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Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Il piano di Donald Trump"
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Il piano di Trump è difficile ma vantaggioso. Nirenstein spiega perché
Formiche.net, 29 gennaio 2020
Addio al controverso piglio che ha prodotto l’accordo di Oslo e le successive premesse legate al falso tema “pace in cambio di terra”. Battezza così il piano di pace americano per il Medio Oriente Fiamma Nirenstein, giornalista, scrittrice e tra le altre cose membro del Jerusalem Center for Public Affairs (Jcpa), che affida a Formiche.net la sua lettura analitica sulla proposta del presidente Donald Trump. Ma nella settimana della Giornata della Memoria prosegue la tolleranza verso la demonizzazione sistematica degli ebrei da parte dell’Autorità Palestinese.
Anche l’Arabia Saudita dice sì al piano di pace di Trump: quali i cardini della proposta americana?
La proposta americana ha sostanzialmente delle caratteristiche positive, perché si basa sulla verità storica. Certamente presenta una serie di difficoltà per essere implementata, che sono contenute nella realtà storica stessa. In sostanza Trump smantella il più grande equivoco di sempre del passato, basandosi sull’accordo di Oslo del 1993, e dopo che dal 1948 al 1967 i famosi “tre no” hanno impedito un accordo, nonostante fossero state avanzate le più larghe offerte.
Cosa c’era di sbagliato nei piani del passato?
Da allora tutti i progetti di pace sono stati fondati su una falsa assunzione: ovvero che l’annessione di terreni in cambio di pace potesse funzionare. Al contrario, la storia ha dimostrato incessantemente che non era questo il nocciolo. Vi era da parte palestinese una determinazione al rifiuto, con di volta in volta l’appoggio di alcuni pezzi del mondo arabo.
Per quali ragioni?
Perché basato sull’assunto, allora, di una determinazione ideologica da parte del mondo arabo e del popolo palestinese a puntare sulla sparizione dello Stato di Israele, rifiutando lo Stato ebraico, incrementando sempre di più la richiesta del cosiddetto diritto al ritorno: un passaggio senza paralleli e senza precedenti in tutta la storia contemporanea.
Quali i punti di forza del piano Trump?
Trump propone un programma complesso, ma molto vantaggioso perché si poggia sulla verità. Io credo nella verità anche perché essa porta dei mutamenti storici fondamentali. [...]Il Giorno della Memoria. Radio Radicale intervista a Fiamma Nirenstein
Forum Internazionale sull'Antisemitismo e la Shoah a Gerusalemme. Intervista a Fiamma Nirenstein
VIDEO Fiamma Nirenstein ospite della trasmissione tv "Fatti e Misfatti"
Iraq: gli Usa uccidono il generale iraniano Soleimani. Intervista a Fiamma Nirenstein
Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Geopolitica, Golfo Persico, Guerra, Iran, Iraq, Islam, Israele, Medio Oriente, Palestina, Soleimani, Terrorismo Internazionale, Trump, Usa.
La registrazione audio ha una durata di 30 minuti.
Soleimani era una minaccia per il Medio Oriente (non solo per Israele). Parla Nirenstein
L’Iran senza il generale Soleimani? Si chiude, grazie alla mossa di Donald Trump, una fase caratterizzata dal disegno legato all’ascesa del terrorismo, riflette con Formiche.net la giornalista e scrittrice Fiamma Nirenstein, tra le altre cose membro del Jerusalem Center for Public Affairs (Jcpa). E osserva: “È la risposta, non solo a Teheran ma anche ad Ankara, a chi dice che Trump chiacchiera molto e non agisce. Il generale? Sono certa che sarebbe voluto diventare il prossimo Presidente dell’Iran”.
Quanto si rafforza Netanyahu con l’uscita di scena del generale Soleimani?
Certamente Israele è implicato in questo nuovo schema, viste le reazioni in Iran relative al pericoloso pensiero di Teheran che, come di consueto, minaccia reazioni tanto contro gli Usa quanto contro Israele. Diciamo che si chiude una fase caratterizzata dal disegno del generale di procedere all’ascesa del terrorismo. Ma Soleimani era minaccioso per una grande parte del Medio Oriente e non solo per Israele.
Chi era Soleimani?
Figlio di contadini è cresciuto tra gli stenti. Suo padre lavorava
alle dipendenze dello Scià e la sua famiglia era stata costretta ad uno
spostamento che gli aveva provocato molte sofferenze. Sin da
giovanissimo iniziato a far parte delle milizie soldatesche, nutrendo
dentro di sé un odio fortisismo nei confronti della monarchia e
tramutandolo in seguito in attaccamento alle milizie stesse, create dal
’79 in avanti per difendere il nuovo potere rivoluzionario degli ayatollah.
Ha dimostrato il suo valore sul campo, restando ferito nella battaglia
contro l’Iraq: insomma, un personaggio dotato di una capacità strategica
pari al suo eroismo militare. Al contempo amato e molto odiato nello
stesso Iran. [...]
Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Primarie Likud: l'affermazione di Benjamin Netanyahu"
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