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UNA LEGGE PER RICORDARE LA SHOAH AUTOCRITICA DELLA MEMORIA

martedì 28 marzo 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein QUANDO il Giorno della Memoria fu istituito da Israele appena nata e ancora sanguinante per l’ Olocausto, ebbe luogo una grande discussione: Menahem Begin, ovvero la destra, voleva farlo coincidere con Tisha be Av, il giorno della distruzione del Tempio e dargli così un significato religioso; la parte laica, guidata da Ben Gurion, riuscì però invece a farne un giorno che cade di maggio, nella vicinanza del giorno dell’ Indipendenza e vicino a Pasqua, la festa della libertà . Così esso divenne un momento di lutto civile, in cui al suono di una sirena tutti i cittadini, religiosi e non (ed è uno spettacolo mirabile), si fermano per la strada tutti insieme come statue di dolore, i vivi israeliani la continuazione dell’ ebraismo scomparso in Europa: in una parola, ne fu fatto un giorno con uno scopo e uno senso e così fu evitata la retorica. Anche noi, credo, nella istituzione del giorno della memoria il 27 gennaio su proposta di Furio Colombo, legge che deve essere salutata con grande soddisfazione, dobbiamo tuttavia capire che l’ unico modo di servire la memoria è quello della verità . Oggi ricordare l’ Olocausto è cosa ben diversa da quello che era qualche anno fa, quando l’ Europa e l’ intero mondo occidentale amava figurarsi la Shoah come un’ evenienza storica in cui la Belva Nazista, uscita dalle viscere del male aveva divorato sei milioni ebrei e poi sconfitta dalle forze del bene era tornata all’ Inferno. Ormai la memoria che dobbiamo conservare è molto più complessa: il papa stesso ha lumeggiato con le sue parole accorate le responsabilità dei cristiani; intere biblioteche di studi storici ci hanno dimostrato fuori di ogni ragionevole dubbio che il mondo democratico e antifascista sapeva tutto, e non mosse un dito; la famosa bonarietà italiana, vagheggiata scevra da antisemitismo, è stata smitizzata e sono usciti fuori mille episodi di piccola e di grandissima viltà e fellonia verso gli ebrei, che portò allo sterminio di un terzo di un mondo giudaico radicato a Roma da duemila anni; infine, la parte comunista e sovietica, che volle stellette e riconoscimenti per aver partecipato alla liberazione dei campi di sterminio, e che passò le sue decorazioni, poi a tutto il mondo comunista, si è dimostrato a sua volta antisemita e anche capace di stragi di innocenti seconde solo a quelle dei nazisti. È molto bello, dunque che la Commissione Affari Costituzionali della Camera abbia votato all’ unanimità la Legge della Memoria: una legge così ci aiuta anche a rintuzzare il razzismo e l’ antisemitismo contemporaneo, presenti in tutte le società moderne, in tutte le componenti della società democratica. Tali sentimenti tuttavia sanno travestirsi: per esempio, l’ antisemitismo si è camuffato talora con sentimenti antisraeliani. Insomma, ricordare non è facile: non è un palco ornato di una bandiera in cui tutte le forze dell’ arco costituzionale, buonissime, parlano contro le Forze del Male. È una durissima palestra di verità e di autocritica.

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