Un Paese di 64 anni giovane e robusto
Il Giornale, 26 aprile 2012
«Quando sarò vecchio e perderò i capelli, fra molti anni, mi manderai ancora biglietti d’amore con gli auguri per il compleanno e una bottiglia di vino..». Insomma sarai ancora la mia gratificazione preferita, il mio narciso sentirà il bisogno indispensabile della tua esistenza... Chissà, «avrai ancora bisogno di me, mi nutrirai ancora, quando avrò 64 anni»...
A ritmo più frenetico di quello dei Beatles i Churchill, gruppo rock israeliano in questi giorni ha prodotto a sorpresa l’antica canzone. Perchè Israele da ieri sera festeggia per tutta la giornata di oggi il suo 64esimo anniversario, e i Churchill a suo nome cantano: Will you still need me? Hai ancora bisogno di me, come quando l’Onu disse «Yes» alla partizione cercando di restituire un senso morale alla sua esistenza, come quando Ben Gurion accettò e gli Stati arabi si lanciarono in guerra? Il mondo ha ancora bisogno di Israele? Crede in lui, nella sua indispensabilità, o potrebbe lasciarlo andare nelle fauci dell’islam estremo? È pronto ad affiancarlo di fronte ai pericoli che lo minacciano comprendendo che minacciano lui stesso? Will you still feed me? Gli porgerà la mano in questa fase di minaccia di distruzione? Ha ancora bisogno di Israele, la terra dei pionieri, della vita semplice e eroica, del sacrificio? E Israele porta ancora quel sè visionario e grandioso che ha riscattato il mondo intero dalla paura di essere divenuto il mostro che aveva divorato il popolo ebraico, suo padre, il suo fratello maggiore, l’inventore della coscienza, della storia etica di tutto il mondo Occidentale?
Israele è un Paese felice nell’età matura, contento di ciò che ha saputo costruire col miracolo della volontà. Ieri sera è entrato nella sua 64esima puntata della gioia e della sorpresa di esistere come sempre con balli e canti dopo una terribile giornata, la solita di tutti gli anni: la sua determinazione al sacrificio degna delle Termopili è stata testimoniata alla radio, alla tv, nelle cerimonie pubbliche dalla memoria di madri, padri, fratelli, vedove, fidanzate dei 23mila israeliani, quasi tutti ragazzi di leva, caduti nelle guerre e di 2500 civili assassinati dal terrorismo. Ognuno ha un nome, una storia, ogni famiglia raccontava ieri quanto il suo Yossy, Ronni, Allon, Joseph, era allegro e gentile e innamorato, mai una parola d’odio nè di rancore verso chi li ha uccisi, sempre con l’aspirazione alla pace che poi Netanyahu e Peres hanno ripetuto nei discorsi ufficiali. E alla fine con la determinazione di ripetere più o meno implicitamente a tutti, anche se si parla della persona più importante di te stesso: «e nonostante questo, non me ne andrei mai da qui». When I’m 64, sarò sempre Israele. Di fatto il Paese che così tanti amano odiare, su cui ogni giorno si gettano tonnellate di delegittimazione ha seguitato sempre, come un vulcano di miracoli, a fornire buoni motivi di ammirazione, di stupore.
Nonostante le domande degli amici («ma dici che posso partire?») oggi è uno dei Paesi più sicuri del mondo, uno dei pochi, per i viaggi; i sistemi sociali di protezione della salute e di garanzia dell’educazione sono fra i migliori del mondo; il rispetto dei diritti umani, religiosi, sessuali, la libertà di stampa e di opinione, il rispetto delle minoranze (certo considerando che si cerca di evitare almeno parte del terrorismo sempre in movimento) sono fra i più robusti dei Paesi occidentali, pur sviluppandosi in un’area mediorientale; il numero di feriti e morti nel conflitto permanente con un nemico che ti irrora di missili e di attentati e di odio è fra i più bassi del mondo; il sistema giudiziario il più determinato a non guardare in faccia nessuno. L’88 per cento degli israeliani sono fieri di esserlo, il 78 per cento considera l’esercito in cui si serve se maschi per tre anni e se donne per due, come un simbolo del Paese.
Con tutti i pericoli che li circondano gli israeliani sono fieri che il codice dell’esercito sia severissimo, che proibisca e punisca ogni eccesso, come si è visto recentemente nello scandalo enorme per lo scatto di violenza del comandante Shalom Eisner, che ha tirato una botta in testa a un dimostrante. È la forza della coesione di un Paese che crede nel significato della sua esistenza quella che mette Israele in grado di pensare contemporaneamente all’Iran, di avere un esercito fra i migliori del mondo, una democrazia in cui religiosi e laici, pacifisti e coloni non smettono di scontrarsi, di affrontare con una riforma micidiale i suoi problemi sociali ed economici (la commissione Trajtenberg è stata un colpo di frusta all’intera organizzazione socio-economica)... e insieme di essere il maggiore inventore di high tech del mondo insieme agli Usa? Come fa Israele a produrre premi Nobel a catena (l’ultimo a Dan Shechtman per il quasycristal); scoperte dirompenti nella fisica e nella medicina al limite di un imperativo che proibisca infine gli orrori dell’Alzheimer, della sclerosi multipla e altre dannazioni; marchingegni economici e capriole tecnologiche che fanno di Israele la maggiore start up nation, la nazione dello start up, insieme agli Stati Uniti; scoperte di biotecnologia che fondano la nanotecnologia; innovazioni legate al computer del livello dell’invenzione del laptop? Nel suo 64esimo, il messaggio di Ahmadinejad è «Israele è un tronco ammarcito da distruggere». Anche l’anima si può distruggere, la storia ce l’ha dimostrato più volte. Ma stavolta sembra che sarà difficile farlo, a 64 anni Israele è molto giovanile e robusto.
