Il Giornale
Il Giornale, 25 novembre 2012
Dopo che hanno tuonato le armi, tocca a una vera, feroce guerra diplomatica. Può darsi che Abu Mazen la vinca, e tuttavia la perderà comunque. Il presidente (già scaduto da diversi anni, quindi anticostituzionale) rifiuta di incontrare Netanyahu, cancella Israele dalle carte sui libri di testo, ha rifiutato ogni conclusione di trattativa anche con Olmert e Tzipi Livni; con tutto ciò viene considerato un grande moderato. Ed ecco che ha deciso di andare all'Onu il 29 novembre, data dell'anniversario della partizione del 1947, a chiedere il riconoscimento unilaterale di uno «Stato palestinese non membro» da parte dell'Assemblea.[...]
Il Giornale, 24 novembre 2012
“Nessuno può fermare la nostra marcia, siamo una nazione fragile e io agisco per amore di Dio e del Paese”. Si libra sulle sabbie dell’Egitto faraonico la voce del nuovo capo, un Mubarak all’ennesima potenza perchè investito del potere religioso che gli da l'aver vinto le elezioni in nome dei Fratelli Musulmani. Appena Hillary Clinton ha voltato le spalle per tornare a Washington, Mohammed Morsi si e' avvolto in un manto di poteri assoluti simili a quelli del precedente dittatore, e la piazza gli si è rivoltata contro, con quindici feriti. Ma si tratta per ora di una piazza fragile, le manifestazioni al Cairo, ad Alessandria e a Port Said sono l’ombra del ruggito della rivolta araba. [...]
Il Giornale, 22 novembre 2012
La Clinton ha pressato Morsi, ma la mediazione rischia di fallire. Perché Hamas non cambia: come dimostra l'esultanza per l'attentato sull'autobus
Un autobus esplode con 28 feriti, 4 gravi, decine di missili cadono ancora su Israele, Israele bombarda alcuni obiettivi strategici a Gaza e poi alla sera happy end, Hillary Clinton con sorriso da gatto insieme al ministro degli esteri egiziano Mohammed Kamal Amr presenta al Cairo il cessate il fuoco di questa guerra. Ha avuto l’ok da Netanyahu al telefono. C’è di che essere molto contenti, speriamo che sia gli israeliani che i palestinesi dormano fianlmente stanotte. C’è di che essere molto preoccupati, speriamo che possano dormire tranquilli molte notti, e non è facile crederlo. [...]
Il Giornale, 19 novembre 2012
Rupert Murdoch è un vecchione falsamente bizzarro, tutto quello che dice o fa (e ultimamente usa le poche parole di twitter) va sempre a finire pro bono suo. Per esempio, quando ha dichiarato Obama vincitore prima di chiunque altro, in realtà il suo era un’astuto squillo di tromba per la sua Fox News contro la nemica CNN, un comando di restare in piedi, a non accasciarsi sulla sconfitta dopo tanti mesi di battaglia antiobamiana. Adesso si fa vivo con un altro attacco twittato, ma lo combina in modo stravagante tanto da oscurare un fatto essenziale: ha ragione. Twittando, Murdoch si chiede “perchè la stampa di proprietà ebraica come la CNN e AP sono così consistentemente antisraeliane” e sostiene che “sono cariche di pregiudizi fino all’imbarazzo”. [...]
Il Giornale, 18 novembre 2012
A volte si tratta di film in cinemascope e tre dimensioni, come la storia di Mohammed Al Dura, o quella di Jenin. A volte, è solo una bambina con la dermatite la cui penosa immagine viene diffusa e descritta («fonti palestinesi») spiegando che si tratta di una creatura colpita dal «fosforo bianco» che gli israeliani spargono sulle creature. Ma sempre Pallywood è. Mettiamoci dunque comodi in prima fila: con questa guerra, Pallywood ha ricominciato il solito spettacolo. Con tutto il rispetto per i feriti e i morti veri, e dispiace non poco per il neonato perduto dal cameraman della BBC a Gaza, di nuovo è in corso una guerra parallela, non meno importante: quella delle bugie mediatiche con cui Pallywood (l'Hollywood palestinese) delegittima Israele e vittimizza la sua popolazione civile. Già la guerra in corso sui media internazionali è stata manipolata; la sua origine, nei titoli, è la gratuita decisione israeliana di eliminare Ahmad Jabari, capo militare di Hamas.[...]
