Fiamma Nirenstein Blog

40 anni dalla Guerra dei Sei Giorni

martedì 5 giugno 2007 Generico 36 commenti
Sto partendo per Praga: mi aspetta una conferenza internazionale sul tema “Sicurezza e democrazia”. Ci saranno Vaclav Havel, l’eroe della rivoluzione democratica di Praga, di cui scrissi quando ero una giovane giornalista incontrandolo per la prima volta al teatro “La lanterna”. C’era la neve, l’eccitazione degli studenti e dei lavoratori era immensa, per la prima volta si apriva il sogno di un mondo libero in cui fosse possibile esprimere le proprie idee. Ci sarà Aznar, che ammiro per il suo coraggio di seguitare nonostante la sconfitta politica nel suo Paese, la Spagna, a gestire un’opposizione pulita e carica di significato morale. Ci sarà Nathan Sharansky, il dissidente che nell’Unione Sovietica condusse un’opposizione dura al regime che non lo lasciava partire per Israele, dove, dopo un decennio di carcere, finalmente sopraggiunto, divenne più tardi ministro, come in una favola in cui i buoni vincono sempre. Alla Conferenza, che vi racconterò al mio ritorno, ci sarà anche George Bush in un dialogo pubblico con i dissidenti del mondo arabo, eroi che sfidano la morte e la tortura e che discuteranno se sia giusto e produttivo per la sorte del mondo, il tentativo di esportare la cultura dei diritti umani per bloccare il terrorismo del mondo. So bene che su questo, voi, miei cari compagni di rete, litigherete a morte, e forse di nuovo, come per il blog precedente, farete volare anche parole pesanti, dalle quali vi prego ancora una volta di trattenervi. Io mi limito qui a intervenire nel dibattito dicendo che ci sono molti pregiudizi che vengono di nuovo espressi su queste righe, che sono contenta che invece alcuni siano intervenuti per spiegare con calma come stanno le cose e che molte delle azioni che giustamente possono dispiacere ad alcuni di noi, sono obbligate. “Obbligate” significa, come ha detto Shimon Peres rispondendo a una NUOVA accusa lunedì, a pochi giorni dalla prima, di un’Amnesty ormai sempre più legata agli interessi di parte, che sono una risposta dovuta a due punti centrali: il primo e il più importante è la prevenzione del prossimo attentato. Molto spesso, con gli assassini mirati, si fermano i terroristi. Non si agisce per giustiziarli o per vendetta, come qualcuno sembra ritenere, ma semplicemente per fermare la prossima azione in pista, il prossimo kassam, il prossimo terrorista suicida. Processarli molto spesso non è possibile, ma vedere che vanno verso la rampa di lancio col missile sì, e sapere tramite i servizi che stanno per ordinare la prossima azione, anche. E quindi, è indispensabile fermarli. Perché, infatti, il secondo motivo è legato al primo: si tratta del dovere che ciascun Paese ha verso i suoi cittadini, che ciascun governo eletto ha quando sa che i suoi bambini, le sue donne, i giovani e i vecchi nei ristoranti, al lavoro, a scuola, sono minacciati nella vita. Il primo elementare dovere di uno Stato è difendere i cittadini, se cade questo principio fondamentale e abbiamo degli “stati pecora”, le organizzazioni e gli stati canaglia hanno già la vittoria in mano.
Infine vi saluto fino a giovedì, ricordandovi che oggi, martedì 5 giugno, ricorre il 40esimo anniversario della Guerra dei Sei Giorni, di cui vi forniamo un bellissimo riassunto fattuale nella sezione "Ospite del giorno" e su cui ho scritto un articolo reperibile nell’archivio. Qui mi limito a raccontarvi che io c’ero, una ragazza che i genitori avevano spedito in Kibbutz, a Neot Mordechai, sperando che tornasse più saggia. Era una calda primavera sotto le alture del Golan, lavoravo nella vigna e fra i meli quando “Sadin adom”, la parola d’ordine lanciata dalla radio, annunciò l’attacco di terra che distrusse l'aviazione egiziana e che salvò Israele dallo sterminio. Avrebbe potuto davvero essere un secondo Olocausto: l’Egitto, la Siria, la Giordania - che entrò in guerra benchè supplicata da Israele di non farlo - avevano preparato piani minuti di occupazione e anche di annichilimento fisico della popolazione e l’Unione Sovietica era pronta a uno sbraco di rinforzo. Israele provò al mondo e soprattutto a se stessa, per la prima volta nella storia, che lo Stato degli Ebrei era nato per restare, che gli Stati Arabi e i Palestinesi dovevano prendere in cosiderazione l’idea di parlarci e di accettare l’idea che l’ebreo non era più quella fragile entità pronta ad essere piegata e spazzata via dai pogrom, dalle persecuzioni, dalla Shoah. Gli ebrei erano finalmente nei fatti, oltre che nella loro cultura plurimillenaria, una forte nazione, un popolo “libero nella loro terra”, come dice l’inno nazionale “Ha Tikva”. L’occupazione fu una conseguenza della guerra che gli arabi avevano portato a Israele, e tuttora, dopo che Israele si è ritirata ogni volta che ha potuto trovarne la strada - dal Sinai, dall’Aravà, dal Libano, da Gaza...ne è risultata la politica aggressiva di Hamas. Se i palestinesi, se Arafat avessero accettato gli accordi di Oslo, anche la West Bank farebbe già parte dell’elenco.

