Il Giornale
"Ginevra 2", il fiasco completo dei pacifisti
Il Giornale, 01 febbraio 2014
Tutto, ma proprio tutto, è andato storto con la Siria. E' andato male l'accordo sponsorizzato dalla Russia per cui Obama, rinunciando a intervenire militarmente dopo che la sua "linea rossa"era stata violata, aveva ottenuto lo smantellamento delle armi chimiche di Assad. E andata male la conferenza di pace di Ginevra, che ha preteso di ignorare l'odio per l'oceano di lutto inflitto a due parti (130mila morti)che sono ancora ambedue bene armate, che hanno amici forti, che sono in possesso di città e villaggi[...]
In Israele è guerra aperta alla pax americana
Il Giornale, 31 gennaio 2014
Sulla carta del New York Times sembra semplice, ma da quando due giorni fa Thomas Friedman ha descritto (e le sue fonti obamiane sono più che interne!) le linee della pax americana che Kerry presenterà entro pochi giorni, la discussione in Israele è alle stelle. Sono idee elementari, che non hanno niente di geniale e distribuiscono con semplicità americana qualcosa di buono e qualcosa di cattivo a israeliani e a palestinesi. Ma Friedman avverte che se questo treno dovesse passare senza che né Abu Mazen né Netanyahu lo prendano al volo, il prossimo li travolgerà. Obama ha bisogno di questo successo.[...]
"L'antisemitismo è tra noi e nessuno riesce a ucciderlo"
Il Giornale, 26 gennaio 2014
Il nuovo volume di Daniel Goldhagen "The Devil That Never Dies" è di nuovo, come il suo famoso libro "I volenterosi carnefici di Hitler", un testo che schiaccia il lettore sotto una valanga di informazioni e di dati che provano una tesi scandalosa quanto evidente, difficile da accettare quanto definitiva. Il primo testo fra mille polemiche, portò testimonianza di come il nazismo e lo sterminio degli ebrei furono una scelta compiuta non solo da Hitler e dai suoi seguaci, ma dalla grande maggioranza della popolazione tedesca. In questo libro di 500 pagine circa Goldhagen descrive invece la marea montante di un fenomeno che molti vogliono affidare alla memoria del passato, relegare nei libri e in un disegno arcaico del male. Invece il male esiste ancora, il demonio resiste, è uno tsunami che si va allargando di giorno in giorno, dice Goldhagen, e ha ancora il nome di antisemitismo. Esso ha di nuovo, secondo Goldhagen, le stesse caratteristiche genocide di un tempo e, naturalmente, minaccia in primis lo stato di Israele, l'ebreo collettivo.
La tesi più spaventosa del suo libro è quella della diffusione globale dell'antisemitismo, della sua morsa su tutto il mondo. Come è potuto accadere? Quali sono le sue conseguenze?
Con la globalizzazione, l'antisemitismo, che è il principale pregiudizio etnico di tutti i tempi, a sua volta è diventato mondiale. Spinto dai Paesi arabi e islamici, agganciandosi a fonti europee e cristiane di antica matrice accantonate solo momentaneamente dopo l'Olocausto, l'antisemitismo è oggi presente in larga misura ovunque. I media digitali - dal web alla televisione satellitare – l’hanno messo alla portata di chiunque, ovunque e in qualsiasi momento e luogo. Sono stati fondamentali per la sua diffusione globale.[...]
Se i Grandi dimenticano l'orrore dei piccoli: salvate i bimbi siriani
Il Giornale, 24 gennaio 2014
La foto che segna l'inizio di «Ginevra 2», la conferenza di pace di Montreux, non ha i colori del cristallo o del velluto delle sale in cui i diplomatici di tutto il mondo si riuniscono nell'impossibile compito di mettere d'accordo la ferocia genocida dell'alawita Assad con l'impeto islamista dei rivoltosi sunniti infuriati, ormai in buona parte qaedisti. La foto senza orpelli di questa conferenza ha il volto di un bambino disperato:è stata scattata un giorno prima dell'inizio della conferenza, mostra un bombardamento su Aleppo. Fra i detriti fumanti un uomo cerca di sfuggire alla morte correndo con un bambino in braccio. Il bambino piange dalla paura, l'uomo vorrebbe salvarlo,non sappiamo che cosa ne sia stato; ma anche se quel bambino ce l'ha fatta, è stato segnato per sempre dagli scoppi, dal terrore,dalla perdita della sua vita quotidiana.[...]
L'Onu esclude l'Iran dalla conferenza sulla Siria
Il Giornale, 21 gennaio 2014
La lezione che il palcoscenico mondiale impartisce in queste ore a tutti quanti è questa: comportatevi nella maniera più aggressiva e problematica possibile. Non appena darete un segnale di mansuetudine, verificabile o meno, sarete il protagonista assoluto, la star del momento. È ciò che accade adesso all’Iran, a cui solo all'ultimo minuto ieri l’Onu ha scippato i riflettori della Conferenza di pace "Ginevra 2" sul futuro della Siria. La scena si compone di tre scenari fondamentali: il primo è quello dell'entrata in funzione dell'accordo a interim sul programma nucleare fra il P5+1 e l'Iran. [...]
