Fiamma Nirenstein Blog

Il Giornale

Quante menzogne per infangare la scelta di Trump

venerdì 8 dicembre 2017 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 08 dicembre 2017

Ismail Haniyeh, il capo di Hamas, e Tayyp Erdogan, sono apparsi ieri come i due capi della rivoluzione violenta: la rabbia mistica con cui si esprimono, l'impronta religiosa che danno ai loro discorsi pretendendo che la Moschea di Al Aqsa sia in pericolo,il loro odio anti-americano e anti-israeliano, la loro proclamazione di una reazione violenta e quindi terrorista sono talmente tipici da apparire classici. Stessa musica: attacchi bellici, attacchi terroristici, attacchi della menzogna e della delegittimazione non turbano, per il momento, la quieta gioia del riconoscimento. Ora c'è anche la promessa di spostare le ambasciate, dopo Trump, anche delle Filippine e della Cecoslovacchia, e altri preparano la medesima mossa.[...]

Strappo di Trump: «Gerusalemme capitale d'Israele»

giovedì 7 dicembre 2017 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 07 dicembre 2017

Trump ce l'ha fatta: non ha indicato né confini, non ha parlato di "tutta"Gerusalemme, e non l'ha divisa in occidentale e orientale, ha spiegato che il futuro è nelle mani delle due parti se vorranno creare due Stati per due popoli, ha reso più blanda la sua posizione firmando per il trasferimento dell'ambasciata ma spiegando che per costruirla ci vorrà del tempo. "E' nel  migliore interesse della pace" ha spiegato Trump,  pace in Medio Oriente, spiegando con coraggio che essa  deve svoltare di 360 gradi, che deve partire dalla verità esistente sul terreno e che i palestinesi non devono considerare aggressivo ciò che in ultima analisi  prepara loro un futuro di cui godranno a loro volta. Non sarà facile, ma le altre strade sono state un disastro: Trump ha detto senza lasciare spazio al narcisistico processo di pace inventato sui confini di una guerra di aggressione subita da Israele nel ‘67, e intitolato "fine dell'occupazione" di uno Stato mai esistito.[...]

Convergenze ebrei-sunniti. Dall'ira può iniziare il dialogo

mercoledì 6 dicembre 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 06 dicembre 2017

La frenetica opposizione alla possibilità che Trump decida di riconoscere Gerusalemme come capitale o persino di trasferirvi l'ambasciata non è di principio come vuole apparire, e neanche religiosa come Erdogan contrabbanda nei suoi discorsi più da capo della Fratelli musulmani che da presidente turco, tanto meno risponde alla preoccupazione che scoppi un inferno. È un omaggio alla più vieta delegittimazione d'Israele, col solito coro inclusa l'Europa, come se non fosse ovvio che è la capitale. L'ultima minaccia di un inferno è di ieri sera, quando Abu Mazen ha parlato al telefono con Trump, ma oltre a signora mia cosa ci combina, si devono essere detti molte cose e forse non tutte negative.[...]

"Tappa a Gerusalemme ovest". Ira Israele, Giro in retromarcia

venerdì 1 dicembre 2017 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 01 dicembre 2017

Se qualcuno poteva sperare che in una bella mattina di maggio (così prevede il calendario della gara) nel profumo delle rose a Gerusalemme il giro d'Italia, come annunciato, avrebbe preso il via in atmosfera di pace, che l'iniziativa di un giro globalizzato e extraeuropeo avrebbe preso le ali senza suscitare un'ondata di aggressività... Beh, si sbagliava.

Il BDS cerca di raggiungere il Giro.[...]

Ancora terrorismo in Egitto: massacro in moschea, 235 morti. Un attacco ad Al Sisi e all'islam moderato

sabato 25 novembre 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 25 novembre 2017

L'attacco di ieri dell'Isis è un attacco all'Egitto, una scelta strategica e programmatica tesa a minare alle fondamenta il potere del presidente Al Sisi, un'affermazione tracotante e decisa: "Credevate di averci sconfitti, sarete voi a morire", una ambiziosa scelta di sovversione rispetto alle nuove alleanze antiterroriste che comprendono Egitto, Stati arabi moderati, e tutto l'Occidente compreso Israele.

