UN NUOVO PROBLEMA PER ABU MAZEN CANDIDATO UFFICIALE DI AL FATAH Bargh uti ci ripensa: mi candido alla presidenza palestinese Il messaggio diffuso dalla moglie dopo una visita al carcere israeliano dov’ è rinchiuso il leade r dei Tanzim
giovedì 2 dicembre 2004 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
Marwan Barghuti dopo una visita della moglie Fadwa e del suo avvocato è
tornano ieri sulle sue decisioni e ha deciso di partecipare alle prossime
elezioni presidenziali del 9 di gennaio: questo mette Abu Mazen in un
peggior stato d’ ansia di quello tipico di questo periodo di passaggio dopo
la morte di Arafat. Barghuti, il 45enne capo dei Tanzim in prigione con
cinque ergastoli per aver ordinato molti attentati terroristici delle
Brigate di Al Aqsa, aveva deciso la settimana scorsa, dopo un lunghissimo
incontro con Kadura Fares, un leader palestinese molto vicino a lui, di
accettare la decisione del Fatah di fare di Abu Mazen il suo candidato
prescelto. Aveva anzi dichiarato di sostenerlo, dopo che vari gruppi di
Tanzim avevano preso questa stessa posizionie.
La decisione, aveva annunciato con grande pubblicità Fares, era dovuta alla
scelta di non intralciare il Fatah e di consentirle di presentarsi compatto
al pubbblico. Questo, ha detto Fares, avrebbe dato un indispensabile senso
di solidità al mondo politico palestinese scosso dalla scomparsa di Arafat.
Nel sottofondo, certamente, tuttavia, si intravedeva una tesa trattativa
politica che forse avrebbe fatto di Marwan una figura anche istituzionale
(forse un vicepresidente onorario?) benchè imprigionato, nella nuova
nomenclatura del dopo elezioni, e che di certo avrebbe posto alcuni dei suoi
uomini in posizione privilegiata nella nuova piramide del potere. Inoltre,
Barghuti avrebbe ricevuto importanti promesse per il quattro di agosto, la
vera data-test del potere, quando dovrà ridisegnarsi la gerarchia del Fatah,
mai toccata da quando Arafat ne fu eletto capo, vero scrigno del potere,
delle armi, del denaro, dell’ influenza ideologica.
Adesso Barghuti torna sulle sue posizioni, e i casi sono due. Forse la
moglie, un personaggio moderno, laico, e in stato di profonda umana
sofferenza per l’ assenza del coniuge che ha sempre dimostrato per lei
ammirazione e rispetto, lo ha convinto a riconsiderare la sua rinuncia
perché contraria ai suoi interessi: innanzitutto uscire dal carcere e
riprendere un posto fra i suoi come leader di nuova generazione con radici
locali, antagonista al gruppo dei « tunisini» di Arafat di cui Abu Mazen fa
parte. Oppure, ed è l’ altro caso, nuove informazioni hanno convinto Barghuti
che l’ attuale uscita dal giuoco può costargli alla fine, l’ oblio e che
comunque i suoi amici non sono abbastanza salvaguardati Adesso invece,
Barghuti è forte mentre infuria la bufera per il lascito concreto e
ideologico del Raiss, mentre lo scontro fra le fazioni è aperto e la sua
popolarità è alta. Oggi è così , domani, una volta avviatosi un processo di
pace scelto da Abu Mazen e aiutato dallo sgombero di Sharon, la sua figura
di guerrigliero potrebbe risultare obsoleta.
Barghuti oggi non ha la maggioranza, ma può contare su un vasto consenso che
può crescere e dargli o addirittura la presidenza, il che metterebbe in
grandi diffcoltà Israele. E comunque può conquistare una grande affermazione
che consolidi la sua influenza e l’ attenzione della leadership per lui. La
linea di Barghuti è più dura di quella di Abu Mazen che probabilmente pensa
di tornare al tavolo delle trattative contro una qualche promessa di
prendere cura del terrorismo; Barghouty dice invece di volere trattare e
guerreggiare al contempo.
Abu Mazen ha anche altri guai in vista, oltre al problema di Barghuti:
contro le posizioni di altri leader di Hamas, come Yussuf che da Ramallah ha
dichiarato di voler partecipare alle elezioni, ieri da Gaza Ismail Hanyeha
detto che Hamas boicotterà le elezioni presidenziali, che le lascia tutte a
Fatah, che per loro non sono che uno dei vari meccanismi messi in moto
dall’ accordo di Olso,cui Hamas è sempre stato contrario.