Generico
Mediorientale
Sintesi degli argomenti trattati:
Tre crisi in Israele in questo momento:
- Il ruolo del Ministero della Difesa Ehud Barak. Barak, laburista, soldato pluridecorato, uomo di kibbutz. Ma la sua alleanza con la destra al governo porta scontento nel suo partito. C'è la volontà di fare un congresso straordinario per indire nuove primarie. Tra i possibili candidati, la nota ex giornalista Sheli Yakimowithc, che dal 2006 si è lanciata in politica e si occupa perlopiù di tematiche sociali, sulle quali vorrebbe incentrare il programma del partito laburista. Barak ha chiesto di concedergli ancora 4 mesi di verifica: se in questo tempo non avrà ottenuto dei risultati sul fronte del processo di pace, lascerà. L'importante ruolo di Barak nel governo Netanyahu.
- Il dibattito sulla legge di giuramento di fedeltà allo Stato ebraico: la proposta di legge dice che chi vuole acqusire la cittadinanza israeliana (non chi ce l'ha già), dovrà giurare fedeltà alla carta fondativa israeliana (le leggi fondamentali), ovvero al principio di "stato ebraico e democratico". Due elementi che si controbilanciano. "Ebraico" va inteso come elemento nazionale piuttosto che religioso: il riferimento è al popolo ebraico, che è fatto di molti ebrei anche del tutto non osservanti.
Bordin: la risoluzione 181 del novembre 1947 parlava della creazione di due stati, uno ebraico e uno arabo. Quindi l'elemento nazionale è predominante [...]. Citando il libro di Shlomo Sand: [Continua...]
PER LA VERITA', PER ISRAELE: IL 7 OTTOBRE IN PIAZZA A ROMA

MANIFESTAZIONE
Giovedì 7 ottobre alle 18:30 al Tempio di Adriano, Piazza di Pietra, Roma
Perché non puoi mancare?
Perché è indispensabile porre fine alla valanga di bugie che ogni giorno si rovescia su Israele.
Perché Israele è l'unico Paese che può essere sicuro di essere attaccato qualsiasi cosa faccia: sia che i suoi atleti partecipino a un torneo, sia che i suoi film concorrano a un festival internazionale, sia che difenda la sua gente da missili e attentati terroristici.
Perché a questa manifestazione giungeranno da tutta Europa politici, intellettuali, giovani che vogliono la verità su Israele.
Basta con il doppio standard:
l’Onu ha dedicato l'80% delle sue condanne soltanto a Israele, mentre dimentica l'Iran che impicca gli omosessuali e lapida le donne, il Darfur, dove si compie in silenzio una strage, la Cina che giustizia col colpo alla nuca.
VIENI per affermare che difendere il diritto di Israele a esistere è una garanzia per la libertà di tutti noi.
Hanno aderito all’iniziativa, fra gli altri: José Maria Aznar, Fiamma Nirenstein, i direttori dei quotidiani "Il Foglio" (Giuliano Ferrara), "Libero" (Maurizio Belpietro), "Il Tempo" (Mario Sechi), "Il Riformista" (Antonio Polito), "L'Occidentale" (Giancarlo Loquenzi); il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici; i cantanti Lucio Dalla, Massimo Ranieri, Chiara Iezzi e Raiz (ex "Almamegretta"); gli scrittori Roberto Saviano, Nicolai Lilin, Rosa Matteucci; ia regista Cristina Comencini; il produttore di eventi musicali David Zard; il produttore Riccardo Tozzi (Cattleya); la scienziata e senatrice a vita Rita Levi Montalcini; il professore e senatore Umberto Veronesi; i giornalisti Paolo Mieli, Toni Capuozzo, Peppino Caldarola, Alain Elkann, Carlo Panella, Ernesto Galli Della Loggia, Maria Latella; Pierluigi Battista, Barbara Palombelli; Giorgio Israel; Daniele Scalise; Anita Friedman; Yohanna Arbib; moltissimi parlamentari, tra cui Walter Veltroni, Furio Colombo, Enrico Pianetta, Francesco Rutelli, Italo Bocchino, Gianni Vernetti, Benedetto Della Vedova, Giovanna Melandri, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Margherita Boniver; Davood Karimi, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia; Dounia Ettaib, presidente dell'Associazione Donne Arabe d'Italia; Dore Gold, ex ambasciatore di Israele all'Onu; Bruce Bawer, scrittore; Amir Fakhravar, dissidente iraniano in esilio; Farid Ghadry, dissidente siriano in esilio; i parlamentari europei Hannu Takkula (Finlandia), Marco Scurria (Italia), Bastiaan Belder (Olanda), Corina Cretu (Romania), Pablo Arias (Spagna), Magdi Cristiano Allam (Italia) e molti altri ancora... [...]
