Dal '48 a Eichmann, perché Israele rialza ogni volta la testa
Il Giornale, 25 luglio 2012
Che può esserci in comune fra due libri abissalmente lontani come “1948” di Yoram Kaniuk, edito dalla Giuntina, e “La casa di via Garibaldi” di Isser Harel, Castelvecchi Editore? A leggerli di seguito si capisce bene: essi contengono, il primo pungente e appassionato nella narrazione rutilante di Kaniuk, il secondo nello stile memorialistico, ma puntiglioso e fiero del capo del Mossad che catturò Adolf Eichmann, uno dei segreti più importati del popolo ebraico, quello di una imprevedibile risposta vitale ad ogni evento, anche il più luttuoso e persecutorio; dell’ inevitabile impulso morale che gli ha consentito di curarsi le più immani ferite. E’ il “tikkun olam” la base filosofica dell’ebraismo, “curare il mondo” per aiutare il Padre Eterno a farlo migliore.
Kaniuk racconta la pazzesca guerra del ’48 in modo diametralmente opposto all’iconografia eroica ufficiale: una guerra è una sentina di orrore e lui non lo cela; e ancora di più lo è quando cinque eserciti arabi saltano addosso a un Paese in cui una banda di ragazzi con qualche giovane uomo confuso alla testa (di qua e di là salta fuori Rabin, o il grande capo di stato maggiore “Dado”) si battono senz’ordine subito la partizione approvata dall’ONU. Ancora di più, la morte diventa una mietitrice impazzita e assatanata dato che lo scrittore racconta se stesso a diciassette anni, un ragazzo che non sa nulla e si trova sul campo a conquistare una patria nel mezzo a interrogativi fra i più assoluti, il senso di colpa verso gli arabi che pure compiono efferatezze mai viste, l’eroismo obbligatorio di ragazzini appena arrivati sul suolo d’Israele in uno scontro per la vita e per la morte non di un uomo, ma del suo popolo. I ragazzi che combattono insieme a Kaniuk sulla via di Burma, nel Gush Etzion, a Gerusalemme, che muoiono come mosche, sono infatti spesso sbarcati poco prima da una qualche nave della speranza che li ha trasportati dall’Europa reduci dai campi di sterminio.
Le loro avventure con un vecchio fucile cecoslovacco in mano, senza saper sparare; senza sapere chi è il nemico; senza che gli ordini assumano ai loro occhi abbastanza significato da liberare Kaniuk dalla pena verso gli arabi sloggiati; senza che mai, nemmeno per un istante, sulla prosa di Kaniuk si posi l’ala dell’ideologia... pure alla fine, persino se Kaniuk si avventura in una falsa confessione su un bambino ucciso, compongono il disegno eroico della sopravvivenza del popolo ebraico, nonostante tutto, soprattutto.
Le memorie di Isser Harel, capo del Mossad, nella storia della cattura di uno dei più importanti organizzatori e perpetratori dello sterminio degli ebrei, hanno a loro volta il senso di una indiscutibile nemesi. Il segno è quello della giustizia nonostante tutto, conquistata con le unghie e con i denti. Passo passo le avventure di Harel e dei suoi portano a una specie di conclusione ineluttabile che dal particolare del giorno dopo giorno in una fredda Buenos Aires, dove Eichmann si è nascosto e Harel lo scova, portano alla cattura e a un principio generale di morale, alla capacità finalmente del popolo ebraico fattosi Stato d’Israele di affermare la sua determinazione alla memoria e alla giustizia laddove sembrava ormai impossibile. La cronaca delle cattura è un giallo mozzafiato, ricco dei particolari più inaspettati, con almeno una quarantiana di personaggi e alcuni protagonisti la cui umanità, la cui rabbia, la cui memoria ancora cocente viene continuamente addomesticata dalla necessità del momento. Chi verifica le infoirmazioni ricevute, chi ispeziona (a lungo) il terreno del rapimento, chi prepara i documenti, l’attrezzatura, le auto, chi deve verificare se Eichmann, finalmente trovato è davvero lui, spesso è un silenzioso figlio della Shoah. Qaundo il capo nazista sarà nella mani del gruppo senza paura di Harel, avremo già appreso parecchio sul come si compie un’azione così difficile: per esempio, che per identificare un uomo dopo qualche anno, fra l’altro (segni particolari, tatuaggio delle SS, misure del volto...) gli si racconta un episodio sbagliandolo un pò specie nei nomi e aspettando che sia lui a correggerti su eventi e persone che solo lui conosce. Una volta che Eichmann viene catturato, comincia la parte più conturbante, quella del contatto fra i suoi carcerieri e questo ometto, di nuovo divenuto uno schiavo compiacente come certo lo era stato col regime nazista. I suoi carcerieri e anche l’equipaggio dell’aereo che porterà il nazista in Israele nel 1960, sono quasi tutti sopravvissuti alla Shoah o figli di persone uccise, e quindi il giallo di Harel è carico del pathos dei sopravvissuti che piangono, vivono il loro disgusto e la loro rabbia restando a contatto col prezioso prigioniero e anche avendone ossessiva cura. Zvi Guttman, il vicecapopilota non può per esempio sopportare che uno dei suoi colleghi dia al criminale una sigaretta: ”..non vedeva Eichmann ...vedeva il fratellino Zadok trascinato via da un soldato tedesco. Era così piccolo Zadok aveva solo sei anni... era troppo piccolo per vivere ma grande abbastanza per morire... Zvi perse il controllo di sè stesso e scattò: ”Lei gli da le sigarette, lui ci ha dato il gas”.
