Il Giornale
Trump e il ritorno al passato: Stati Uniti gendarmi del mondo
Il Giornale, 08 aprile 2017
Gli Stati Uniti sono tornati. E' una svolta mondiale l'evento di ieri mattina alle 3,45, quando Trump ha deciso che l'attacco chimico di Assad a Khan Sheikhoun nella provincia di Idlib, tanti morti bambini, e 546 feriti, era un'insopportabile peso per gli USA e per il mondo intero, e ha risposto. E' finita la festa, la grande kermesse sciita-russa che aveva così bizzarramente occupato lo spazio egemonico della maggioranza sunnita ragionevole in Medio Oriente non potrà più esagerare nel disprezzo delle più elementari regole di decenza della nostra epoca con la scusa, per altro molto ben sostanziata delle atrocità di Daesh. E' vero lo Stato Islamico è altrettanto orribile. Ma non di più di quello che è successo a Idlib. Trump ha agito velocemente, senza preavviso, come si deve per evitare che le chiacchiere possano distruggere la riuscita e lo spirito dell'azione, tutte le beffarde osservazioni sulla sua passione per Twitter si infrangono sulla pragmaticità dei tempi giusti e dell'accuratezza del tiro. A Shayrat, il campo di aviazione da cui si sono alzati gli aerei carichi di Sarin, si è abbattuta la dose davvero notevole di 59 missili Cruise Tomahawk, roba forte, dopo, per altro, gli avvertimenti per evitare stragi specie di militi russi.[...]
A Damasco c'è un Hitler da destituire
Il Giornale, 05 aprile 2017
Ha una data di nascita il seme della sofferenza disumana dei bambini che ieri sono morti strangolati dal gas sarin, alla mercé del gas nervino che procura un'agonia fra indicibili sofferenze. Ha una data quella sicumera hitleriana per cui Assad ha deciso di bombardare Khan Sheikun, nella provincia di Idlib nelle ore del mattino di ieri, e poi di inseguire i feriti con altre bombe negli ospedali dove i medici cercavano, in molti casi invano, di affrontare il gas, invincibile nemico dell'organismo umano. Ma per Assad che ha fatto il 70 per cento dei morti nel conflitto siriano, questa è routine. E lo sta diventando per tutti; che immensa vergogna.[...]
Ius Soli: perché no
Il Giornale, 27 marzo 2017
Senza tentare una disquisizione giuridica sullo ius soli, di cui si discute in questi giorni drammaticamente alla Camera, addirittura mettendo il provvedimento in cima alla pila delle leggi che aspettano la discussione, e promettendo persino di ricorrere alla fiducia, un piccolo sorriso è indispensabile leggendo degli ultimi accadimenti di Santhià. La storia suscita due sorrisi, e per due ragioni diverse: la prima è relativa alla sua espulsione dopo che ha rifiutato la cittadinanza italiana per motivi ideologici. Gli faceva orrore, gli era culturalmente e religiosamente estranea e nemica benché ne avesse diritto. Le espulsioni sono indubbiamente fra i mezzi migliori quando si profila il pericolo che il personaggio in questione sia un estremista attivo, anzi, un jihadista estremista, come l'ex imam. L'espulsione è un'arma di sicurezza molto seria, usata dal Viminale per 159 persone partire dal gennaio 2015, 26 dall'inizio di quest'anno. Ben fatto. [...]
Quel sistema "inventato" dai palestinesi
Il Giornale, 24 marzo 2017
La tragedia di Londra ha costretto a uscire almeno momentaneamente dal solito bozzolo di eufemismi e bugie. Sì, è terrorismo;sì, è islamico; sì è una tabe contro la quale è l'ora di svegliarsi perché i combattenti dell'Isis tornano a un certo punto alla casa che li ha nutriti, e là diventano lupi solitari, o indottrinano altri perché lo diventino. [...]
Giordania, la folle esultanza per il killer liberato
E' difficile non domandarsi in che cosa consista la pace fra Giordania e Israele firmata nel 1994 da Rabin e re Hussein quando si vedono le scene di entusiasmo della famiglia e della gente, i canti, gli slogan di odio e le caramelle per la liberazione di Ahmed Daqamseh, l'assassino di 7 bambine israeliane e feritore di altre sette, liberato anzitempo. Irbid suo paese natale, a nord di Amman, benché l'uomo sia stato rilasciato domenica alle due di notte, gli ha dedicato un'accoglienza trionfale. L'assassino giordano uccise col mitra d'ordinanza 7 bambine israeliane in gita ed è appena stato rilasciato con cinque anni di anticipo sui 25 anni che secondo la condanna all'ergastolo (sempre pari a 25 anni) avrebbe dovuto ancora trascorre in carcere a Amman.[...]
