Il Giornale
Il «nuovo Egitto» accusa Israele per la strage voluta da Al Qaida
Il Giornale, 7 agosto 2012
Tutto è tragicamente chiaro: il Sinai è preda di bande terroriste di origine qaedista che attaccano Egitto e Israele insieme alla ricerca dell’Islam puro. Ma con l’avvento della Fratellanza Musulmana al potere alla prima occasione per dimostrare di saper tenere la testa sulle spalle, invece fuoriesce dal nuovo Egitto di Mohammed Morsi, il presidente che appartiene della Fratellanza, uno scriteriato proclama complottista che distrugge il concetto stesso di dilplomazia. Che peccato, dopo i quindici morti egiziani di domenica cercare, invece dei colpevoli, il solito capro espiatorio per la più bassa opinione pubblica: Israele, la seconda vittima dell’attacco col Paese delle piramidi. [...]
Hezbollah offre aiuto al raìs traballante
Uno dei mantra mediorentali è la necessità di conservare la pace nel Paese dei Cedri, il Libano, e a questo scopo ci serviamo di un oneroso contingente internazionale, l’UNIFIL, cui Giampaolo Di Paola, Ministro della Difesa ha fatto visita or ora. Siete indispensabili per la stabilità del Paese, ha detto ai soldati. Ma la stabilità del Libano è un castello al cui interno sono già penetrati i guerrieri più sovversivi, gli Hezbollah, la milizia sciita filoiraniana, custode degli interessi della Siria di Assad, che a sua volta li ha rimpinzati di armi. [...]
Obama manda la Cia in Siria. E Kofi Annan getta la spugna
Quando Obama entra in scena in Medio Oriente, in genere è poco risolutivo ma molto rumoroso. Così sembra anche questa volta. Mentre il dipartimento di Stato fa sapere di aver stanziato 25milioni per appoggi non letali ai ribelli e 60 per assitenza umanitaria, Obama fa capolino da una pagine fin’ora chiusa, e si capisce sempre di più come la guerra di Siria sia un gioco a mosca cieca. Si viene a sapere adesso che deluso dall’incapacità del Consiglio di Sicurezza di comminare serie punizioni adAssad, Obama ha firmato allora ordini segreti che autorizzano l’aiuto americano ai ribelli da parte della CIA e di altre organizzazioni che agiscono coperte. E’ un tipo di azione di intelligence detta “finding”, individuazione, e consente aiuti di vario genere a quelli che le agenzie ritengano opportuni partner [...]
Dal '48 a Eichmann, perché Israele rialza ogni volta la testa
Che può esserci in comune fra due libri abissalmente lontani come “1948” di Yoram Kaniuk, edito dalla Giuntina, e “La casa di via Garibaldi” di Isser Harel, Castelvecchi Editore? A leggerli di seguito si capisce bene: essi contengono, il primo pungente e appassionato nella narrazione rutilante di Kaniuk, il secondo nello stile memorialistico, ma puntiglioso e fiero del capo del Mossad che catturò Adolf Eichmann, uno dei segreti più importati del popolo ebraico, quello di una imprevedibile risposta vitale ad ogni evento, anche il più luttuoso e persecutorio; dell’ inevitabile impulso morale che gli ha consentito di curarsi le più immani ferite. E’ il “tikkun olam” la base filosofica dell’ebraismo, “curare il mondo” per aiutare il Padre Eterno a farlo migliore. [...]
I figli di Israele vanno difesi ma neppure l'America si impegna contro il terrore
Gerusalemme. La carne giovane è la preferita dai terroristi. La perdita dei figli è stata sempre un’arma da essi usata per distruggere l’anima stessa di un Paese che della salvaguardia dei giovani che lo proteggono con la propria vita ha fatto il suo principale scopo. Basta pensare che 1500 prigionieri nella maggior parte terroristi sono stati consegnati all’Autorità Palestinese in cambio di un ragazzo solo, Gilad Shalit. Chi lo intende, può capire anche che cosa abbia attraversato ieri Israele, quando ha seppellito in fretta prima dello Shabbat (che interdice la sepoltura) quattro giovani e una donna quarantenne, Kochava Shikri, finalmente incinta e fiera di esserlo dopo tanti tentativi. [...]
Dalla strage di Burgas al crollo della Siria, l'analisi
Siria, l'incubo delle armi chimiche: «casus belli» o salvezza di Assad?
Già da tempo si sapeva che la Siria aveva accumulato quella che viene chiamata l’arma nucleare dei poveri, ovvero un arsenale chimico micidiale. Ma gli americani ci andavano piano a denunciarne i rischi, perchè i precedenti di Saddam Hussein bruciano ancora. Obama non vuole certo, a ditanza di pochi anni, gridare “al lupo” come un Bush qualsiasi. La verità però anche se fa male ogni tanto affiora: gli USA, dopo mille avvertimenti israeliani anche pubblici e richiami di svariati altri servizi di sicurezza, han mangiato finalmente la foglia, e il Wall Street Journal riporta il fatto che svariati rappresentanti ufficiali del governo hanno affermato che Assad ha “ mosso una parte del suo arsenale chimico”. [...]
Obama aiuta l'Egitto traditore
C’era una volta un Grande Paese la cui influenza, la cui capacità di mediazione, la cui generosità, anche se tuttavia motivata da motivi di interesse generale e particolare, ne facevano un punto di riferimento mondiale, e specialmente in Medio Oriente. L’ultimo impero, nel bene e nel male. Alcuni lo ritenevano un giudice parziale, ma era pur sempre un giudice cui portare ogni controversia e ogni bisogno. Inutile dire che questo grande Paese era gli Stati Uniti. Oggi l’impero non c’è più. E’ stato smantellato da tre anni e mezzo di governo di Barack Obama. Gli USA in Medio Oriente non hanno più un amico, neppure interatto come Mubarak o Ben Alì. E, ironia della sorte, questo accade da quando Obama ha instaurato la sua politica di encomio e omaggio all’Islam. [...]
Iran contro tutti. Ma il nucleare divide Teheran
Che l’Iran contrariamente a quel che speriamo non sia un Paese razionale a causa del regime degli Ayatollah, lo dice la sua incessante pulsione a minacciare, sbraitare, mettersi contro tutti. Ogni tanto noi europei pensiamo che ce l’abbia con Israele e tutt’al più con gli americani, ma la verità è che nonostante le speranze degli ultimi incontri sul nucleare è nemico di tutto il peccaminoso occidente imperialista. [...]
Il giallo di Arafat? Siluro contro Israele
Ieri Suha Arafat in coro con Hamas (“ecco di nuovo il terribile volto dell’occupazione..”) ha chiesto la riesumazione del corpo di Yasser Arafat in seguito all’inchiesta di Al Jazeera sulla morte del marito. Strano che non abbia nel contempo annunciato che intende consegnare la cartella clinica del marito che si è sempre tenuta stretta, e che anche l’ospedale francese dove è morto non ha mai lasciato vedere a nessuno. Quelle cartelle cliniche, e non Al Jazeera, descrivono tutta la verità sulla molto chiaccherata conclusione della vita del capo dell’OLP. Ma Al Jazeera è riuscita nel colpo politico tipico della sua linea di suscitare grande scandalo internazionale su un improbabile identificazione dei motivi in un avvelenamento al polonio: l’avrebbe ricavata da analisi chimiche compiute da un istituto di Losanna sulla sua biancheria e sul suo spazzolino da denti. [...]