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g , roma
 sabato 30 giugno 2007  14:22:50

vorrei rispondere a tutti, sia ivo che crusaider che fondamentalmente la colpa è solo dei palestinesi se non hanno uno stato, dato che l'ONu aveva stabilito che nascessero due stati. ora se ne è nato solo uno, vuol dire che i palestinesi non sono in grado di formare uno stato sovrano. ricordiamoci che la commissione inglese Pell del 1937, se non vado errato con l'anno, decretò che in palestina esistevano due culture profondamente diverse: una asiatica, ovvero quella araba, e una europea, ovvero ebrea. ecco perchè far nascere due stati, ribadisco che è colpa della giordania e dell'egitto i quali hanno occupato quei territori che dovevano diventare Stato Palestinese. se la dovrebbero prendere con l'Egitto e la Giordania, non con Israele.consiglio a tutti di leggere il libro di Michael B. Oren La guerra dei sei giorni che fa ben capire come si è giunti alla guerra.



gabriele , roma
 venerdì 29 giugno 2007  20:54:51

Sono dell'opinione che non è mica colpa nostra se i palestinesi non hanno una terra! dopo la guerra di indipendenza del 1948, la giordania e l'egitto hanno invaso quelle terre che dovevano costituire lo stato palestinese. è colpa degli arabi se i palestinesi non hanno una terra. Le politiche israeliane dopo il 1948 permettevano un rientro a casa dei profughi, ma nn certo lo incoraggiavano, questo è da dire... ma è anche da dire che nel momento in cui è stato riconosciuto uno stato palestinese, nei territori c'è stata una guerra civile, alla cui stiamo assistendo tutti noi in questi giorni. La guerra dei sei giorni ha fatto vedere che Israele non può essere annientato fisicamente e militarmente. l'attacco portato dagli israeliani è avvenuto grazie alla politica aggressiva egiziana e siriana. le conseguenze, ancor più disastrose, per gli arabi, della guerra di indipendenza, dipendono tutte da loro, sono loro che hanno provocato e ora si tengono gerusalemme che non è più in mano araba. se non vado errato, Israele si è impegnato a restituire i territori occupati eppure non mi sembra che il lancio di missili qassam sulle città israeliane sia cessato, come non sono cessati gli attacchi di Hezbollah sulla Galilea del nord. siamo tutti bravi a dire che i palestinesi sono perseguitati e rifugiati, ma nessuno si prende la briga di dire come vivono gli israeliani sotto le bombe o come si sta quando senti urlare:"Katiuscia!". finisco con le parole dell'allora ministro della difesa Moshe Dayan al muro del pianto: " siamo arrivati, l'abbiamo presa e da qui non ce ne andremo più" e così sarà.



