamma approda alla Resistenza. [...]

Autogol del Governo d'Israele. Un'inchiesta sulla sua polizia

domenica 15 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 15 maggio 2022

La condanna mondiale generale, o piuttosto la criminalizzazione, le parole sconsiderate, automatiche di tutte le tv e di molti leader contro Israele, l'accettazione della colpa anzi dell'intenzione criminale proposta dai palestinesi, il silenzio mondiale sul rifiuto di Ramallah di condividere un'indagine comune sul proiettile che ha ucciso Shirin Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera uccisa a Jenin, non contribuiscono alla ricerca della verità. Al contrario, la nascondono: sostenuti, i palestinesi non consentiranno mai l'esame delle prove. Così come aggiunge un elemento di confusione (che servirebbe bene a Douglas Murray per provare la tesi del suo ultimo libro che l'Occidente è il maggiore nemico di se stesso) il fatto che il ministro della Sicurezza israeliano Omer Bar Lev abbia istituito una commissione di inchiesta che indaghi sulla sua polizia e sugli eventi che hanno portato venerdì, durante il funerale, a scontri con la folla e quasi al rovesciamento, molto scioccante, della bara della povera giornalista. La portavoce del presidente degli Stati Uniti Jen Psaki ha dichiarato le immagini «molto inquietanti», l'Ue si è detta «sconvolta». [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Il caso della giornalista uccisa: ci sarà un'inchiesta, ma la condanna dei media già investe"

domenica 15 maggio 2022 Generico 0 commenti

Cari amici,

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Il caso della giornalista uccisa: ci sarà un'inchiesta, ma la condanna dei media già investe

Clicca qui per vedere il video

Il Medio Oriente visto da Gerusalemme

sabato 14 maggio 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
 
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda.

Se la colpa di ogni crimine viene data sempre a Israele

sabato 14 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 14 maggio 2022

Il tragico momento di guerra fra arabi e israeliani ha causato un'altra morte nella battaglia di Jenin, la capitale del terrorismo: un membro dell'unità antiterrorismo israeliano di 43 anni, Noam Raz, infermiere coraggioso, padre di sei bambini, ha perso la vita in una pioggia di fuoco, uno scontro con vari terroristi che non hanno niente a che fare con la vicenda che domina le cronache in questi giorni. Anche Shirin Abu Akleh è stata uccisa a Jenin mentre le forze israeliane cercavano di fermare i terroristi che a decine vi si annidano, fra loro quelli che hanno compiuto gli ultimi attacchi con 19 civili morti. Shirin, sulla linea del fuoco, è stata colpita, e non si può affermare con certezza da chi. I palestinesi accusano Israele, e la loro versione, nonostante i comprovati spari indiscriminati in zona dei loro miliziani, viene accolta e ripetuta dai giornali, mentre Israele nega e chiede che si possa esaminare il proiettile in un'azione congiunta. [...]

Giornalista palestinese uccisa: Israele indaga

giovedì 12 maggio 2022 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 12 maggio 2022

Quando un giornalista muore sulla linea del fuoco, è un dramma per tutto il mondo, e purtroppo accade spesso, come si vede anche nella guerra in Ucraina. Quando questo accade sul fronte del conflitto Israele Palestinese tuttavia la reazione è diversa da ogni altra, molto simile a una condanna pubblica senza processo. Qui, molto prima che le responsabilità siano accertate, Israele è il condannato preventivo del grande accusatore, la rete, il movimento, i politici. Shireen Abu Akle, la giornalista 51enne  di Al Jazeera uccisa ieri da un proiettile nella cittadina di Jenin nel West Bank era seguita e apprezzata da decine di milioni di telespettatori che amavano la sua  interpretazione dei fatti: filo-palestinese sempre sul campo, convinta che gli israeliani fossero responsabili di crimini da raccontare al telespettatore, spiegava il suo impegno in prima fila dai tempi dell' Intifada (tutti noi giornalisti l'abbiamo incontrata sul campo, agile e articolata, e la notarono anche gli autori di “Fauda” che hanno tratto da lei l'ispirazione per il nome per la dottoressa, Shireen, protagonista della serie Netflix) spiegando che "voleva essere vicina al popolo e portare la sua voce al mondo". [...]

