Fiamma Nirenstein Blog

VIAGGIO NEL VOTO DI ISRAELE - 3. Con le facce di Peres, Arafat, perf ino di Rabin, mettono a nudo le magagne dei candidati Gli sfacciati pupazzi di Gerusalemme Una trasmissione-choc

venerdì 24 maggio 1996 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Si racconta che in una delle riunioni elettorali del Labour Party, il partito di Shimon Peres, il primo ministro, che come si può capire è al colmo della tensione, abbia gridato a un suo compagno: , una contrazione di due parole, un grazioso neologismo fatto di (merda) e (faccia). Non esisteva fino a poco fa e quindi, chiaramente, vuol dire: di merda. È la gran moda di queste elezioni. Infatti non è solo un'ingiuria da poco diventata familiare in ambito politico; è anche l'unico modo permesso in cui si possono evocare i politici sui teleschermi israeliani, se si escludono gli spot autorizzati. Infatti dall'8 di maggio, a venti giorni dal voto più fatale della storia dello Stato ebraico, è stato proibito a tutt'e due i canali e anche alla radio di mostrare o far sentire in alcun modo i candidati. Una legge un po' estrema: in questi giorni infatti un comico fa uscire per scherzo ad ogni suo show una mano o un piede da dietro a una tenda rossa e spiega che quello è Shimon Peres oppure Netanyahu, peccato che non li si possano mostrare più di così . Ma gli sono invece uno spettacolo televisivo che con un escamotage ha catturato tutta l'audience. La Rete Due, quella commerciale, diretta dall'intraprendente Uzi Peled il cui slogan è , manda in onda tutti i venerdì una trasmissione intitolata, appunto, significativamente merda in cui puoi vedere a tuo piacimento Bibi, Shimon, Arafat, il grande rabbino Ovadia Yossef, tutti i candidati di punta, i servizi segreti, gli alti gradi militari. Per esempio: un pupazzo capo di stato maggiore va da Peres disperato: sparato su un rifugio di civili. , risponde il pupazzo Peres con i capelli bianchi che gli si scompigliano dalla rabbia. . volevo ben dire... Mandate le mie condoglianze al governo libanese. caffè e ho spostato il lanciamissili per caso con il gomito... Abbiamo colpito Oxford Street.... . . c'erano dei gatti-hezbollah ospitati dagli inglesi pronti a graffiare i gatti ebrei perché sono antisemiti, e che quindi tutta la responsabilità ricade sul governo inglese. Arafat e Peres che parlano al telefono è uno dei pezzi forti fra gli sketch. La collezione di pupazzi, che sono a grandezza naturale, è fatta di plastica, con i volti coperti di un velo sottile di pelle, che li rende più espressivi e molto somiglianti secondo l'invenzione della loro , la scultrice Ilana Yahav. Costano circa cinque milioni l'uno, uguale se il personaggio è di destra o di sinistra. Arafat dice a Peres: elettori che non dividerai mai Gerusalemme. scusa, sai, sono cose che si dicono... Poi, dopo le elezioni, riprendiamo il discorso.... l'idea mi piace moltissimo. Sai, in fondo questa Gerusalemme è così difficile, piena di problemi di traffico, di criminalità , di Hamas. Guarda, anzi, non ne parliamo più . . Click. Peres allora telefona a Feisal Husseini: Gerusalemme.... Click. Peres seguita sconsolato a telefonare a Assad, a re Hussein. Tutti gli attaccano il telefono in faccia. Intanto si vede Arafat che inneggia a El Quds con un fucile in mano. Oppure: Peres telefona a Arafat: terroristi sono sotto controllo?. sotto controllo. C'è un problemino, ma non è niente, un gruppo che sta per farti fuori dopo le elezioni... Poi ce n'è un altro che ha giurato di farti fuori il giorno delle elezioni... Un altro che è preparatissimo, e non riesco a beccarlo, è già per la strada con venti chili di tritolo sta per farti saltare in aria prima delle elezioni. Anzi, l'attentato è previsto per domani stesso. Ma non è niente. Non ti preoccupare, va tutto benissimo. E da te?. bene Yasser, tutto bene. Se solo riuscissi a controllare quel gruppetto di coloni di Hebron, sai quei pazzerelloni che vogliono ammazzare te, tua moglie, la tua famiglia... Tutti gli arabi... Ma tutto è perfetto, faremo grandi cose insieme. Caro Yasser, stai bene, e tanti baci alla bambina. Gli sketch di sono in gran parte di sinistra, e Bibi Netanyahu è il bersaglio preferito; si