Crusader , Palermo/Italia
 venerdì 15 giugno 2007  14:11:17

Eh, magari si potesse prevedere un indennizzo economico per la perdita dei beni in seguito ell'esodo più o meno forzato dal territorio israeliano! Purtroppo la situazione è ben più complessa e non penso che il vil denaro sia capace di rimediare a decenni di scontri e massacri continui. Tu comunque hai colto il segno quando affermi che non bisogna mettere in discussione l'esistenza di Israele, perchè proprio di questo si tratta. Vorrei ancora ricordarti che lo stato ebraico in realtà è multiconfessionale visto il milione e mezzo di palestinesi musulmani, che vivono in pace insieme ai palestinesi di fede ebrea e ai cittadini di origine soprattutto europea che professano l'ebraismo. Paradossalmente è corretto sostenere che uno stato in Palestina in cui convivono in pace etnie e religioni diverse già esiste, ed è proprio Israele! Ora, se è giusto riconoscere la cacciata dei musulmani dalle zone di confine tra il nuovo stato ebraico e le nazioni arabe, bisogna però per correttezza ricordare che anche centinaia di migliaia di ebrei furono costretti a fuggire sotto la minaccia di pogrom dalla Cisgiordania. E non mi pare che i profughi ebrei abbiano mai preteso un risarcimento di danni o addirittura un improponibile ritorno alle loro vecchie case! Invece di accogliere i rifugiati palestinesi musulmani e di aiutarli a costituire il loro stato nella West Bank o Cisgiordania come previsto dall'ONU, la Giordania approfittò dell'occasione per annettersi quel territorio, rinchiuse nei campi che definirei di concentramento gli sfollati e dichiarò subito guerra ad Israele. E l'Egitto si comportò in modo analogo nella Striscia di Gaza. Ai palestinesi non fu mai concessa la cittadinanza giordana od egiziana e vennero trattati come dei paria in attesa di una sconfitta, anzi distruzione, dello stato ebraico e quindi del loro ritorno. E ancora ai nostri giorni l'odio antisemita arabo che considera gli ebrei dei maiali e tratta i figli e i nipoti dei palestinesi che scapparono nel 1948 come un serbatoio di terroristi per continuare la lotta ad Israele, non consente una risoluzione pacifica del conflitto in grado di garantire la sicurezza dello stato ebraico. E la situazione in questi ultimi anni è peggiorata con l'intervento deleterio dell'Iran spalleggiato dalla Siria, che hanno finanziato ed armato le frange palestinesi più radicali come Hamas ed Hezbollah con le nefaste conseguenze che ben conosciamo.



Ivo Osti , Levico Terme
 venerdì 15 giugno 2007  11:31:37

Qui non si tratta di propendere per una parte o per l'altra, ma di accertare la verità storica. Solo così facendo c'è una minima (molto minima) possibilità di trovare una qualche soluzione.Gli arabi residenti in Palestina furono - pare - in buona parte cacciati dalle loro case durante la guerrra del 1948 e in molti casi senza corrispettivo economico ! Di qui lo spirito di rivalsa che anima i profughi; ora il mondo occidentale e gli ebrei dovrebbero tentare di trovare una soluzione a questo fatto, se una soluzione esiste.Appurare la verità per trovare una via equa di soluzione, ovviamente senza mettere in discussione l'esistenza di Israele.Non credo che, di fronte ai nuovi documenti storici si possa mettere semplicemente la testa sotto la sabbia e far finta di niente; magari puntando su quella parte dei palestinesi che forse si accontenterebbero di un controvalore economico e finirebbero con il lasciare i campi profughi. D'altra parte lì sta la causa di tutto il rancore e la fucina della manovalanza degli estremisti, cui ora, purtroppo, si aggiunge il fanatismo religioso (Arafat era abbastanza laico ..).Cercare di ragionare, almeno da pare di noi Italiani, è la via migliore, ritengo, per aiutare Israele.



Crusader , Palermo/Italia
 giovedì 14 giugno 2007  12:14:19

Caro Ivo, io ho scritto chiaramente che le forze di autodifesa ebree, schierandosi ai confini per scontrarsi con gli eserciti arabi, non hanno di certo supplicato i palestinesi arabi a restare nelle proprie case. Con l'istituzione del nuovo Stato di israele si è verificato uno scambio, sia volontario che coatto, di popolazioni e si può a ragione sostenere che entrambe le parti in conflitto hanno subito torti e ingiustizie. La differenza consiste nel fatto che invece di creare un altro stato per i palestinesi di fede musulmana, come previsto e auspicato dall'ONU, il mondo arabo ha negato ad Israele il diritto ad esistere ed iniziato una guerra ad oltranza. E i profughi palestinesi che si trovavano all'interno del nuovo stato ebraico si sono ammassati nei campi nella vana speranza di un eventuale ritorno. All'origine quindi del conflitto arabo-israeliano è il rifiuto degli arabi di costituire due stati, dove le due comunità religiose possano coesistere in pace e nella sicurezza reciproca. Purtroppo i palestinesi sono sobillati da leader politici e religiosi autocratici e fanatici, che sono i veri responsabili delle loro sofferenze...



