UNA MODERNA IDEOLOGIA I RISCHI DELL’ ANIMALISMO
lunedì 4 ottobre 1999 La Stampa 0 commenti
                
Fiamma Nirenstein 
GRANDIOSA e moderna la manifestazione in difesa degli animali vista 
sabato 
a Roma. Ma per non sentirsi troppo buoni, che non fa mai bene alle 
meningi, 
è bene anche tornare alle radici delle ideologie, per capire bene 
quali ne 
sono i rischi e i possibili sviluppi. Ora, anche se gli animalisti lo 
sanno 
bene, forse il cittadino qualunque non ricorda che tutto nasce da un 
filosofo australiano ebreo, Peter Singer, che ha appena ottenuto la 
cattedra 
di bioetica all’ Università di Princeton e che scrive da trent’ anni su 
questo 
argomento. Il suo libro più famoso è Animal Liberation del 1975, che 
ha 
venduto in America mezzo milione di copie. Ma mentre la vulgata del 
libro 
riguarda la parte che paragona il dominio sugli animali alla tirannia 
dei 
bianchi sui neri e ci spinge semplicemente ad amare e rispettare le 
bestie, 
evitando di mangiarle e di usarle per nostri scopi (scarpe, abiti, 
borse, 
esperimenti scientifici), la complessità del pensiero di Singer ci 
porta 
molto più lontano. 
Il filosofo etico è infatti un utilitarista seguace di Jeremy Bentham 
e di 
John Stuart Mill la cui tesi, in una parola, è che l’ umanità deve 
lottare 
per ottenere la maggiore felicità per il maggior numero possibile di 
persone. Ora, « persona» è per Singer chi sente, chi ha la capacità di 
godere 
e di soffrire e anche di presentire il dolore, il sacrificio, la 
morte. Le 
conseguenze che ne tira è che si fa più danno morale uccidendo una 
mucca in 
buona salute, e quindi in buona coscienza, che un bambino fortemente 
handicappato e quindi incapace di sentire o presentire. La stessa 
logica 
vale per una persona in coma, o comunque in stato di salute tale per 
cui la 
sofferenza precluda ogni sentimento, e quindi anche ogni possibile 
felicità . 
Al di là degli animali, Singer in generale non teme lo scandalo. Se 
per i 
contadini cinesi ha un senso sociale uccidere le bambine, dice 
Singer, chi 
può dire che ciò sia invece sbagliato? E se un bambino ha un grave 
handicap, 
afferma forse provocatoriamente il filosofo, i genitori devono avere 
il 
diritto di ucciderlo. Il punto quindi non consiste affatto nel valore 
dell’ essere umano, o nel valore della ragione o della parola, ma 
semplicemente nel sentire. 
Le teorie di Singer certo non vengono applicate alla lettera dagli 
animalisti, e questo è ovvio. Si può pensare che molti di loro amino 
gli 
uomini almeno quanto gli animali, in qualunque stato si trovino. Ma 
alcuni 
spunti hanno portato delle frange estreme a far danno agli umani 
(fabbriche 
di pellicce, di medicinali e cosmetici, alimenti non permessi 
dall’ ideologia 
animalista) per proteggere gli animali. In generale, dunque, è assai 
istruttivo verificare quanto un buon sentimento possa diventare 
pernicioso 
se portato alle estreme conseguenze. Il nostro secolo ne ha vasta 
esperienza. 
            