Il Giornale, 17 novembre 2012
La mia amica Ruthie che vive al centro di Gerusalemme credeva che fosse la sirena che annuncia l’ingresso di Shabbat, quando la gente si sorride, augura Shabbat Shalom, popolo di Israele, un sabato di pace. Invece era la sirena che annuncia l’arrivo di un missile, chissà in che punto, chissà che cosa, chi colpirà, corri, hai quindici secondi per trovare un tetto di cemento. Ruthie ha capito dopo un pò che quella sirena era troppo lunga, troppo ululante, e che lei era troppo lontana da un rifugio, così si è accucciata sotto le scale come consiglia la radio che riempie la gente di consigli: bevete appena potete, respirate profondamente, non muovetevi per dieci minuti, aiutate i vecchi, e per favore anche se è Shabbat non andate al Tempio, a meno non sia blindato. Pregate da soli a casa. [...]
Il Giornale, 15 novembre 2012
Ucciso Jabari, leader militare di Hamas. La replica del gruppo terrorista: "Si aprono le porte dell'inferno"
Ci ha pensato a lungo il governo israeliano prima di sferrare l’operazione “Amud Ashan”, colonna di fumo, con l’uccisione mirata del capo del braccio armato di Hamas, Ahmad Jabari, responsabile di un numero di assassinati israeliani che si conta a centinaia. Le conseguenze saranno dure: già piovono molti missili Grad sulla città di Beersheba, il cielo sul deserto del Negev è percorso da strisce di livida luce, la gente è nei rifugi anche nel resto del sud d’Israele; Gaza vive a sua volta una notte di incubo, l’aviazione colpisce i depositi dei missili Fajr 5 e forse altri due capi di Hamas sono statoi uccisi. Hamas ha dichiarato che per gli ebrei “si aprono le porte dell’inferno”; il Sinai è tutto percorso dal terrore antisraeliano, ora a caccia; l’Iran potrebbe ordinare agli Hezbollah, al nord, di aprire il fuoco; e l’Egitto del presidente Morsi, che minaccia di ritirare l’ambasciatore se Israele non cessa dagli attacchi, può reagire in maniera furiosa in difesa di Hamas, anch’esso parte dei Fratelli Musulmani. [...]
Il Giornale, 8 novembre 2012
Gentile Michelle, le fa davvero piacere essere il prolungamento, il rigonfiamento della vittoria di suo marito? Le piace che le dichiari il suo amour foux proprio quando proclama la sua soddisfazione per essere di nuovo il presidente Usa? Che confusione, chi è l’oggetto del desiderio, il potere o la moglie? Glielo chieda.A me pare che l’amore diventi qui oggetto di utilità, e lo provaquando, coninconsapevole cinismo, gioisce perché l’America, dice, si è innamorata come lui di Michelle proprio in campagna elettorale, e così la moglie, piccolo particolare, gli ha portato un sacco di voti.[...]
Il Giornale, 6 novembre 2012
Cosa cambierà per noi con l’uno o l’altro presidente? La risposta è degna della Pizia: tutto e niente. Non sarà un cambiamento subito tangibile, non si preparano modifiche nella nostra vita di abitanti delle sponde del Mediterraneo, nè di vicini di una Europa dell’Est preda di alzate di capo autoritarie e pericolose. Ma cambierà la visione, lo spirito della nostra “anima del mondo”, del nostro Napoleone, gli USA. L’Europa resterà nel ruolo talora di comprimario, come nei Balcani allora e adesso nei Paesi arabi, talaltra di tricoteuse,come con la Siria. Romney non a caso nel match di politica estera con Obama è rimasto tranquillo: non voleva fare il guerrafondaio, solo marcare una differenza su Israele e sulla vicenda di Bengasi. Obama, e Romney non pensano all’Europa, ma al Mediorente. Solo a quello. [...]
Il Giornale, 2 novembre 2012
Di teorie della cospirazione ne abbiamo viste tante, la più popolare è quella per cui gli americani si sono fatti da soli l’attacco delle Twin Towers, ma se ne collezionano anche di minori, come quella dei topi che attaccano solo le case dei palestinesi, degli squali telecomandati lungo le coste di Sharm el Sheik (vi ricordate, quando c’erano vari pescioni aggressivi che mettevano a rischio il turismo egiziano), delle cinture cariche d’uranio arricchito che venivano date ai poveri palestinesi in regalo, delle acque avvelenate (lo disse a un’attonita Hillary Clinton la moglie di Arafat, Suha) [...]