Generico
Mediorientale
Gli scontri per la Spianata delle Moschee, i recenti attacchi terroristici palestinesi, l'appello di Abu Mazen a mobilitarsi per celebrare una "giornata dell'odio" e le reazioni del vicino Regno Hashemita; questi i principali argomenti della puntata settimanale de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme, per continuare con l'analisi delle recenti relazioni tra Usa e Israele e concludere con due notizie che arrivano dall'Egitto e dalla Tunisia, fresca di elezioni.
Mediorientale
Israele rafforza le misure di sicurezza e la presenza di militari a Gerusalemme dopo che mercoledì un’auto guidata da un palestinese ha investito un gruppo di persone, uccidendo una bambina di tre mesi, una ragazza di 22 anni e ferendo altre sette persone; le voci delle persone che hanno assistito all'attentato, la reazione del sindaco gerosolimitano; da Israele si passa al vicino Libano dove continuano gli scontri tra militari e jihadisti legati al gruppo qaedista siriano Jabhat al Nusra; questi i principali argomenti della puntata settimanale de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme, per continuare ad analizzare alcune notizie che arrivano dall'Iran, dalla Turchia e dalla Siria.
“Cercando l’anima dell’Europa. Una visione dal Vecchio Continente”
Di Fiamma Nirenstein
(Pubblicato originariamente in inglese: Seeking the Soul of Europe: View from the Continent)
History offers no respite to countries that set aside their sense of identity in favor of a seemingly less arduous course. But nor does it assure success for the most elevated convictions in the absence of a comprehensive geopolitical strategy.(Henry Kissinger)
Io sono arrabbiata con l'Europa: perché essa è anche mia, miei sono Dante Alighieri, Giotto, Michelangelo, mio Cosimo de’ Medici che già scandagliava i mercati d'arte dei Paesi Bassi e ne portava a Firenze la magnifica pittura, mia l'Inghilterra di Chaucer e di Shakespeare, mia la "La certosa di Parma" e persino Baudelaire, e certo miei i romanzi russi, le guerre, le paci, le rivoluzioni fondamentali della storia del genere umano. Miei, e di tutti gli europei. Non capisco come un patrimonio di civiltà clamoroso come quello dell'antico continente sia stato così pesticciato dalla burocrazia da diventare inesistente di fronte ai problemi dell'Euro.
Mio padre era polacco, mia madre è fiorentina, io sono cresciuta fra Firenze e Roma e da inviata speciale ho coperto le rivoluzioni anticomuniste e ho scoperto l'implicazione antisemita di Waldheim. Fra Shoah e comunismo, ho visto l'Europa cercare di affrancarsi dai peggiori totalitarismi generati qui. Mia nonna, una bella signora ebrea di Firenze ci ha cresciuto instillandoci l'idea che i mostri erano stati vinti: avevamo perduto metà della famiglia nell'Olocausto, ma l'Europa aveva imparato la lezione. Mai più l'Europa dei miei sogni, aperta, integrata, plurilingue, avrebbe potuto pascersi di odio antisemita. Invece esso come la gramigna ha ripreso piede ovunque, e chi avrebbe pensato che avremmo visto di nuovo manifestazioni a Berlino in cui si urla morte agli ebrei.[...]
Né spiegazione né scuse
Mediorientale
Il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte del governo inglese e della Svezia; il viaggio di Ban Ki-moon a Gazai cinque miliardi e mezzo donati alla Palestina, l'importanza di capire fine faranno e le domande su dove siano andati a finire tutti i miliardi di dollari donati negli anni; questi gli argomenti della puntata settimanale de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme, per poi continuare con un'analisi su i rapporti tra Fatah e Hamas e concludere con interessanti notizie che ci arrivano dalla Turchia che solo pochi giorni fa ha bombardato i curdi nel Sud nonostante abbia Daesh alle porte, e in casa, come scopriremo ascoltando la conversazione settimanale tra Nirenstein e Bordin.
