VIZI E VIRTU’ DELL’ UOMO CHE HA LE CHIAVI DELLA PACE IN MEDIO ORIENTE « Vi racconto un rebus: Arafat» Il biografo israeliano di Mister Palesti na
giovedì 1 febbraio 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
ARAFAT» è il titolo del suo nuovo libro verde limone. In copertina,
con gli
occhiali neri, la kefiah, l’ espressione indecifrabile, il capo dei
palestinesi propone tutto il suo mistero. Dany Rubinstein, l’ autore,
eminente giornalista di « Haaretz» , è forse il maggior conoscitore
dell’ uomo
del destino del processo di pace. Nessuno meglio di lui può spiegarci
che
cosa vuole, che cosa intende Arafat con le sue imprevedibili
oscillazioni,
il recentissimo incontro di Taba in cui i suoi scambiano sorrisi e
progetti
con Israele, il discorso di Davos in cui chiama gli israeliani
« fascisti» e
« barbari» ,la « pace dei bravi» e la condiscendenza verso i Tanzim che
sparano
agli israeliani dai bordi delle strade...
Signor Rubinstein, chi è veramente Arafat? Vuole la pace o la
guerra?
« Arafat è in tutto e per tutto ciò che il popolo palestinese è : il
segreto
per capirlo è tenere conto che al di fuori della sua identificazione
con
esso, Arafat non ha vita personale, non ha princì pi se non quello del
destino del suo popolo, dirige i propri movimenti secondo i suoi più
profondi umori. La sua verità è la sua causa, e lui pilota di
conseguenza.
Arafat sente e agisce così » .
Non odia gli israeliani?
« Non odia e non ama. E’ un simbolo, sente da simbolo, si comporta da
simbolo. Chi deve rivolgergli la parola è sempre in tensione, perché
il suo
comportamento è imprevedibile. Dipende dalla temperie politica: se
gli
chiedi cento dollari, puoi ricevere una doccia fredda o centomila
dollari.
Questa imprevedibilità è una grande arma di potere. Un episodio:
Bassam Abu
Sharif, un suo braccio destro a Tunisi, gli presentò un conto
personale del
telefono da quindicimila dollari. Arafat cominciò a gridare:
“ Mettetelo in
prigione, usa per sé i soldi della rivoluzione.” Un minuto dopo gli
balenò
un’ altra verità , più confacente col ruolo, col simbolo. Abbracciò
piangendo
Bassam è gli disse: “ Povero amico, tu sei un palestinese che per
mantenere
le sue radici ha dovuto telefonare in tutto il mondo. Tua madre è in
Libano,
tuo padre in Kuwait, tuo fratello in Egitto. Noi siamo il popolo dei
dispersi, i profughi del prefisso internazionale, dello zero zero” .
Aveva
trovato un’ ulteriore formula politica che lo soddisfaceva» .
Ma questo lo rende del tutto inaffidabile.
« Forse, ma amabile ai suoi: una volta un mio amico gli chiese di
aiutare un
ragazzo egiziano a ottenere dalle sue autorità il permesso di venire
a
studiare a Gaza. La madre dopo un po’ chiese notizie, e il Raí ss le
rispose:
“ Il ragazzo verrà , tutto a posto” . Il mio amico gli disse: “ Ma non è
vero,
perché le hai dato assicurazioni?” . “ Volevo vederla felice” , replicò
Yasser» .
Arafat ha una moglie, una figlia. Com’ è la sua vita personale?
« Arafat dorme in ufficio, dicono che Suha è sposata con lui, ma lui
ha per
moglie la Palestina. Una volta una sua guardia del corpo gli portò la
sua
bambina in ufficio, e Arafat gli chiese come gli venisse in mente di
venire
con un’ infante... In questo episodio, che lui stesso racconta, c’ è un
messaggio chiaro: i miei figli sono per me eguali a tutti gli altri
bambini
palestinesi» .
Però del suo potere e anche del suo danaro si dice che si occupi a
dovere.
« Arafat vive come un monaco. Non mangia, non possiede altro che due
divise e
qualche kefiah. Vuole solo la Palestina. Ma i suoi, lascia che siano
corrotti, che mandino i figli a studiare all’ estero, che facciano
soldi,
perché così li controlla meglio. Non ha pupilli, non ha eredi
politici.
Jibril Rajub, un leader quarantenne, dice sempre: “ Sono certo che
morirò
prima di lui” » .
Dov’ è che Arafat ha trovato tutta la sua forza e la sua
determinazione?
« Arafat non ha avuto né una casa né una vera famiglia. E’ nato
nell’ agosto
del ‘ 29 al Cairo, suo padre era un pover’ uomo sempre impicciato in
cause di
successione, che poi perse. Sua madre morì che era piccolo, e fu
affidato a
degli zii di Gerusalemme. Sua sorella, di 8 anni più grande, si è
presa cura
di lui. E quando è morta Arafat piangeva come un bambino. Nello
stesso
cimitero è sepolto il padre: non andò a visitarne la tomba, né allora
né
mai. All’ università , in Egitto, la sua famiglia divenne la politica.
Non
aveva nessuno fuorchè la Palestina» .
Però al momento di dare dei confini a questa sua Palestina si tira
indietro.
Non è un errore?
« Arafat commette errori. Ma in generale ha fatto di un gruppo di
terroristi
e di vagabondi una nazione che tratta da pari a pari con le
superpotenze» .
Secondo lei resta un partner di pace per Israele?
« Peres ha detto che sarebbe meglio Madre Teresa. Ma che ci vuol
fare?»