Ivo Osti , Levico Terme (Italia)
 mercoledì 13 giugno 2007  15:48:27

Rispondo assai brevemente al "Crociato" che imperversa su queste pagine ...Mi pare che lei, acriticamente, riprenda la vulgata degli arabi che se ne andarono liberamente e non furono cacciati, cosa che emergerebbe dai due volumi da me citati e scritti da storici israeliani. Come ripeto, all'epoca della guerra dei "6 giorni" la vulgata ufficiale era quella, ma oggi viene messa in seria discussione da questi due testi.Per la verità volevo conoscere l'opinione della signora Nirenstein in proposito, questo senza nulla togliere alla verità storica e alla simpatia per Israele.Certo che se le cose andarono come affermano i documenti citati (vedi, in particolare "1948") qualche riflessione è d'obbligo.Ivo Osti



Crusader , Palermo/Italia
 lunedì 11 giugno 2007  09:44:01

Un bel messaggio davvero, dal connotato squisitamente filosofico, a tratti anche commovente! Dopo tutte queste belle chiacchere però non afferro la conclusione...Vogliamo forse lasciare distruggere Israele dalla democratica e libertaria civiltà islamica? Non vorrei sembrare pessimista, ma noi saremmo i prossimi a cadere...



Beppe Fontana , Vigevano italia
 domenica 10 giugno 2007  19:59:04

Mi rincresce davvero leggere, scritto da lei, un articolo come quello intitolato "Sono rimasti a Joan Baez". E' un'ovvietà da far sorridere paragonare i giovani degli anni 60 ai burocrati/Burattini di partito come D'Alema, che gioca con le bandierine rosse e poi va a Valencia a tifare per "la bavca" di Trucchetti Provera; Credo che ognuno di noi, non sempre ma ogni tanto dovrebbe avere un po' piu' di discernimento sopratuttto quando scrive su un (EX) organo di informazione tramutato in dazebao personale del portatore nano di Democrazia. Personalmente non ho mai amato i cantautori come la Baez, sempre considerati da me degli spacciatori di parole con la villa a Pacific Heights, meglio Hendrix, più "animale" e sinceramente non credo di aver mai associato i funzionari della F.G.I.C. a dei rivoluzionari, ma neppure mi sognerei mai di definire Bush un uomo onesto; Visto ciò che è ampiamente dimostrato essere successo in Florida, nella elezione che lo ha portato alla Casa Bianca a spese di Al Gore. Concludo con la vecchia e straabusata frase del "Chi è senza peccato" eccetera eccetera; negli anni '60 tutti hanno recitato ruoli che hanno avuto convenienza a rimuovere in vista del proprio futuro; Chi con il Tappeto Volante recuperava correligionari Yemeniti per raccogliere gli ultimi fratelli della Diaspora, non curandosi del fatto che si dava inizio, proprio con i carri di Dayan, alla diaspora di qualcun'altro. E si iniziava ad usare la parola "terrorismo" solo quando conveniva, per esempio dimenticandosi dell'appartenenza di personaggi definiti eroici come il Nobel per la Pace Menahem Begin a gruppi come "Stern" o "Irgun" e dimenticandosi dell'Hotel King David o iniziando a far finta di niente a proposito della propagazione di idee che definirei razziste; si condannava a morte giustamente Adolf Eichmann ma si tolleravano Rabbi Koch ed il Gush Emonim. Come vede cara Signora, la storia come diceva Elsa Morante è un inganno che dura da 2000 anni, e grazie a Dio succede sovente che i personaggi che ne fanno parte vengano consegnati nudi e crudi al giudizio dei posteri, tutti...tranne Belpietro per manifesta insulsaggine



