Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Yehoshua, cantore del sogno di un Israele con due popoli

mercoledì 15 giugno 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 15 giugno 2022
 
Aleph Beth Yehoshua, Buli per gli amici, se n'è andato davvero a 86 anni. Lo aveva annunciato a tutti quelli che lo conoscevano: lo faceva in tono di sfida, era sicuro che dopo la morte non ci fosse niente, e "menomale, almeno un pò di riposo". La sua morte era ormai oggetto di conversazione accesa:lui stesso avevacreato una situazione in cui, pur sapendo, tutta Israele, che Buli stava male, si sperava in una conclusioneprocrastinabile. Non era così. Il grande scrittore, leone della letteratura mondiale, se n'è andato. Amos Ozè morto nel 2018. Nessuno dei due, e se lo meritavano, ha avuto il Premio Nobel. Ne staranno discutendo fra le nuvole estive di Israele: credevano ormai, ambedue da sinistra, in prospettive molto diverse per lo Stato d'Israele e il conflitto coi palestinesi. E litigavano, quei due caratteri speciali. Per Amos Oz permaneva l'idea tipica degli accordi di Oslo: due Stati per due popoli. Yehoshua dal tempo dell'Intifada aveva smesso di sperare in un confine concordato, e accettava l'idea di uno stato binazionale.Yehoshua, Oz, e anche David Grossman sono nomi che il mondo venera. Buli ha scritto una trentina di romanzi oltre ai saggi politici, è stato tradotto in 28 lingue, il New York Times l'ha chiamato "il Faulkner israeliano". Il suo Molco  protagonista di "Le cinque Stagioni" che fra ebrei sefarditi e ashkenaziti a contrasto cerca moglie, rimasto vedovo, spaesato e stanco; i protagonisti di "Divorzio tardivo", con Yehuda che torna dall'America e ritrova pieno di dubbi il vecchio mondo... hanno insegnato come accanto all'Israele aguzza e sulla cresta della cronaca, ce n'è una umana, troppo umana, in cui insieme fluttuano ebrei e arabi in cerca di amore, buon senso, sopravvivenza. [...]

La scelta di campo di SuperMario all'ombra del patto tra Iran e Russia

martedì 14 giugno 2022 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 14 giugno 2022

Il presidente Draghi, benché ieri si sia limitato a un discorso di circostanza agli ebrei italiani, sa benissimo che Israele è un Paese speciale, dove anche quando si parla di rapporti bilaterali, di imprese tecnologiche, mediche, agricole… persino quando si affronta un tema cruciale come quello dell'energia non si esercita solo la diplomazia, non si scambiano  sorrisi e frasi di circostanza ma si imboccano scelte cruciali. Qui, quello che si tesse è sempre parte di un disegno capitale, che investe interessi molto diversi, scuote il mondo arabo, tocca la vicenda bellica in corso e i rapporti con Putin, è all'attenzione di Biden in arrivo qui a luglio, e guarda negli occhi il drago, l'Iran degli Ayatollah. Draghi tratta qui in questi giorni di energia, ma così facendo anche di pace e guerra; partecipa (e non a caso è qui anche la Von der Leyen) ai complicati rapporti fra il piccolo Stato più discusso del mondo, e l'Europa, da sempre molto ambigua, ma adesso tutta protesa a cercare soluzioni dettate dalla crisi russa, brutale, violenta, che può cambiare tutto. Draghi è un moderato, cerca la via di mezzo, ma ciò che accade in relazione a questo piccolo fazzoletto di terra accaldato invece divide il mondo in due, ha un valore geopolitico essenziale, che ti colloca da una parte o dall'altra. Israele è sul confine con la Siria, dai tempi di Obama il primo esperimento di aggressione e occupazione per la Russia, che vi ha tenuto come gauleiter il regime assassino di Bashar Assad e ha favorito, pur ponendole alcuni limiti la diffusione su quel territorio di basi iraniane e degli Hezbollah, tutti quanti protesi alla distruzione di Israele. L'Iran ha anche nel frattempo mantenuto Hamas, usando la Siria russificata come base. Israele è un Paese che fa il miracolo di mantenere un'economia fiorente e una democrazia viva e litigiosa anche in stato di guerra e di pericolo continuo. [...]