Buongiorno,ho avuto il piacere di scoprire il suo sito e condivido perfettamente il suo pensiero e la sua opera a favore della giustizia.Giustizia: il Beato Giovanni Paolo II° dichiarava che non potrà esserci la PACE senza che ci sia la GIUSTIZIA.E, cercando di dare una risposta al Sig. Franco nella sua del 27/04: a quale giustizia si appellava Hitler scatenando la seconda guerra mondiale, lo sterminio di chiunque fosse anche solo diverso fisicamente dal suo concetto di razza pura, eliminando il concetto di "essere di Cristo" perchè lui stesso voleva sostituirsi a Dio?Grazie per l'ospitalità, STEFANO
Leonard , Prescott, AZ, U.S.A.
A pensarci bene, visti gli sconvolgimenti degli ultimi cinquant'anni, è un miracolo che Israele sia durata così tanto. Ma appunto perché sappiamo che gli stati sono entità molto transitorie e mutevoli dobbiamo adoperarci per far capire quanto Israele sia preziosa.planetoplano.blogspot.comGrazie.
giuseppe alunni , terni italia
AUGURI PER IL COMPLEANNO DI ISRAELE . SONO UN IMPRENDITORE DI TERNI, UMBRIA, STUFO DELL' ITALIA. MI PIACEREBBE TRASFERIRMI A VIVERE IN ISRAELE . PUOI DARMI CONSIGLI?CIAO E GRAZIE GIUSEPPE ALUNNI
ADRIANO ROMALDI , FALCONARA MARITTIMA (AN) ITALIA
Ringrazio Lei cara On. Fiamma di ricordarmi ciò che non sapevo e soprattutto che Israele è il figlio Primogenito di Dio.Se questo è pertanto il Valore fondante di Israele tutto quello che segue sarà buono.Io, che sono "avvocato" difendo Israele e gli Ebrei a prescindere da ogni altra considerazione; per questo sono Adriano.Mi risulta che passando dal Muro del Pianto verso lo stretto corridoio che porta ai bei negozi di Gerusalemme vi siano ancora i resti del pavimento in pietra edificato da Adriano.Ricordo anche, come se fossi lì, il momento emozionante dell'ingresso di Titto entro il Santo dei Santi; le sue parole di stupore risuonano oggi ancora più forti.Questo sarebbe il loro Dio? Non vide nulla!Dio non si vede con gli occhi umani e così Israele lo vedi solo con gli occhi della Fede.Auguri cara Fiamma e sia sempre serena.Adriano da Cingoli
Andrea Storace , La Spezia
CHE DIO SALVI ISRAELE!
franco , pozzo d'adda (mi)
Mi domando dopo 60 anni come mai quel vigliacco di hitler piuttosto che farsi portavoce della cristianità' e attaccare paesiislamici se la prese con un popolo mite come quello ebraico auguro che lo stato israelianosi faccia carico della rabbia di quelli come meche vogliono la distruzione totale dell'islamperché' la pavidità' e la meschinità' dell'europa porterà' alla distruzione della civiltà' occidentale. saluti Franco
Dario Maggiulli , Fiumicino
Ho letto questo tuo religioso 'memento Israele' con il mistico gusto con cui ho sempre accolto nel mio animo le nenianti armonie canore ebraiche che sapientemente Gabriella Caramore ci dispensa. Nobilissimo 'sospiro' questo tuo, che mi ha anche fatto intravvedere il mio Ideale Umano, Etty Hillesum, laddove si legge - '..mai una parola d'odio, nè di rancore verso chi li ha uccisi..' - Quanti si affacciano a questa finestra, non possono che rimanerne rapiti. Io, certissimamente. Forse, se si potesse 'costringere' Achmadinejad a leggerla, non scommetterei che si convertirebbe, ma certamente qualcosa di spirituale gli rimarrebbe addosso. Il Mossad potrebbe compiere questo miracolo. Un mio interrogativo, fuori campo : Ma all'Ara Pacis, il 15 Maggio 2012, non potrebbe essere pericoloso ? Con i tanti matti in circolazione ? E' semplicemente apotropaico. Non allarmiamoci. Con affetto, tuo Dario Maggiulli
tarves tangerini , modena - italia
- Gentile Fiamma Nirenstein, mi sono postato il bel articolo su fb. Ma ora, gli Auguri al Paese e il suo popolo per il suo viaggio, sognando pace e sempre nella stagione che verrà, colori e giovani sorrisi. Con simpatia. Tarves Tangerini - Modena.
Sarah , Italia
Complimenti Signora Nirenstein per il Suo articolo! Bello! Bello! Bellissimo!Finalmente la verità su Israele.
veronica Sica , Roma Italia
Sono fiera per aver conosciuto Israele, di aver frequentato molti dei suoi figli che amo e rispetto. Auguri Israele per i tuoi 64 anni portati meravigliosamente.
Aurora , USA
Happy Indipendence Day, Israel..
davood karimi , italia
cara Fiamma intanto tantissimi auguri e 64 rose rosse ai tuoi piedi augurando di festeggiare il sessantacinquesimo compleanno del tuo amatissimo Israele a Teheran e coi fuochi di artificio che illuminino i cuori dei ragazzi di teheran e di Tel Aviv!grazie e buon lavoro
rita martelli , milano
Ogni volta che ti leggo o ti vedo e ti sento parlare, mi lasci un piacere e una condivisione che nessuno mi da.Grazie, Rita
roberto levi , ferrara italy
E' la più bella newsletter che potevi scrivere cara Fiamma. Grazie di cuore, ci fai sempre sentire orgogliosi. Roberto Levi