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Shanà Tovà - Buon 5771!

I miei migliori migliori auguri di salute e felicità per questo 5771!
My best wishes for a happy and healthy 5771!
Shanà Tovà - Happy Jewish New Year
"Il mondo deve capire che Israele è un Paese come gli altri"
L'Occidentale, 19 luglio 2010
Intervista a Fiamma Nirenstein di Alma Pantaleo
Fin dalla sua nascita, Israele è stata sotto tiro, nel mirino dei suoi nemici e sotto la lente d'ingrandimento della comunità internazionale. La “Friends of Israel Initiative” si pone invece come obiettivo di mostrare che lo Stato ebraico è un Paese normale, una democrazia occidentale. Ne parliamo con Fiamma Nirenstein, vice-presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, e fra i promotori della iniziativa.
Onorevole, cos'è l’iniziativa “Friends of Israel”?
L'iniziativa nasce per merito di Aznar che ha riunito un piccolo gruppo di amici che pensano tutti quanti una cosa molto precisa: è l’ora di finirla con le bugie su Israele e sulla sua delegittimazione ed è il caso che il mondo intero si renda conto che Israele è un Paese come gli altri.
Avete già fatto qualche passo insieme?
L’editoriale uscito qualche giorno fa sul Wall Street Journal è stato il nostro primo gesto comune e spiega che Israele è un Paese democratico, occidentale, che ha tutto il dovuto rispetto per le minoranze, per la legge, per il libero mercato e soprattutto che viene fuori da una cultura che ha consentito lo sviluppo della democrazia. Una democrazia con un retroterra ricco di valori che appartengono alla tradizione giudaico-cristiana. E' giunto il momento di smetterla con la sua criminalizzazione e la sua delegittimazione. [...]
Mediorientale
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE SETTIMANALE CON IL DIRETTORE DI RADIO RADICALE MASSIMO BORDIN:
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
La ricomparsa improvvisa dello scienziato iraniano Shahram Amiri: spia iraniana o collaboratore con gli Usa? Più probabile la prima versione, ovvero un doppio gioco a favore dell'Iran.
Sempre sul fronte iraniano: nuove sanzioni bilaterali da parte degli Usa, in aggiunta a quelle decise con il Consiglio di Sicurezza del giugno scorso.
La nuova posizione russa con le dichiarazioni di Medvedev circa l'avvicinarsi dell'Iran al potenziale per la realizzazione della bomba atomica.
Sul fronte turco: risentimento della Turchia verso gli Usa, in particolare dopo la vicenda della Mavi Marmara.
Il ruolo dell'organizzazione turca IHH nella fase aggressiva avvenuta sulla nave.
Il coinvolgimento della IHH in varie azioni terroristiche internazionali e i rapporti tra l'organizzazione e il partito di Erdogan.
La richiesta di 87 senatori americani, bipartisan, a Obama di indagare su IHH e valutare la possibilità di inserirla nella black list delle organizzazioni terroristiche.
La messa al bando in Germania della filiale dell'IHH con sede a Francoforte, per via del sostegno diretto a Hamas.
La nuova flottiglia prevista per settembre, con una ventina di navi e circa 5000 partecipanti.
L'esito positivo della nave libica diretta a Gaza, organizzata dal figlio di Gheddafi, grazie a un intervento diplomatico multilaterale.
Le commissioni di inchiesta in Israele sulla vicenda della flottiglia del 31 maggio: si cominciano ad avere i risultati di una delle due commissioni, quella interna militare, condotta dal generale Ghiora Eiland. Il rapporto appena consegnato è piuttosto severo. Evidenziati "errori operativi", contrapposti a "fallimenti operativi". E' mancato un "piano B", nonché una buona conoscenza di cosa ci fosse sulla nave. Nel momento in cui i soldati si sono avvicinati e hanno visto la presenza di violenti, era necessario mettere in atto un piano B, allontanarsi, evitando il corpo a corpo sanguinoso. Ma era possibile fermare la nave senza abbordarla? La risposta di Eiland è no, era comunque necessario abbordarla, ma non in quella maniera.
L'esame balistico delle pallottole ritrovate nel corpo di alcuni soldati, fa riferimento ad altre armi, non quelle in dotazione dei soldati stessi.