Nikky Haley, volto Usa che rivoluzionerà l'Onu
E' venuto all'inizio da una bella signora di origine indiana il segnale che l'ONU sarà per il governo americano di Trump un banco di prova politico rivoluzionario. L'ONU forse non sarà più quel coacervo di ingiustizie e ignavia per cui le persone ragionevoli si disperano, in solitudine, per la prepotenza e l'irragionevolezza della maggiore assemblea internazionale del mondo, con tutte le sue commissioni, col Consiglio di Sicurezza, con le agenzie come l'UNESCO o il Consiglio per i Diritti umani, tutti spinti da una molla opportunisticamente terzomondista e spesso antisemita. La nuova ambasciatrice all'ONU di Trump, magra, lunghi capelli lisci ad ala di corvo, ex vicegovernatore del Sud Carolina, si chiama Nikki Haley: naturalmente sbeffeggiata perché secondo i detrattori non capisce di politica estera ha fatto il suo debutto a metà febbraio, alla riunione informale del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente, e ha invece dimostrato di capire benissimo come stanno le cose, e di non volere accettare lo status quo. [...]
Netanyahu da Trump: Israele e l'America seppelliscono Obama
L'East Room alla Casa Bianca è solo per le grandi occasioni, giammai Benjamin Netanyahu ci ha messo piede al tempo di Obama: ieri invece qui si è svolta la conferenza stampa congiunta di Donald Trump col leader israeliano. Le strette di mano, gli abbracci delle mogli, gli accenni entusiastici a un futuro di successo per la pace forse non rappresenteranno la soluzione dell'annosa questione israelo-palestinese, ma segnano una grande svolta. Forse più importante dei programmi, che il Medio Oriente costruisce spesso sulla sabbia, è il fatto che finalmente, dopo Obama, gli USA e Israele tornano ad essere i grandi amici di sempre. I due leader hanno sottolineato l'identità nei valori e negli intenti con vero calore, le mogli si sono sorrise contente, e questa è la tessera più importante nel mosaico Medio Orientale striato dal sangue del terrorismo. Le due maggiori forze anti-terroriste sono di nuovo insieme, proprio qui dove si è sviluppata la più disastrosa fra le politiche di Obama, che ha portato a centinaia di migliaia di morti, ha fomentato lo scontro sciita-sunnita, ha dato fuoco alle polveri delle ambizioni imperialiste iraniane e degli Hezbollah mentre l'Isis arrotava i coltelli, ha spinto alla fuga milioni di profughi e ha lasciato crescere il terrorismo mentre la Russia approfittava del caos.[...]
I nuovi insediamenti in Palestina svelano l'ipocrisia contro Israele
Eppure è difficile abituarsi a un atteggiamento saccente e punitivo quando guarda con un occhio solo. Come è possibile che l' UE abbia scoperto una improvvisa efficienza cancellando sine die per punizione il summit previsto con Israele? Come può accadere che nelle stesse ore ne l'Unione Europea, ne l'ONU, né il Governo francese o quello inglese facciano qualcosa di fronte alla notizia che il Governo siriano ha impiccato 13mila dissidenti, giovani che nemmeno riuscivano a morire perché pendevano troppo leggeri; come mai nessuno chiede di che si tratta quando il capo degli Hezbollah Nasrallah annuncia una "grande sorpresa" a Israele proprio mentre si viene a sapere che aveva preparato eccidi di bambini ebrei in Brasile; come può capitare che nessuno da Bruxelles dica una parola all'Iran che spiega che può colpire Tel Aviv in 7 minuti... E invece tutti trovano il fiato per condannare una legge votata alla Knesset che consente di conservare certi "outpost", ovvero parti periferiche di insediamenti, costruite su terreni di proprietà palestinese? [...]
Ma il vero nemico è il terrorismo degli ayatollah
Il Medio Oriente, strapazzato dalla politica di Obama, subisce adesso l'accelerata ripresa di una rocciosa strada cui Trump si avvia con due gesti divaricati: una vigorosa messa in guardia alla Repubblica Islamica dell'Iran, accompagnata da sanzioni impellenti. E una avviso a Israele: "Attenzione", ha detto Sean Spicer, il portavoce: "Noi non pensiamo che l'esistenza degli insediamenti sia un impedimento alla pace come diceva Obama, ma riteniamo che costruire nuovi insediamenti possa non essere di aiuto". Un'affermazione che sembra in contraddizione con quello che Trump diceva in campagna elettorale quando dichiarava la sua totale neutralità sugli insediamenti, mentre annunciava anche che l'Ambasciata sarebbe stata a Gerusalemme e il suo sdegno verso la persecuzione dell'ONU. Una retromarcia? Non si direbbe: l'Iran val bene qualche nuovo insediamento. [...]
Non è razzismo, ma soltanto buon senso. Il pericolo islamico esiste e non va negato
Un po’ di buon senso prego. Trump ha dato le sue risposte a un problema cui tutto il mondo si sta applicando, e cui si riconosce che non c'è stata per ora, una risposta efficace o solo sensata. Può darsi che anche questa sia sbagliata. Ma non lo sarà più dei silenzi e delle omissioni che hanno lasciato uccidere migliaia di persone dal terrorismo islamico e hanno creato situazioni di vita molto difficili nelle città del mondo occidentale. E' un tema roccioso, ogni volta che lo si affronta vorremmo nasconderci piuttosto che vedere la sofferenza altrui ma, insieme, anche il nostro pericolo.[...]