Una ricostruzione che ignora il luogo comune antisemita L’ assoluzione degli ebrei
giovedì 25 novembre 1999 La Stampa 0 commenti
                
Fiamma Nirenstein 
L’ aura di fantasia artistica e politica che sempre accompagna la 
figura di 
Cristo, ha avuto nei millenni un peso decisivo sulla sorte degli 
ebrei. 
Immaginarli « perfidi» , traditori, meritevoli di ogni male a causa 
della loro 
pretesa colpevole ottusità rispetto alla venuta del Messia, o peggio 
della 
loro responsabilità nella sua Crocifissione, si è mescolata a una 
sorta di 
obliterazione magica dell’ ebraicità di Gesù . E i cristiani hanno 
potuto così 
pretendere a divenire la Vera Israel; e così sono stati anche 
teologicamente 
giustificati l’ antisemitismo e le persecuzioni. Il Gesù di Bernabei, 
grazie 
anche alla consulenza del rabbino Riccardo Di Segni, abbandona invece 
la 
tradizione antisemita. Gesù nel suo pellegrinaggio al tempio di 
Gerusalemme 
da bambino con Maria e Giuseppe, legge in ebraico la porzione della 
Bibbia 
del suo bar mitzva, veste sempre il manto di preghiera come gli altri 
ebrei, 
insomma segue il Padre nel nome del suo popolo, quello ebraico, e non 
in 
nome di una generica ambizione al Bene. 
Quanto alla colpa della sua crocifissione, tutto l’ intreccio tra la 
spia 
romana Livio, Ponzio Pilato e Erode, dà l’ idea di un complotto 
interamente 
romano, di un’ esecuzione premeditata e stabilità dall’ Impero che si 
serve 
della paura di alcuni ebrei di vedere la loro terra messa a ferro e 
fuoco a 
causa di una possibile ribellione antiromana di cui Cristo è ritenuto 
il 
leader. Non mancano alcune figure di ebrei, è vero, che decisamente 
preferiscono Barabba a Gesù ; il sacerdote Caifa è , sì , una figura 
sostanzialmente tormentata e pusillanime, ma accanto a lui, anche nel 
Sinedrio, appaiono numerose figure positive di ebrei: fra loro quella 
di un 
giovane zelota, sacerdote del grande tempio (ricostruito in modo 
certo molto 
eccitante, secondo le antiche e commosse descrizioni care al cuore di 
ogni 
ebreo) che piange disperato gridando durante la Passione di Cristo: 
« E’ 
innocente!» . Invece Livio il romano risponde al famoso « perdona loro 
perché 
non sanno quello che fanno» dicendo con parole chiare: « Lo sappiamo 
benissimo, invece: ti stiamo uccidendo» . 
            