L'odio e l'ignoranza di Erdogan non hanno limiti. Né oppositori.
lunedì 1 giugno 2015 Generico 3 commenti
Mohammed Badie, il capo spirituale della Fratellanza Musulmana di cui
anche il presidente turco Erdogan è membro e guida, ha dichiarato che è
tempo per tutto l’Islam di unirsi sotto una sola guida per riconquistare
Gerusalemme con la jihad. Nel contempo Erdogan seguito dal Primo
Ministro turco Davutoğlu ha detto più o meno la stessa cosa, sostenendo
che Gerusalemme appartiene ai musulmani e candidandosi ad essere quella
guida di cui parla Badie.Purtroppo non è strano che Erdogan conti il tempo solo dal 700 dopo Cristo, o più ancora dalla conquista ottomana di Gerusalemme[...]
Presentazione del documentario ONE ROCK THREE RELIGIONS
lunedì 1 giugno 2015 Generico 1 commento

Lunedì 1 giugno 2015, ore 18.00, Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento, sarà presentato il documentario del regista Isaac Hertz “One Rock Three Religions” sulla città di Gerusalemme.
Seguirà un dibattito con Valentina Castellani-produttore del film – Isaac Hertz, regista, Fiamma Nirenstein- giornalista e autrice, Bobby Sager- Presidente della Polaroid e attivista di YPO International, Dick Simon – YPO-Peace Action Network, Activist, fondatrice kNOw THEM Initiative. Parteciperanno anche il Rabbino Joseph Levi, l’Imam Izzedin Elzir, e il Cardinale di Firenze Giuseppe Betori.
L’evento è realizzato da Quinn Studios e dal Centro Unesco di Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze, che ospita l’evento, il Ministero degli Affari Esteri, il Consolato USA di Firenze, l’Ambasciata di Israele, l’Ambasciata della Giordania, l’Ambasciata della Palestina e gli altri enti indicati nel programma.
Alle ore 21 cena a Palazzo Strozzi offerta da Palazzo Strozzi e dall’Hotel Villa Tolomei.
Per partecipare è necessario registrarsi a vquinn@quinnstudios.tv
Mediorientale
venerdì 29 maggio 2015 Generico 0 commenti
Cari amici, cliccando qui potrete riascoltare e leggere la trascrizione della rubrica con Massimo Bordin "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana Islam moderato? Otto arabi su dieci stanno con l'Isis
giovedì 28 maggio 2015 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 28 maggio 2015Nonostante il titanico sforzo dei leader mondiali, soprattutto di Obama, di spiegare che l'Isis è una perversione "random" casuale per quanto pericolosa, che il suo collegamento all'Islam è marginale se non nullo, la realtà sovente si occupa di smentire questa pacificante osservazione, e di getta di fronte a una cruda realtà. L'Islam, specie se sunnita, non disprezza l'Isis almeno in gran parte. Ce lo fa sapere il Qatar, che dell'Isis è un amico segreto ma non tanto. Ed è Al Jazeera, la televisione che è stata il geniale strumento dei suoi emiri per disegnare a suo piacimento le convulsioni del mondo musulmano, che ci getta in faccia una realtà davvero scioccante, anche se con i dovuti dubbi e obiezioni: un' indagine della TV dimostra che l'81 per cento degli intervistati rispondono "sì" alla domanda: "Appoggiate le vittorie che organizza lo Stato Islamico in Iraq e in Siria?" ovvero l'Isis. Decapitazioni, stupri, rapimenti, fucilazioni di massa, non hanno creato nel cuore del mondo musulmano quel rifiuto che si desidererebbe, secondo la TV.[...]
L’Isis supera il "punto di non ritorno"
sabato 23 maggio 2015 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 23 maggio 2015Non ci sono parole che possano essere pari all'idea che ci venga strappata Palmira, la città carovaniera da cui passava sul cammello nel deserto fin dal tempi biblici il traffico fra la Mesopotamia e il Mediterraneo] con il suo carico di merci, di architettura e di scultura. Fa vergogna vederla distruggere dall'Isis, è una sconfitta per ogni singolo abitante del pianeta, a volte si vorrebbe che l'Unesco avesse un esercito di mercenari. E' vergogna anche che Ramadi sia caduta nella mani dell'Isis nonostante l'impegno americano e della grande coalizione che avrebbero, almeno, dovuto tenere a bada l'esercito dei barbuti dello Stato islamico. Non ci sono riusciti. Eppure non dovrebbe essere impossibile, si tratta di un esercito senza forze aeree, con vecchi tank, con una truppa che a suo vantaggio può annoverare solo gli esperti ufficiali di Saddam e il fanatismo. Si potrebbe batterli, se si volesse. Ma la scelta di Obama è quella di combattere con una mano legata dietro la schiena, senza i famosi "boots on the ground", gli stivali sul terreno, e anche di fare un uso modesto dei droni, se è vero che da settembre il numero degli attacchi è stato di 3800 in confronto ai 47mila del primo mese dell'operazione Iraqi Freedom del 2003. [...]
