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UZI LANDAU: PER ME ARAFAT E’ SOLO UN ALLEATO DI SADDAM « Invadere i Territori? Non lo escludo» Il ministro della Sicurezza: l’ Orient H ouse covo di terroristi

lunedì 13 agosto 2001 La Stampa 0 commenti
IL ministro della Sicurezza Interna Uzi Landau non ha certo fama di colomba. Il suo grande ufficio costruito a Gerusalemme Est, è anche, naturalmente, il centro di azione della polizia. Da qui partono le operazioni come quella dell'occupazione della Orient House, il caposaldo della presenza palestinese a Gerusalemme. Di lui si dice che sia proprio la mente strategica di questa battaglia per la Città Santa che diventa più drammatica di ora in ora. Sharon ha appena dichiarato che dall'Orient House, Israele non se ne andrà più . I palestinesi hanno gridato ai quattro venti la loro rabbia, e hanno chiesto l'intervento degli americani e degli europei per porre fine a quella che essi considerano una violazione della legalità internazionale e un gesto strategico di occupazione della Gerusalemme araba, più che una rappresaglia simbolica, per quanto dura, per l'attentato di giovedì alla pizzeria Sbarro. Ministro Landau, dice un ministro del suo stesso governo che mentre finora Gerusalemme era rimasta abbastanza da parte in questa Intifada, ora, dopo l'intervento che molti attribuiscono a una sua idea, rischia di divenire un campo di battaglia. Si rende conto di quale terribili potenzialità vibrano adesso nell'aria per una città così delicata e così importante per il mondo? « Prima di tutto, Gerusalemme era tutt'altro che fuori dello scontro. Gilo e Pisgaat Zeev, due grandi quartieri della capitale, sono costantemente sotto il fuoco dei palestinesi. La polizia ha sventato decine di attentati e altri sono andati purtroppo a segno, come quello della pizzeria. L'Orient House era da tempo un centro propulsivo di incitamento da cui partiva a ondate una ideologia piena di odio. Vi si producevano incontri, materiali, eventi, tutti volti a sfidare la nostra stessa esistenza, e la nostra sovranità su Gerusalemme capitale. Inoltre, la Orient House, che aveva uno status di centro dedito ad attività culturali, era una violazione permanente di qualsiasi legge dello Stato. Era infatti la rappresentanza istituzionalizzata, statualizzata quasi, dell'Autonomia Palestinese a Gerusalemme, compiva attività in nome di Arafat nel cuore della città con una copertura che, dopo tanta violenza, non possiamo davvero più accettare» . Che cosa ha a che fare questo con quella che voi stessi definite una rappresaglia antiterrorista? « Moltissimo: da là partiva l'incitazione a uccidere, là abbiamo trovato materiali e armi non legali, e là è simbolicamente rappresentata quella sfida che giunge al terrorismo. Arafat era il padrone di casa e là si ricevevano i dignitari stranieri in visita ufficiale come se quella fosse la rappresentanza di un governo» . Con tutto ciò la ferita è tale che vi potete aspettare da questo un'allargamento degli scontri, una battaglia di Gerusalemme. Non gliene importa? « Certo che sì , ma la battaglia ripeto, c'era già , e comunque da adesso una maggiore presenza della polizia e l'assenza di un centro di organizzazione dei facinorosi, creerà invece secondo noi una situazione di maggiore calma» . Con l'arma della repressione? « No, con l'arma della legge applicata. Penso che abbiamo affrontato una situazione che da tempo doveva essere sanata, pena la perdita del senso di ogni legalità , e che in particolare ora, con il terrorismo dilagante, era insostenibile» . I soldati e i poliziotti a guardia della strada dov'è sita l'Orient House diventeranno bersagli immobili. Che farete allora? « Preferisco dovere affrontare questo problema, che si risolve con buone misure di polizia, piuttosto che continui attentati terroristici, che invece non hanno risposta» . Signor ministro, solo stamane sono uscite alcune sue dichiarazioni sul giornale tedesco Die Welt: lei dichiara plausibile un'invasione della zona A, ovvero dell'Autonomia Palestinese. Lei prevede quindi la possibilità di uno sviluppo bellico. « Io ho solo detto che in caso di una continuazione di una politica così terribilmente aggressiva nonostante la nostra scelta moderata, nessuna zona è da considerarsi immune» . Lei è comunque fra coloro che pensano che ci sarebbe voluta più determinazione dopo gli attentati di Tel Aviv e di Gerusalemme. « Si, io credo che non ci stiamo difendendo abbastanza, che non lanciamo un messaggio chiaro» . Anche Peres lo pensa, ma all'opposto: lui ritiene, e l'ha detto oggi, che la voce delle armi chiami solo quella delle armi. « Che lo dica proprio lui mi sembra bizzarro: dovrebbe infatti interrogarsi su quelle trentamila armi automatiche che ha fornito ai palestinesi per usarle contro i terroristi, secondo gli accordi del ‘ 93. Invece vengono usate contro di noi, e I terroristi hanno mano libera per colpirci a piacimento» . Ma Arafat potrebbe fermarli? « Assolutamente sì . E' curioso che chi dice che non ha più nessun potere di veto al terrore, come fa la sinistra, poi voglia trattare con lui. O è in grado di gestire l'Autonomia, o non lo è : una delle due» . Tornando a Peres, comunque sedete nello stesso governo. Com'è possibile? « Almeno per me, l'unità nazionale è adesso un dovere primario. Ma io, stando ai fatti, considero Arafat un partner di Saddam Hussein» . Lascerete l'Orient House? « E chi potrebbe, adesso, fornirci le garanzie che essa lavorerà nella legalità , senza più proporsi come una propaggine del governo di Arafat? Senza essere un centro di propulsione di odio? Non vedo interlocutori» .

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