Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Agli Usa servono Israele e i sunniti come alleati. Ma non possono fare sconti sul nucleare all'Iran

martedì 29 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 29 marzo 2022

Richiede un esercizio acrobatico, dalla guerra in Ucraina al terrorismo islamico ai Patti di Abramo al ruolo degli USA alla mediazione Israeliana, per disegnare in un'unica cornice le immagini che provengono da Israele nelle ultime ore. Eppure alla fine il puzzle è completo, e deprimente. Gli scenari base sono due: un grande summit israeliano di pace e una strada d'Israele crivellata di spari terroristi. Il summit conclusosi ieri è stato il primo della storia: a Sde Boker, nel Negev, casa di David Ben Gurion, si sono riuniti, invitati dal ministro degli esteri israeliano Yair Lapid, i suoi colleghi Antony Blinken dagli USA e dai Paesi del Patto di Abramo. Egitto, UAE, Bahrain, Marocco. Era certo presente in spirito anche l'Arabia Saudita. Scopo degli USA: ristabilire un ruolo leader, oggi consumato dai troppi abbandoni, a fronte dei Paesi Sunniti. [...]

Israele in equilibrio fra Blinken e i ministri arabi

domenica 27 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

 

Il Giornale, 27 marzo 2022

Traffico strategico vicino all'ingorgo, equilibrismi inusitati. Si tratta per i Paesi mediorientali di compiacere gli Stati Uniti, di non dispiacere troppo alla Russia, e anche di tenere d'occhio i movimenti della Cina, che come sempre gode fra i litiganti. Per questo si sta svolgendo un evento senza precedenti:sono in arrivo in Israele, ospiti del ministro degli esteri Yair Lapid, il Segretario di Stato americano Anthony Blinken, e i ministri degli esteri degli Emirati Arabi, del Marocco e del Bahrain. Solo tre giorni fa Naftali Bennett, il Primo ministro israeliano ha incontrato a Sharm el Sheich Abdel Fattah al Sisi, il premier egiziano, e il principe di Abu Dabi, Mohammed bin Zayed. [...]

 

Il Medio Oriente visto da Gerusalemme

venerdì 25 marzo 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
 
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda.

Zelensky cita la Shoah e Israele si infuria

lunedì 21 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 21 marzo 2022

É stato un discorso con le spalle al muro, da spezzare il cuore, che ha tentato il tutto per tutto e non ha raggiunto l'obiettivo. A volte un senso di eccessiva confidenza nel bene e nel male crea incomprensione, i ponti mostrano crepe, le buone maniere si incrinano, la rabbia, perchè proprio i tuoi cari non ti abbracciano abbastanza stretto, prende il sopravvento. Il popolo ebraico, poi, ama discutere senza sconti. Con Zelensky ieri a Gerusalemme è successo questo: un ebreo che si permette di dire ai suoi fratelli ebrei quello che nessuno avrebbe mai detto parlando davanti a un Parlamento straniero per chiedere sostegno. Atteso con passione, Zelensky si è affacciato dalla sua tragedia sul Parlamento e sul una grande piazza di Tel Aviv zeppa di gente e bandiere: l'emozione reciproca vibrava nell'aria . Quasi tutti e 120 i membri della Knesset si sono affacciati con ansia e devozione alle finestre dello zoom (l'emiciclo è chiuso per le feste religiose di questi giorni) salvo i  rappresentanti dei Partiti arabi all'opposizione che disapprovano il sostegno ucraino a Israele. I membri del Governo da giorni hanno ripetuto fieri a ogni microfono che è un grande onore che insieme agli USA, alla Germania, all'Inghilterra, all'UE, Zelensky ha scelto di parlare anche a Israele. Una  carta di credito anche per la mediazione di Bennett di cui tanto si parla, forse. [...]

