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I primi 100 anni di Israele l'anniversario della lettera che fece nascere lo Stato

lunedì 30 ottobre 2017 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 30 ottobre 2017

Giovedì sarà una magnifica occasione di orgoglio per l'Inghilterra: il 2 di novembre del 1917 lord Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, lanciò nell'universo della geopolitica mondiale un razzo che scintilla ancora dopo cento anni. Scrisse infatti una lettera a lord Walter Rothschild, il capo della comunità ebraica inglese, che annunciava di fatto la fine di 1800 anni di esilio del popolo ebraico ed il suo ritorno a casa, alla sua patria.

Una patria mai dimenticata, anche nel corso degli anni più spaventevoli e difficili, quelli dei pogrom, delle persecuzioni, delle torture razziali e religiose: mai infatti gli ebrei avevano smesso di pregare volti a Gerusalemme, di gridare al cielo "se ti dimentico, Gerusalemme, così mi dimentichi la mia mano destra", come si fa rompendo nel giorno del proprio matrimonio un bicchiere, simbolo della distruzione del Tempio nel 70 dC.

Balfour scriveva: "Il governo di Sua Maestà vede con favore l'istituzione (establishment) in Palestina di un focolare nazionale (a national home) per il popolo ebraico e userà i suoi migliori sforzi per facilitare l'ottenimento di questo obiettivo". Immediatamente, nonostante alcuni leader lungimiranti intravedessero l'opportunità che questo avrebbe rappresentato per alcuni popoli arabi (la dinastia hashemita si distinse in questo), sulla scorta del rifiuto della leadership palestinese e di quello religioso, che escludeva ogni presenza non musulmana sulla Umma islamica, iniziò una sanguinosa campagna terroristica che dura ancora oggi.

E' opportuno ricordare che non esisteva nessuno stato palestinese, che la zona era ancora dominata dai turchi, che la dichiarazione di Arthur Balfour era supportata da una decisione sia orale che scritta da parte americana, francese, italiana e del Vaticano. La nascita di Israele si deve quindi, oltre che al rispetto per la storia, anche per un consenso internazionale generalizzato e soprattutto per la volontà del movimento sionista fondato da Theodor Herzl. Quindi non fu un'azione isolata, come sostiene oggi una campagna improntata al peggior desiderio di distruzione di Israele. Abu Mazen addirittura chiede che l'Inghilterra cancelli la lettera di allora.

Fu questo che nel 1922 portò ad inserire la creazione dello Stato Ebraico nel preambolo della Lega delle Nazioni alla creazione del mandato britannico per la Palestina. Dalla dichiarazione Balfour in avanti, centinaia di migliaia  ebrei  intrapresero la loro strada verso la terra dei padri, quindi col senno del poi possiamo dire che essa li salvò dai forni crematori.

Trovarono Israele arido, abbandonato come lo descrive Mark Twain, ma lo dissodarono col loro sudore, lo difesero col loro sangue, lo fecero fiorire e lo trasformarono nel miracolo di democrazia e di tecnologia che il piccolissimo Paese rappresenta a tutt'oggi. Tuttavia l'Inghilterra non fu coerente nel suo messaggio di giustizia, anzi, si trasformò ben presto, impaurita dal rifiuto arabo, nel poliziotto che chiuse il mare agli ebrei proprio quando ne avevano maggiormente bisogno per scampare alle persecuzioni e alla Shoah.

Gli inglesi sin dall'inizio del mandato, dettero ad arabi, e non agli ebrei, posizioni governative. Produssero bollettini ufficiali e documenti in inglese e arabo, non in ebraico, la lingua che andava prodigiosamente ricostruendosi dalla Bibbia e dalle preghiere, trasformandosi nel colloquio della vita quotidiana. Più avanti, tragicamente, gli inglesi limitarono e bloccarono l'immigrazione ebraica con l'inizio della seconda guerra mondiale.

Nel 1939 il "White Paper" bloccava sia l'immigrazione che l'acquisto di terra da parte degli ebrei. Ma il miracolo era già compiuto, gli ebrei avevano ormai intrapreso la marcia del ritorno a casa con la forza della gioia e della disperazione, pronti a soffrire per ricostruire la loro terra.

Ha ragione Theresa May quando risponde oggi alle rauche minacce palestinesi: "Siamo fieri del ruolo che abbiamo giocato nella creazione dello Stato d'Israele e certamente celebriamo con orgoglio questo centenario". Anche se oggi il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn annuncia che non parteciperà alle celebrazioni, dopo aver più volte ripetuto la sua amicizia verso gli Hezbollah e Hamas.

Anche se l'ondata di antisemitismo inglese è assai alta, anche a causa dell'immigrazione, l'Inghilterra può vantare la creazione di un documento che ha restituito agli ebrei di tutto il mondo il senso della legittimità della loro vita in questo mondo, fra le nazioni, e che certamente ha consentito loro di sopravvivere moralmente anche durante la Shoah.

Balfour ha fatto intravedere la vita oltre la muraglia della morte nei campi di sterminio. Mio padre Aron Alberto Nirenstein, dall'Ishuv ebraico dove era andato col suo gruppo sionista-socialista nel 1936, ebbe l'idea di venire a visitare la sua famiglia a Baranov, in Polonia, proprio mentre le truppe tedesche marciavano verso l'invasione e la deportazione di quasi tutta la sua famiglia. Di fronte all'avanzare della marea nera, poté avviarsi ancora, nella tragedia, con i più avventurosi mezzi verso un paese ed un popolo che erano suoi, per sempre e da sempre. Theodor Herzl e la dichiarazione Balfour avevano indicato la strada.  

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giuseppe casarini , Binasco (MI)
 lunedì 30 ottobre 2017  13:56:33

Anche se l'ondata di antisemitismo inglese è assai alta, anche a causa dell'immigrazione, l'Inghilterra può vantare la creazione di un documento che ha restituito agli ebrei di tutto il mondo il senso della legittimità della loro vita in questo mondo, fra le nazioni, e che certamente ha consentito loro di sopravvivere moralmente anche durante la Shoah. .........................................Onore all'Inghilterra e all'Autore di quella lettera.Via Israele!Shalomggc



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