Fatti e Misfatti: quell'inopportuna scelta del Vaticano sulla Palestina
giovedì 21 maggio 2015 Generico 0 commenti
Cari amici,cliccando qui potrete rivedere la puntata di ieri della trasmissione tv Fatti e Misfatti, Tgcom24, dove abbiamo parlato della inopportuna scelta del Vaticano di riconoscere uno Stato palestinese
Fiamma Nirenstein
Addio al professor coraggio: voce contro l’antisemitismo
mercoledì 20 maggio 2015 Il Giornale 6 commenti
Il Giornale, 20 maggio 2015
Il professor Robert Wistrich ci ha lasciato, ed è troppo triste per essere vero. Spesso si parla di perdite incolmabili, questa volta è vero. È successo qui a Roma all'improvviso, si è spenta ieri all'una una luce di intelligenza e anticonformismo, e nessuno la potrà sostituire. Robert, che aveva 69 anni, era smunto e pallido, l'ho visto sempre sofferente per tutto quello che gli toccava di vedere nel suo campo di studio, l'antisemitismo.[...]
Abu Mazen non è un "Angelo della pace”
domenica 17 maggio 2015 Generico 3 commenti
Non so come sia venuto in mente a Papa Francesco di chiamare Abu Mazen "Angelo della pace”.è una scelta bizzarra. Abu Mazen non ha mai dato segno di perseguirla, al contrario. ha messo barriere insuperabili soprattutto sul fronte all'odio contro gli israeliani. Basta prendere qualche frase pronunciata da lui quando ha tenuto il suo discorso all’ONU, per capirlo: di nuovo sono risuonate parole come “genocidio” e il riferimento al Tribunale internazionale contro i criminali di guerra. Questo sono per lui gli israeliani. Abu Mazen è l’uomo che ha concesso di chiamare una piazza col nome di Dalal al Mughrabi, la leader che comandò l’eccidio di 35 israeliani su di un autobus, fra cui 12 bambini. [...]"Santità, aspetti a firmare l’intesa con i palestinesi". Lettera di un'ebrea a Francesco
venerdì 15 maggio 2015 Il Giornale 11 commenti
Il Giornale, 13 maggio 2015 Caro Papa, Eccellenza,
è con umiltà ma guardandoLa negli occhi che mi permetto di scriverLe per spiegarLe quale grande tristezza mi abbia colto, da giornalista che da decenni si occupa di Medio Oriente e anche da ebrea, quando ho dovuto leggere che il Vaticano, il Suo Vaticano, riconosce lo Stato palestinese con un nuovo trattato. Si dice che ancora il documento non è firmato. Papa Francesco, ci pensi ancora un poco. Sospenda la firma. Il Vaticano non è uno dei tanti Stati nazionali che compongono la Comunità europea. Agli occhi della storia esso è depositario di una memoria e di una responsabilità tutte particolari del rapporto fra ebrei e cristiani. Mi lasci ricordare che il Vaticano ha una storia difficile con Israele, da rivoluzionario Giovanni Paolo si decise a riconoscerlo vent'anni dopo che gli egiziani lo avevano già fatto. Non è ora che si annaffi come una pianta preziosa questo piccolo Paese che ha cura dei suoi cristiani e li difende a differenza di tutto il Medio Oriente?[...]
Il Vaticano riconosce lo Stato palestinese: scelta stupefacente, opportunista, dannosa
giovedì 14 maggio 2015 Generico 5 commenti
La decisione di riconoscere lo Stato palestinese da parte di papa Francesco è stupefacente, opportunista, dannosa. Stupefacente
perché nell’enorme confusione in Medio Oriente creata dall’estremismo
islamico sunnita e sciita in pieno combattimento, è elementare che si
debba adottare un atteggiamento prudente. Gli Stati mediorientali si
stanno disfacendo, e qui se ne vuole creare uno nuovo in cui non esiste
la democrazia, si perseguitano i dissidenti e gli omosessuali, le donne
sono oppresse, la coalizione di Governo include Hamas, un’organizzazione
terrorista antisemita e anticristiana parte della Fratellanza
Musulmana, vige la pena di morte, l’economia è interamente dipendente da
interventi stranieri, e soprattutto è diffusa fino dalle scuole una
cultura jihadista e di odio che spinge alla distruzione di Israele e
alla glorificazione degli “shahid”, i “martiri" terroristi. Se almeno il
Papa avesse posto pubblicamente la condizione di bandire l'odio dalle
tv e dai testi scolastici, avrebbe dato almeno un segnale, uno solo, di
capire la situazione.[...]