Crusader , Palermo/Italia
 sabato 9 giugno 2007  01:53:49

Ho appena visto il tuo post e volevo concluderlo degnamente: una testata gionalistica della liberissima di essere schifosamente antisemita Gran Bretagna! Ecco, così la frase è perfetta...



arduous , napoli, italia
 venerdì 8 giugno 2007  19:08:47

Il mondo è bello perché vario... Caro Piero, non le dà fastido il muro in sè, non le dà fastidio la sua arbitraria nonché illegale (vedi sentenza - 14 giudici su 15 - del Tribunale internazionale dell'Aia in merito) collocazione ma le dà fastido la testimonianza che di esso dà una testata giornalistica della liberissima Gran Bretagna.Saluti



Piero P. , Reggio Emilia
 venerdì 8 giugno 2007  17:57:09

Decisamente questi inglesi non si smentiscono davvero! Dopo la "tragica" (come definirla altrimenti?) vicenda deil boicottaggio promosso dai docenti la BBC ci mette del suo. Una cosa magari piccola, ma decisamente fastidiosa. Nel sito on line ricorda l'anniversario della Guera dei Sei Giorni e tra le immagini, per puro caso, oltre a quelle di 40 fa ecco la Gerusalemme odierna... con un muro che sembra infinito mentre è solo piccolissima parte (e devono saperlo) della barriera difensiva. Per inciso: non è che nell'Irlanda del Nord sono stati poi tanto parchi in fatto di muri!



luca , bologna
 giovedì 7 giugno 2007  20:51:25

Rilassati tu, io sono tranquillissimo...Tu hai paragonato Galileo a Toaff...Ossia hai paragonato la persecuzione di Galileo a quella di Toaff...Ne deduco che le teorie galileiane abbiano stesso diritto di verità di quelle di Toaff...quando tutti e dico tutti i massimi esperti mondiali dell'argomento, ebrei e non, hanno sconfessato il libro di Toaff... a prescindere dai risvolti pericolosi che un libro del genere può avere...In conclusione, arduos, rileggiti, perché io ti ho letto bene... e guardati il video segnalato da S. di Firenze...



arduous , napoli, italia
 giovedì 7 giugno 2007  20:14:58

Rilassati LucaSe non mi leggi, non ti rivolgere a me quando intervieni sul forum.Saluti



S. , Firenze
 giovedì 7 giugno 2007  19:41:27

Michael B. Oren sostiene tutto il contrario invece... In compenso sentite cosa sostiene questo esimio professore... Cliccate, vi assicuro che non ve ne pentirete...http://www.youtube.com/watch?v=40VFcJTIduw



ROBERTO RAZZA , Trieste
 giovedì 7 giugno 2007  19:30:34

Tom Segev sostiene che Israele non doveva entrare nella guerra dei sei giorni.Nasser bluffava, re Hussein anche, bastavalasciarsi tirare qualche cannonata che tutto sarebbe finito.Non capisco da dove deriva tutta questa sicurezza.Saluti.



ROBERTO RAZZA , Trieste
 giovedì 7 giugno 2007  19:29:59

Tom Segev sostiene che Israele non doveva entrare nella guerra dei sei giorni.Nasser bluffava, re Hussein anche, bastavalasciarsi tirare qualche cannonata che tutto sarebbe finito.Non capisco da dove deriva tutta questa sicurezza.Saluti.



luca , bologna
 giovedì 7 giugno 2007  16:10:41

Prendendo copernico...La terra è tonda = gli ebrei hanno ucciso bambini cristiani per fare pane azzimo!!!Sei proprio un difensore della verità e della libertà d'espressione tu...



arduous , napoli, italia
 giovedì 7 giugno 2007  14:42:16

pardon per la sintassi



arduous , napoli, italia
 giovedì 7 giugno 2007  14:40:05

Caro Luca, pure i libri di Galileo Galilei scandalizzavano tutti...Io non so, il saggio di Toaff non l'ho letto e manco m'interessa, onestamente ma, francamente, qualsiasi tipo di censura mi spaventa. Qualsiasi tipo di censore mi spaventa, qualsiasi.Saluti



luca , bologna
 giovedì 7 giugno 2007  10:03:21

Caro Arduous, il libro di Toaff ha scandalizzato tutti! Non solo gli ebrei. Io ne sono un esempio. Nel suo post ha rivelato un vecchio pregiudizio antisemita, quello che gli ebrei sono in combutta e la pensano tutti allo stesso modo... mentre la realtà ha dimostrato, anche con le opinioni sul libro di Toaff, che non è così!A riguardo, consiglio a tutti di leggere un bellissimo vecchio libro sugli omicidi rituali: Portobuffolè - Salomone Radzick - GiuntinaIl migliore testo sull'argomento... è la storia di tre ebrei bruciati a venezia in piazza san marco!



