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Mediorientale
RIASCOLTA LA CONVERSAZIONE CON IL DIRETTORE DI RADIO RADICALE MASSIMO BORDIN: http://www.radioradicale.it/scheda/305389
Sintesi della conversazione:
Già all'inizio della vicenda Nirenstein aveva informato della nave che stava partendo dalla Turchia (conversazione del 21 maggio e articolo http://fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=3&Id=2377).
Grande tensione tra Turchia e Israele. L'ambasciatore israeliano, pur convocato dal ministero degli esteri turco, non è stato espulso.
Il profilo della IHH (Insani Yardim Vakfi), il principale sponsor della flottiglia: una organizzazione estremista affiliata ai Fratelli Mussulmani e a Hamas.
Solo sulla nave nella quale si trovavano la maggior parte degli membri dell'IHH, ovvero la Mavi Marmara, sono avvenuti gli scontri violenti e fatali. Le altre 5 navi sono state abbordate da Israele senza problemi e condotte pacificamente al porto di Ashdod per essere ispezionate.
I beni contenuti sulle navi, ispezionati, sono stati fatti passare da Israele tramite i valichi di terra verso Gaza. dove però li sta tenendo bloccati Hamas. [Continua...]
Mediorientale
CONVERSAZIONE SETTIMANALE DI FIAMMA NIRENSTEIN CON IL DIRETTORE DI RADIO RADICALE MASSIMO BORDIN
RIASCOLTA LA PUNTATA DI QUESTA SETTIMANA:
Una regata di pace da Herzelya
Cari amici,
chiunque di voi abbia una qualsiasi barchetta o yacht o voglia aggregarsi a un altro equipaggio e si trovi dalle parti di Israele, si unisca perfavore sabato prossimo alla flottiglia di pace che esce da Herzelya con cartelli rivolti soprattutto a Erdogan, il premier turco, per chiedergli di fermare il viaggio per mare di una quantita di vascelli che, soprattutto dalla Turchia, vogliono raggiungere Gaza per "portare aiuto umanitario". E' una impresa totalmente antisraeliana: Gaza è in difficoltà a causa della gestione crudele, autoritaria, iper-religiosa di Hamas. Questi movimenti umanitari internazionali sono movimenti politici di delegittimazione che di fatto intendono aiutare l'organizzazione terroristica di Hamas. Anche noi chiediamo a Erdogan di non coinvolgere Israele, aggredondolo con parole e azioni in ogni momento, nella sua gestione del potere in Turchia che diventa sempre più islamista.
Chi vuole unirsi alla regata di pace, che non arriverà a incontrarsi fisicamente con l'altra flotta, mandi un messaggio al dottor Guy Bechor, promotore dell'iniziativa, alla mail mashatgadol@gmail.com o sulla sua pagina facebook "Guy Bechor". O ci risponda e noi faremo giungere le adesioni e vi daremo ulteriori informazioni.
Sono su facebook (o almeno ci provo...)

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Ho ascoltato Chopin tutto il giorno
Chattiamo: mercoledì 7 aprile, ore 18:00
Cari amici,
per stare un po' al passo con i tempi, ho deciso di sperimentare un nuovo strumento di comunicazione più diretto: la chat.
Se volete scambiare le vostre idee, fare delle obiezioni, discutere gli ultimi sviluppi della situazione mediorientale, la crisi Israele-Stati Uniti, la questione di Gerusalemme Est, l'eventualità di nuove sanzioni all'Iran, della rivoluzione verde in Iran, delle violazioni di diritti umani nel mondo, allora connettetevi domani, mercoledì 7 aprile, alle ore 18:00, al link www.fiammanirenstein.com/chat.
N.B.: per accedere è necessario registrarsi con una mail all'indirizzo info@fiammanirenstein.com. L'ordine delle email stabilirà l'ordine degli interventi, quindi chi si inscrive prima, parla prima!
A domani,
Fiamma
Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Siamo nella settimana di Pesah, la pasqua ebraica, la ricorrenza che ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù d'Egitto.
Anche Obama ha celebrato l'apertura della festività, con la cena rituale del Seder, in cui si legge l'Hagadà, il testo che ricorda appunto l'uscita dall'Egitto. Si discute sulla stampa israeliana e americana sull'interpretazione che il Presidente ha dato a questa lettura, a chi e cosa si riferiva parlando di "un mondo diviso tra oppressi e oppressori".
La percezione in Israele di un Presidente non troppo amico e le difficoltà nei rapporti con il grande alleato storico.
Il precedente di Begin-Carter.
Ma Netanyahu non ha interesse a delegittimare Obama e le sue azioni dimostrano che gli sta cercando di andare incontro: il sì a "due popoli, due stati", il congelamento degli insediamenti (non a Gerusalemme Est, in quanto le costruzioni lì non sono considerate "insediamenti" e questo punto è sempre stato accettato nei precedenti colloqui di pace).