Il Medio Oriente visto da Gerusalemme

venerdì 18 marzo 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
 
cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica di questa settimana Il Medio Oriente visto da Gerusalemme condotta da Giovanna Reanda

Quel «mai più» e l'olocausto degli ucraini

venerdì 18 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 18 marzo 2022

 

L'appello del Pericle dei nostri tempi, Zelensky, ai parlamenti dei Paesi democratici ha una sua tappa fondamentale domani a Gerusalemme, alla Knesset. Modulato, memore di episodi differenziati è un’ unica chiamata alla guerra per la libertà: a Berlino contro il muro dell'oppressione comunista; a Londra con l'esaltazione di Churchill che portò il mondo libero alla vittoria contro Hitler; a Washington, l'orrore di Pearl Harbour e dell’11\9. Zelensky ha mostrato che la ferita ucraina sanguina del sangue di chiunque da innocente si è trovato aggredito. E domani, è la volta del il Parlamento e del popolo che, sulla memoria della persecuzione genocida, sulla bandiera bianca e azzurra con la Stella di David porta idealmente scritto "Never Again" a caratteri di fuoco. É evidente che oggi Zelensky userà queste parole, anche perchè, a buon diritto, sono quelle che gli suggerisce la sua memoria di ebreo ucraino: dal 1600 agli anni del nazismo e poi del comunismo il popolo ebraico è stato in Ucraina perseguitato, sterminato, legato, confinato e costretto a fughe infinite. Zelensky alla Knesset proporrà di sicuro il tema " Never Again" e subito, a ragione, ci sarà chi gli dirà che la Shoah non ha paragoni. [...]

Perché ora Zelensky può vincere

martedì 15 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 15 marzo 2022

Il rinnovamento del pensiero europeo sull'onda della guerra al tiranno nel 2022 e della  resistenza Ucraina nazionalista e democratica sono piene di promesse, le conseguenze potrebbero rappresentare un'occasione rivoluzionaria:l'Occidente potrebbe finalmente scendere dalla sua pretesa supremazia ideologica stratificatasi e maturata dal secondo dopoguerra, quella che si chiama spesso "buonismo", e pensare. Ma già tutta la vanagloria nelle parole dei leader sull'eventuale unità trovata per sempre, sul glorioso anelito di democrazia che cambierà un mondo post Putin,somiglia alla schiuma della retorica europeista classica, ed essa può mettere a tacere tutte le scomode verità rivelate dal conflitto e  affondare l'energia per pianificare il futuro.

Essere testimoni, come capita a me,di un Paese perennemente in guerra ma che aborre la guerra come ogni democrazia, è istruttivo. Vedersi piovere missili in testa come accade qui, vivere una situazione in cui sono stati fatti almeno duemila morti in pochi anni con attacchi terroristici alla popolazione civile e a cui sono state sferrate guerre da ogni parte, induce innanzitutto un pensiero ottimista: le piccole nazioni legate alla loro storia, alla loro verità culturale, ai loro eroi e libri, alla loro origine hanno una forza di resistenza straordinaria, e l'Ucraina può dunque vincere nonostante lo strazio. Zelensky, una specie di Isaac Babel post litteram, ebreo e cosacco, ce la può fare come Golda Meir o altri leader ebreo-ucraini, una biblioteca intera, scampati e combattenti. [...]

Sfida diplomatica: Israele protagonista

lunedì 14 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 14 marzo 2022 

Se Putin e Zelensky atterreranno a breve a Gerusalemme per discutere di pace è assai incerto, e somiglia di più alla speranza di un miracolo che a una previsione politica: ma di sicuro, ambedue i leader hanno parlato con Naftali Bennett con inaspettata frequenza  e in un modo o nell'altro fino a ieri la presenza del piccolo Stato Ebraico nella discussione globale sulla questione più drammatica del mondo, è cresciuta. Si possono considerare le quattro telefonate con Zelensky e le due conversazioni con Putin stesso il seguito dell'incontro del 5 marzo, quando Bennett è volato fra molte sopracciglia alzate a incontrare a Mosca lo zar in guerra. Poi, ieri ancora uno scambio di idee. Zelensky stesso spiega: "Ho detto a Bennett che al momento non è costruttivo parlarsi in Russia, Ucraina o in Bielorussia. Se considero Israele, e in particolare Gerusalemme, un posto adatto? La risposta è sì". [...]

