Visita di Gheddafi: necessaria cautela
Roma, 10 GIU (Velino) - “Forse il Senato non è la sede più adatta per un discorso di Gheddafi: la sua visita di Stato può benissimo articolarsi in una quantità di altre sedi più consone alla cortesia e alla cautela al contempo. La visita di Stato del leader libico Gheddafi fa seguito a un trattato che, sia dal punto di vista della cooperazione che nel contenimento del fenomeno dell’immigrazione clandestina, può portare a importanti risultati. Esso è frutto di un ottimismo politico che, per altro, nei mesi passati è stato condiviso dall’ONU, che ha messo la Libia alla presidenza della commissione per i diritti umani e dall’Unione Africana, che ha posto Gheddafi alla sua testa". Lo afferma Fiamma Nirenstein (Pdl), vicepresidente della commissione Esteri
della Camera.
"Tuttavia, ci sembra che un personaggio dal passato e anche dal presente complicato come quello di Muammar Gheddafi, sia da guardarsi e, di conseguenza, da accogliersi sì con cortesia, ma anche con la dovuta cautela. Il nostro Senato, casa della democrazia, difficilmente può essere considerato come luogo ideale per una concione di un personaggio che viola i diritti umani; sui cui servizi segreti pesa il sospetto di avere imprigionato e torturato quattro ex islamici convertiti al cristianesimo; che nel suo Libro Verde sanziona la libertà femminile nel campo del lavoro e della vita civile, che la vede pari “ai fiori creati per attrarre i granelli di polline e produrre i semi”. Gheddafi ha invitato il mondo arabo a impugnare le armi contro Israele; la sua storia è punteggiata di estremismo e di episodi di terrorismo e solo recentemente nuovi accordi hanno portato all’arresto del programma di sviluppo di armi di distruzione di massa. La proposta poi di un incontro con la comunità ebraica romana di origine libica proprio di Shabbat, il giorno del riposo per gli ebrei, sembra un inconscio ripetersi di quell’atteggiamento di supremazia riservato ai dhimmi nel corso dei secoli.
Auspichiamo dunque che Gheddafi, in Senato e in ogni altra circostanza istituzionale, esprima il suo apprezzamento verso l’apertura di credito che l’Italia gli concede, impegnandosi a rispettare i diritti umani, ad affermare la sua considerazione per la piena libertà della donna, ad assumere un atteggiamento nettamente di contrasto all’estremismo islamista quando si parla dello Stato d’Israele. Per quanto riguarda invece il precedente richiamato dall’On. D'Alema di Arafat che venne alla Camera con la pistola, si trattò - conclude Nirenstein - di un episodio abominevole, certo non da citare come esempio”.