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L'accoglienza a tutti i costi è un assist per chi ci odia

sabato 19 agosto 2017 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 19 agosto 2017

Il concetto di accoglienza non contiene rotture rispetto all'ideologia dell'Occidente, a contrario: è ricco di umanità, di desiderio di conoscenza, di buoni sentimenti. Barcellona oggi sbreccata, insanguinata, sofferente è stata la città più accogliente del mondo, non solo perché il mondo la ama e la visita per la sua bellezza, ma per la sua scelta di chiedere che i profughi la scelgano come obiettivo preferito, senza limiti, senza scegliere. Una scelta coraggiosa fino all'incoscienza.  Ma quando si guardano le fotografie del 17 maggio della manifestazione di Barcellona che fu la prima di una serie, fra cui un vastissimo raduno a Milano pochi giorni dopo, in cui i cittadini guidati dai loro sindaci  e da una serie di politici e intellettuali chiedevano che l'accoglienza fosse ampliata; manifestazioni in cui si chiedeva che gli immigrati diventassero la colonna del futuro stesso delle loro città; se si guardano le immagini delle Ramblas invase di folla e di cartelli che invocano "open borders" (confini aperti), e mondi "senza mura" e gridano che "biasimare l'Islam per il terrorismo è come biasimare il cristianesimo per il colonialismo".

Beh, intanto va ricordato che il cristianesimo fu responsabile del tentativo di quegli uomini e di quel tempo di imporre una civiltà ritenuta salvifica oltre che redditizia; e in generale, non si sfugge alla sensazione di una grande mancanza di senso di responsabilità. Come se una nuvola di mancanza di conoscenza del maggiore problema che abbia investito l'Europa dal dopoguerra avesse avvolto le menti.

L'ha ripetuto Antonio Tajani presidente del Parlamento Europeo, ed è un dato evidente: la marea di profughi che abbiamo visto in questi anni affrontare i flutti non calerà dalle sue dimensioni bibliche, al contrario.

In dieci anni quando l'Egitto avrà raggiunto i 100 e la Nigeria i 400 milioni di abitanti, le folle che vorranno raggiungere le nostre città toccheranno le decine di milioni. I numeri sono e saranno alti per quanto si manipolino, e impongono una scelta, uno "screening" come quello che cercano di fare le nuove misure italiane: in Italia nel 2017 abbiamo fin'ora 11.849 arrivi contro i 13.246 di tutto l'anno scorso, in Spagna dall'inizio del 2017 sono arrivate 8.385 persone, 3 volte il numero nello stesso periodo dell'anno scorso.

Pensando a tutta questa "accoglienza" che ci aspetta, è possibile concentrasi solo sulla parte umanitaria che riguarda i profughi e dimenticare il principio fondamentale che comporta obblighi verso la vita umana in generale? Si può ignorare il rapporto fra la marea montante di immigrati e il terrorismo?

E' un'evidente forzatura: il terrorismo che colpisce indiscriminatamente tutti, cristiani, ebrei, musulmani non osservanti comunque lo si rigira, ci mostra sempre la faccia del fanatismo religioso islamico, che cresce di mese in mese. E' un fenomeno che ha grande parte nei 4.576 morti europei per terrore che ci è toccato contare.

Dunque l'accoglienza che deve essere praticata secondo il senso comune deve necessariamente contenere un criterio selettivo, come lo applichiamo agli ospiti di casa nostra. Questo significa razzismo? Mancanza di rispetto per la libertà di religione o di opinione? Non è così, anche se è la pretesa di chi predica l'accoglienza indiscriminata. Sono concetti che non hanno nulla a che fare l’uno con l'altro.

L'Europa non ha ancora voluto capire che molti guerrieri di una guerra senza quartiere si annidano nel fanatismo religioso islamico, e che esso è cresciuto parallelamente alla nostra scelta di una società multiculturale. Ma i fanatici non saranno mai conquistati dalla gentilezza di cuore di chi li vuole pacificare, dalle braccia aperte dell’accoglienza.


Barcellona per loro è come Roma o Londra, tutte sono parte di una civiltà, quella occidentale che deve essere distrutta. Per ogni luogo c'è un motivo specifico e generale: la Spagna, in cui sono stati arrestati 636 jihadisti dopo l'attacco di Madrid nel 2004, è Al Andalus, che appartiene per sempre alla Ummah islamica, da cui non si può distaccarsi una volta che sia stata conquistata, come la Francia e il Portogallo. Roma è la sede del Papato. I Paesi dell'Est Europa sono fuori rotta, non sono nella storia dell'Islam.

Verificare l'identità di chi entra, selezionarla secondo criteri di sicurezza non ha nulla a che fare con il dovere morale di salvare le persone in pericolo. Il mondo attuale fatto di molte culture, molte lingue, molte religioni, ha un problema: il multiculturalismo ha un nemico interno.


Un jihadista non è un personaggio speciale nel mondo islamico: per esempio, il mondo islamico considera santi ,"shahid", i terroristi, lo scrive su twitter, lo predica ovunque, ne nutre i suoi figli. Per favore, smettiamo di compiacerci come pavoni di quanto siamo accoglienti.  


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Lorenzo , Torino
 sabato 19 agosto 2017  22:54:01

"Ma i fanatici non saranno mai conquistati dalla gentilezza di cuore di chi li vuole pacificare, dalle braccia aperte dell’accoglienza"Però questo è la radice del cristianesimo che propone la debolezza, la risposta asimmetrica come forza. E' il " a chi ti chiede il mantello dai anche la tunica" "ama il tuo nemico", "fa del bene a chi ti odia" etc... E' con queste proposizioni controintuitive che il vangelo rompe la continuità e il sentire comune, può rinunciarci senza rinunciare a se stesso? Insomma si può dire che non funziona, che si tratta di utpie pericolose e che applicate porterebbero all'autodistruzione (che è più o meno quello che pensano i terroristi islamici che infatti praticano e predicano il contrario). Si può decidere di reagire sullo stesso piano, di applicare "l'occhio per occhio e il dente per dente" e magari aver ragione a chiederlo e a farlo, però... però non si può dire di volerlo "anche" per difendere i "valori cristiani" perchè abrogarli per difenderli metterebbe nella condizione paradossale di aderire preventivamente alla stessa filosofia che il "nemico" desidera e vorrebbe imporre...



Dova Cahan , Tel Aviv Israele
 sabato 19 agosto 2017  18:30:36

Sempre un grande piacere leggertiDova Cahan



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