Netanyahu perde la pazienza. Anche con l'Italia
Il Giornale, 18 gennaio 2014
Gerusalemme.Tempo di riscossa: i Paesi dell'Unione Europea convocano gli ambasciatori israeliani per protestare contro le costruzioni nei territori? E Israele convoca gli ambasciatori di Roma, Londra, Parigi e Madrid per protestare contro il loro l'atteggiamento squilibrato sempre a favore dei Palestinesi. L'amaro calice delle guide lines della signora Ashton e la convocazione dei suoi ambasciatori alla fine sono risultate inaccettabili per Israele, un'intromissione in un momento delicato dei colloqui di pace. E forse la convocazione israeliana è un avvertimento all'Europa a non farsi strumento di Kerry per spingere a concessioni obbligatorie. Israele forse parla a nuora anche perchè suocera intenda. Così anche l'ambasciatore italiano Francesco Talò, che ha rapporti cordiali con Israele, ha subito nell'ambito del gruppo convocato dal ministero degli esteri l'accusa di prendere sempre la parte dei palestinesi.[...]
Addio a Sharon: non era un falco ma una colomba d'acciaio
Il Giornale, 12 gennaio 2014
Quando gli chiesi durante un'intervista se non gli dispiacesse essere da tutti chiamato «il falco Sharon», mi rispose con uno di quei suoi sorrisi che dicevano: «Ho ben altro di cui preoccuparmi». La storia un giorno gli renderà giustizia. Arik, il vecchio leone, di fatto ha pagato con l'esplosione del suo stesso cuore e della sua mente fino al coma il 4 di gennaio 2006 lo strazio dello sgombero di Gaza, dalla sua propria scelta di farsi sommergere dal dolore dei coloni sradicati dalle case della Striscia e quindi dal biasimo dei suoi tradizionali sostenitori. «Ciò che vediamo da qui (ovvero dal ruolo di primo ministro, ndr) non si può vederlo da laggiù», diceva allora. [...]
Un morto ogni cinque minuti. Mai tanti cristiani perseguitati nel mondo
Il Giornale, 24 dicembre 2013
E' Natale, certo. I cristiani nel mondo sono più di due miliardi e in questi giorni cercano di sorridere al bambin Gesù, Natale dovrebbe essere una festa di gioia. Ma non lo è quest'anno: i cristiani sono in guerra, devono mettersi in giuoco perchè cessi la grande, nuova, persecuzione religiosa dei loro fratelli, le stragi di uomini donne e bambini, gli incendi delle chiese, le perquisizioni nelle case per scovare croci e vangeli e il conseguente essere trascinati in catene, l'orribile esperienza dello sguardo assassino che pensa, sopprimendo i cristiani, di rispondere a una ragione superiore. In questi giorni è uscita la World Watch List del 2013, una analisi professionale compilata dagli analisti di Porte Aperte sulle persecuzioni nel mondo. Essa prende in considerazione 5 parametri della libertà dei cristiani di vivere liberamente la loro fede: nel privato, in famiglia, nelle comunità, nella chiesa, nella vita pubblica. C'è poi una sesta area che misura il grado delle violenze ricevute.[...]
Se l'Italia diventa "la porta dell'Iran"
Il Giornale, 23 dicembre 2013
Onestamente, e con la convinzione che il ministro Emma Bonino, che è, per storia politica, pacifista, abbia gestito un ruolo di avanguardia per l'Italia nell'ondata di eccitazione che ha pervaso il mondo dopo il primo accordo fra l'Iran e i P5+1, vorrei suggerire un brivido profondo per tutti gli italiani quando un personaggio come il presidente iraniano Hassan Rohani dichiara che "l'Italia ha giuocato il ruolo di partner importante della Repubblica islamica ed è la nostra porta Europa".[...]
La confusione di Obama sul nucleare di Teheran
Certo Obama è strano. I casi sono due: o è una personalità sperduta e zigzagante che non riesce a tenere la rotta, oppure è talmente sicuro di sé da pensare di potersi permettere qualsiasi mossa, tanto lui è Obama. Quest'ultimo sospetto è quasi diventato una certezza sentendo il suo discorso al funerale di Nelson Mandela, dove, dimenticandosi di parlare dell'onorato defunto, ha parlato solo di sé stesso. Ora, non che ci dispiaccia, anzi per niente, che il ministero del Tesoro americano abbia beccato altre compagnie e individui iraniani implicati col loro business nella realizzazione del programma nucleare iraniano.[...]