Crusader , Palermo/Italia
 giovedì 7 giugno 2007  00:19:01

Quando Israele venne creato da una risoluzione dell'ONU nel 1948, centinaia di migliaia di ebrei palestinesi che si trovarono fuori dai confini del neonato stato furono cacciati dagli arabi palestinesi, oppure si spostarono volontariamente per vivere liberi e sicuri in quella parte della Palestina assegnata agli ebrei. In contemporanea almeno mezzo milione di arabi palestinesi si rifiutarono di coabitare con gli ebrei in Israele ed emigrarono negli stati arabi limitrofi, pressati anche dall'incitamento dei leaders arabi che giuravano guerra ad oltranza al nuovo stato. E indubbiamente le milizie ebree, schierandosi ai confini per prepararsi a combattere, non pregarono di certo la popolazione araba che incontravano a restare. Ora, se vogliamo rispettare la storia ed essere veramente imparziali, bisogna ammettere che Israele non ha mai praticato la purificazione etnica perchè mentre nelle nazioni arabe in pratica non ci sono cittadini ebrei, in Israele esiste oltre un milione e mezzo di cittadini di religione araba che godono dei diritti civili e politici come i cittadini di religione ebraica. Inoltre i rifugiati ebrei insediatisi in Israele hanno potuto ricominciare una nuova vita, mentre quelli arabi sono stati rinchiusi nei campi di raccolta allestiti nelle stesse nazioni arabe con la promessa che sarebbero rientrati dopo la distruzione di Israele. L'odio antisemita da parte araba e quindi la volontà di cancellare la nazione degli ebrei ha creato con i campi profughi dei veri e propri focolai di terrorismo e intere generazioni di arabi palestinesi che preferiscono vivere nel disagio da reietti, confidando che un giorno gli ebrei verranno espulsi da quella parte di Palestina chiamata oggi Israele che si rifiutano a tutti i costi di riconoscere.



arduous , napoli, italia
 mercoledì 6 giugno 2007  20:35:06

Aggiornamento a rischio off topic ma probabilmente doverosoIl saggio di Ariel Toaff torna in libreria. Il docente della Bar Ilan ha lavorato alacremente in questi mesi per riprendere, riscrivere, limare quelle parti del libro che avevano sollevato l’indignazione popolare di una gran parte degli ebrei italiani.fonte: http://linotype.wordpress.com/2007/05/15/ariel-toaff-ripulito-in-libreria/



arduous , napoli, italia
 mercoledì 6 giugno 2007  20:09:38

Signor Ivo, qualcuno le risponderà che Benny Morris ha recentemente rivisto molte delle sue posizioni in merito omettendo, molto naturalmente, di dirle che lo stesso è stato sottoposto ad un trattamento mediatico pari, se non superiore, a quello subito recentemente dal ben noto Ariel Toaff, letterelmente costretto (evviva la libertà di parola e pensiero) al ritiro del suo saggio "Pasqua di sangue".