Valanga rossa d'odio, non è un caso isolato

mercoledì 8 giugno 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 08 giugno 2022

Michele Foggetta è in buona compagnia: ogni ottanta secondi un post genocida antisemita appare sul web in più di venti lingue. Dedicato agli ebrei, con accento assai marcato su Israele. E, come per lui nel 2014, è proprio durante gli scontri con Gaza che gli attacchi si moltiplicano. La vetta la si nota quando Israele è costretto a rispondere a Hamas che bombarda case scuole agricoltori (l'anno scorso con 4500 missili). Dal 2020 al 22 gli attacchi sono raddoppiati, in Inghilterra nel 2021 sono 2225 contro 1684, nell'UE l'89 per cento degli ebrei si sente investita dal nuovo antisemitismo,8 su 10 hanno subito un attacco, in Francia c'è stata una sequela infinita di uccisioni, il primo fu Ilan Halimi torturato a morte nel 2016:  per il 51 per cento gli attacchi hanno per slogan che "gli ebrei fanno ai palestinesi quello che nazisti hanno fatto agli ebrei".La frase "Hitler was right" è stata postata 17mila volte in un mese, maggio, l'anno scorso. Nelle manifestazioni, si picchia molto chi ha una stella di David,"Fack the jews"va molto forte, insieme a "Dal fiume al mare" "From the river to the sea Palestine will be free". [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Ucraina e Israele: le parole chiave"

mercoledì 8 giugno 2022 Generico 0 commenti
Cari amici,
 
il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Ucraina e Israele: le parole chiave
 
Clicca qui per vedere il video

'Dissidenti', di Gianni Vernetti

martedì 7 giugno 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 07 giugno 2022
 
"Dissidenti" è una parola magica, doppia: li compiangi e li invidi. Evoca esili, torture, reclusioni, persecuzioni che senza remore arrivano all'avvelenamento e alla morte del nemico del regime. Ma rappresenta anche un tripudio di identità, una via illuminata, una rara fedeltà a se stessi. Vernetti scrive per Rizzoli un libro che porta orgogliosamente questo titolo "Dissidenti": tutto il volume di quasi 350 pagine esprime la determinazione a dire una parola utile per le ormai centinaia di migliaia di persone di tutti i credo, colori e religioni in fuga, in lotta, in esilio. Il libro lo dice subito: le voci libere di Russia, Cina, Hong Kong, Tibet, Iran, Turchia, Siria, Bielorussia, chiedono di agire in un panorama sempre più aggressivo; dagli anni '70, la persecuzione e quindi la fuga sono diventate direttamente proporzionali alla capacità delle grande dittature di invadere ogni spazio, di infiltrare l'opinione pubblica coi nuovi media, di usare le armi della violenza fino all'assassinio dei giornalisti, degli attivisti, dei politici ogni volta che ci riescano, ovunque nel mondo. Questa esplosione di violenza totalitaria è adesso arrivata fino alla guerra russa e all'esplicita strategia dell'espansione cinese, due forme di escalation dittatoriale evidente di cui in breve tempo tutti possiamo essere vittime. [...]

Va riscritto il secondo emendamento

venerdì 27 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 27 maggio 2022

Il massacro di Uvalde è un coacervo di grandi questioni irrisolte  che chiedono risposta immediata: non è sopportabile a una mente e a un cuore normale "la strage degli innocenti". È un eponimo di ciò che, anche secondo la Torah e secondo il Vangelo, è il segnale del picco dell'orrore sociale. La sua possibilità è immanente, ma è proprio superandola che si costruisce la civiltà. I bambini venivano sacrificati, per esempio e non solo, nelle società precolombiane, e ci pensiamo con un misto di interesse archeologico e di orrore. Forse un giorno quando racconteremo che in poche settimane le scuole di Buffalo e di Uvalde hanno sofferto un attacco letale multiplo a colpi di mitra da parte di giovani di diciotto anni, potremo dire anche come questo orribile fenomeno è stato battuto. Per ora, non si sa: si guarda anche al fatto che in Texas solo nel 2022 ci sono stati 21 attacchi armati  come a un fenomeno inevitabile, confusi: si parla di lobby delle armi, di repubblicani e democratici, di giovani problematici... ma qui c'è molto di più. Che cosa dovrebbe fare l'America per battere questo disastroso stato di cose? Come ha scritto il direttore di The Jewish News Syndicate (JNS), Jonathan Cobin, non bastano ritocchi, si dovrebbe rivedere proprio il Secondo Emendamento della Costituzione che garantisce a ogni americano il possesso di armi. Finché questo diritto sarà garantito, criminali e menti disturbate le avranno. [...]