Sul fronte libanese: il governo libanese ha mandato nel sud del Libano un contingente dell'esercito, per cercare di evitare nuovi attacchi di Hezbollah verso le forze Unifil. Ciò significa che la minaccia di una nuova guerra è presa molto sul serio anche dalle autorità libanesi.
L'esercito israeliano ha rivelato nei giorni scorsi delle informazioni classificate sull'armamento di Hezbollah nel sud del Libano in particolare all'interno di 160 villaggi sotto al Litani. I villaggi, infatti, a differenza delle riserve naturali, non possono essere ispezionati dalle forze Unifil secono il mandato della forza Onu.
Spero che la voce rauca di Bordin continui a farmi compagnia a colazione...
Sono addolorata dalla scelta di Massimo Bordin di lasciare il ruolo di Direttore di Radio Radicale. Un ruolo che ha sempre svolto con grande equilibrio, estrema professionalità, garantendo un'informazione di totale apertura verso ogni posizione, rispettando appieno lo stile e la storia di Radio Radicale e il motto einaudiano della radio "conoscere per deliberare". Durante la nostra conversazione settimanale sulle vicende mediorientali abbiamo più volte discusso, ma il dibattito che ne nasceva, è da considerarsi di certo un arricchimento per gli ascoltatori. Così come è stato durante le mitiche conversazioni domenicali con Pannella.
Spero di cuore che la collaborazione di Bordin con la Radio possa trovare un compromesso e di continuare ad avere il piacere di fare colazione con la sua lettura dei giornali.
Luci spente al Colosseo per Gilad Shalit
Cari amici,
trovandomi in Israele in visita ufficiale, purtroppo non potrò partecipare a questo evento che vi segnalo e al quale vi invito a partecipare.
Oggi alla Knesset ho aperto il mio intervento in occasione della prima riunione del Gruppo di Collaborazione Italia-Israele, ricordando Gilad Shalit: quattro anni di reclusione totale sono un tempo mostruoso per un ragazzo la cui unica colpa è stata quella di trovarsi a difendere il confine di un Paese in costante pericolo e quindi, in definitiva, a difendere il suo diritto ad esistere.
Quattro anni di solitudine, di lontananza dalla famiglia, sono un tempo indicibile per una madre, un padre e dei fratelli che non hanno avuto la possibilità neppure di avere notizie sulla salute del proprio ragazzo, in contravvenzione di ogni norma di diritto internazionale. Gilad deve tornare a vivere. Il mondo deve sapere che egli è, per milioni di persone, uno dei primi pensieri del mattino, nonché la denuncia vivente dell'orrore del terrorismo e dell'estremismo islamico.
Gilad è cittadino di Roma, quindi cittadino italiano, ma soprattutto è cittadino del cuore di qualsiasi persona che si ribella a questa ripugnante ingiustizia.
Promettiamo che saremo al suo fianco e al fianco della sua famiglia fino alla sua liberazione e anche qui oggi, alla Knesset, l'abbiamo promesso a nome del Parlamento italiano.
Benè Berith Giovani, Unione Giovani Ebrei d'Italia e Comune di Roma
Vi invitano a
Manifestazione per la liberazione del soldato israeliano GILAD SHALIT
Il 24 Giugno 2010 alle 21.30
Di fronte al
COLOSSEO
Il 24 Giugno a mezzanotte, saranno passati 4 anni dal rapimento del soldato israeliano, nonché cittadino onorario di Roma, Gilad Shalit.
Purtroppo sulla vicenda è calato un assoluto silenzio, nessun media ne parla più, ma la vita del ragazzo (Shalit ha soli 24 anni) è ancora salvabile!
Per questo è di primaria importanza che ognuno di noi sia presente il 24 Giugno; per far sentire la nostra voce, per far sì che se ne parli, per riaccendere una speranza.
Non mancare!!
Prima riunione del Gruppo di Collaborazione tra la Camera dei Deputati e la Knesset
Cari amici,
mi trovo in Israele a seguito della delegazione del Presidente Fini per la prima riunione del Gruppo di Collaborazione tra la Camera dei Deputati e la Knesset, ufficialmente istituito a Roma il 6 ottobre scorso con la firma di un Protocollo da parte dei Presidenti Fini e Rivlin. La riunione che abbiamo tenuto oggi alla Knesset è stata estremamente produttiva. Il dibattito tra la nostra delegazione, che comprende parlamentari di tutti i gruppi politici (presenti in Israele sono: Luca Barbareschi (Pdl), Massimo Polledri (Lega), Emanuele Fiano (Pd) e Augusto Di Stanislao (Idv)), e i colleghi israeliani, anche loro in rappresentanza dei vari partiti, si è concentrato su tre tematiche principali: 1) Scenari strategici e prospettive di cooperazione bilaterale e multilaterale; 2) Cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, con particolare riferimento alla spinosa questione dei boicottaggi accademici e commerciali di istituzioni israeliane; 3) Ruolo dei parlamenti nella promozione dei diritti umani e nei processi di integrazione.
