Fiamma Nirenstein Blog

La guerra antisemita contro l'Occidente

7 ottobre 2023 Israele brucia

Jewish Lives Matter

Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein

Museo del popolo ebraico

Chi insulta la memoria

lunedì 17 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 17 ottobre 2022
 
"Tragica buia insanabile". Dice bene Giorgia Meloni, fu veramente questo la giornata del 16 ottobre 1943 quando "la furia nazifascista", come recita il testo di cordoglio da lei stilato,intraprese la "vile e disumana deportazione di ebrei romani … strappati dalla vita, donne, uomini e bambini casa per casa". Meloni aggiunge che questa memoria "di tutti gli italiani" deve servire per continuare a combattere in ogni sua forma l'antisemitismo. Il messaggio di Meloni viene di concerto con un insieme compatto di messaggi proveniente da tutte le parti politiche, in cui si ricorda l'orrore di quelle 1259 creature senza colpa, trascinati via da casa all'alba, mezzi spogliati, terrorizzati, fra cui 207 bambini: tutti, mandati a morire ad Auschwitz dopo un gesto che, pur nella selva oscura della Shoah, resta un abisso inguardabile. Non è strano che si usino parole forti ricordandolo. Qui, tuttavia, dato anche che un linguaggio altrettanto incandescente viene usato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, e che interviene con intensità anche Silvio Berlusconi ("una barbarie che non possiamo dimenticare") e Matteo Salvini ("L'antisemitismo non deve esser mai sottovalutato o peggio tollerato") si disegna, comunque la si voglia valutare, una presa di posizione che indica una strada di lotta all'antisemitismo. Per FdI significa affrontare un compito educativo, specie fra i ragazzi, gli studenti e i giovani dei quartieri in cui esiste un'ignoranza eccitata di fronte alla parola "ebreo". [...]

Mediorientale

sabato 15 ottobre 2022 Generico 0 commenti

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Pace tra Israele e Libano, polemica su gas e confini

mercoledì 12 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 12 ottobre 2022

 

"Storico": è l'aggettivo preferito quando si parla, dell'accordo fra Israele e Libano, paesi in guerra, sul confine marittimo e i giacimenti di gas. Israele ama la pace, da Begin a Rabin chi ne ha forgiato una ne ha fatto il brillante della sua vicenda storico-politica. Così vorrebbe fare Yair Lapid, il Primo ministro d'Israele. Ma questo, è un accordo su cui già le opinioni sono diversissime. Per esempio l'ex ambasciatore americano in Israele padre degli accordi di Abramo, David Friedman, ha twittato incredulo: "Abbiamo speso anni cercando di mettere d'accordo il Libano e Israele sulle disputati giacimenti marini. Ci siamo andati vicini col 55-60 per cento per il Libano, e il 45-50 per Israele. Nessuno immaginava il 100 per cento al Libano e niente a Israele. Vorrei capire come ci siamo arrivati". Friedman però non sa i particolari dell'accordo, e nessuno li conosce ancora. Yair Lapid, il Primo ministro ad interim, a pochi giorni dalle elezioni che saranno il primo di novembre, afferma che "abbiamo realizzato una conquista storica che rafforza la sicurezza di Israele, porterà miliardi all'economia e darà stabilità al confine settentrionale". [...]

Iran, lo sciopero del petrolio. Il Paese si ribella al regime

martedì 11 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 11 ottobre 2022

Finalmente la rivolta iraniana splende anche nel resto del mondo da quando i media hanno dovuto accorgersene a forza. Anche gli odiatori di Trump si sono resi conto che la sua dichiarazione di sostegno alle ragazze e ai ragazzi che hanno invaso le strade con un coraggio da leone, dato il sanguinoso fallimento di tutte le altre rivoluzioni, svergognano il pallido atteggiamento del presidente Biden, e anche quello europeo. La stampa internazionale si è svegliata l'evento l'8 di ottobre dopo un mese circa di scontri, quando il telegiornale di stato della tv iraniana è stato interrotto in diretta e, ad opera degli hacker rivoluzionari, è comparsa agli occhi dei telespettatori l'immagine avvolta nelle fiamme dell'inferno del leader supremo Khamenei, e delle ragazze ultime vittime della prepotenza del regime. È stato come un momento di estasi rivoluzionaria: la spirale di una possibile rivincita si protendeva palesemente in alto, fino a lambire quello che dal 1979 è un potere armato che coniuga la frenesia religiosa che tortura donne e cittadini, con l'imperialismo nazionalista terrorista. Arrivare fino al tg di Stato è un segnale forte, ed è ormai parte di un insieme che permette di dire che questa protesta è diversa da quelle sconfitte nel sangue nel 2009, nel 2019, 2020. [...]