Tuttavia Guttman garantì il trasporto del prigioniero fino a quel tribunale in cui per la prima volta fu delineata da Israele l’intera storia della Shoah. E’ la storia d’Israele: Harel, Kaniuk. Uno sforzo, ancora un impossibile sforzo, cercalo dentro di te dove giace una verità incontrovertibile, e vivrai.
Ho gradito la sua informazione riguardo ai due libri presentati; spero di avere occasione di acquistarli e leggerli.Quello che le chiedo, soprattutto la supplico, è di spiegarmi il perché del fatto molti Ebrei continuano a fare introspezione del passato.Non che non ce ne sia bisogno, poiché tutti in qualche modo, ritorniamo indietro nel tempo, ma specialmente Israele; proprio in questo periodo storico?Cosa nasconde in fondo questa "fatica"?Forse che il Popolo ha perso la Speranza in Dio, in quel Dio che interviene negli avvenimenti così da essere Presente più di qualsiasi uomo?In fondo Israele ha lottato tutta la notte con l'Arcangelo SAn Michele rimanendo lesionato al nervo sciatico; che sia questa tenacia nel voler conoscere il Nome di Dio?Come sia non credo che un Marc Levi non sia meno importante, con i suoi libri, di questi Autori che davvero non conosco.Perché sette giorni all'Eternità, oltre naturalmente a "dove sei" e "se solo fosse vero" parlano all'uomo di oggi con interrogativi di una freschezza meravigliosa.La seguo sempre con gioia, cara Fiamma, e spero di fare cosa gradita scrivendole questi brevi pensieri.ArrivederciAdriano
michele lascaro , matera
Ho ordinato il libro di Isser Hafel, attravero cui devo rivivere la storia della cattura di Eichmann, il cui processo, a suo tempo, mi appassionò. posseggo numerosi libri su Israele (tra cui il suo su Gerusalemme) e il Mossad. Spero che questa "agenzia" sia sempre efficiente e riesca a contribuire efficacemente alla vita di Israele. Saluti cordiali.
Alessandra Pnizza , Lecco
Interessanti tutti e due i libri. Stavo giusto cercando qualcosa di bello da leggere in vacanza.Li prendero' senz'altro.Grazie per il prezioso suggerimento.Leggo sempre i suoi articoli. Io e la mia famiglia siamo da sempre molto vicini allo Stato di Israele pur non essendo ebrei.Abbiamo carissimi amici a Tel AvivMia figlia è ora in kibbutz ad Hazorea.Alessandra
Anna Maria Mileti , Italia
Ci sono parole che fanno scoppiare il cuore, come quelle del suo commento, che ancora interroga, ai due libri di Yoram Kaniuk e di Isser Harel.Ho solo voglia di dire di volgere lo sguardo al Cielo, di alzare la testa non per sfidarlo, questa volta, ma chiedergli sempre perchè e dirgli aiutaci a proteggerci e a proteggere quanto il Cielo ama in modo speciale.Grande abbraccio, onorevole Nirenstein.Anna
GIANNI RAMASCO , NAPOLI
STO LEGGENDO " LA CASA DI GARIBALDI" DI HAREL. E' UN BEL LIBRO. CIAO GIANNI
Gianni Centola , roma italia
c'e' poco da commentare e molto da essere fieri .............dello Stato di Israele
gianluigi de stefano , Roma
Leggendo questo commento ai due libri mi sono emozionato. Grazie