La vera controversia tra Obama e Israele è l'Iran e il suo programma nucleare, non il conflitto israelo-palestinese. L'Amministrazione americana, con la sua over-reaction sulla questione di Gerusalemme Est, ha lanciato un messaggio a Netanyahu: non azzardatevi a pensare di poter attaccare l'Iran.
Nuovi dossier della CIA sul nucleare iraniano presentati al Congresso e alla stampa, dopo l'annuncio da parte di Ahmadinejad riguardo alla costruzione di due nuove centrali. I dossier segnalano che l'Iran si è dotato anche di una serie di sistemi balistici in grado di portare testate nucleari.
La Cina è sospettata, insieme alla Russia, di aver contribuito sostanzialmente al programma nucleare iraniano. La Russia ha fatto un passo indietro, mentre la Cina tituba ancora. Il volume di affari tra questi due paesi è veramente ingente. Ma qualcosa sembra stia cambiando: il 12 aprile la Cina, nella persona del Presidente Hu Jintao, ha annunciato che parteciperà al prossimo incontro del 5+1 che dovrebbe concordare una nuova tornata di "sanzioni ragionevoli" nei confronti del regime iraniano.
La contropartita che la Cina potrebbe volere in cambio dell'appoggio alle sanzioni all'Iran sarà probabilmente il rapporto dell'America verso la questione Tibet e Taiwan.
Arabia Saudita: l'imminente condanna a morte di un uomo, libanese sciita, accusato di "stregoneria" perché si occupava di astrologia (categoria da rubricarsi sotto la voce "idolatria").
Mediorientale
Conversazione settimanale sull'attualità dal Medioriente con il Direttore di Radio Radicale Massimo Bordin.
Ascolta la registrazione:
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Missili fatali dalla Striscia: nove lanci nel corso della settimana, un missile ha ucciso un lavoratore tailandese di un Moshav nei pressi dei confini con la Striscia di Gaza.
Il "giorno dell'ira" indetto da Hamas a seguito della vicenda di Ramat Shlomo.
La propaganda mussulmana che dipinge una volontà di Israele di "ebraicizzare" l'intera città di Gerusalemme.
La crisi israelo-americana: Obama, in un'intervista a Fox News, ha fatto dietro front sulla vicenda di Gerusalemme.
Il concetto di "insediamenti" a Gerusalemme: del tutto distinto da quelli della Cisgiordania.
Nel dicembre scorso, Netanyahu ha annunciato un congelamento, molto lodato dall'amministrazione USA, delle costruzioni negli insediamenti della Cisgiordania, specificando che questo non riguardava Gerusalemme. Perché no? La situazione di Gerusalemme è decisamente più complessa. Prima della dominazione giordana nel 1948, per esempio il quartiere di Shekh Jarrah, che è stato a sua volta al centro delle polemiche prima della vicenda di Ramat Shlomo, era un quartiere ebraico, dal quale gli ebrei vennero espulsi per mano giordana. Dopo il '67, gli ebrei hanno cercato di tornarvi. Ramat Shlomo è un quartiere del tutto ebraico, con una popolazione principalmente ortodossa. In tutti gli accordi su una possibile divisione della città, come quelli tra Arafat e Barak nel 2000, o tra Abu Mazen e Olmert nel 2007, questo quartiere veniva inserito nella parte ebraica di Gerusalemme. Anche per il fatto che è inserito del tutto in una zona ebraica.
Eli Ishai, il Ministro dell'Interno, forse alla ricerca di consensi, ha veramente usato un tempismo pessimo per annunciare la costruzione di queste 1600 unità abitative.
Il viaggio di Netanyahu in America per il discorso all'AIPAC. La possibilità di un incontro estemporaneo con Obama.
La possibilità di una coalizione di Netanyahu con Kadima.
Il documento di Kadima su Gerusalemme (contro il blocco delle costruzioni nella capitale).
Il tentativo di spaccare Kadima e di far riaggregare al Likud la fazione che si rifà a Shaul Mofaz.
La predominanza della questione iraniana rispetto a quella palestinese per i vertici israeliani.
Curiosità: gli iraniani hanno richiesto alle infermiere di un ospedale boliviano di indossare il velo islamico, a fronte di un finanziamento iraniano di un milione di dollari.
Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Si torna ai colloqui indiretti tra Israeliani e Palestinesi, con l'intermediazione americana. Non si sa ancora dove avranno luogo.
Sul fronte interno israeliano: si stanno ridistribuendo le maschere antigas. Corruzione: nuova inchiesta su Lieberman.
Previsto sabato l'arrivo dell'inviato americano in Medioriente, George Mitchell, insieme al Vicepresidente Joe Biden, che farà un discorso stile Obama al Cairo. Perché lui e non Obama stesso, ci si chiede in Israele?
Nei giorni scorsi al Cairo Abu Mazen è stato convinto dai paesi della lega Araba ad accettare queste trattative, nonostante il freezing parziale nella costruzione nei territori.