Jenin, gli ebrei sono i nemici, andate e uccidete

sabato 7 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 07 maggio 2022

C'è una sola cosa chiara in mezzo allo shock e al dolore: Yahia Sinwar e il suo discorso di sabato fatto di ordini senza ragioni, né spiegazioni. Pura jihad: gli ebrei sono i nemici, andate e uccidete. Lo ripetono, i social, le tv,li echeggia la stampa. IL capo di Hamas sabato scorso da Gaza ha dato l'ordine preciso a tutti i musulmani: gli arabi israeliani, quelli di Gaza o dell'West Bank. Chi non ha armi colpisca comunque, afferrate un'ascia, un coltello, qualsiasi cosa, e colpite. E così è andata, e di nuovo la gente senza colpa è stata aggredita. Fa sette attentati con 19 morti dal 21 di marzo: Comincia a Gerusalemme, poi 4 morti a Beersheba, donne che fanno lo shopping, poi ad Hadera, 2 guardie ragazza a ragazzo;poi a Bnei Berak, quartiere religioso di Tel Aviv, 5 morti; poi a un caffè di Tel Aviv, 3 uccisi; poi a Ariel un ragazzo che  ha coperto col suo corpo la sua ragazza, e ora questi ultimi tre. Non c'è tempo per le lacrime, non c'è tempo per il sorriso, nel giorno del 74esimo compleanno di Israele non c'è tempo per congratularsi di aver costruito un magnifico Paese democratico, né per disperarsi. I giorni si inseguono nell'incertezza mentre non si rinuncia a costruire il sogno impossibile di una democrazia sotto attacco, non sai se sei in pace o in guerra, se sei contento o disperato, ma la legge e costruire una democrazia in mezzo al Medio Oriente che non blocca i permessi degli arabi a entrare, venire a lavorare o a divertirsi, o la libertà religiosa. Le tre vittime Yonatan Havakuk, Boaz Gol, Oren Ben Yftach, tutti sui 40 anni, sono stati assaliti a colpi d'ascia mentre per strada festeggiavano l'Indipendenza dello Stato Ebraico, una vicende che suscita incredulità insieme all'orrore. Altre due feriti gravi sono all'ospedale in condizioni disperate. La cittadina religiosa di Elad  ha una frotta di bambini, i tre uccisi lasciano 16 orfani. [...]

Leonard Cohen nel Sinai

martedì 3 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 03 maggio 2022

Leggere di Leonard Cohen e del suo viaggio in Sinai nel giorno in cui Israele ricorda, 24 ore prima della festa dell'indipendenza, i più di 25 mila soldati caduti nelle sue guerre, senza contare le migliaia di uccisi negli attacchi terroristici, le decine di migliaia di feriti gravi... Può essere una chiave straordinaria per penetrare il senso dell'avventura israeliana ed ebraica odierna. L'autore del libro edito da Giuntina "Il canto del fuoco" , l'israeliano americano-best seller Matti Friedman, cerca di penetrare i motivi del cantante dalla voce profonda morto nel 2016 per affrontare a mani nude la guerra sanguinosa del 1973, sul Canale di Suez, armato solo della sua chitarra. Ma di più, il libro basato su un inedito taccuino dell'artista e su interviste ai soldati che lo videro cantare per la truppa sulle dune del Sinai, aiuta a capire come fa a vivere, e persino a essere felice, un popolo che è soggetto alla tortura della morte dei giovani, dei figli e dei fratelli in numeri così ingenti. I giovani vanno nella "tzavà" chi più chi meno entusiasta, molti scelgono un'unità combattente o anche tecnologica, ma tutti sanno che il destino della loro casa è nelle loro mani.

La guerra del Kippur scoppiò il 6 ottobre del '73 ed è stata la più sanguinosa di tutte, con 2656 uccisi nel Sinai o sul Golan,e quasi 12mila feriti. Numeri enormi per il piccolo stato ebraico che fu aggredito di sorpresa nel giorno del digiuno sacro del Kippur: l'Egitto e la Siria, ancora furiosi per la sconfitta del 1967, ne misero allora a rischio non meno della  vita. Dal Sinai invaso dagli egiziani si rispose con furore, genialità e in mezzo a una confusione micidiale nella sabbia della deserto, con il generale Ariel Sharon al comando: quando egli con un'azione quasi suicida, finalmente riuscì a traversare il canale di Suez e ad aggirare le forze egiziane che avevano fatto strame di ebrei, Cohen era seduto a cantare piano con la sua chitarra per i soldati che non si sapeva se sarebbero sopravvissuti. [...]

Bugie antisemite per nascondere il fallimento russo

martedì 3 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 03 maggio 2022

Cupo, oscuro, pesante: Sergey Lavrov oltre a peggiorare, se possibile, l'immagine del suo Paese, esce dalla triste performance televisiva italiana con una bolla di volgarità, un leader mondiale che ha gettato la sua credibilità alle ortiche suscitando una tempesta diplomatica di misero contenuto: un personaggio di primo piano in difficoltà,che non sapendo cosa dire spara stupidaggini arroganti e disonorevoli. La sua intervista è stata la conferma di quanto la guerra per i Russi vada sostanzialmente male,e anche di quanto povera sia la ratio originaria sostenuta dalla propaganda di Putin, che parla di "denazificazione". E' stata una parola d'ordine che è andata male fin dall'inizio, una scelta avventata: era difficile far passare Zelensky il suo governo, le sue aspirazioni, per "naziste": con tutto lo sconto dovuto alla Russia per la scelta, a causa della sua grandiosa battaglia contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale,  nulla che potesse somigliare ai peccati, pur gravissimi, del passato dell'Ucraina,certo, si è mai potuto identificare come il motivo attuale di una crociata in cui la Russia avesse ragione. [...]

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