Mediorientale

venerdì 7 ottobre 2022 Generico 0 commenti

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IL TERRORISMO, LA NUOVA FORMA DI PERSECUZIONE ANTISEMITA

venerdì 7 ottobre 2022 Generico 0 commenti

Shalom.it, 07 ottobre 2022

L’Italia intera deve ringraziare Gadiel Gaj Taché per aver avuto la forza e la determinazione di raccontare le sue vicissitudini e quelle della sua famiglia, della valorosa mamma Daniela e di suo padre Joseph. È un’esperienza di valore universale: chi ha la ventura di essere investito dal terrorismo diventa la preda di uno tsunami fisico ed emotivo senza ritorno, i suoi dolori psicologici e fisici sono disconosciuti quanto il fenomeno del terrore e a tutt’oggi lontano dall’essere pienamente compreso, definito, affrontato. Nell’ultima settimana, Israele ha subito 17 attacchi terroristici, solo le vittime conoscono il trauma dell’aggressione ingiusta che hanno dovuto sopportare, lo strazio familiare, le cure fisiche crudeli; quando durante la seconda Intifada ho visto le strade di Gerusalemme letteralmente coperte di sangue con circa duemila morti, paradossalmente sono stati assolti e perfino esaltati gli aggressori, annoverati fra gli oppressi del mondo, mentre le vittime venivano disconosciute e Israele e gli ebrei venivano chiamati oppressori. Il racconto dell’esperienza personale di Gadiel nel suo libro “Il silenzio che urla”, così come la sua ricostruzione dell’orrida, intricata vicenda politica che ha permesso l’assassinio del piccolo Stefano e il ferimento di 37 ebrei usciti dalla preghiera, getta luce sulla reale natura del terrorismo antisemita, su come viene usato contro gli ebrei nel mondo, sulla incredibile sofferenza che esso procura.  [...]
 
 

Meloni sostenga le proteste contro l'Iran

domenica 2 ottobre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 02 ottobre 2022

 

La più convincente delle rassicurazioni di democrazia che Giorgia Meloni presenta al mondo, e che infatti nei commenti viene preceduta da un "tuttavia" e da un "d'altra parte" a fronte di un passato sospetto, è la chiarezza con cui la leader ha difeso la libertà dell'Ucraina e attaccato l'aggressività russa. Anche dopo il referendum e il discorso che ha aggiunto colonne al tempio antioccidentale e autarchico di Putin, la Meloni non si è tirata indietro. Se questa scelta è fatta in nome della difesa di quell'Occidente che per Putin è sinonimo di colonialismo, di imperialismo, di satanismo etc, e la Meloni, donna e leader, invece punta a una politica occidentale, atlantista,democratica, la strada è segnata. Accanto alla guerra nell'Europa cristiana, ha luogo in queste ore una rivoluzione oltremodo significativa in Iran, dove quello che Bernard Lewis considerava il maggiore problema dell'Islam, l'oppressione delle donne, fa tremare il regime degli Ayatollah e dei Basiji. [...]

Mediorientale

venerdì 30 settembre 2022 Generico 0 commenti

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Donne al potere

martedì 27 settembre 2022 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 27 settembre 2022

Non c'è dubbio che una delle medaglie che la sinistra storica ama maggiormente, e a buon diritto, è quella dell'emancipazione femminile: i movimenti per il diritto al lavoro nella storia d'Italia sono sempre andati a braccetto con quelli della ridiscussione del ruolo familiare della donna. Poi molto più avanti nei decenni, la rivoluzione femminista ha scardinato e rimesso in discussione la sincerità e la funzionalità della rivoluzione gestita dai partiti maschi, e il femminismo è diventato il movimento destinato a rivoluzionare definitivamente la vita delle donne, mettendone il corpo e la psiche al centro e quindi decidendo, a partire dalla sua specificità e una volta per tutte, che "il personale è politico". E quanto è vero: non c'è nessuna etichetta che possa coprire, inglobare, definire, la gigantesca lotta delle donne per la loro liberazione. Ma la determinazione a seguitare a vestire con una bandiera rossa, anche se scolorita dagli anni, la loro ascesa, è imponente. Di fatto quindi su Giorgia Meloni durante tutta una campagna elettorale su cui aleggiava già la prevista vittoria, si sono affollate le nuvole del dubbio femminista: questa donna e madre che ascende al potere, è stato detto in sostanza, non può, non deve rappresentare una vittoria delle donne, perché, in parole povere, è di destra. [...]

Mediorientale

venerdì 23 settembre 2022 Generico 0 commenti

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