UNA VITA DA LEGGENDA
giovedì 20 gennaio 2005 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
TUTTO in lei è stato leggenda, e come spesso capita alle leggende il suo
retaggio è divenuto polemica, dato che la storia d’ Israele è troppo epica,
controversa, belligerante, per essere attraversata in carrozza.
L’ emigrazione in America dalla Russia (nasce a Kiev nel 1989) sulla
disperata nave Pocahontas porta Golda in un’ America democratica su cui
balena il sogno di un’ Israel socialista. Così Golda, insegnante, diventa un
membro del Poalei Zion, i lavoratori di Zion, lunghe riunioni azzurrine
(fumava come una pazza) sul sogno di emanciparsi dal ghetto e tornare alla
terra dei padri per redimerla rendendola fertile e redimersi dalla mancanza
di appartenenza, dalle persecuzioni, dal ghetto.
Fin dall’ età di sedici anni è la compagna e poi sposa di Morris Meyerson,
che si imbarca con lei nell’ avventura di una vita in Israele, prima tappa il
kibbutz Merhavia. Tutto il mondo socialista si accorge subito di lei, in
primis Ben Gurion che la mette al lavoro nel mondo dell’ Histadrut, sindacato
onnipresente nella società israliana e poi nell’ Agenzia Ebraica; nel ’ 48 di
fronte all’ attacco concentrico di cinque eserciti arabi dopo la partizione
dell’ Onu raccoglie fondi negli Usa per sostenere il confronto. Poi,
travestita da araba, incontra senza successo re Abdullah di Giordania per
chiedergli di non entrare in guerra: le pressioni degli altri vicini erano
troppo grandi. Ben presto Golda diventerà ambasciatrice in Urss, e una delle
maggiori promotrici dell’ immigrazione sovietica.
Ministro del lavoro, poi degli esteri, poi primo ministro, sbatte la testa
nella Guerra del Kippur nel ‘ 73: non capisce, né lei né Moshe Dayan, che
Egitto e Siria preparano l’ attacco. L’ attacco giunge con tante perdite.
Questo, insieme alla sofferenza che le causava la quasi assenza di quella
vita familiare del suo immaginario di ebrea di Shtetl, è stato il grande
scoglio della sua vita. Anche se il suo partito laburista conquistò di nuovo
il governo - perché in fondo la guerra era stata vinta - nel ‘ 74 Golda lo
lasciò a Ytzchak Rabin. Davvero impensabile che oltre a Israele e alla sua
famiglia abbia avuto altri amori.