YOSSI KLEIN HA LEVY, SCRITTORE E COMMENTATORE POLITICO « Ariel ci port erà alla pace» « Saprà trattare senza cedere ai terroristi»
giovedì 30 gennaio 2003 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
YOSSI Klein Ha Levy, con la kippà colorata e il suo sorriso perenne,
è uno
dei migliori commentatori di politica israeliana. Gerosolimitano di
origine
americana, scrive sul Jerusalem Post; i suoi libri sono una guida
vissuta al
dialogo fra le tre religioni monoteiste. Ha Levy ha ottimi rapporti
con
musulmani e cristiani, suoi compagni di strada sulla via della
mistica
comune alle tre fedi. Ha una cinquantina d'anni e sembra molto
soddisfatto,
anche se la sua origine è di sinistra, del trionfo di Ariel Sharon:
« E' una
scelta che garantisce il migliore scenario, equilibrato e
lungimirante» .
Non le sembra che Sharon abbia vinto soprattutto perché la sinistra
è
crollata su sé stessa a causa del fallimento dell'accordo di Oslo?
« Ci sono momenti di questo tipo, in cui sei costretto a vincere
perché
l'antagonista sbaglia tutto. Ma per Sharon non è così : l'uomo ha
saputo
ridisegnarsi, se così posso dire, per il nostro tempo, da falco
ideologico
si è trasformato in leader pragmatico, che promette la guerra al
terrorismo,
ma anche un orizzonte pacifico. E' finito il tempo della Grande
Israele,
degli insediamenti a tutti i costi. Finito per sempre» .
L'ideologia della sicurezza con Sharon resterà la più importante,
dicono i
suoi critici, e la pace non sarà veramente perseguita.
« La questione si pone in tutt'altro modo: diciamo che la pace non è
dietro
l'angolo, ma ha ormai acquisito per Sharon una dimensione strategica
legata
al futuro prossimo venturo dell'intero Medio Oriente. In una parola:
probabilmente il Medio Oriente sta per attraversare la crisi
dell'Iraq: il
popolo qui dovrà affrontare due traumi contemporaneamente, quello
dello
scontro con i palestinesi e quello di una guerra che si addensa
all'orizzonte e di cui non abbiamo cognizione. Sharon sa che questa
situazione richiede unità , quiete, speranza. Così , ha imposto al suo
partito
una svolta ideologica incredibile. Oggi alla radio la ministra Tzipi
Livni,
una giovane politica molto fedele a Sharon, per quattro volte è stata
richiesta dall'intervistatore se era disposta a accettare uno stato
palestinese. La Livni alla fine ha inghiottito si è fatta forza e ha
detto:
"Si". Netnayahu tace. Così tutti gli uomini di destra. La svolta
drammatica,
Sharon l'ha imposta prima di tutto a sé stesso, e ha portato il
partito al
centro» .
Ma perseguirà pragmaticamente questa svolta? O è un amo per l'unità
nazionale?
« Sharon la perseguirà con le sue priorità : guerra al terrore, costi
quel che
costi, perché altrimenti non solo la Cisgiordania ma tutto il Medio
Oriente
può diventare una polveriera. E poi, l'accordo con una leadership
palestinese che dia prova sicura di non fingere, come Arafat, di
accettare
la pace, ma che lo faccia sull'onda di una spinta vera, della
popolazione» .
Vuole dire che Sharon non muoverà un dito finchè Arafat non se ne
sarà
andato?
« No: Sharon ha già una squadra al lavoro capitanata da un personaggio
molto
credibile, Dan Meridor, che lavora giorno dopo giorno con i
palestinesi,
Inoltre, si sa per certo che ormai nell'Autonomia si parla degli
errori
compiuti da Arafat , di come il suo alzare il tiro per attirare
l'intervento
internazionale si è trasformato in un vortice che, al contrario, ha
attirato
l'interesse americano su quello che è ormai ritenuto uno dei peggiori
focolai di terrore. Sharon si è ridisegnato per una pace con
un'Autonomia
cambiata, dopo i cambiamenti che aspettano il Medio Oriente» .
E quando comincerà la trattativa di Sharon, dato che il terrorismo
non dà
nessun segnale di voler cessare?
« Quando i palestinesi daranno forti segnali di volersene prendere
cura, di
sforzarsi per farlo cessare: secondo me, e Sharon l'ha compreso per
tempo,
ciò avverrà e gli consegnerà anche un governo di unità nazionale,
quando
tutto il Medio Oriente tremerà , fra poco» .