Fiamma Nirenstein Blog

Il Giornale

Spari e morte sulla Spianata delle Moschee

sabato 15 luglio 2017 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 15 luglio 2017

(Gerusalemme) Alle sette di mattina la guardia di frontiera che sorveglia l'entrate sulla spianata delle Moschee vicina alla Porta dei Leoni, è abituata, specie di venerdì, all'andirivieni dei musulmani nel loro giorno santo della preghiera. Era imprevedibile un attacco così sofisticato, che addirittura salta fuori dalle Moschee stesse, si avventa sparando alla schiena  con armi automatiche sulle guardie, e riesce a ferirne a morte due prima che i tre terroristi vengano fermati col fuoco, non prima che uno di loro riesca a lanciarsi di nuovo con un coltello sui poliziotti. Una scena che rischia per la sua complessa ma evidente simbolicità di dare fuoco a tutto il Medio Oriente e oltre: Al Aqsa, il cui santino troneggia in milioni di case arabe, è per l'Islam il terzo luogo santo dopo la Mecca e la Medina, quello da cui si involò Maometto sul cavallo Al Buraq; ma questo è ancora poco rispetto a quello che avevano certo in testa i tre terroristi palestinesi.[...]

L'Unesco scippa ancora Israele

sabato 8 luglio 2017 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 08 luglio 2017

Se Abu Mazen ha amico, quello dovrebbe prenderlo per la giacca e dirgli: "Ehi, frena. Non vedi  non funziona la delegittimazione di Israele che hai programmato a forza di "fake news" e "fake history", false notizie e falsa storia? Risparmia la fatica, non vedi che Israele parla con l'Arabia Saudita?  Non hai visto gli abbracci fra Netanyahu e Narandra Modi, il P.M. indiano, non sai che quest'anno Bibi ha incontrato 230 capi di Stato? Ti sei accorto che c'era qui Britney Spears tre sere fa, con 50mila spettatori?". [...]

Attentato a Gerusalemme, lite Hamas-Isis sulla paternità

domenica 18 giugno 2017 Il Giornale 2 commenti

Il Giornale, 18 giugno 2017

Era una ragazza di 23 anni che subito prima di essere uccisa mentre cercava di fermare tre terroristi ha scritto un messaggio di amore e pace alla sua famiglia e ai suoi amici. E' morta pugnalata. E ora sulla sua uccisione, assistiamo a un bello scontro di giganti: Isis che rivendica l'attentato per rincuorarsi dalle sconfitte; Hamas che come un bambino cui abbiano sottratto il giocattolo preferito urla a perdifiato: "Macché Isis, sono stato io"; e la palma va al grande punto di riferimento di tutti i pacifisti, il "rais" Mahmoud Abbas, ovvero il presidente Abu Mazen, che condanna Israele per aver difeso i suoi concittadini, e si intenerisce per i suoi che sparavano col mitra all'impazzata e pugnalavano a morte, tre terroristi che sono stati fermati perché smettessero di uccidere, e annuncia che denuncerà lo Stato Ebraico per crimini di guerra. Fatah, dice il suo comunicato, "condanna il crimine di guerra compiuto dalle forze di occupazione israeliana contro tre ragazzi palestinesi" e aggiunge che il silenzio della comunità internazionale incoraggia Israele a spargere nuovo sangue". Nessun comunicato del genere è stato mai scritto contro le forze di polizia inglesi o tedesche o francesi per aver battuto e ucciso in battaglia i loro terroristi.[...]

Hamas 'al buio', così può iniziare la fine dei terroristi

mercoledì 14 giugno 2017 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale,14 giugno 2017

Bombe, missili, cannoni, terroristi suicidi sempre pronti all'azione: e tuttavia, mentre seguita a mostrare i denti e promette disastri internazionali, Hamas sembra essere fra le prime vittime della grande rivoluzione medio-orientale-trumpiana che ha visto l'asse ormai detta della stabilità mettere fuori legge il capofila del campo della fratellanza Musulmana, legato a quello iraniano: il Qatar. Lo sfondo è questo: Hamas potrebbe perdere le tante differenti forme di supporto politico, finanziario, logistico che il Qatar gli fornisce su base miliardaria, finanziando, dopo le varie guerre, grandi programmi di ricostruzione. Inoltre ospita lo stato maggiore di Hamas, col suo fino a ieri famoso capo supremo, ferocissimo leader Khaled Mashaal. I miliardi tuttavia sono andati presumibilmente a finire in gran parte nelle tasche della lotta armata contro Israele, nella costruzione di tunnel, nell'acquisto di armi. I due milioni di sudditi di Hamas vivono una situazione di crisi umanitaria cronica, la loro leadership sembra avere come unico scopo quello di uccidere gli ebrei, e non il benessere della sua gente. Hamas è un membro molto attivo della Fratellanza Musulmana, di cui il Qatar è il pater familias e la Turchia l'alma mater.[...]

Riad, Doha e Teheran. Così Trump ha sfidato il triangolo del terrore

giovedì 8 giugno 2017 Il Giornale 0 commenti

Il Giornale, 08 giugno 2017


L'Iran oltre che ferito è stupefatto: la durezza estrema delle Guardie Rivoluzionarie, la severità terribile degli Ayatollah, e nemmeno lo spirito di Khomeini dalla tomba colpita anch'essa dall'attacco di ieri... Niente hanno potuto contro il grande attacco simbolico, sprezzante attacco terroristico al parlamento di Teheran. Gli uomini dell'Isis sono riusciti a salire fino al quarto e al quinto piano vestiti da donna e con i mitra: le loro urla in arabo classico che spiegavano urlando il perché dell'attacco, contro le grida di spavento in parsi accompagnavano addirittura un video auto-prodotto "live", in cui si impossessano sparando di stanze e corridoi, mentre gli impiegati cercavano di scappare disperati.[...]