Allineati e coperti alla bella e meglio, morti a centinaia mentre recitavano la preghiera del venerdì alla moschea di Bir al Abd a Razwa, poco lontano da Al Arish, a metà strada simbolicamente fra il Cairo e Gerusalemme, ieri sono stati massacrati in numero abnorme, 235 più 190 feriti, i poveri sufi egiziani. Abituati con i copti a soffrire della loro debolezza numerica e della loro mitezza religiosa, ciascuno a suo modo, oggi sono le vittime della guerra vigliacca che l'Isis dopo la sconfitta territoriale si ingegna a proseguire. L'Isis ha senz'altro perso il suo territorio, quella incredibile porzione di Siria e Iraq che gli aveva fornito una popolazione di otto milioni di persone, banche, armi, pozzi di petrolio, business criminali di vario genere, un'industria di comunicazione da fare paura, con  blogger, twitter, film didattici. Ma non è morta e sta elaborando una strategia che punti all'esterno che le consenta di terrorizzare il mondo intero sovvertendolo col suo esercito segreto diffuso.[...]

L'aggressività di Teheran spezza i nervi dei sunniti E Trump non ha un'idea

sabato 18 novembre 2017 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 18 novembre 2017


I fuochi d'artificio sono comuni in Medio Oriente: ad ogni matrimonio, nascita, evento si sentono gli scoppi; ma spesso i botti sono dovuti a spari di pistole vere. In questi giorni, i protagonisti si fanno sentire,  e non è per niente rassicuranti. Oggi a Parigi il Primo Ministro dimissionario del Libano Saad Hariri incontrerà Macron. Macron ha estratto (intervenendo personalmente nella crisi) Hariri da Riyadh, dove dal 3 di novembre risiedeva in un esilio dichiarato volontario insieme alla famiglia. Ora afferma che dopo un giro per i Paesi arabi tornerà a Beirut a dimettersi di persona.[...]

Riad, il terremoto di Salman per il Medioriente

giovedì 9 novembre 2017 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 09 novembre 2017

Gli occhi neri brillanti, la barba nerissima, la veste nera in mezzo alle palandrane bianche dei suoi vecchi, il 32enne principe della corona saudita Mohammed Bin Salman non ha paura di nulla. Il messaggio è questo: i nemici avranno guerra, chi è avverso all'erede del Re Salman è in galera, i corrotti finiscono male, la leadership sunnita splenderà di nuovo. L'Arabia Saudita minacciata dal ribasso del prezzo del petrolio e dalla ormai evidente crisi della "nazione araba", intraprende una nuova strada. Si tratta di un terremoto interno accompagnato dalla ridefinizione generale degli interessi del Paese fatto di sabbia, petrolio, regole religiose crudeli, e quindi del quadrante medio-orientale.[...]

La provocazione. Ma il genio non c'entra con i reati commessi Altrimenti togliamo i quadri di Caravaggio dai musei

domenica 5 novembre 2017 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 5 novembre 2017

Cosa c'entra che Netflix cancelli House of Cards, che l'agenzia si rimangi il contratto per la sesta serie, che l'International Academy cancelli il Premio Emmy che Kevin Spacey doveva ricevere questo 20 novembre, col fatto che sia un molestatore sessuale? Mi dispiace, non c'entra niente. [...]

I primi 100 anni di Israele l'anniversario della lettera che fece nascere lo Stato

lunedì 30 ottobre 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 30 ottobre 2017

Giovedì sarà una magnifica occasione di orgoglio per l'Inghilterra: il 2 di novembre del 1917 lord Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, lanciò nell'universo della geopolitica mondiale un razzo che scintilla ancora dopo cento anni. Scrisse infatti una lettera a lord Walter Rothschild, il capo della comunità ebraica inglese, che annunciava di fatto la fine di 1800 anni di esilio del popolo ebraico ed il suo ritorno a casa, alla sua patria. [...]

Onu e Unesco peggio di pochi idioti - Indignatevi per l'Onu non per tre cretini

mercoledì 25 ottobre 2017 Il Giornale 5 commenti
Il Giornale, 25 ottobre 2017

E' difficile, per un'ebrea, scrivere di nuovo di antisemitismo. Nonostante sia universalmente noto che gli attacchi si sono moltiplicati in tutto il mondo, è un po’ come si parlasse di uragani. Che ci si può fare. Io so che i lettori per la gran parte non capiranno, o meglio, non vogliono sapere di cosa stiamo parlando, anche se è doveroso menzionare le misure annunciate: viaggi ad Auschwitz e letture di pagine di Anna Frank. Ci voleva Shakespeare per far dire al Mercante di Venezia che se si taglia la carne di un ebreo, essa sanguina come quella di qualsiasi altro.
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