Ivo Osti , Levico Terme (Italia)
 mercoledì 6 giugno 2007  15:58:45

Gentile signora Nirenstein,volevo anzitutto darle il benvenuto, anche se in ritardo, tra la comunità de "Il Giornale", di cui da buon liberale sono lettore fina dai primissimi numeri, abbandonando il Corriere, da allora illeggibile.Nel 1967 avevo 18/19 anni e ricordo quanto fui in ansia, assieme con i miei parenti e amici per la sorte di Israele, e non perché fossimo ebrei, siamo cattolici praticanti, ma perché Israele, era e rimane l'unico faro di civiltà e democrazia lì nel Vicino Oriente.Quello di cui volevo discutere con lei riguarda alcune nuove informazioni che ho attinto da un paio di libri di autori israeliani riguardanti la nascita stessa di Israele. Si tratta di "1948" di Benny Morris e di "Palestina la storia incompiuta" di Shlomo Ben-Ami.I due autori fanno apertamente capire che la fuoriuscita dalle zone occupate progressivametne dall'esercito di Israele nel 1948 di centinaia di migliaia di palestinesi (tra 450.000 e 700.000) fu frutto di una politica messa scientemente in atto da una fazione del governo provvisorio israeliano e solo, invece, in piccola parte da ordini o istigazioni da parte dei governi arabi.Ricordo perfettamente che proprio nel 1967 e dintorni, quando si parlava delle cause della guerra, cioè, di fatto, la questione dei profughi palestinesi, presso i giornali liberali dell'epoca, ma in particolare leggendo il più grande columnist che l'Italia abbia mai avuto, cioè Augusto Guerriero, aveva netta e massicia prevalenza la vulgata che i profughi fossero stati invitati ad andarsene dai Governi Arabi, mentre Israele era favorevole al loro ritorno.Lei capisce che la questione è tuttora centrale.E' ovvio che Israele non può pensare di riprendersi, nemmeno nella West Bank, 3/4 milioni di profughi, però se è vero che furono scientemente cacciati, la questione sussiste.Certo leggendo questi due libri, per la verità scritti molto male e indirizzati più a polemiche interne a Israele che a far comprendere la storia degli ultimi 50 anni, c'è da stare veramente male. Se ne ricava l'idea che la pace non ci sarà mai, anzi che più passa il tempo e più c'è da temere circa un nuovo devastante conflitto. Ma questa è un'altra storia.Volevo per ora solo conoscere il suo parere su questi due libri - tra l'altro Benny Morris ha scritto anche per "il Giornale" - se le risultano attendibili.Con un augurio di buon lavoro e di Pace (quella vera !).Ivo Osti



Crusader , Palermo/Italia
 mercoledì 6 giugno 2007  11:26:06

Mi viene in mente una considerazione leggendo in vari siti articoli che celebrano la sfolgorante vittoria, un vero e proprio blitz, di Israele nella Guerra dei Sei Giorni. L'attacco aereo preventivo sorprese ancora a terra l'aviazione araba e le forze terrestri di Tsahal dilagarono ovunque nel Sinai, in Cisgiordania, nelle alture del Golan e infine occuparono Gerusalemme. Il successo militare fu completo e mai gli eserciti arabi avevano subito una umiliazione così cocente. Purtroppo la vittoria esaltò troppo gli animi e ingenerò il mito della invincibilità di Israele. E dopo appena sei anni, nel 1973, lo stato ebraico venne colto a sua volta di sorpresa da un attacco congiunto delle forze egiziane e siriane. Tsahal riuscì a tamponare il più pericoloso fronte est, minacciato da migliaia di corazzati siriani, al prezzo di terribili perdite e dopo si concentrò ad ovest per affrontare le divisioni egiziane già penetrate nel Sinai. Solo Sharon, con la sua famosa e imprevedibile puntata offensiva sul lato egiziano del canale, salvò non solo la faccia ma anche la vita della sua nazione. Traggo quindi da queste vicende la conclusione che Israele, anche quando vince in modo schiacciante, non deve mai abbandonarsi a un falso senso di sicurezza perchè combatte contro nemici che tenteranno sempre di distruggerlo. E nella Guerra dello Yom Kippur ci stavano riuscendo...



Crusader , Palermo/Italia
 martedì 5 giugno 2007  20:24:14

Sto ammirando il blog di Ariela e lo trovo molto bello e ben articolato. E' un'appassionante testimonianza di vita intesa come avventura alla ricerca di se stessi realizzando qualcosa in cui credere. Complimenti davvero!



Crusader , Palermo/Italia
 martedì 5 giugno 2007  19:54:31

Giancarlo ma che dici? Avremo servizi in prima pagina ovviamente sulla Repubblica, sul Manifesto e su Liberazione! Ah, ah, ah, sto scherzando, accadesse una cosa simile penserei di essere su un altro pianeta...



