Viaggio nella testa di Hamas: "Amiamo la morte"
Il Giornale, 05 agosto 2014
"Noi amiamo la morte molto di più di quanto voi amiate la vita": questa frase misteriosa e spaventevole perseguita europei, americani, israeliani, e da queste parti è pane quotidiano. E' la bandiera nera dell'Islam militante, il suo breviario, come quello della cultura ebraico cristiana è la frase biblica: "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". A volte ci piace pensare che sia una formula vuota nella sua retorica, ma essa ha ricevuto di nuovo l'ennesima conferma con la rottura della tregua venerdì scorso: mentre il Cairo si accingeva a procedere su un percorso internazionale di pace, un terrorista suicida a Rafiah spuntava da una galleria, saltava per aria e uccideva tre soldati di Tzahal, tentando anche il rapimento di Hadar Goldin.
Questo mantra oggi, dopo che Hamas con un gesto ancora più barbarico e estremo ha deciso di separarsi con la rottura della tregua dalla maggioranza delle nazioni, sembra il disegno programmatico enunciato in un video tv da Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, 36 anni, straordinaria carriera di omicida di donne, bambini, civili israeliani a centinaia, leader carismatico religioso e militare sulle tracce di Bin Laden. Deif è uno dei tre leader che hanno osato parlare al popolo durante la guerra, il primo Khaled Mashaal dagli alberghi a 5 stelle del Qatar, il secondo Ismail Haniyeh dal suo nascondiglio, si dice, sotto l'ospedale Shifa. Il capo delle Brigate Izz a Din al Kassam ha usato, a differenza di Mashaal e Haniye che si disegnano come politici, la voce pretesca dei leader dell'Islam radicale. Il boss che guida con pugno di ferro 15mila uomini, paragonabile ai leader dell'ISIS e di Jabat al Nusra, mutilato perchè più volte raggiunto da tentativi di eliminazione delle forze israeliane ha minacciato, maledetto, promesso morte citato moltissimo il Corano con fervore islamista e messianico. Il suo video è stato presentato con un altro filmato, l' attentato che tramite una galleria nei presi del kibbutz Nahal Oz è arrivato a uccidere cinque soldati israeliani, per Hamas una vittoria molto importante. La maggioranza dei terroristi è riuscita poi a infilarsi di nuovo nel tunnel e fuggire a Gaza. Deif infatti nel video annuncia la vittoria di Hamas su Israele, dichiara che non ci sarà nessun cessate il fuoco prima che finisca l'aggressione israeliana e abbia fine l'assedio, e poi alza il tiro: "Siete destinati al sicuro disastro, avete trovato a Gaza il vostro inferno perchè noi amiamo la morte più di quanto voi amiate la vita".
Che significa questa dichiarazione nel contesto della situazione di isolamento che caratterizza in questi giorni Hamas? Pinhas Inbari, studioso dei palestinesi presso il prestigioso think tank Jerusalem Center for Public Affairs fornisce il retroscena: "Il messaggio di Deif è anche rivolto all'interno di Hamas. Mohammed Deif è una figura legata all'Iran che fino a pochi giorni or sono ha taciuto ritenendo che Hamas stesse sprecando la grandiosa quantità di missili che con molto sforzo è riuscita a procurare negli anni. Gli ayatollah erano arrabbiati da tempo con la leadership di Khaled Mashal, nemico di Assad e degli iraniani. Deif invece milita dalla parte opposta di Assad. Ma poi, ecco la dichiarazione di Khamenei, condita dalle solite minacce di morte a Israele: noi abbiamo firnito e forniremo gratis le armi a Hamas. L'Iran ha capito che questa è una guerra egemonica per lo schieramento antisraeliano, il suo, e inoltre i suoi nemici giurati l'Egitto e l'Arabia Saudita stanno giuocando un ruolo troppo importante. Così l'Iran ha spinto avanti Deif, coronato dal successo dell'attentato terrorista". Dunque, da ora in poi, l'Iran sarà sempre più presente per quanto Deif comanderà, e "certo ha avuto un ruolo degli ultimi sviluppi".
Deif dunque ha spinto il suo vanto fino alla formula classica di Al Qaeda. L'americano dottor Harold Rhode, uno dei migliori mediorentalisti della scuola del professor Bernard Lewis e che ha servito per decenni nel team degli analisti del Pentagono, fornisce la chiave: "C'è qui una doppia ragione. Lo scopo principale del terrorismo, quindi di Hamas, è terrorizzare, istillare la paura nel nemico, metterlo in fuga prima ancora che ingaggi la battaglia. Ma con l'uso bombastico delle parole Deif rivela in realtà le grandi difficoltà in cui si trova Hamas, perdita di molti leader, di strutture belliche fondamentali, le gallerie, i missili, i rifugi...Quindi mostra le piume del pavone. La cosa ha anche un uso interno, perchè i cittadini di Gaza, schiavi, da carne da cannone, ormai consapevoli che tutti i soldi sono stati spesi per costruire gallerie e stipare missili, deve essere tenuta buona. Hamas in queste settimane ha condannato a morte anche molti palestinesi, e li ha giustiziati. Alla fine, Hamas sa che non può sconfiggere Israele, e quindi cerca di far scappare la gente, i soldati, i civili terrorizzandoli". Harold Rhode è ironico e definitivo: "In realtà loro non amano la morte quanto il potere... di fatto non si è mai visto un loro comandante che guidi la battaglia apertamente, si nascondono e usano i civili, colpiscono uscendo dalle gallerie e poi fuggono, la leadership è tutta nascosta sotto gli ospedali. Quando dicono "amiamo la morte" comunicano anche questo concetto: 'Sono terribile, se non mi dai qualcosa per farmi smettere (ovvero, in questo caso, una tregua vantaggiosa) ti distruggo'. Deif ha parlato anche del perchè teme di perdere il potere. Non vogliono morire, vogliono la tregua alle loro condizioni, potere, aiuti, controllo delle vie di accesso".