dice che avesse fatto sapere in giro di non poterne proprio più . È stato infatti introdotto recentemente nel team uno scrittore di dialoghi, Tal Gilad, un po' più di destra. Eppure sempre più frequenti arrivano le telefonate dei politici che chiedono di essere presi in giro quanto si vuole. Pur di apparire nel programma. Il canale due non fa obiezione a nessuna battuta. Aveva messo un limite solo all'uso di un pupazzo, costruito tempo fa: quello di Rabin. Invece gli non hanno resistito: lo si è visto con le ali e con la lira, annoiatissimo, che chiede in paradiso a un angelo custode: . . . Menahem Begin. di rado muoiono per la patria sionista. Le loro vicende politiche attuali sono piene di accuse, di complicazioni, di abbandoni. Fino a ieri i loro partiti erano cinque, ma quelli importanti, erano tre. Ora ne restano in gioco due, perché uno si è ritirato. Peres conta su di loro per battere Netanyahu. Per arrivare a questo risultato, cerca di farli sentire cittadini di serie A. Ma avventurarsi nel loro mare significa incontrare una quantità di contraddizioni. I bambini raramente sperano in un destino pari a quello dei loro coetanei ebrei, le infrastrutture sono decisamente inferiori a quelle delle città ebraiche. Non c'è un ministro né un sottosegretario arabo in Israele. Non c'è un arabo israeliano, tuttavia, che rinuncerebbe alla sua cittadinanza e ai suoi diritti di israeliano per passare ad un qualunque Stato arabo, compresa l'Autonomia Palestinese. D'altra parte, afferma il professor Azmi Bishara, un quarantenne con la camicia a quadri, gli occhi gialli e i baffi da gatto, un filosofo riconosciuto internazionalmente che parla alla perfezione quattro lingue compreso il tedesco, ma è un laico sul serio, è moderno, parla dello Stato di Arafat come di una , tiene moltissimo all'identità culturale araba ed ha un ruolo sociale che fa di lui un vero e proprio ponte fra ebrei e arabi: insegna sia all'Università di Bir Zeit cuore della rivolta culturale anche integralista islamica, che all'Istituto Van Leer, situato a Gerusalemme proprio al centro, a lato della casa del presidente Ezer Weizman. I comunisti non prenderanno certo tanti seggi, ma di fatto sono rimasti l'unico partito interamente laico in ballo, e quindi forse ce la possono fare. Infatti, il più importante fra i leader arabo-israeliani, il moderato per eccellenza cinquantatreenne Abdulvahab Darawshe si è alleato con una componente islamica religiosa. Musulmano, nato vicino a Nazareth, deputato per tre volte, eletto col partito di Peres nell'Avoda, il labor party, ne uscì ai tempi dell'Intifada; stavolta ha fatto una scelta double face, anzi, un po' mefistofelica per uno che aveva puntato tutto sul laicismo e il gradualismo: meno tasse, più proprietà della terra, più aule, più educazione, più investimenti... Darawshe, laico, semi-miscredente, politico e anche un po' politicante, ha fatto un'autentica alleanza con il diavolo. Infatti al primo posto della sua lista ci ha messo Abd Al Malik Dahamshe, un avvocato che è un'emanazione del partito islamico dello sciecco Abdallah Nimr Darwish, un gruppo a sua volta affiliato alla Fratellanza Musulmana come Hamas e che ha per organo un giornale, voce della giustizia, molto estremo e portavoce del settore politico di Hamas. Dahamshe è stato sette anni in prigione per aver tramato contro Israele. Arafat non lo ama, tanto che Al Fatah non l'ha mai accettato nelle sue file. Ironia della storia: ora se lo dovrà prendere la Knesset visto che il Maamad, il suo partito e quello di Darawshe prenderanno almeno quattro o cinque seggi. Il mondo islamico porta un sacco di voti. Subito dopo la strage di Kfar Kana sembrò che l'intero mondo arabo israeliano l'avesse giurata per sempre a Peres, che non avesse mai più intenzione di votarlo come suo Primo ministro. Ma adesso sembra che anche su questo le acque si siano richiuse: tutti i partiti arabi danno di nuovo indicazioni di votarlo. Comunque, sempre meglio lui che Netanyhau che ha seguitato per tutti questi ultimi quattro anni ad accusare il governo di Rabin e di Peres di non avere una maggioranza ebraica. Fiamma Nirenstein

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.