Crusader , Palermo/Italia
 martedì 5 giugno 2007  19:50:48

Hai ragione Paolom e mi scuso con te se ti ho trattato male! Comunque ho fatto alla nostra cara Fiamma la promessa di mantenermi calmo e intendo rispettarla...



giancarlo saran , castelfranco veneto
 martedì 5 giugno 2007  19:32:26

Bene.Adesso potremo vedere quale copertura giornalistica avremo in Italia (naturalmente esclusi Giornale, Libero e Foglio) considerato che la "nostra" Inviata è lì, sulla notizia.Buon Viaggio e Buoni Articoli.



ROBERTO RAZZA , TRIESTE/ITALIA
 martedì 5 giugno 2007  17:43:12

Le consta che durante la guerra dei sei giorni non tutto il governo israeliano era daccordo sulla conquista di Gerusalemme Est?Buon viaggio e cordiali saluti.



Paolom , Roma
 martedì 5 giugno 2007  17:28:27

Io ripeto di essere dalla parte di Israele ... però Crusader i tuoi commenti a leggerli in questo modo ( e visto il tono anche con cui mi hai risposto le poche volte che ho commentato qualcosa ) sembrano molto razzisti ... magari poi tutti capiscono male però sicuramente avere dei toni più pacati aiuterebbe



Crusader , Palermo/Italia
 martedì 5 giugno 2007  14:13:04

Buon viaggio e buona permanenza a Praga, cara Fiamma! Mi scuso per l'eccessiva veemenza polemica dei miei post e ti prometto che cercherò di limitarmi in futuro. Lo so che è solo una promessa e non un formale impegno, ma almeno mi sforzerò di mantenerla. Sono contento perchè hai ben spiegato le ragioni dell'ineluttabilità dei cosiddetti omicidi mirati, ma ritengo che chi pensa che il male stia solo da una parte peccando di antisemitismo, oppure che la violenza ingenera altra violenza in una spirale senza fine sproloquiando di filosofia spicciola, non capirà purtroppo mai. Vorrei poi precisare che io parlo di superiorità della nostra civiltà occidentale, non certo di superiorità razziale. Simili discorsi lasciamoli a certi pittori, anzi imbianchini che si dilettavano a dipingere acquerelli. Anzi la nostra civiltà è superiore, oltre alla questione del rispetto dei diritti dell'individuo, anche perchè accoglie immigrati di ogni razza senza badare al colore della pelle sperando che rispettino i nostri valori di tolleranza e convivenza pacifica. Le nazioni occidentali ormai si fondano sul multiculturalismo cementato dal rispetto reciproco delle varie comunità che lo compongono. Quelle musulmane al contrario sono società totalitarie e monolitiche che vessano le minoranze razziali e religiose. Inoltre ben diverso e veramente esiziale è il concetto di relativismo culturale che ritiene omologhe tutte le culture e le civiltà. Sarà, ma come mai i flussi immigratori si dirigono sempre verso Occidente?



luca , bologna
 martedì 5 giugno 2007  12:46:18

Buon viaggio!In bocca al lupo!



ariela , israele
 martedì 5 giugno 2007  12:09:33

Buon viaggio, Fiamma. Ho letto il racconto di come hai partecipato alla guerra dei sei giorni, non sapevo che tu fossi a Neot, cioè vicino a casa mia. Credo che lo ruberò e lo pubblicherò sul mio blog. Vedremo.Mi scuso per il "tu", ma ormai tra l'ebraico e la lingua del web, il "lei" non mi esce.



Piero Pasquinelli , Reggio Emilia
 martedì 5 giugno 2007  12:06:40

Buon viaggio Fiamma! Promuovere i diritti civili e sradicare il terrorismo è un programma ambizioso, ma la volontà e il cuore posso tanto. Anche oltre le meschinità di tanti presunti uomini politici. Porta con te anche tutti i frequentatori della rete... che, magari, continuando a seguirti potranno utilizzare linguaggi più consoni alla drammatica situazione di un popolo minacciato nella sua esistenza. Consapevoli che, come hai scritto, davvero, in questa contingenza, "Israele siamo noi". Shalom.



gianfranco , tarquinia
 martedì 5 giugno 2007  11:47:12

di quella fulminea vittoria conservo vivo nella memoria il titolo che Arrigo Benedetti appose all' ultimo "Tacquino" del "suo" Espresso: LA CULTURA HA VINTO. Da quel giorno quel periodico non fu più suo.Gianfranco Massi



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