La reazione di Hamas: il ritorno a questi colloqui è una perdita di tempo e rappresenta una ulteriore rottura con Abu Mazen.
Damasco: la settimana scorsa summit tra Ahmadinejad, Bashar Assad, Hassan Nasrallah (il capo di Hezbollah che non si muove quasi mai dal suo bunker per la paura di attentati) e Khaled Meshal, il leader di Hamas residente appunto in Siria.
Ahmadinejad si è recato in visita in Siria a pochi giorni dall'insediamento del nuovo ambasciatore americano, che gli USA avevano deciso di ritirare nel 2005, a seguito dell'assassinio dell'allora premier libanese Rafik Hariri (per cui è indicato dagli inquirenti il coinvolgimento di vertici militari e politici siriani).
Nell'incontro forti attacchi non solo a Israele, ma anche agli USA stessi. La riunione poi è continuata a Teheran dopo due giorni e sembra che si siano portati in tavola intenti bellici non troppo velati, con la crazione di nuovi focolai di guerra tra Hezbollah e Israele per creare un diversivo all'attenzione mondiale sul nucleare iraniano.
Frattura interna a Hamas: uccisione di Mahbouh a Dubai. Il ruolo di Mossab Hassan Yousef, figlio di uno dei fondatori di Hamas, convertito al Cristianesimo e collaboratore per anni con i servizi segreti israeliani. Nonché il ruolo di due palestinesi di Gaza, dipendenti di una impresa edile di Dahlan, con precedenti nei servizi segreti di Fatah, arrestati dalla Giordania nei giorni scorsi.
Mahmoud Al-Zahar, ex ministro degli esteri di Hamas, ha dato le dimissioni dal gruppo che trattava lo scambio tra Ghilad Shalit e i prigionieri palestinesi. Anche il mediatore palestinese ha abbandonato. Sembra che Zahar e Hanyie non ne possano più della gestione di Khaled Meshal da Damasco.
Turchia: La commissione esteri della Camera americana (con 23 voti vs 22) ha deliberato di denominare ufficialmente "genocidio" l'eccidio di un milione e mezzo di Armeni durante la prima guerra mondiale, facendo andare su tutte le furie la Turchia, che ha richiamato l'ambasciatore in patria.
Secondo gli studi della Freedom House, 15 su 18 paesi arabi sono migliorati sul fronte del suffragio e dell'alfabetizzazione delle donne. In particolare per quanto riguarda Kuwait, Algeria e Giordania. Ma a un certo miglioramento dei diritti civili, tuttavia ancora non corrisponde un'emancipazione della donna nell'ambito domestico e familiare. La Tunisia e la Giordania sono gli unici che offrono una legislazione contro la violenza domestica.
La settimana contro l'apartheid di Israele che si sta celebrando in questi giorni in molte università del mondo e in 4 italiane.
Mediorientale
Sintesi degli argomenti di questa settimana:
Il 19 di gennaio, l'omicidio di Mahmoud al-Mabhouh, tra i leader di Hamas e uno dei fondatori delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam. Responsabile di diverse azioni terroristiche contro Israele, ma soprattutto l'uomo chiave nel traffico di armi tra Iran, Hezbollah e Hamas a Gaza.
Questo episodio, la cui responsabilità è attribuita al Mossad, si inserisce in una catena di operazioni che sembrano avere un comun denominatore: a dicembre, un autobus sul quale viaggiavano ufficiali iraniani e membri di Hamas, è stato fatto esplodere a Damasco (i siriani, con grande imbarazzo, dissero che era scoppiata una gomma).
Il mese dopo, un gruppo di Hamas e Hezbollah è stato attaccato nel sud di Beirut. Poi l'omicidio di Mahbouh il 19 di gennaio (la notizia è stata diffusa dopo settimane).
Prima ancora c'è da collegare la morte del leader di Hezbollah Imad Mughniyeh (febbraio 2008). Nel mirino c'è chiaramente l'asse iraniano-siriano-libanese.
E' in corso uno scontro interno?
Il capo della polizia di Dubai, durante una conferenza stampa, ha dichiarato che molte delle informazioni sui movimenti di Mabhouh sono state fornite da membri di Hamas stessi. Pare anche che molte informazioni venissero fornite da palestinesi di Gaza legati a Dahlan.
Le reazioni nel mondo
L'indignazione dell'Inghilterra e dell'Irlanda (convocano gli ambasciatori israeliani). La Germania non l'ha fatto, nonostante fosse coinvolto anche un passaporto tedesco.
Non si è parlato di assassinio extragiudiziario. La preoccupazione è per l'uso improprio di passaporti.
Il ritorno di El Baradei in Egitto, dopo aver appena concluso il suo mandato come Direttore dell'Agenzia Internazionale Atomica. C'è un movimento popolare che lo vorrebbe presidente al posto di Mubarak.