Bennett il mediatore: le telefonate dopo il viaggio

lunedì 7 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 07 marzo 2022

Con Israele, non è mai semplice. Putin nella sua fortezza di fuoco, drago arrotolato sulla sua determinazione incomprensibile, ha voluto invitare l'ebreo errante, lo spirito del mondo, quello che parla agli americani e all'Europa da dentro il cuore della storia. Tre ore di colloquio in piena guerra. Non si sa mai, e certo era l'unico adatto. Se è stato Putin a invitare Israele, per il suo peso morale e perché è un punto su cui ci si incontra e scontra, spesso gli si dà torto, ma lo si ascolta, e ci si fa il titolo… O se si è offerto Bennett, non si sa. Certo il protagonista negativo, il guerrafondaio, invece di ripetere un "pattern" già consumato, come invitare Macron o Johnson per dimostrare la sua buona volontà e anche accennare a una sua debolezza, ha usato il"sistema Israele" per comunicare che ha desiderio di trattare.   E Naftali Bennet,a sua volta, un giocatore a sua volta, ha preso il rischio: il suo piccolo Paese così ha potuto seguitare a parlare di Medio Oriente, della pace mondiale, dimostrando, come ha detto, che Israele corre in aiuto dei sofferenti, gli Ucraini, e sempre lo farà. Anche di Shabbat, il Sabato santo in cui Bennett non viaggia, non telefona, non lavora a meno di "picuach nefesh", di salvare la vita. E per questo ha deciso di andare. I suoi motivi sono tre: portare a casa tutte le centinaia di migliaia di ebrei in pericolo, com'è missione essenziale di Israele; evitare che la Siria si trasformi in una postazione di missili avallati da Putin; cercare di limitare i danni del folle accordo di Vienna con l'Iran, pronto fra breve. [...]

Minacce da Teheran e ricordi della Shoah. Così Israele si è ritrovato in una tenaglia

sabato 5 marzo 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 05 marzo 2022

"Non ho visto Bennett avvolto nella bandiera ucraina". Zelensky, appassionato nel suo eroismo, anche disperato come ha ragione di essere per la crudele aggressione, deciso a utilizzare la solidarietà ebraica che gli spetta, ha aperto nei giorni scorsi uno fronte di critica verso Israele. Non fa abbastanza, ha detto, chiedendo tuttavia al PM Naftali Bennett di mediare fra lui e Putin. Zelensky ha anche lanciato un commovente appello agli ebrei del mondo intero chiedendo di aiutarlo. Zelensky ha infatti un'unica speranza, ed è quella del fronte della solidarietà, su cui vince. Per il resto, Putin è infinitamente più forte, purtroppo lo si vede sul campo ormai infestato di morti, profughi e rovine. Inoltre, Zelensky intuisce che lo Stato Ebraico gode (o soffre) di una specie di statuto di trascendenza, per cui catalizza grandi conseguenze morali e pratiche.  Venerdì 25 febbraio Israele non si è unito al voto del Consiglio di Sicurezza, intorno ai cui 15 membri gli USA avevano raccolto 80 firme. La risoluzione non poteva passare comunque, per il veto russo. Ma mercoledì, Israele ha addirittura cosponsorizato e aiutato a portare più Paesi alla firma, la risoluzione di condanna dell'ONU. Cos'è accaduto? Che Israele, con una contrazione di coscienza tipicamente ebraica, ha scelto fra il cuore e la mente e ha deciso per quella cosa strana che si chiama "essere dalla parte giusta della storia". Non è stato facile. Israele è in una autentica tenaglia, e in più anche la storia la assedia. [...]

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