La realtà è che la tattica "noi amiamo la morte" e quindi la rottura della tregua ha avuto per ora il risultato di disgustare le forze moderate e di squalificare gli alleati Qatar e Turchia. Hamas sembra aver fatto male i conti: Israele procede nel distruggere le gallerie del terrore, ha il sostegno degli USA e dell'ONU nel farlo, è passato il concetto che Hamas non è un interlocutore per la pace.
Cara Fiamma, dato che siamo vicini al “quarantennale” di questi fatti, mi sembra utile un “ripassino” di storia, per non dimenticare (soprattutto chi non è ebreo) con chi ha a che fare Israele (altro che gli amaleciti.....).--- “Nel 1973, il 6 ottobre, giorno in cui si celebrava la cerimonia più sacra del calendario ebraico, lo Yom Kippur, gli eserciti di Siria ed Egitto, con l'appoggio di minime unità saudite, irachene, kuwaitiane, libiche, marocchine, algerine e giordane, attaccano i confini israeliani.--- L'esercito israeliano e la popolazione civile sono colti di sorpresa ma, dopo una resistenza di otto giorni, durante i quali si organizza la reazione, l'esercito contrattacca con efficacia, superando le linee egiziane e accerchiando la III Armata egiziana.--- Quando l'11 novembre l'esercito israeliano è a 100 chilometri in linea d'aria dal Cairo e a 30 da Damasco, i Paesi arabi accettano di cessare il fuoco. --- Però rialzano fortemente il prezzo del petrolio, inducendo una crisi economica in Occidente.--- Gli attentati di alcune formazioni terroristiche palestinesi non cessano.--- Nel 1974 l'opera dell'allora Segretario di Stato statunitense Henry Kissinger porta al ritiro di Israele dai territori egiziani e siriani occupati durante la guerra del Kippur.--- Il 14 ottobre l'ONU attribuisce all'OLP lo status di rappresentante del popolo palestinese.--- L'OLP (Arafat) ribadisce la sua volontà di CANCELLARE ISRAELE”..--- I “filo-palestinesi” rimproverano Israele per essersi opposto al riconoscimento di uno Stato palestinese......
Roberto Guerra , Ferrara in Italia
Ringraziando ancora una volta Lei, Fiamma Nirenstein per le analisi ecc. sempre molto verosimili, purtroppo devo segnalare ancora un esempio dalla stampa italiana della mia città a dir poco ai limiti dell'apologia di fascismo (antisemitismo). http://www.ferraraitalia.it/noi-in-palestina-testimoni-del-razzismo-di-israele-16966.html
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
Cara Fiamma, ho riletto il testo riportato in parte più sotto: ma allora i TERRORISTI islamici NON IMPARANO MAI?.......---”Dopo che Hezbollah si era reso colpevole del lancio di missili verso Israele e di un attentato ad una pattuglia di soldati israeliani, col quale provocava la morte di otto militari e la cattura degli unici due sopravvissuti, il 12 luglio 2006 Israele lanciò un'offensiva militare ai danni del Libano con l'obiettivo esplicitamente dichiarato di annientare Hezbollah;--- in risposta all'offensiva Hezbollah ha intensificato il lancio di missili in territorio israeliano, colpendo nei giorni successivi con razzi Katyusha importanti città del nord d'Israele come Haifa, Nazaret e Tiberiade.--- I caccia con la Stella di David hanno bombardato diversi quartieri di Beirut, ritenuti roccaforti Hezbollah, provocando centinaia di morti e distruggendo le principali vie di comunicazione del paese, l'aeroporto della capitale e l'autostrada di collegamento con il confine siriano.--- Dopo dieci giorni di guerra la situazione precipitò e Israele iniziò ad invadere via terra i territori del sud del Libano, in quanto le condizioni poste dal leader israeliano Ehud Olmert, ovvero lo smantellamento di Hezbollah e il controllo del sud del Libano da parte dello stesso esercito libanese non vennero poste in atto da Beirut e Nasrallah, leader di Hezbollah, annunciò che i suoi sono pronti alla guerra totale”.---HAMAS dovrebbe chiedere INFORMAZIONI a HEZBOLLAH.........---E le “anime belle” pacifiste e anti-israeliane di allora, probabilmente sono ancora in servizio: anche loro non imparano mai.
Giancarlo Elia , Outwood, Surrey, Regno Unito
Per favore scriva in risposta ai commenti di Gianni Vattimo. Non vivo in Italia da molti anni, ma sono orgoglioso di essere italiano, di origine ebraica. Tuttavia a volte mi chiedo se vi sono ancora persone con un minimo di buon senso nel mio paese natale. Vorrei esprimere il mio piu' completo supporto per tutto cio' che lei ha scritto finora sulla resistenza di Israele contro il terrorismo islamico.