Un leopardo a colazione

 

Un’erratica storia fresca di questa mattina, lunedì, giusto per donarvi un bell’inizio di settimana. Artur si sveglia nella sua casa con vista sul deserto, nel kibbutz Sde’ Boker dove passò i suoi ultimi anni David Ben Gurion e dove oggi riposa accanto a sua moglie. Rumori di caccia dalla stanza accanto. Corre, il bambino di cinque anni siede tranquillo e forse divertito in un angolo. Ma la gatta non è contenta. Una tigre (UNA TIGRE) entrata dalla finestra la rincorre nel salottino. Le tigri, purtroppo in piccolo numero, seguitano dai tempi dei nostri padri ad abitare il deserto, e di quando in quando si fanno vive, anche se non amano la distanza ravvicinata con gli uomini. Artur non si stupisce più di tanto: si sa che un tigrone negli ultimi tempi ha assalito in zona un cane e quattro gatti. Uomini, mai. Artur in una performance che avremmo molto voluto vedere, corre a mani nude verso la tigre; Come si acchiappa un gattone e come lo si tiene fermo? Per la collottola, tutti lo sanno. E una tigre cos’è? Un gattone, dopo tutto. Artur prende l’ospite per la collottola molto forte, con l’altra mano un pò la tiene ferma e un pò l’accarezza, la fa accucciare, la trascina nella sua camera da letto, si siede in posizione stabile sul letto e la tiene bassa per terra, mentre riesce a far chiamare aiuto per telefono. Arrivano gli amici del kibbutz: “Avevamo sentito dire che Artur teneva ferma una tigre in camera da letto, credevamo che fosse riuscito a rinchiuderla là. Invece siamo entrati, siamo corsi alla camera e l’abbiamo visto seduto mentre teneva la tigre per il collo, proprio come un gatto”. La tigre ora è alla clinica veterinaria perché è apparsa stanca e indebolita; forse in fondo è contenta di firmare una pace...pardon, di venire in contatto diretto con qualche israeliano che le dia una mano a rimettersi in sesto e ad avere finalmente un suo stato...pardon, a prendere qualche vitamina, rimettersi in forza con l’aiuto del medico e ritornare a vivere nel deserto con i suoi parenti.