In tre contro una donna: il volto dell'Islam

lunedì 5 giugno 2017 Il Giornale 3 commenti
Il Giornale, 05 giugno 2017

È solo disgustoso, non stupefacente, che i tre jihadisti dell'attacco di Londra si siano avventati con i loro coltelli sguainati, crivellandola di colpi, su una donna indifesa nella folla. Una povera donna mai vista prima, certo, ma con due terribili difetti: il primo di essere occidentale, il secondo di essere una donna. Il disprezzo per le donne l'abbiamo visto all'opera in mille forme, un uomo che si avventa su una donna riempiendola di botte e urlandole le peggiori cose esiste a tutte le latitudini e può essere cresciuto con qualsiasi ideologia.[...]

1967-2017 - I sei giorni che cambiarono la Storia di Israele (e molto anche la nostra)

sabato 3 giugno 2017 Il Giornale 6 commenti


Il Giornale, 03 giugno 2017

La Guerra dei Sei Giorni scoppiò, cinquant'anni fa, mentre ero sotto la doccia, al kibbutz Neot Mordechai proprio nell'angolo in alto al confine con la Siria. Coprendomi in corsa scappai verso il rifugio sotterraneo dove, secondo i piani, avevo il compito di tenere a bada un pollaio schiamazzante di quei bambini israeliani che ti saltano addosso, ridono sempre, non chiamano mamma ma vogliono sapere molto molto bene cosa succede. La mia famiglia mi aveva spedito in Israele perché era stufa di quella ragazza indisciplinata, comunista, con la minigonna gialla. La guerra dette un nuovo indirizzo alla mia vita, anche se ci se ci ho messo qualche anno a capirlo. Lì per lì pensavo solo che il kibbutz era una continuazione dei miei ideali comunitari. Il mio sosteneva i Vietcong; reddito, case, vestiti, cura dei bambini.. tutto era condiviso; le auto erano quanto le dita di una mano, le famiglie si mettevano in lista per guidare verso il mercato di Kiriat Shmone, spesso bombardata dai siriani. I vetri delle vetrine erano tutti percorsi da nastri adesivi. I siriani lanciavano sovente i loro Mig sui campi che anch'io coltivavo.[...]

Repubblicani al governo? Tutti anti Usa

mercoledì 31 maggio 2017 Il Giornale 3 commenti

 Il Giornale, 31 maggio 2017

L'antiamericanismo è una brutta malattia: induce paralisi, antisemitismo, snobismo, violenza, tenerezza verso i movimenti estremisti, lacrimosa comprensione addirittura verso i terroristi. Si verifica se i presidenti non sono di sinistra. Gli europei se ne sono stati zitti durante tutto il periodo dei dannosi fallimenti di Obama in politica estera, anche quando sono costati centinaia di migliaia di vite di innocenti e hanno spinto avanti l'ondata migratoria che tormenta l'Europa. Adesso gli abitanti del Vecchio continente trovano insopportabile il «rendiamo l'America di nuovo grande».[...]

Asse con Israele, spiraglio per i colloqui di pace

mercoledì 24 maggio 2017 Il Giornale 1 commento

Il Giornale, 24 maggio 2017

(Gerusalemme) Sostegno incondizionato a Israele, promessa che l'Iran non avrà nessuna bomba atomica, apertura di un fronte anti-terrorista comune col mondo arabo che porti a un nuovo tipo di processo di pace coi palestinesi. È valsa la pena per Benjamin Netanyahu di resistere con determinazione a otto anni di punizione da parte della presidenza Obama senza fare passi indietro: Trump ha rovesciato la posizione americana con una visita in Medio Oriente. L'opinione pubblica internazionale, l'Onu, l'Ue, erano stati plasmati dagli stilemi obamiani, quelli di un mondo islamico in cui la Fratellanza Musulmana è un alleato, mentre l'Arabia Saudita, l'Egitto e i Paesi del Golfo venivano messi da parte; in cui l'Iran era l'alleato strategico dell'Occidente; e soprattutto Israele veniva trasformato in uno Stato paria.[...]

La preghiera al Muro del Pianto, gesto semplice e rivoluzionario

martedì 23 maggio 2017 Il Giornale 4 commenti

Il Giornale, 23 maggio 2017


Alzando lo sguardo su per le grandi pietre mistiche del Muro del Pianto è possibile guardare l'orizzonte del futuro; mettendo un bigliettino con un desiderio in una delle fessure, si attiva la linea diretta col Padreterno. Così ieri il presidente Usa c'è andato, cambiando la storia mediorientale e forse quindi quella del mondo intero. Perché ogni tanto il gioco cambia di colpo, e il cambiamento è imperscrutabile: i vincitori vengono messi nell'angolo, i cattivi vengono chiamati col loro nome, le bugie vengono alla luce... non è detto che tutto questo accadrà fino in fondo, fino a una conclusione positiva, ma in questi giorni col viaggio di Trump in Medio Oriente si sta rovesciando la solita «narrazione», il senso comune che ha fatto sbagliare tutte le mosse a Obama: Israele come una fonte permanente di pericolo da contenere in Medio Oriente e nel mondo; il terrorismo come un fenomeno delimitato che non deve dettare mosse di eccessivo allarme; e invece Trump a Riad ha richiesto ai sunniti un esercito arabo unito e agguerrito che restituisca al mondo musulmano l'onore di essere una religione e non una immensa setta violenta, «buttando fuori» i terroristi.[...]

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