Yom Kippur
Un Paese tormentato e torturato fin dalla nascita dal terrorismo, investito dall'odio religioso del mondo islamico quasi senza distinzione, l’unico che a fronte della pusillanimità di tutto l’Occidente e alla sua incapacità sa come come comportarsi e come difendere la sua democrazia, oggi, mentre ferve la guerra contro un terrorismo jihadista della stessa famiglia di quello di Hamas, dovrebbe ricevere il ringraziamento, il sostegno, l’ammirazione di tutti.
Speriamo che il futuro ci porti almeno un parziale rinsavimento dell’Europa e degli Usa, che stanno pagando il prezzo della loro incompetenza e della viltà.Mediorientale
RIASCOLTA La rubrica "Il Medio Oriente visto da Gerusalemme" di questa settimana con Fiamma Nirenstein e Massimo Bordin
I migliori soldati di Hamas? I giornalisti
Essere un giornalista che copre la vicenda mediorentale è un nodo identitario molto controverso. A volte sei sottoposto a una "overwhelmingquestion" come dice Eliot: sei un giornalista degno di questo nome se la copri senza metterti al servizio della "causa palestinese"? la risposta della corporazione, e di una buona parte dei lettori è no, essi vorrebbero inchiodare la tua credibilità, il tuo onore professionale a una sua banalizzazione codificata che crea da decenni circoli e sottintesi, che lega e cementa la banda, e la banda stessa altrimenti ti definisce un giornalista a metà. Anche se tu sai che la questione israelo-araba e coperta di menzogne, che Israele è un’isola sullo 0,2 per cento di un territorio tormentato da conflitti incomparabilmente più sanguinosi, che buona parte del conflitto palestinese è insieme nazionalista, religioso, fanatico e anche terrorista, che i palestinesi non mirano, per la maggior parte, alla soluzione di "due stati per due popoli", e che le cose lo hanno abbondantemente dimostrato... qualcos'altro conta per i giornalisti, ovvero una convenzione cultuale e politica che ha a che fare con scelte di clan basilari, di essere e non essere e anche con lo spirito del nostro tempo, globalista, contrario alla guerra, alla nazione, alla religione[...]
Accordo Hamas-Fatah, Nirenstein: “Uno scandalo morale di dimensioni gigantesche”
Intervista di Andrea Di Nino a Fiamma Nirenstein
L’accordo stipulato ieri fra Hamas e Fatah per un ritorno ad un governo unitario nella Striscia di Gaza è uno “scandalo morale di dimensioni gigantesche”. Lo ha affermato Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice presidente dell’International Council of Jewish Parliamentarians, intervistata dal VELINO. Se il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen - ha spiegato Nirenstein - vuole essere considerato moderato, “che faccia il moderato”: non c’è nulla di moderato nel fare un “accordo con un’organizzazione terroristica, catalogata come tale dall’Europa, dagli Stati Uniti, da tutti”. Certo – ha aggiunto Fiamma Nirenstein, già parlamentare e vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati – “c’è un grande desiderio da parte del mondo, da parte degli Stati Uniti, dell’Onu e dell’Egitto, di vedere Fatah implicato nel controllo di Gaza”. C’è anche da parte di Israele, anche se decisamente con maggior cautela, visto che su Fatah senza dubbio “la sa più lunga”. Un’idea molto diffusa, basata su una visione umanitaria vuole che, in fondo, “una presenza di Fatah potrebbe risultare in una garanzia per il futuro”, e magari garantire una maggiore sicurezza per quella zona del Medio Oriente. “Naturalmente ci spera in particolare l’Egitto, che – spiega Nirenstein - è il più acerrimo nemico di Hamas. E ci spera anche Israele”.[...]
Mediorientale
Le dimissioni dal governo e dal partito del ministro dell'Interno e numero due del Likud, Gideon Sa'ar, i nuovi rapporti dell'intelligence israeliana sui finanziamenti del gruppo terroristico ISIS, i dubbi sulla "coalizione dei 40" messa su da Obama per neutralizzare il Califfato Islamico, l'analisi sui vari Paesi arruolati in questa coalizione e approfondite spiegazioni sulla riluttanza del governo di Ankara a prendervi parte, questi gli argomenti della puntata settimanale de Il Medio Oriente visto da Gerusalemme, per concludere con un'interessante notizia che ci arriva dall'Iran.