Abbiamo anche prodotto una dichiarazione comune di intenti che dovrà indirizzare il futuro dei nostri lavori. La potete leggere qui sotto.
PRIMA RIUNIONE DEL GRUPPO DI COLLABORAZIONE
TRA LA CAMERA DEI DEPUTATI E LA KNESSET
(Gerusalemme,23 giugno 2010)
Il 23 giugno 2010 si è svolta, presso la Knesset, la prima riunione del Gruppo di collaborazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Knesset, la cui programmazione è stata fissata dal Protocollo sottoscritto dai Presidenti delle due Assemblee il 6 ottobre 2009
La Presidenza dei lavori è stata assicurata congiuntamente dall’on. Fiamma Nirenstein e dall’on. Orly Levy.
Al termine, la Commissione ha adottato la seguente:
DICHIARAZIONE FINALE
Il Gruppo di collaborazione
1. Ribadisce il reciproco rispetto e la immarcescibile amicizia fra i due Paesi di provenienza dei rispettivi membri dei Parlamenti e si impegna a portare avanti azioni di comprensione internazionale e di sostegno delle nostre due nazioni nel rispetto dei principi che accomunano le nostre culture di democrazia e di pace, fondati su comuni radici che impongono il rispetto della libertà dell’individuo.
2. Evidenzia la centralità della cooperazione parlamentare per una migliore conoscenza tra i rispettivi popoli ed il rafforzamento dei vincoli di amicizia e di collaborazione che uniscono Italia e Israele, rafforzata dalla presenza in Israele di un’ampia e dinamica collettività di origine italiana, che rappresenta un prezioso patrimonio per entrambi i Paesi. Anche l’Italia peraltro gode di un’antica e preziosa presenza ebraica che sempre ha dimostrato la sua affezione e il suo attaccamento allo stato di Israele, e ne promuove il rispetto religioso e culturale impegnandosi anche a livello parlamentare a combattere ogni forma di antisemitismo. [...]
Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Il dibattito sulll'istituzione della commissione d'inchiesta internazionale sui fatti della Flottiglia.
Yaakov Tirkel, ex giudice dell'Alta Corte di Giustizia israeliana, è il principale candidato a dirigere la commissione. Sarà affiancato da un giurista americano, uno europeo e osservatori stranieri.
La commissione si esprimerà anche sul blocco a Gaza.
Alcuni dati di sondaggi in Israele sulla gestione della crisi, l'istituzione della commissione di inchiesta e la valutazione dell'operato di Netanyahu (valutato "di basso livello" al 45%).
Se ci fossero oggi votazioni, secondo i sondaggi, il Likud prenderebbe 32%, Kadima 25%, Avodà 11%.
Abu Mazen in viaggio negli Stati Uniti ha detto - per la prima volta - che non si è mai sognato di negare il rapporto tra ebrei e la terra di Israele.
A Istanbul, pochi giorni fa, Abu Mazen ha anche fatto presente a Erdogan che il suo stretto rapporto con Hamas lo danneggia. [...]
Mediorientale
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON IL DIRETTORE DI RADIO RADICALE MASSIMO BORDIN: http://www.radioradicale.it/scheda/305389
Sintesi della conversazione:
Già all'inizio della vicenda Nirenstein aveva informato della nave che stava partendo dalla Turchia (conversazione del 21 maggio e articolo http://fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=2377).
Grande tensione tra Turchia e Israele. L'ambasciatore israeliano, pur convocato dal ministero degli esteri turco, non è stato espulso.
Il profilo della IHH (Insani Yardim Vakfi), il principale sponsor della flottiglia: una organizzazione estremista affiliata ai Fratelli Mussulmani e a Hamas.
Solo sulla nave nella quale si trovavano la maggior parte degli membri dell'IHH, ovvero la Mavi Marmara, sono avvenuti gli scontri violenti e fatali. Le altre 5 navi sono state abbordate da Israele senza problemi e condotte pacificamente al porto di Ashdod per essere ispezionate.
I beni contenuti sulle navi, ispezionati, sono stati fatti passare da Israele tramite i valichi di terra verso Gaza. dove però li sta tenendo bloccati Hamas. [Continua...]