Cento Wanda Lattes: "La lezione di Mamma, donna del secolo"

martedì 24 maggio 2022 Generico 0 commenti

Corriere Fiorentino, 24 maggio 2022

Avrebbe compiuto oggi cento anni la nostra mamma Wanda Lattes, che invece ci ha lasciato quattro anni fa il 2 di giugno. E quanto le sarebbe piaciuto: anzi, la sua invincibile vitalità, se la natura glielo avesse permesso avrebbe ancora sfavillato fino a chissà quando, arricchendosi di idee e di avventure. Come piaceva a lei. La mamma ha fatto suo il secolo passato, lo ha  abbracciato e fatto suo in ogni piega; tutte le battaglie che questo secolo ci ha proposto con l'emancipazione delle donne, la cultura di genere in drammatico cambiamento, le guerre, le persecuzioni antisemite l'hanno vista in prima fila.

All'inizio del secolo scorso, Wanda e la sua sorella Rirì, sono due graziose figlie della borghesia ebraica beneducata nel buon gusto della nonna Rosina Volterra, figlia di una grande famiglia di antiquari, e nella rettitudine del Nonno Pinetto, funzionario di banca, ex volontario della guerra '15-'18, amico di Edoardo Spadaro e di Vamba. La mamma si è subito divincolata dal ruolo, e ha imparato la prima lezione, che poi ha insegnato ai suoi colleghi nella professione e ai suoi cari nella famiglia: studiare, lavorare, immergersi nella vita autonoma. Sarà così che quando, altra svolta del secolo, il fascismo con le leggi razziali fulmina la vita della famiglia e deporta ad Auschwitz due zii Volterra, mentre caccia dalle scuole le sorelle e dal lavoro la famiglia, la mamma approda alla Resistenza. [...]

Eliminato a Teheran un leader dei pasdaran. Accuse contro Israele

martedì 24 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 24 maggio 2022

In pieno giorno, in un bel quartiere di Teheran, sotto la sua casa dove era appena tornato dalla Siria: insomma, la coppia che  gli ha sparato dentro la sua auto da una motocicletta per poi svanire nell'ombra doveva essere molto sicura del fatto suo; molto, per così dire, professionale. Adesso, fra le accuse di terrorismo  seguite da minacce, il presidente iraniano Raisi naturalmente fa capire che la vendetta prenderà di mira Israele, alquanto sospettato di aver giustiziato il comandante delle guardie della rivoluzione Hassan Sayyad Khodayari con una operazione del Mossad. Non sarebbe la prima volta che ha luogo un'eliminazione mirata contro il regime iraniano che dichiaratamente mira alla distruzione d'Israele, e specialmente contro la potente organizzazione che è la colonna del regime: tutti ricordano quella spettacolare di  Mohseh Fakhrizadeh sull'autostrada nel novembre 2020 un anno dopo quella storica di Qasem Suleimani in Iraq, di cui invece si è vantato il presidente americano Trump. Questa aveva l'ambizione, in parte riuscita, di frenare le forze iraniane belligeranti in tutto il Medio Oriente. Suleimani ne era l'architetto. Fakhrizadeh invece era lo stratega e il tecnico della costruzione della bomba atomica, che l'Iran ha sempre visto come la sua arma finale per consentirgli la distruzione di Israele, obiettivo centrale per il dominio del mondo in nome dell'Islam sciita, e un modo per tenere a bada gli USA. [...]

Autogol del Governo d'Israele. Un'inchiesta sulla sua polizia

domenica 15 maggio 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 15 maggio 2022

La condanna mondiale generale, o piuttosto la criminalizzazione, le parole sconsiderate, automatiche di tutte le tv e di molti leader contro Israele, l'accettazione della colpa anzi dell'intenzione criminale proposta dai palestinesi, il silenzio mondiale sul rifiuto di Ramallah di condividere un'indagine comune sul proiettile che ha ucciso Shirin Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera uccisa a Jenin, non contribuiscono alla ricerca della verità. Al contrario, la nascondono: sostenuti, i palestinesi non consentiranno mai l'esame delle prove. Così come aggiunge un elemento di confusione (che servirebbe bene a Douglas Murray per provare la tesi del suo ultimo libro che l'Occidente è il maggiore nemico di se stesso) il fatto che il ministro della Sicurezza israeliano Omer Bar Lev abbia istituito una commissione di inchiesta che indaghi sulla sua polizia e sugli eventi che hanno portato venerdì, durante il funerale, a scontri con la folla e quasi al rovesciamento, molto scioccante, della bara della povera giornalista. La portavoce del presidente degli Stati Uniti Jen Psaki ha dichiarato le immagini «molto inquietanti», l'Ue si è detta «sconvolta». [...]

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Il caso della giornalista uccisa: ci sarà un'inchiesta, ma la condanna dei media già investe"

domenica 15 maggio 2022 Generico 0 commenti

Cari amici,

oggi, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Il caso della giornalista uccisa: ci sarà un'inchiesta, ma la condanna dei media già investe

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